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Il Desiderio
Post n°327 pubblicato il 07 Marzo 2009 da mjkacat
"Il desiderio dell'unità nasce e matura dal rinnovamento della mente" del desiderio che crea conflitti -- conflitti suscettibili di estendersi a tutta quanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare contagiosi. Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è una moltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borse finanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le società umane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da quella tipicamente animale. Allora, cominciamo con il fare una prima precisazione: Il Desiderio, a differenza del bisogno che abbiamo appena visto, di certo sappiamo solo che è una forza che ci porta, ci costringe sempre ad andar FUORI DI NOI per appagarlo Su questo non ci son dubbi. Basta che vi riflettiamo un attimo, guardando noi stessi, e c'accorgeremo che è così. A volte son le risposte più elementari le più difficili da scoprire. Ecco quindi spiegato il primo assunto implicito in quel brano di René Girard ""...è proprio questa dimensione sociale, inter-individuale del desiderio...ecc" Il secondo aspetto fondamentale di quel brano è "...la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio non esiste." Qui, Girard, si riferisce casualmente agli intellettuali, ma il discorso è lo stesso in tutti gli uomini: Iniziamo a spiegarlo: Innazitutto "mimesi" Cosa significa? IMITAZIONE Quindi cosa afferma l'autore ? Che non esiste un desiderio "autentico", nel senso che sia veramente e SOLO nostro, ma in realtà è sempre MEDIATO Da chi ? Da un MODELLO che, coscienti o meno che ne siamo, IMITIAMO Va dato atto a Freud di essere andato molto vicino a comprendere questo, ma poi, mentre in un primo momento aveva colto esattamente come stavano le cose, e che cioè il figlio IMITASSE (solo) il padre, poi, nel voler dare un connotato scientifico-biologico alla sua teoria conia quel concetto di LIBIDO che lo porterà completamente fuori strada privilegiando l'"oggetto mediato", la madre, rispetto al ben più fondamentale oggetto mediatore, il padre. Ma torniamo a noi Possiamo cominciare a riassumere i primi concetti fondamentali per comprendere il "desiderio" attraverso lo studioso che, non per nulla, è stato annoverato, ancora vivente, tra i "40 Immortali" del'"Académie Francaise", riconoscimento al cui confronto anche il Premio Nobel diventa una quisquiglia Il Desiderio è lo "strumento" che ci "PORTA FUORI" di noi stessi e attraverso il quale, per IMITAZIONE, desideriamo qualunque cosa che ci indichi il MODELLO Restando nell'esempio di Freud, il padre, che se quello c'avesse pur indicato un cammello e non la madre, per noi sarebbe rimasta la stessa cosa. Anche se sarebbe stato molto più difficile trovare un mito greco all'uopo, sicuramente !! Comunque, a parte gli scherzi, ma neanche poi tanto, si potrebbe già aprire una piccola parentesi che richiuderemo subito, ma che per ora prenderemo solo come una curiosità Non siamo solo noi cristiani che imitiamo qualcuno, Cristo, nella fattispecie, ma TUTTI imitiamo sempre e comunque qualcuno, anche se non ce ne accorgiamo. E già qui, permettetemi di complimentarmi con me stesso che se penso a tutti coloro che imitano calciatori e veline, top manager e simili, rischio di montarmi la testa. Ma lasciamo perdere Quindi, dicevamo, ripetendo, il desiderio ci porta fuori di noi ed imitando, desideriamo. Ma perché IMITIAMO , innanzitutto ? Semplice, perché pensiamo, a cominciare da nostro padre, che colui che imitiamo sia un PORTATORE DI ESSERE superiore al nostro. Cioè, in altre parole, AMMIRIAMO sempre qualcuno che riteniamo più COMPLETO di noi, più REALIZZATO e quindi, più felice. Chi non ricorda quando, adolescente, nell'ansia di crescere, guardavamo ammirati i ragazzi più grandi e non desideravamo altro di essere anche noi come loro La mia è stata la generazione dei Beatles. Chi di noi non avrebbe voluto essere Paul Mc Cartney o Ringo Star. Tutti, almeno per un attimo, suppongo E quelli prima di noi Elvis Presley E quelli dopo chissà chi altro. Tutta l'idolatria giovanile di qualunque epoca per i divi del rock o del cinema è dovuta a questa spinta interiore che chiamiamo desiderio. I mediatori son sempre gli altri, i coetanei o quelli un po' più grandi. Mai quelli più piccoli, statene certi. Proprio perché, per dirla scherzosamente, in quei "PORTATORI SANI DI ESSERE" confluiva il desiderio di intere generazioni. DECADENZA ESSERE, ESSERE QUALCUNO, DIVENTARE QUALCUNO, è anche poi, purtroppo, su questa spinta in sè pregevolissima, che si innesta la PUBBLICITA tanto brava ad illudere che attraverso l'acquisizione