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Il Desiderio II° Parte

Post n°326 pubblicato il 07 Marzo 2009 da mjkacat

 

IL CAPRO E L'AGNELLO



È vero, gli intellettuali hanno sempre riconosciuto l'esistenza di un
desiderio imitato, ma la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al
proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur
sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio
non esiste. È proprio questa dimensione sociale, inter-individuale, del
desiderio che crea conflitti -- conflitti suscettibili di estendersi a tutta
quanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare contagiosi.
Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è una
moltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borse
finanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le società
umane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da quella
tipicamente animale.



Perchè Girard parla di "conflitti" come conseguenza di questa modalità di
esprimersi del desiderio che, riassumiamo, ci porta "fuori di noi"
nell'"imitazione" di "modelli" che riteniamo..."portatori sani di essere" ?

Ma perché, nel preciso momento che ci indicano COSA desiderare, sorge
IMMEDIATAMENTE la COMPETIZIONE con il modello stesso per appropriarsi
dell'oggetto, da questo momento, comunemente desiderato, ma,
contemporaneamente UNICO.

Ecco, quindi, l'inevitabile "conflitto" per l'attribuzione dell'ambita
"preda"
"Prima io!"..."No, l'ho vista prima io !..."No, ma io non ne posso fare a
meno"...."Neanch'io!"..."La voglio !"..."La voglio anch'io!"
E duelli, botte, lotte, conflitti, guerre...ecco cosa intende Girard quando
parla di "CONTAGIO"


E qui inizia la lunga storia della VIOLENZA, autentica condanna di quel
Peccato Originale, sua manifestazione concreta, che è così INSCINDIBILMENTE
COLLEGATA con il Desiderio e della quale dovremo parlare ora per giungere a
spiegare il primo, il "desiderio" evitando il secondo, la"violenza",
depurandolo, in altri termini, dalla sua "ombra".


Una minuscola premessa introduttiva:

Violenza e Autorealizzazione.
Ombra e Luce di ogni uomo.


L'uomo, come fosse veramente stato cacciato da un luogo perfetto, nasce
immerso nella violenza e tutta la vita cerca disperatamente di tornare alla
pace.

Violenta è la natura in cui "è-stato-gettato"

Per difendersi da questo l'uomo si associa, si mette insieme agli altri
uomini per difendersene, costruire piccole tribù dove "l'unione fa la
forza".

Ma ecco che quella violenza lasciata fuori dall'uscio, torna dentro dalla
finestra.

L'uomo desidera, ma desiderando attraverso SEMPRE un mediatore, si reinnesca
la violenza del conflitto.

Questo fin dagli albori della civiltà, di TUTTE le civiltà, con buona pace
del "multiculturalismo", che se la violenza è trasversale a tutti gli uomini
non si capisce che senso abbia, nella ricerca della "pace", prediligere

l'osservazione verticale delle culture e delle loro particolarità, ma tant'è,
e questa è poi la lacuna antropologica alla base del "Relativismo"
Un gigante dai piedi d'argilla.

Ma non divaghiamo. Torniamo alla violenza primigenia

Eravamo al punto che la violenza, non doma, ora assilla la comunità umana
dal interno. Violenza fuori, nella natura, violenza dentro, nella comunità.

La vendetta genera vendetta e non è una soluzione, anzi, è IL problema.

Bisogna appagare la sete di vendetta che periodicamente si genera nella
comunità senza innescare una spirale distruttiva di vendette  e
controvendette infinite.

Nasce il CAPRO ESPIATORIO



Prendiamo dalla pagina che Wikipedia dedica a René Girard un estratto
sintetico di questo FONDAMENTALE punto:



