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Una riflessione......

Post n°45 pubblicato il 20 Gennaio 2011 da barbarannb

Non so a voi  ma a me, capita molto spesso di "trovarmi" fra le mani libri che penso di voler comprare ma, per i più disparati motivi non acquisto...poi....improvvisamente ti "arrivano" e io che ho smesso di pormi domande ormai da tempo, li accetto con il rispetto dovuto.

E' successo così con "KARMA" di Fausta Leoni, mi ero appuntato questo titolo, è un libro di cui spesso sentito parlare ma  solo due giorni fa, quando proprio non ci pensavo, mi è letteralmente cascato sulle mani e ovviamente l'ho comprato immediatamente.

Voglio condividere con chi avrà la bontà di leggermi un passo che trovo estremamente interesante, molto aderente a quella che è la realtà di molte donne ed in particolare della mia e trattandosi di un libro che è stato pubblicato negli anni settanta, la dice lunga rispetto a....... ma ecco lo stralcio:

"la vita di una donna sola è spesso fatta di mille amicizie e caldi rapporti umani basati sull'entusiasmo, la stima e l'affetto. L'euforia perplessa di una libertà che a volte non sai bene come adoperare. Sul sapere esattamente chi sei, quanto conti, quanto pesi quando non fai più parte di una coppia: il che non ti evita di rannicchiarti davanti al televisore, la sera, un piatto sulle ginocchia, il letto pronto deserto (che  ha avuto nel frattempo, spesso il torto, o l'incidente, di accogliere rapporti sbagliati di cui ogni volta ti restano soltanto indelebili lividi, traumi sempre meno superabili). Poi zompettare tutta la notte come un picchio da un canale all'altro pigiando il telecomando che hai imparato a tastare nel buio,come un cieco, mentre i sonniferi non fanno più effetto.

Il telefono che a volte squilla in continuazione ma altre resta muto proprio quando ti senti soffocare dalla solitudine e dall'angoscia. Chiedendoti qual'è stato l'errore. Oppure mangiare un supplì in piedi perchè sedersi da sola dà spesso sgomento. A volte è così prolungata e fitta la solitudine, che ti guardi le mani, il corpo, come sdoppiati da te, chiedendoti a chi appartengono, chi è questa qui......

E ti senti così stanca di amori finiti, di morti cari, di paesi amati e lasciati, di uomini diventati fratelli e poi via, lontani. Così stanca di malattie e paure che non hai più paura  di niente. Ti senti così giusta, così matura, così ammaccata, così irrimediabilmente distrutta, ma non ce la fai più a vivere qualcosa d'intenso, perchè dietro ogni sentimento che nasce ci vedi la fine, come dietro ogni persona il cadavere che sarà domani. Ma soprattutto, hai imparato che alcune cose che ti accadono, o non ti accadono, certi meccanismi dell'esistenza non dipendono da te, e quindi non ci puoi fare niente.

Hai visto dietro il quadro, il sotto del tappeto, il rovescio del ricamo. E in un certo senso ti senti pronta per un "rapporto capolavoro". Per la consapevolezza che ti deriva da fatti vissuti e analizzati, per la fatica costante di capire chi siamo. Ma soprattutto forte di un'autonomia che "sa" la solitudine vera, la mancanza di appoggio e d'aiuto. Ti senti pronta a ricominciare a ridere e a credere, piena d'amore esigente e insofferenze feroci. Ti senti pronta. In attesa. Ma nessuno viene."

Ecco, mi chiedo quante donne, come me si rispecchiano in tutto ciò?

 

 
 
 
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