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"Il desiderio dell'unità nasce e matura dal rinnovamento della mente"
Certo, questo desiderio non è semplicemente a dimensione "umana"; non
alberga soltanto in animi nobili e lungimiranti, non è soggetto alla
variabilità dei sentimenti, o alla "voglia" dettata da un'interesse creato
artificialmente dalle esigenze di moda. Certo, esso ha la sua radice
nell'agire di Dio nell'uomo; è espressione e voce di quello Spirito, che
può liberamente comunicare il proprio fuoco nell'animo dell'uomo che si
converte. Certo, esso nasce, si sviluppa e matura nell'uomo attraverso
questo RINNOVARSI DELLA MENTE.
Ma che cosa significa ciò ?
IL DESIDERIO
Facciamo un passo indietro.
Siamo così sicuri di sapere cos'è una mente umana ?
A giudicare da ciò che potremmo sentirci rispondere dai più parrebbe di sì
Va per la maggiore che sia una specie di strumento atto al "Problem
Solving", la capacità, cioè, di risolvere i problemi.
Certo, a giudicare da come vanno le cose nel mondo non parrebbe proprio.
Infatti, di fronte ai problemi maggiori, quella mente parrebbe incepparsi
e ripiegare sui propri piccoli problemi quotidiani
"Una vogliuzza oggi, una domani,...basta la salute !"
Diceva un tempo il buon Nietzsche che, addirittura, alcuni annoverano come
secondo solo a San Paolo come Teologo, lungi dall'opinione della vulgata
che lo vede invece come colui che ha parlato e scritto solo dell'"Anticristo"
Ma di questo riparleremo in seguito.
"Una vogliuzza oggi, una domani...." si diceva.
Non è propriamente un pensare grandioso, ma alla fine questa grande
macchina della mente umana si arena ai primi scogli e ripiega su di un quieto
vivere che assomiglia più ad un allenamento alla futura morte che ad una vita
eterna che, stante questi parametri, sarebbe un inferno mortalmente noioso.
E chi non crede che nell'accontentarsi stia veramente "chi gode" ?
"Il desiderio...nasce e matura dal rinnovamento della mente"
Ma poi, anche questo "desiderio", che cos'è ?
Facile rispondono i più:
"Mangiare, bere, dormire, qualche bella donna e tanti soldi per nutrire il
cerchio all'infinito."
Sbagliato !
Quello non è il "desiderio".
Quelli sono i BISOGNI
Son due cose diverse.
I bisogni, una volta che li hai appagati, sei sazio, il desiderio no !
Quello, appena lo appaghi è dispettoso, subito salta su qualcos'altro, poi
qualcos'altro, poi ancora su qualcos'altro, all'infinito, senza essere mai
pago.
Del resto l'etimologia stessa ti mette sull'avviso:
De-siderio,...siderale...i desideri son come le stelle; non finiscono mai.
Ma non solo
Come insegnava il buon Oscar Wilde, altro misconosciuto gran convertito al
cattolicesimo ed indegnamente ricordato solo come icona gay, Oscar Wilde
ci ricordava saggiamente che:
"Due cose possono deludere un uomo
La prima, avere un desiderio, e non riuscire ad appagarlo.
La seconda:
Avere un desiderio e riuscire ad appagarlo"
Arguto, no !?
Ma allora, che accidenti è questo dispettoso desiderio ?
A SAPERLO !!?!
Si dice, ad esempio, che Dio sia una costruzione della mente umana che lo
desidera eccetera
eccetera...quasi che il "desiderio" fosse qualcosa di ben conosciuto,
definito e appurato quando è esattamente il contrario, cioè è la cosa più
misteriosa della psiche.
Freud ne coglie la genesi nell'"Edipo", cioè in quel oramai seppur
ingiustamente famoso desiderio per la propria madre, smentito poi dalla
Melanie Klein che
lo cogli fin dal "Pre-edipico", cioè quando il bambino è ancora nella fase
gestativa nel corpo della madre; anche se il più geniale è forse Lacan
che proprio non ne coglie nessuna genesi e lo lascia nel mistero come
"Significante" e basta
Questo per citare i professionisti delle profondità umane.
Ma anche i filosofi non è che se la cavino molto meglio.
Platone ne parla come della forza misteriosa che genera l'anelito
all'amore come ricongiungimento delle
due metà dell'anima anelanti a ridiventare una cosa sola ; immagine che
riduce l'eros ad una specie di "incesto" in un passato mitico e
ancestrale.
Ma niente di più che fantasie, quelle sì costruzione della sola mente
umana
Bene, siamo però ancora al punto di partenza !