di questo o quell'altro oggetto, questa ansia possa venir appagata. Auto, gioielli, tutte le cose, anche le più inutili, son sempre accompagnati nella pubblicità, da esagerazioni fantasmagoriche, musiche squillanti, modelli e modelle, letteralmente nella loro doppia valenza, atte ad illuderti che se possiederai quell'oggetto sarai come quell'uomo o quella donna tanto chic e che quindi nessuno potrà resistere al tuo trabordante ESSERE. Falso. Ma tutti ci cascano, caschiamo o ci siamo cascati. La stragrande maggioranza c'è ancora dentro fino al collo. Questo spiega meglio di altro perché le Chiese alla domenica pomeriggio son deserte e gli Outlet e Supermercati stracolmi di gente disperatamente gaia perché vittima di un ingranaggio che gli ha disorientato il cervello come a quelle balene che di tanto in tanto si spiaggiano nei posti più strani.. Chissà, forse anche le balene saranno felici quando si arenano. Infatti hanno lo stesso comportamento degli uomini che provi di allontanare da un Discount. Ci tornano immediatamente !! Alcuni mesi fà scrivevo queste righe nel mio Blog , che qui riporto al fine di chiarire ulteriormente questoaspetto DETERIORE del "Desiderio di essere": Una società che ha rifiutato l'ontologico illudendosi di poterne fare a meno e che basti l'"avere" ontico senza neppure lontanamente essere in grado di porre rimedio a questa istanza inconscia dell'uomo, può solo, con le sue ridicole leggi, porre sempre più divieti o ancor più demenzialmente toglierli tutti con lo stesso identico risultato: Stare a guardare l'ingrossarsi delle fila di chi compensa con la droga questa irrefrenabile spinta del "desiderio" a quel'"Essere" che nella sua espressione inferiore è l'irrazionale droga ma che può essere superata solo nel SOVRArazionale e non certo nella piattezza della ragione nichilista e "calcolante" che, a quelli, del calcolo, oramai, non glene strafrega niente ed è per questo che i ridicoli esperti che "calcolano" i danni son patetici. Dimostrerebbero d'essere più intelligenti se si dedicassero a convincere gli arabi della bontà del prosciutto di Parma nei tortellini !! Ma chi è competente di "sovrarazionale" ? Quegli sciocchi che riducono l'uomo al suo linguaggio ? Scordatevelo ! Quelli ancor fermi alle banalità dello sciocco romantico Freud ? Meno che mai, e neppure ci provano, almeno Psicofarmaci che stanno all'Extasy come i cioccolatini Ferrero ai Lindt ? Sarà faaaaaaacileeeeee !! Chi allora ? NESSUNO Solo quando i MODELLI, le figure AMMIREVOLI non saranno più calciatore, veline, velisti e velocisti ma UOMINI VERI, allora ne riparleremo, ma ora siam lontani anni luce e solo se troveranno MODELLI che destino la loro AMMIRAZIONE potranno trovare nel IMITARLI la forza per andare oltre. A volte si trovano MUCCIOLI era uno di questi. Ma è stato stroncato da un fantozzi/fautore della legge che di "super-io" capiranno, ma non d'altro. Ma il problema resterebbe perché, una volta allontanati da tali modelli e tornando in questa società, se nel frattempo non saranno diventati "modelli a se stessi" e per gli altri, ripiomberanno nel vortice, ma non per caso o per sfortuna, ma solo perché quel mondo piatto li avrà fagocitati nuovamente stritolandoli, asfissiandoli con la sua sistematica, razionale, logica, lucida pazzia. ...ed anche quest'altro: Lungi dall'essere il vero desiderio, libidinosamente e originariamente materno, e la sublimazione la frustrante e frustrata sua elevazione, è vero il contrario, che il desiderio è quel desiderio di "ESSERE" , primariamente ammirato nel paterno, e la sua realizzazione materiale, in verità, ne è solo l'"abbassamento". Ecco perché il desiderio è sempre appagato solo temporaneamente, e non perché ogni sostituto del materno è pur sempre e solo una sua "brutta copia", ma perché il desiderio è qualcosa di infinitamente più grande di ogni oggetto materiale.. Ma come siamo arrivati a questo ? Perché siamo arrivati così in basso ? Da dove si origina questa DECADENZA ? Ecco quello che dicevo quest'inverno, sempre nel mio Blog, all'inizio di quella crisi economica in cui siamo tutt'ora immersi C'è una crisi economica in atto che, nella peggiore delle ipotesi si risolverà nel giro di qualche anno. Ma tutto questo è irrisorio stante l'ALTRA crisi, ben più profonda e radicale che serviranno generazioni per venirne a capo, ed è quella che, ben occultata dal benessere economico, traspare nella DECADENZA del tutto, Uomo in primis. Pare strano che persone, seppur non stupide, riescano solo a partorire "abortini" di realtà quale che l'attuale degrado sociale sia causato dalla televisione, quella di Berlusconi, ovviamente, stante il mistero della sua generalizzazione all'intero