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Post n°4 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da ivanfi
Seconda parte
Precisato che il
marxismo non ha nulla a che fare né col materialismo volgare né col materialismo
liberale, riconosciamo che il papa dal suo punto di vista, data la classe dei
capitalisti che difende, ha più di una buona ragione per opporsi al materialismo
dialettico e storico, ma non lo stesso interesse ci sembra dovrebbero averlo gli
operai cattolici e, in genere, i cattolici progressisti e democratici.è
fuori discussione che a livello ideologico e filosofico non può non esserci una
ferma e intransigente lotta di principio, senza tuttavia demonizzare
l'avversario, tra il materialismo dialettico e storico e l'idealismo, la
metafisica e il dogmatismo della chiesa cattolica, come del resto con qualsiasi
altra religione. Ma ciò non dovrebbe portare ad alcuna separazione e divisione
tra credenti e non credenti sul piano della ricerca della verità, della
giustizia sociale e della lotta contro ogni forma di imperialismo e di
sfruttamento dell'uomo sull'uomo.Noi non vogliamo imporre ai credenti la
concezione marxista del mondo, lo stesso dovrebbero fare loro nei confronti dei
marxisti-leninisti e dei non credenti. Vorremmo invece insieme, non credenti e
credenti, cambiare il mondo, almeno in quella parte economica, materiale,
istituzionale e spirituale che può essere di comune interesse e
vantaggio.L'imperialismo americano, il socialimperialismo sovietico e il
governo del neoduce Berlusconi e poi del democristiano Prodi potrebbero benissimo essere identificati come il
comune ``demonio'' e su di esso, non credenti e credenti, potrebbero far fuoco
per eliminarlo.Comunque sia noi ci atterremo al seguente insegnamento di
Mao: ``Un gruppo di idealisti, ad esempio, può approvare il regime
politico ed economico socialista e non la concezione marxista del mondo. I
patrioti dei gruppi religiosi fanno altrettanto. Noi siamo atei, essi credono in
dio. Non possiamo costringerli ad accettare la concezione marxista del
mondo''L'elemento centrale della concezione proletaria del
mondo è che gli sfruttati e gli oppressi devono sviluppare fino in fondo la
lotta di classe per liberarsi dal giogo della classe dominante sfruttatrice e
oppressiva. Al contrario, l'elemento centrale della concezione borghese è
sostituito dal concetto secondo il quale tutte le classi devono convivere
pacificamente nel regime capitalistico, apportando il proprio contributo allo
sviluppo della società borghese senza mettere in discussione la collocazione
economica e sociale di ciascuna di esse.Tale concezione reazionaria si
esprime, per esempio, attraverso il parlamentarismo, il patto sociale, la
cogestione, l'autoregolamentazione degli scioperi, l'azionariato operaio. La borghesia non perde certo occasioni per
tentare di ammortizzare e spengere la lotta di classe, le contraddizioni di
classe e i conflitti di classe. E attualmente sta conducendo una grande campagna
tesa a dimostrare che le classi non esistono più, in particolare sarebbe
scomparsa la classe operaia, e che nessuno pensa più al socialismo. Si vuole
insomma dare ad intendere che non vi sono più i motivi delle divisioni di classe
esistenti nel passato.Craxi si vantava di aver pressoché cancellato il
conflitto sindacale. Andreotti si compiace di constatare che ``oggi quasi
nessuno contesta più i grandi indirizzi di politica estera, l'interclassismo, il
solidarismo. Di lotta di classe non si sente quasi più parlare e questo va
ascritto alla grande concezione degasperiana''. De Mita addirittura afferma
che ``le stesse distinzioni di destra e di sinistra, sono, per qualche verso,
ormai categorie improprie... Il nuovo, che si è creato, qualifica in concreto,
in termini di progresso e di conservazione, gli atteggiamenti politici e le
stesse forze politiche e non più secondo gli schemi rigidi propri delle
impostazioni di un tempo. Sicché certe antiche distinzioni dialettiche appaiono
per così dire stanche e rivolte indietro, cioè capaci di spiegare il passato ma
non di cogliere e giudicare l'avvenire''.I revisionisti italiani, sono
talmente rincretiniti e imbolsiti dal parlamentarismo e dal riformismo e così
vogliosi di entrare nel governo borghese, che non hanno più la forza di reagire
a queste falsità e provocazioni. Bertinotti anzi si è associato al coro dei
politicanti borghesi facendo attenzione a non fare una benché minima ``stecca''.
