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RICORDANDO, SENZA TROPPO DOLORE
Amo tutto ciò che è stato
-Fernando Pessoa
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicita'.
Pablo Neruda
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Dicevamo che questo blog nasce per il principe spezza cuori e cosi, dopo 3 anni di muto mutismo silenzioso , eccoci in preda ad una insensata corrispondenza.
Mi ricordo ogni volta che aspettavo una sua lettera. Mi ricordo le 5 o 6 volte in cui , in una mattina, scendevo a vedere se il postino era passato. Erano lunghe lettere scritte con la bic blu. Me lo immaginavo seduto alla sua scrivania, con la sua canna nel posacenere e la musica di radio rock a fargli compagnia. Aprivo la lettera con una delicatezza estrema, come se contenesse un cristallo, pezzi di vetro. Mi scioglievo dentro quelle pagine, mi immergevo in un mondo parallelo fatto di parole. In questi mesi, ripreso lo scambio di carte ( virtuali ormai ), mi chiedo quanto le parole possano confonderci e farci ammalare. Le parole si insinuano e le lunghe discussioni si assottigliano in un unico grande discorso che cancella il problema, lo seppelisce e lo soffoca. Il pensiero si confonde in maniera irrimediabile e perdiamo di vista la strada, il motivo per cui siamo li, il motivo per cui hai scritto, il motivo per cui hai inviato il messaggio. Inizi a scrivere, a parlare, ad insistere su quel dettaglio, a rimescolare il discorso e a farlo tuo. Prendi il concetto e lo trasformi in qualcosa che possa esaltare il tuo ego o quello dell'altra persona e inizi a colmare altre mancanze delle quali non ti eri nemmeno accorto. Cerchiamo continuamente fuori quello che é dentro, cerchiamo continuamente di non rimanere al buio, ma in realtá c’é sempre una luce in fonda a noi e, in primis, la nostra luce nera, il nostro buio , non dovrebbe spaventarci… é il buio degli altri che dobbiamo rifiutare. Buon giorno.
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CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
il giorno dentro l'onda
sull'orlo della sera
temo sparirmi anch'io nell'ombra
la notte che viene è un'orchestra
di lucciole e ginestra
tra echi di brindisi e fuochi
vedovo di te
sempre solo sempre a parte abbandonato
quanto più mi allontano lei ritorna
nella pena di una morna
e sull'amore che sento soffia caldo un lamento
e viene dal buio e dal mar
e quant'è grande la notte e il pensiero tuo dentro
nascosto nel buio e nel mar
grido non più
immaginare ancor
tanto qui c'è soltanto vento
e parole di allora
il vento della sera sarà
che bagna e poi s'asciuga
e labbra che ricordano e voce
e carne che si scuote sarà
sarà l'assenza che m'innamora
come m'innamorò
tristezza che non viene da sola
e non viene da ora
ma si nutre e si copre dei giorni
passati in malaora
quando è sprecata la vita
una volta
è sprecata in ogni dove
e sull'amore che sento soffia caldo un lamento
e viene dal buio e dal mar
e quant'è grande la notte e il pensiero tuo dentro
nascosto nel buio e nel mar
grido non più
immaginare ancor
quel che tanto è soltanto
vento e rimpianto di allora
il vento della sera sarà
che bagna e poi s'asciuga
e ancora musica e sorriso sarà
e cuore che non tace
la schiuma dei miei giorni sarà
che si gonfia e poi si spuma
sarà l'anima che torna
nella festa di una morna