pianeta che, parrebbe quindi, la forza di rincretinimento dell'ideologia batterle tutte. Una sofisticata analisi della genesi di detta "decadenza" la si può trovare in un libro di Nikolaj Berdjaev, "Nuovo Medioevo", ("Medioevo" inteso nella sua eccezione positiva, non in quella banale di derivazione Illuminista) definito "Impressionante" dal critico dell'Espresso, poiché... "Queste riflessioni pubblicate per la prima volta nel 1923 sembrano scritte ieri, dense come sono di quell'impasto di rifulgente ossessione per la modernità e senso della fine che fa il nostro pane quotidiano" "L'avvenire è cupo. Non possiamo più credere alle teorie del progresso che hanno sedotto il XIX secolo, in virtù delle quali il futuro prossimo dovrebbe sempre essere migliore, più bello, più gradevole del passato che se ne va [...] La modernità che sta giungendo alla propria fine, venne concepita all'epoca del Rinascimento. Noi oggi stiamo assistendo alla fine del Rinascimento. [...] L'umanesimo non ha rafforzato l'uomo, lo ha debilitato. Questa è la paradossale conclusione della storia moderna. Attraverso la propria autoaffermazione, l'uomo si è perduto invece di trovarsi. L'uomo moderno è entrato nella modernità pieno di fiducia in se stesso e nella propria forza creativa: tutto, all'alba di questa epoca, gli sembrava dipendere dalla propria arte, alla quale non vedeva né limiti né frontiere. Ora ne esce, per entrare in un'epoca inesplorata, prostrato nelle sue energie e con la fede a pezzi - la fede che nutriva nelle proprie forze e nella potenza della propria arte -, minacciato dal pericolo di perdere per sempre il nucleo della propria personalità." Proseguendo poi per sommi capi, dal Rinascimento in cui l'Uomo era ancora pieno di quello spirito che gli proveniva dal Medioevo, arriviamo via via sempre più "in riserva" all'epoca della Riforma e di quell'Illuminismo che è stato più volte argomento di altri miei post e che qui si amalgama alla perfezione con quanto esprime questo autore: "La rivolta e la protesta, inerenti alla Riforma, hanno generato quell'evoluzione della storia moderna che si è conclusa con i "lumi" del XVIII secolo, con il razionalismo, con la rivoluzione, fino ai suoi effetti estremi: il positivismo, il socialismo e l'anarchismo. I "lumi" non sono che un pallido riflesso del Rinascimento, un'ultima forma dell'autoaffermazione umanista. Ma non vi è più, in essi, lo spirito creativo: il Rinascimento si è inaridito. [...] I "lumi" sono il castigo temporale del Rinascimento, il prezzo da pagare per i peccati dell'orgoglio umanista, di questa autoaffermazione che ha tradito le forme divine dell'uomo [...] Il Rinascimento ha esaurito le proprie forze creative, dando origine a un VIOLENTO movimento storico nel quale non vi sarà più posto per una creazione possente. La rivoluzione francese, il positivismo e il socialismo del XIX secolo sono le conseguenze dell'umanesimo rinascimentale e, al tempo stesso, i sintomi dell'inaridimento del suo potere creativo [...] Due uomini, che dominano il pensiero dei tempi nuovi, Friederich Nietzsche e Karl Marx, hanno rappresentato con geniale intensità, queste due forme della autonegazione e dell'autodistruzione dell'umanesimo. In Nietzsche l'umanesimo rinuncia a se stesso e si distrugge nella sua forma INDIVIDUALISTA; in Marx nella sua forma COLLETTIVISTA. L'individualismo ASTRATTO e il collettivismo ASTRATTO sono prodotti da una medesima causa, la separazione dell'uomo dalle basi divine dell'esistenza, la sua scissione dal CONCRETO [...] La morale di Nietzsche non ammette il valore della personalità umana; essa rompe con l'umano, PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, , in nome dei suoi fini sovraumani, in nome di ciò che è futuro e lontano, in nome del sublime. L'individualismo superomistico sostituisce in Nietzsche il Dio perduto. [...] La morale di Marx non ammette il valore della personalità umana; anche lui rompe con l'umano e PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, in nome del collettivismo, in nome dello stato futuro, dello stato socialista La collettività sostituisce in Marx il Dio perduto. Queste poche note giusto per rendervi partecipi dell'attualità delle risposte di questo libro alla crisi umana della nostra epoca che, come si diceva, è ben più profonda e di difficilissima soluzione di quella economica che la occulta sovrastandola stante il materialismo ottuso dei molti. Ma ora , dopo questa digressione storica, facciamo un passo indietro tornando al brano di René Girard, dal quale eravamo partitianche per spiegare meglio, contemporaneamente, queste due affermazioni su Marx e Nietzsche |
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