Egli infatti ha detto che ``le profonde trasformazioni sociali degli ultimi
decenni hanno cambiato anche la impostazione del `concetto stesso di lotta di
classe'... un termine che usiamo sempre meno tutti''. L'immagine di un Prc fatto solo di
disperati, di proletari che hanno da perdere solo le loro catene, mi sembra
francamente un po' passata''.Con ciò è evidente che dopo 65 anni di
ininterrotte pressioni, i capitalisti sono riusciti a corrompere l'intero gruppo
dirigente dei famigerati partiti comunisti e a trasformarlo in un pericoloso strumento di propaganda
della concezione borghese del mondo. Un motivo di più per spingere gli operai
coscienti e la gioventù rivoluzionaria, alla cui testa amiamo pensare le
ragazze, ad armarsi o riarmarsi della concezione proletaria del mondo per
recuperare il terreno perduto, ristabilire la verità rivoluzionaria, e
annientare, nel corso di un'accanita lotta di classe anche sul piano filosofico,
ideologico e teorico, la concezione borghese del mondo che attualmente
costituisce uno dei fattori fondamentali che frenano lo sviluppo della lotta del
proletariato verso il socialismo e l'emancipazione.
Il contributo di Mao alla concezione proletaria
del mondo
Mao ha dato un contributo storico al processo di emancipazione ideologica del
proletariato iniziato da Marx ed Engels e proseguito da Lenin e Stalin e alla
lotta contro la concezione borghese del mondo sul piano filosofico, teorico e
culturale. Egli è stato il più grande teorico proletario rivoluzionario dei
nostri tempi.Grazie al suo apporto straordinario e incalcolabile la
concezione proletaria del mondo è divenuta più chiara e più facilmente
accessibile alle masse, ha subìto un grosso sviluppo sulla base delle nuove
esperienze del proletariato internazionale e cinese, con particolare riferimento
alla lotta contro il revisionismo moderno, e si è arricchita di nuove cognizioni
ed elementi che le consentiranno di affrontare con successo le grandi lotte di
classe del duemila.I goffi tentativi della banda revisionista del
neoimperatore Deng Xiaoping tesi a snaturare e manipolare il pensiero di Mao,
anziché comprometterne la genuinità e i caratteri rivoluzionari di classe
finiranno per far risaltare di più tutto il suo splendore e la sua irresistibile
forza e verità dialettiche e di classe.Il primo grande, evidente e
innegabile merito di Mao a livello internazionale è quello di aver rilanciato la
concezione proletaria del mondo appannata e progressivamente stravolta e
rinnegata da parte dei revisionisti moderni.Nessun sincero
marxista-leninista potrà scordare che nel '56 Mao ebbe il coraggio e la
risolutezza storica e politica, pressoché da solo, di innalzare la grande
bandiera rossa del marxismo-leninismo e con essa far da barriera all'incalzare
del liquidazionismo e del capitolazionismo di Krusciov e delle cricche
revisioniste dei vari paesi, compresa la Cina.Nessun movimento di
liberazione nazionale potrà mai dire di non aver fatto ricorso per un lungo
periodo, finché la Cina era socialista e internazionalista, al pensiero di Mao
per risolvere i problemi della propria lotta rivoluzionaria.Nessun
``sessantottino'', ex o no, potrà mai smentire che le lotte studentesche del '68
in Italia e nel mondo furono segnate profondamente dal pensiero di Mao e dalla
concezione proletaria del mondo. Allora, e finché era in vita Mao, una schiera
sconfinata di giovani dei cinque continenti furono attratti per la prima volta
nella loro vita dal comunismo e andavano orgogliosi di fregiarsi del nobile e
ambito titolo di marxisti-leninisti.Tuttavia i meriti maggiori, più
duraturi, eterni, Mao li ha conquistati con la sua grande opera teorica che
spazia in tutti i campi. In riferimento al nostro tema, possiamo dire che Mao ha
ereditato, difeso e sviluppato la concezione proletaria del mondo per quanto
riguarda la filosofia (in particolare la teoria della conoscenza, la dialettica
e le contraddizioni nella natura e nella società), l'ideologia, la cultura, la
letteratura, l'arte, l'educazione, la morale, i costumi e le abitudini.
