Post n°102 pubblicato il 24 Maggio 2013 da gamberarancione
Oh ma che è oggi? Ah già. E' venerdì. Ogni tanto qui nella Capitale si praticano sport estremi, tipo lasciare la macchina parcheggiata in doppia fila a Torpignattara, tornare dopo venti minuti e con aria vaga chiedere "mbè? che c'è?". Cose così. Ecco. Oggi nella Capitale è un venerdìnero. Ma nero-nero. Nero come la pece, come il bollino nero del traffico a ferragosto, come il nostro sindaco. Il quale pare che oggi abbia perso dai venti ai trentamila voti alle imminenti elezioni comunali. Oggi è uno di quei venerdì in cui ti vien voglia di startene a casa a poltrire, col dolce sottofondo della trivella del cantiere della metro C, ciondolando tra divano e letto, tra tv e pc. Osservare il mondo dalla finestra e pensare con soddisfazione "aaaaaah, Mondo, oggi nuntencxxlo proprio" e con pigrizia attendere la fine della giornata grattando il fondo del frigo (anche perchè ieri sera ho trascorso un'altra bella serata alcolica con gli amichetti, ma questo è un altro post). L'odissea parte proprio da questa doverosa premessa. Lo sciopero dei mezzi pubblici, notoriamente viene praticato sempre di venerdì, chi lo sa perchè. Oggi scioperano gli autisti che appartengono alla sigla USB (che deve essere la stessa sigla sindacale di quelli che producono le chiavette). Cerco di uscire presto da casa (ma con fatica, vista la serata appena trascorsa) in modo da riuscire a prendere almeno l'ultimo autobus prima dell'inizio dello sciopero. Come dite? Perchè non prendo la macchina? Prendere la macchina il venerdìnero è una pessima idea: circa duemilioni di abitanti automuniti prendono la macchina di venerdìnero, perchè non esistono alternative per recarsi nel proprio posto di lavoro, soprattutto se si trova a un paio di tavole del tuttocittà più in là rispetto a dove si abita. La conseguenza sul traffico è indubbiamente rilevantissima. Quindi auto bocciata. Dunque, quel che resta dei mezzi pubblici circolanti appare una scelta obbligata. Come se non bastasse, oggi è anche la chiusura della campagna elettorale, ben otto sono i comizi sparsi per la capitale che bloccheranno il traffico con ripercussioni su molte linee di bus, tram, e metro. Uno di questi comizi è sotto casa mia, non mi invidiate troppo, mi raccomando. Inoltre pare che durante una colluttazione in una stazione della metro A, due moldavi siano finiti tra le rotaie bloccando il convoglio che li ha investiti, nonchè tutta la linea. Allineate i tre eventi e ditemi adesso come cacchio faccio a tornare a casa dall'ufficio. Non mi dite "a piedi" che sono distante ben tre tavole di tuttocittà. Grazie.
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Post n°101 pubblicato il 16 Maggio 2013 da gamberarancione
Regà, è arrivato il momento dell'ascolto... lo so che lo aspettavate con ansia... |
Post n°100 pubblicato il 09 Maggio 2013 da gamberarancione
È morto. Spirato. Deceduto. S'è dimesso dalla vita. Aveva smesso di squillare nel dicembre 2011, lo portai in assistenza. Mi dissero -fanno 160 euri- e passa la paura. E sia, pur di sentirlo di nuovo cinguettare e tintinnare. Ma dopo due mesi mi si ri-ammutolì senza apparente motivo. Altri 160 euri corcà che li buttavo. Piuttosto, mi dicevo, mi ci compro un cesso di telefono. Ma poi non sono mai riuscita ad abbandonarlo. Aveva persino un nome, mi accompagnava ovunque. Era sempre pronto nell'attimo esatto in cui dovevo scattare un foto, o registrare una voce, o gugolare a volo d'uccello. O scrutare le previsioni del tempo, o trovare una strada di periferia. O una farmacia aperta di domenica. O giocare a razzol... -E adesso che faccio?- ripetevo tra me e me lungo il tragitto tra la Nomentana e via Po. Ho ricicciato l'ipotesi di comprarmi un cesso di telefono, ma è stato solo un guizzo irrazionale che si è dissolto immediatamente. A piazza Buenos Aires scendo dal tram e mi fiondo dentro al negozio di melafonini... deposito, sconsolata, la salma sul bancone... il commesso, uguale a Rudi Zerbi, prova a compiere il miracolo ma niente, anche a lui è successo così, se n'è andato di punto in bianco... -Sei sicuro? lì dentro c'è tutta l'agenda elettronica! sto nella merda!- -sì, son sicuro-. A quel punto c'è poco da fare, aridammene un altro uguale, così ripristino, sincronizzo, becappo e aploddo. -non lo fanno più come il tuo, adesso c'è il cinque...- Che brutta notizia, dopo questa un'altra ancora non la reggo. -Così lo spacchi, mettece na cover- Il dolore della perdita ancora non mi fa gioire per il nuovo che avanza. Sono così provata che son due giorni che non apro app... Ciao amico mio, non ti dimenticherò mai.
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Post n°99 pubblicato il 30 Aprile 2013 da gamberarancione
Ciao.
Ecco, Irina, prima di vergare io riconsidererei l'uso del traduttore automatico. |
Post n°98 pubblicato il 26 Aprile 2013 da gamberarancione
L'altra sera nun se semo aregolate. Sarà che con queste amichette ci scriviamo così di frequente durante la giornata che l'incontro alla fine è solo una sublimazione. Certo avere il coraggio di guardarsi in faccia mentre si affermano determinate verità storiche, su cosa è o non è una buona idea ad esempio, in generale, o sul tipo di pesce che più ci aggrada, vista anche la lochescion (un ristorante molto fighetto alla periferia estrema -estrema, sì!- di Roma) è tutta un'altra cosa rispetto a scrivere fior fior di pensierini sui massimi sistemi nascosti dietro topic improbabili. Ma son comunque cose che lasciano il segno. Tipo er mardetesta. Mortè, abbiamo chiuso il locale, e menomale. Sennò ci scolavamo la vineria. Le amichette sono una bella cosa. Bella anche dal punto di vista fisico dico, gnocchette gnente male entrambe, che se non fossimo profondamente etero tutte e tre ci saremmo senza dubbio innamorate, è matematico. E pure i discorsi a imbarazzo zero, ma quanno te ricapita di farli, che ne so, con l'amichetta del cuore? Ve lo dico io, mai. Il rientro a casa è sempre doloroso, vuoi per il distacco, vuoi perché se becchi un posto di blocco nun te fanno manco il palloncino, ti arrestano direttamente con l'alito etilico. Non mancano l'amichetti premurosi che inviano messaggi per assicurarsi che abbiam trovato gli spicci per il parcheggio, che abbiamo imboccato la tangenziale nella giusta direzione, che abbiamo raggiunto casa e soprattutto, una volta rientrate, che non ci abbia sgamato nessuno. Son cose belle queste qui, altro che piddì. La cronaca dettagliata dell'incontro la trovate qui. Le piastrelle lerce invece qui: ![]()
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