Se due individui, imitandosi, desiderano la stessa cosa, può benissimo
aggiungersi un terzo, un quarto. e il conflitto dei primi si allarga. La
violenza è essa stessa imitativa e si può quindi assistere ad un processo a
catena. L'oggetto della contesa passa in secondo piano e il conflitto
mimetico si trasforma in antagonismo generalizzato. Ma quando la violenza
non può scaricarsi sul nemico che l'ha eccitata, si sfoga, come ognuno di
noi ben sa, su un bersaglio sostitutivo. In particolare, la violenza, che
fino ad ora ha continuato a consumarsi in micro-conflitti, può anche
focalizzarsi su una sola vittima arbitraria. Allora la folla si raccoglie
unanime attorno alla vittima e la distrugge. L'eliminazione (espulsione o
uccisione) della vittima fa sfogare la frenesia violenta da cui ciascuno era
posseduto fino a poco prima e ciò ha sul gruppo un impatto emotivo
incalcolabile. La vittima appare ora contemporaneamente come l'origine della
crisi e come la responsabile del miracolo della pace ritrovata. Essa diviene
sacra ai loro occhi, proprio perché prodigiosamente capace di scatenare la
crisi come di ripristinare la pace, ha cioè potere di vita e di morte sul
gruppo: è il dio. Questa è secondo Girard la genesi del religioso



Girard mostra che l'origine della cultura non è economica (Marx), né
sessuale (Freud), ma religiosa, come aveva intuito Émile Durkheim.




IL MALE SI EVOLVE



  Ma la partita tra Violenza e Amore, Male e Bene, Diavolo e Dio non è certo
  terminata qui, anzi, si evolve, cambia sempre aspetto, si raffina sempre
  più invisibilmente:

  Cristo rivela la VIOLENZA umana e come combatterla dentro di noi.
  Oggi, però, proprio perché più SCOPERTA quest'ultima deve essere più
  sofisticata nel mascherarsi.
  In altri termini assistiamo a un RAFFINAMENTO del MALE.

  L'Italia è quel meraviglioso paese che ha abolito per prima la pena di
  morte ed ora lotta per liberare da ciò il resto del mondo.

  Ma la Violenza è creativa, geniale.
  Smascherarla è difficile
  I COLPEVOLI, ad esempio, li tratta benissimo.
  Ma la Violenza gioca con gli uomini, li inganna.

  Se una persona è veramente INNOCENTE deve aver paura.

  Essa, oggi,  è GENEROSA coi COLPEVOLI
  e  SPIETATA con gli INNOCENTI

  La Violenza, se non riesce ad orientarsi verso i colpevoli si orienta
  verso gli innocenti.
  E' molto logica.
  Usa il linguaggio, mica è stupida !

  Dice: "Io interpreto mia figlia"
  Non dice "IO VOGLIO COSI'"

  Quello che appare e che viene detto
  non sono la stessa cosa.

  Questo breve articolo, sempre tratto dal mio Blog, si riferisce ovviamente
  al recente caso di Eluana Englaro e fa riferimento a quanto affermato da
  quel  padre, ma è emblematico di questa evoluzione della violenza verso i
  più deboli in assoluto, e i più indifesi, bambini e vecchi

  "C'è una mentalità che, esasperando e perfino deformando il concetto di
  soggettività, riconosce come titolare di diritti solo chi si presenta con
  PIENA O ALMENO INCIPIENTE AUTONOMIA ed ESCE DA CONDIZIONI

  DI TOTALE DIPENDENZA DAGL'ALTRI.
  Si deve pure accennare a quella logica che tende ad identificare la
  dignità personale con la capacità di comunicazione verbale ed esplicita e, in ogni
  caso, sperimentabile.  E' chiaro che, CON TALI PRESUPPOSTI, non c'è spazio
  nel mondo per chi, come il NASCITURO o il MORENTE, è un soggetto
  STRUTTURALMENTE DEBOLE, sembra totalmente assoggettato alla mercé
  di altre persone e da loro radicalmente DIPENDENTE e sa comunicare solo
  mediante il muto linguaggio di una profonda simbiosi di AFFETTI.
  E' quindi la

  F-O-R-Z-A

  a farsi criterio di scelte e di azioni nei rapporti interpersonali e nella
  convivenza sociale.
  Ma questo è l'esatto contrario di quanto ha voluto storicamente lo stato
  di diritto, come comunità nella quale alle ragioni della forza si sostituisce
  la forza della ragione."

  Giovanni Paolo II
  Lettera Enciclica
  "Evangelium Vitae"




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