Addentrandosi con ciò in settori nuovi, esplorati per la prima volta dal
marxismo-leninismo.Spiegare in questa circostanza tutto quello che egli ha
elaborato e scoperto è impossibile. Possiamo solo elencare le sue opere
filosofiche, di cui abbiamo già avuto modo di apprezzare dei passaggi
importanti, ed illustrare qualche altro punto della concezione di Mao del
mondo.Le opere filosofiche di Mao rese pubbliche sono: Sulla pratica (luglio
1937), Sulla contraddizione (agosto 1937), Sulla giusta soluzione delle
contraddizioni in seno al popolo (27 febbraio 1957), Da dove provengono le idee
giuste (maggio 1963).Le prime due opere sono state scritte nel periodo della
prima guerra civile rivoluzionaria per combattere il dogmatismo e l'empirismo
esistenti allora nel Partito comunista cinese. Le altre due sono state scritte
nel periodo della costruzione del socialismo in Cina per combattere il
revisionismo di destra che prendeva campo nel Partito sotto la spinta di Liu
Shaoqi e Deng Xiaoping.Altri brani fondamentali riguardanti la concezione
proletaria del mondo si trovano nelle seguenti opere: Sulla nuova democrazia
(gennaio 1940), Riformiamo il nostro studio (maggio 1941), Discorsi alla
Conferenza di Yan'an sulla letteratura e l'arte (maggio 1942), Discorso alla
Conferenza nazionale di propaganda del Partito comunista cinese (12 marzo
1957).Importanti sono anche gli ``scritti più letti'' durante la Grande
rivoluzione culturale proletaria: In memoria di Norman Bethune (21 dicembre
1949), Al servizio del popolo (8 settembre 1944), Come Yu Kung rimosse le
montagne (11 giugno 1945) nei quali viene tracciata l'immagine ideale del
marxista-leninista e della persona nuova socialista.Nel complesso delle
opere su menzionate si ritrovano in sintesi e in forma chiara tutte le grandi
scoperte sul materialismo dialettico e storico di Marx, Engels, Lenin e Stalin,
arricchite dagli apporti inediti di Mao.Per dare un saggio della potenza del
pensiero di Mao circa la dialettica e le contraddizioni, citiamo un brano
ripreso dall'opera ``Sulla contraddizione'': ``La legge della
contraddizione inerente alle cose, cioè la legge dell'unità degli opposti, è la
legge fondamentale della natura e della società, e quindi anche del pensiero.