Ma prestiamo attenzione un attimo a questo stralcio di un'intervista ad
un antropologo :
È vero, gli intellettuali hanno sempre riconosciuto l'esistenza di un
desiderio imitato, ma la maggior parte di loro, specialmente quando pensa
al proprio desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur
sempre un desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel
desiderio non esiste. È proprio questa dimensione sociale, inter-individuale,
tutta quanta la comunità, conflitti che hanno la tendenza a diventare
contagiosi.
Più gente c'è che desidera lo stesso oggetto, più ce ne sarà: è una
moltitudine che si moltiplica all'infinito, come avviene nelle borse
finanziarie, straordinario microcosmo del puro desiderio. Perciò le
società umane sono minacciate da una violenza radicalmente diversa da
Allora, cominciamo con il fare una prima precisazione:
Il Desiderio, a differenza del bisogno che abbiamo appena visto, di certo
sappiamo solo che è una forza che ci porta, ci costringe sempre ad andar
FUORI DI NOI per appagarlo
Su questo non ci son dubbi.
Basta che vi riflettiamo un attimo, guardando noi stessi, e c'accorgeremo
che è così.
A volte son le risposte più elementari le più difficili da scoprire.
Ecco quindi spiegato il primo assunto implicito in quel brano di René
Girard
""...è proprio questa dimensione sociale, inter-individuale del
desiderio...ecc"
Il secondo aspetto fondamentale di quel brano è
"...la maggior parte di loro, specialmente quando pensa al proprio
desiderio, vorrebbe credere che al di là della mimesi esiste pur sempre un
desiderio autentico, veramente nostro. A mio avviso quel desiderio non
esiste."
Qui, Girard, si riferisce casualmente agli intellettuali, ma il discorso è
lo stesso in tutti gli uomini:
Iniziamo a spiegarlo:
Innazitutto "mimesi"
Cosa significa?
IMITAZIONE
Quindi cosa afferma l'autore ?
Che non esiste un desiderio "autentico", nel senso che sia veramente e
SOLO nostro, ma in realtà è sempre MEDIATO
Da chi ?
Da un MODELLO che, coscienti o meno che ne siamo, IMITIAMO
Va dato atto a Freud di essere andato molto vicino a comprendere questo,
ma poi, mentre in un primo momento aveva colto esattamente come stavano
un connotato scientifico-biologico alla sua teoria conia quel concetto di
LIBIDO che lo porterà completamente fuori strada privilegiando l'"oggetto
mediato", la madre, rispetto al ben più fondamentale oggetto mediatore, il
padre.
Ma torniamo a noi
Possiamo cominciare a riassumere i primi concetti fondamentali per
comprendere il "desiderio" attraverso lo studioso che, non per nulla, è
stato annoverato, ancora vivente, tra i "40 Immortali" del'"Académie
Francaise", riconoscimento al cui confronto anche il Premio Nobel diventa
una quisquiglia
Il Desiderio è lo "strumento" che ci "PORTA FUORI" di noi stessi e
attraverso il quale, per IMITAZIONE, desideriamo qualunque cosa che ci
indichi il MODELLO
Restando nell'esempio di Freud, il padre, che se quello c'avesse pur
indicato un cammello e non la madre, per noi sarebbe rimasta la stessa
cosa.
Anche se sarebbe stato molto più difficile trovare un mito greco all'uopo,
sicuramente !!
Comunque, a parte gli scherzi, ma neanche poi tanto, si potrebbe già
aprire una piccola parentesi che richiuderemo subito, ma che per ora
Non siamo solo noi cristiani che imitiamo qualcuno, Cristo, nella
fattispecie, ma TUTTI imitiamo sempre e comunque qualcuno, anche se non ce
ne accorgiamo.
E già qui, permettetemi di complimentarmi con me stesso che se penso a
tutti coloro che imitano calciatori e veline, top manager e simili, rischio di
montarmi la testa.
Ma lasciamo perdere
Quindi, dicevamo, ripetendo, il desiderio ci porta fuori di noi ed
imitando, desideriamo.
Ma perché IMITIAMO , innanzitutto ?
Semplice, perché pensiamo, a cominciare da nostro padre, che colui che
imitiamo sia un PORTATORE DI ESSERE superiore al nostro.
Cioè, in altre parole, AMMIRIAMO sempre qualcuno che riteniamo più
COMPLETO di noi, più REALIZZATO e quindi, più felice.
Chi non ricorda quando, adolescente, nell'ansia di crescere, guardavamo
ammirati i ragazzi più grandi e non desideravamo altro di essere anche noi
come loro
La mia è stata la generazione dei Beatles.
Chi di noi non avrebbe voluto essere Paul Mc Cartney o Ringo Star.
Tutti, almeno per un attimo, suppongo
E quelli prima di noi Elvis Presley
E quelli dopo chissà chi altro.