Essa è in opposizione con la concezione metafisica del mondo. La sua scoperta ha
costituito una grande rivoluzione nella storia della coscienza
umana.Secondo il materialismo dialettico, la contraddizione esiste
in tutti i processi che si verificano nelle cose oggettive e nel pensiero
soggettivo, essa penetra tutti i processi dal principio alla fine: in questo
consiste il carattere universale e assoluto della contraddizione. Ogni
contraddizione e ciascuno dei suoi aspetti hanno le loro proprie
caratteristiche: in questo consiste il carattere particolare e relativo della
contraddizione. Agli opposti è inerente in determinate condizioni l'identità che
rende possibile la loro coesistenza in una singola entità, e inoltre la loro
trasformazione nei rispettivi opposti: anche in questo consiste il carattere
particolare e relativo della contraddizione. Ma la lotta degli opposti è
ininterrotta; essa continua tanto durante la coesistenza degli opposti quanto
durante la loro reciproca trasformazione, momento in cui questa lotta si
manifesta con una evidenza particolare: in questo consiste ancora il carattere
universale e assoluto della contraddizione. Quando studiamo il carattere
particolare e relativo della contraddizione dobbiamo tener presente la
differenza fra la contraddizione principale e quelle secondarie, fra l'aspetto
principale e quello secondario della contraddizione e la lotta degli opposti,
dobbiamo tener presente le differenze fra le varie forme di lotta; altrimenti
gli errori sono inevitabili''.Rispetto ai maestri del
proletariato internazionale precedenti, Mao si è trovato in una posizione nuova:
portare la rivoluzione socialista nella sovrastruttura e nel profondo
dell'essere umano.La Grande rivoluzione culturale proletaria, da egli
ideata, promossa e diretta, è stato lo strumento che gli doveva consentire di
trasformare la sovrastruttura per renderla conforme alla base socialista e di
rivoluzionarizzare la mente e la coscienza delle masse e delle nuove
generazioni, e così estirpare le radici dell'ideologia borghese e del
revisionismo.``La Grande rivoluzione culturale proletaria
-- sottolinea Mao -- è una grande rivoluzione che tocca l'uomo
in quanto ha di più profondo, e tende a risolvere il problema della sua
concezione del mondo''.Si trattava evidentemente di un avvenimento
senza precedenti nella storia, la cui validità rimane intatta e fonte di
ispirazione e di insegnamenti per tutti coloro che lottano per il socialismo e
per un mondo nuovo, nonostante che tale esperienza sia stata violentemente
interrotta dalla restaurazione del capitalismo in Cina.Le teorizzazioni
inedite di Mao sulle classi, le contraddizioni di classe e la lotta di classe
nella società socialista rimarranno comunque in eterno come il suo più grande e
prezioso contributo dato al materialismo dialettico e storico. La teoria dei due
tipi di contraddizioni scoperte da Mao nella società socialista -- le
contraddizioni in seno al popolo, che vanno risolte con la dialettica, il
ragionamento e la convinzione, e le contraddizioni antagonistiche tra il nemico
e noi, che vanno risolte con la forza e la rivoluzione --, costituisce la stella
polare di coloro che costruiscono la società socialista.Ma anche di chi,
come noi, si trova nella fase della lotta per il socialismo ed ha lo stesso
problema, sia pure in forma diversa, della risoluzione dei due tipi di
contraddizione. Infatti mentre dobbiamo convincere le masse di sinistra con la
dialettica, le argomentazioni, i fatti, l'esempio e l'azione che la via dei falsi partiti comunisti
non porta al socialismo, non bisogna deflettere dallo stare all'opposizione del
sistema capitalistico per combatterlo e distruggerlo.Sulla base
dell'esperienza storica, Mao sottolinea che ``Nella società divisa in
classi, le rivoluzioni e le guerre rivoluzionarie sono inevitabili, che senza di
esse è impossibile compiere un salto nello sviluppo della società, è impossibile
rovesciare le classi dominanti reazionarie e permettere al popolo di prendere il
potere. I comunisti devono denunciare la propaganda menzognera dei reazionari, i
quali affermano per esempio che la rivoluzione sociale non è necessaria, né
realizzabile; i comunisti devono attenersi fermamente alla teoria
marxista-leninista della rivoluzione sociale per aiutare il popolo a comprendere
che la rivoluzione sociale non solo è assolutamente necessaria ma anche
pienamente possibile'Per evitare l'odio, la ribellione delle
masse e la rivoluzione, la borghesia e i suoi lacché inventano e ricorrono a
molti trucchi filosofici e teorici. Alcuni di questi sono la teoria della natura
umana, dell'unità del genere umano e della difesa della specie, l'umanitarismo,
lo Stato di tutto il popolo, la democrazia e la libertà al di sopra delle
classi, la fraternità, l'amore e l'altruismo universali. Con ciò si tenta di
sfumare e cancellare ogni differenza e contraddizione di classe, addolcire
ideologicamente il proletariato e indurlo a trasferire ogni dissidio e dissenso
nel quadro istituzionale e costituzionale.Mao invece si è battuto affinché
su ogni tema e questione risultassero chiari i termini della contraddizione e le
differenti vedute del proletariato rispetto alla borghesia e la lotta di classe
non conoscesse soste. In tal modo egli ha fatto una grande opera di pulizia e
riordino ideologico secondo lo spirito dei delegati del Congresso di fondazione
della Lega dei comunisti (giugno 1847), in pratica la prima organizzazione
marxista internazionale, che adottarono la storica parola d'ordine
``Proletari di tutti i paesi, unitevi'', sopprimendo quella
idealistica precedente che suonava così: ``Che gli uomini siano
fratelli''.Riguardo la natura umana, Mao ha detto: ``Esiste
una natura umana? Certamente sì, ma solamente una natura umana concreta e non
una natura umana astratta. Nella società divisa in classi esiste solo una natura
umana con un carattere di classe, e non una natura umana al di sopra delle
classi. Noi siamo per la natura umana del proletariato e delle grandi masse
popolari, mentre i proprietari fondiari e la borghesia sono per la natura umana
delle proprie classi; solo che non lo dicono e la presentano come l'unica natura
umana. La natura umana esaltata da certi intellettuali piccolo-borghesi è
staccata anch'essa dalle masse popolari o ha addirittura, un carattere
antipopolare. La natura umana di cui essi parlano, in fondo non è che
l'individualismo borghese, perciò ai loro occhi la natura umana proletaria non
ha nulla a che vedere con la natura umana''.Parole
altrettanto chiare Mao l'ha pronunciate in riferimento all'amore. Per
estensione, quanto egli dice in proposito vale per la democrazia, la libertà, la
morale, la cultura, la letteratura e l'arte poiché tutte quante, viene
dimostrato in altri passi, portano un'impronta di classe e servono il
proletariato o la borghesia.``Al mondo --
dice Mao --non esiste amore senza cause, così come non esiste
odio senza cause. Quanto al cosiddetto `amore per l'umanità', da quando
l'umanità è divisa in classi non è mai esistito un amore come questo, un amore
che abbraccia tutto e tutti. Alle varie classi dominanti del passato piaceva
predicare un tale amore, e molti saggi hanno fatto altrettato, ma nessuno l'ha
messo realmente in pratica, perché nella società divisa in classi questo amore è
impossibile. Un vero amore per l'umanità sarà possibile soltanto quando le
classi saranno state eliminate in tutto il mondo. Le classi hanno diviso la
società in gruppi antagonistici, e soltanto dopo l'eliminazione delle classi si
avrà l'amore universale, non ora. Noi non possiamo amare i nostri nemici, non
possiamo amare i mali della società, il nostro obiettivo è
distruggerli.L'unità del genere umano, della specie,
esiste dunque solo sulla carta, meglio nei sogni idealistici, nella realtà, come
chiunque può constatare con mano, l'umanità è profondamente spaccata e divisa.
Bisogna allora partire da qui, da questa realtà generata dalla divisione in
classi della società, se si vuole veramente raggiungere l'unità dell'umanità e
la fraternità universale.A tale unità un giorno, nei secoli e millenni a
livello planetario, bisognerà pure arrivarci e ci arriveremo, purché non si
facciano dei voli utopistici, idealistici e antidialettici e si capisca che il
primo passo che bisogna compiere per andare verso quella direzione è di
abbattere il capitalismo e poi costruire il socialismo.Noi
marxisti-leninisti dobbiamo ringraziare profondamente Mao, non solo per il
nutrimento e l'orientamento ideologici che egli continuamente ci fornisce
tramite la sua opera teorica, ma anche per averci fatto scoprire la bellezza e
l'importanza di essere compartecipi del grande processo di emancipazione del
proletariato e dell'intera umanità.