Tutta l'idolatria giovanile di qualunque epoca per i divi del rock o del
cinema è dovuta a questa spinta interiore che chiamiamo desiderio.
I mediatori son sempre gli altri, i coetanei o quelli un po' più grandi.
Mai quelli più piccoli, statene certi.
Proprio perché, per dirla scherzosamente, in quei "PORTATORI SANI DI
ESSERE" confluiva il desiderio di intere generazioni.
DECADENZA
ESSERE, ESSERE QUALCUNO, DIVENTARE QUALCUNO, è anche poi,
questa ansia possa venir appagata.
Auto, gioielli, tutte le cose, anche le più inutili, son sempre
accompagnati nella pubblicità, da esagerazioni fantasmagoriche, musiche squillanti,
modelli e modelle, letteralmente nella loro doppia valenza, atte ad
illuderti che se possiederai quell'oggetto sarai come quell'uomo o quella
donna tanto chic e che quindi nessuno potrà resistere al tuo trabordante
ESSERE.
Falso.
Ma tutti ci cascano, caschiamo o ci siamo cascati.
La stragrande maggioranza c'è ancora dentro fino al collo.
Questo spiega meglio di altro perché le Chiese alla domenica pomeriggio
son deserte e gli Outlet e Supermercati stracolmi di gente disperatamente gaia
perché vittima di un ingranaggio che gli ha disorientato il cervello come
a quelle balene che di tanto in tanto si spiaggiano nei posti più strani..
Chissà, forse anche le balene saranno felici quando si arenano.
Infatti hanno lo stesso comportamento degli uomini che provi di
allontanare da un Discount.
Ci tornano immediatamente !!
Alcuni mesi fà scrivevo queste righe nel mio Blog , che qui riporto al
fine di chiarire ulteriormente questoaspetto DETERIORE del "Desiderio di
essere":
Una società che ha rifiutato l'ontologico illudendosi di poterne fare a meno
e che basti l'"avere" ontico senza neppure lontanamente essere in grado di
porre rimedio a questa istanza inconscia dell'uomo, può solo, con le sue
ridicole leggi, porre sempre più divieti o ancor più demenzialmente
toglierli tutti con lo stesso identico risultato:
Stare a guardare l'ingrossarsi delle fila di chi compensa con la droga
questa irrefrenabile spinta del "desiderio" a quel'"Essere" che nella sua
espressione inferiore è l'irrazionale droga ma che può essere superata solo
nel SOVRArazionale e non certo nella piattezza della ragione nichilista e
"calcolante" che, a quelli, del calcolo, oramai, non glene strafrega niente
ed è per questo che i ridicoli esperti che "calcolano" i danni son patetici.
Dimostrerebbero d'essere più intelligenti se si dedicassero a convincere
gli arabi della bontà del prosciutto di Parma nei tortellini !!
Ma chi è competente di "sovrarazionale" ?
Quegli sciocchi che riducono l'uomo al suo linguaggio ?
Scordatevelo !
Quelli ancor fermi alle banalità dello sciocco romantico Freud ?
Meno che mai, e neppure ci provano, almeno
Psicofarmaci che stanno all'Extasy come i cioccolatini Ferrero ai Lindt ?
Sarà faaaaaaacileeeeee !!
Chi allora ?
NESSUNO
Solo quando i MODELLI, le figure AMMIREVOLI non saranno più calciatore,
veline, velisti e velocisti ma UOMINI VERI, allora ne riparleremo, ma ora
siam lontani anni luce e solo se troveranno MODELLI che destino la loro
AMMIRAZIONE potranno trovare nel IMITARLI la forza per andare oltre.
A volte si trovano
MUCCIOLI era uno di questi.
Ma è stato stroncato da un fantozzi/fautore della legge che di "super-io"
capiranno, ma non d'altro.
Ma il problema resterebbe perché, una volta allontanati da tali modelli e
tornando in questa società, se nel frattempo non saranno diventati "modelli
a se stessi" e per gli altri, ripiomberanno nel vortice, ma non per caso o
per sfortuna, ma solo perché quel mondo piatto li avrà fagocitati nuovamente
stritolandoli, asfissiandoli con la sua sistematica, razionale, logica,
lucida pazzia.
...ed anche quest'altro:
Lungi dall'essere il vero desiderio,
libidinosamente e originariamente materno,
e la sublimazione la frustrante e frustrata sua elevazione,
è vero il contrario,
che il desiderio è quel desiderio di
"ESSERE" ,
primariamente ammirato nel paterno,
e la sua realizzazione materiale, in verità,
ne è solo l'"abbassamento".
Ecco perché il desiderio è sempre appagato solo temporaneamente,
e non perché ogni sostituto del materno
è pur sempre e solo una sua "brutta copia",
ma perché il desiderio è qualcosa
di infinitamente più grande
di ogni oggetto materiale..