Occorre trasformare la propria concezione del mondo
La trasformazione della propria concezione del mondo è essenziale per dare un
contributo all'emancipazione del proletariato, per fare avanzare la lotta di
classe, per combattere la borghesia, per capire la realtà, per affrontare
correttamente e con successo tutte le prove della lotta di classe, per liberarsi
da ogni influenza e condizionamento borghesi, revisionisti e riformisti, per
amalgamarsi alla classe operaia e per dare un orientamento di classe alla
propria vita personale, sociale e politica.Le scelte quotidiane e le più
minute, come quelle generali e le grandi opzioni derivano tutte quante dalla
concezione del mondo che si possiede. Se domina in noi l'ideologia borghese,
anche se apparteniamo alla classe operaia e al partito del proletariato,
compiremo inevitabilmente delle scelte borghesi, se invece il nostro spirito e
la nostra mente sono permeate dal materialismo dialettico e storico tutta la
nostra vita privata e pubblica sarà interamente rivoluzionaria.Essere
proletari e marxisti-leninisti non significa avere automaticamente una
concezione proletaria del mondo. Perché, nonostante l'origine di classe e la
militanza politica rivoluzionaria, siamo pur sempre figli di questa società
capitalistica che fin dalla culla ci educa in maniera borghese.Non è quindi
facile acquisire una mentalità proletaria e rivoluzionaria completa e coerente
in tutte le sue manifestazioni ideologiche e politiche, dal momento che
l'ideologia delle classi sfruttatrici che si sono succedute nel nostro Paese
basata sulla proprietà privata dei mezzi di produzione è millenaria ed è
radicata profondamente nella società.è innegabile che attualmente le idee
dominanti sono le idee della classe borghese in quanto essa è al potere e
dispone di tutti i mezzi economici, istituzionali, culturali, educativi e
dell'informazione per imporre alle masse la sua egemonia culturale e i suoi
canoni di vita. Tanto più che i partiti storici della classe operaia non hanno
mai opposto una seria resistenza di classe al dilagare dell'influenza borghese
nel proletariato, e oggi addirittura le tengono bordone persino nella satira, ne
è un esempio lo squallido ``Tango''.Questa è la realtà da cui dobbiamo
partire per trasformare la nostra concezione del mondo. Comprendendo la serietà,
l'importanza, la necessità e l'urgenza dell'impresa. Comprendendo che il
cambiamento di mentalità e del modo di agire e di combattere può avvenire solo
con un atto cosciente e deliberato, dando una svolta alla propria vita,
tracciando una netta linea di demarcazione tra sé e la borghesia, prendendo la
lotta di classe come asse, imparando ad osservare, analizzare, trattare e
valutare tutto dal punto di vista di classe e della lotta di classe;
comprendendo insomma che è necessario espellere dalla nostra mente ogni pur
minima traccia della cultura borghese affinché essa sia vivificata dalla cultura
proletaria.Ma questo non sarà mai possibile se non si studia seriamente,
sistematicamente e quotidianamente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao,
secondo le proprie esigenze e necessità. Quanto più ci sentiremo influenzati
dalla borghesia, tanto più dobbiamo studiare le opere dei grandi maestri del
proletariato internazionale. Oggi, date le circostanze, questo studio assume un
carattere prioritario rispetto a qualsiasi altro compito
rivoluzionario.Specie gli operai coscienti e avanzati, coloro cui spetta il
diritto e il dovere di dirigere anche sul piano culturale il partito del
proletariato e le larghe masse popolari, dovrebbero con slancio accogliere
questa esortazione di Mao: ``Dobbiamo scuoterci e studiare facendo duri
sforzi. Prendete nota di queste tre parole: `fare', `duri', `sforzi'. Bisogna
assolutamente scuoterci e fare duri sforzi. Adesso molti compagni non ne fanno e
alcuni impiegano le energie che restano loro dopo il lavoro soprattutto per
giocare a carte o a mahjong e per ballare: questa, secondo me, non è una buona
cosa. Le energie che restano dopo il lavoro dovrebbero essere impiegate
soprattutto nello studio, facendo in modo che diventi un'abitudine.
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Già...bisognerebbe fare qualcosa...ASSOLUTAMENTE...
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Leggo tanti appelli al non voto nei blog: perfino...
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