Ma come siamo arrivati a questo ?
Perché siamo arrivati così in basso ?
Da dove si origina questa DECADENZA ?
Ecco quello che dicevo quest'inverno, sempre nel mio Blog, all'inizio di
quella crisi economica in cui siamo tutt'ora immersi
C'è una crisi economica in atto che, nella peggiore delle ipotesi si
risolverà nel giro di qualche anno.
Ma tutto questo è irrisorio stante l'ALTRA crisi, ben più profonda e
radicale che serviranno generazioni per venirne a capo, ed è quella che, ben
occultata dal benessere economico, traspare nella DECADENZA del tutto,
Pare strano che persone, seppur non stupide, riescano solo a partorire
"abortini" di realtà quale che l'attuale degrado sociale sia causato dalla
televisione, quella di Berlusconi, ovviamente, stante il mistero della sua
generalizzazione all'intero pianeta che, parrebbe quindi, la forza di
rincretinimento dell'ideologia batterle tutte.
Una sofisticata analisi della genesi di detta "decadenza" la si può trovare
in un libro di Nikolaj Berdjaev, "Nuovo Medioevo",
("Medioevo" inteso nella sua eccezione positiva, non in quella banale di
derivazione Illuminista)
definito "Impressionante" dal critico dell'Espresso, poiché... "Queste
riflessioni pubblicate
per la prima volta nel 1923 sembrano scritte ieri, dense come sono di
quell'impasto di
rifulgente ossessione per la modernità e senso della fine che fa il nostro
pane quotidiano"
"L'avvenire è cupo. Non possiamo più credere alle teorie del progresso che
hanno sedotto il XIX secolo, in virtù delle quali il futuro prossimo
dovrebbe sempre essere migliore, più bello, più gradevole del passato che se
ne va
[...]
La modernità che sta giungendo alla propria fine, venne concepita all'epoca
del Rinascimento.
Noi oggi stiamo assistendo alla fine del Rinascimento.
[...]
L'umanesimo non ha rafforzato l'uomo, lo ha debilitato. Questa è la
paradossale conclusione della storia moderna. Attraverso la propria
autoaffermazione, l'uomo si è perduto invece di trovarsi. L'uomo moderno è
entrato nella modernità pieno di fiducia in se stesso e nella propria forza
creativa: tutto, all'alba di questa epoca, gli sembrava dipendere dalla
propria arte, alla quale non vedeva né limiti né frontiere. Ora ne esce,
per entrare in un'epoca inesplorata, prostrato nelle sue energie e con la
fede a pezzi - la fede che nutriva nelle proprie forze e nella potenza della
propria arte -, minacciato dal pericolo di perdere per sempre il nucleo
della propria personalità."
Proseguendo poi per sommi capi, dal Rinascimento in cui l'Uomo era ancora
pieno di quello spirito che gli proveniva dal Medioevo, arriviamo via via
sempre più "in riserva" all'epoca della Riforma e di quell'Illuminismo che è
stato più volte argomento di altri miei post e che qui si amalgama alla
perfezione con quanto esprime questo autore:
"La rivolta e la protesta, inerenti alla Riforma, hanno generato
quell'evoluzione della storia moderna che si è conclusa con i "lumi" del
XVIII secolo, con il razionalismo, con la rivoluzione, fino ai suoi effetti
estremi: il positivismo, il socialismo e l'anarchismo.
I "lumi" non sono che un pallido riflesso del Rinascimento, un'ultima forma
dell'autoaffermazione umanista. Ma non vi è più, in essi, lo spirito
creativo: il Rinascimento si è inaridito.
[...]
I "lumi" sono il castigo temporale del Rinascimento, il prezzo da pagare per
i peccati dell'orgoglio umanista, di questa autoaffermazione che ha tradito
le forme divine dell'uomo
[...]
Il Rinascimento ha esaurito le proprie forze creative, dando origine a un
VIOLENTO movimento storico nel quale non vi sarà più posto per una creazione
possente. La rivoluzione francese, il positivismo e il socialismo del XIX
secolo sono le conseguenze dell'umanesimo rinascimentale e, al tempo stesso,
i sintomi dell'inaridimento del suo potere creativo
[...]
Due uomini, che dominano il pensiero dei tempi nuovi, Friederich Nietzsche e
Karl Marx, hanno rappresentato con geniale intensità, queste due forme
della autonegazione e dell'autodistruzione dell'umanesimo. In Nietzsche
l'umanesimo rinuncia a se stesso e si distrugge nella sua forma
INDIVIDUALISTA; in Marx nella sua forma COLLETTIVISTA. L'individualismo
ASTRATTO e il collettivismo ASTRATTO sono prodotti da una medesima causa, la
separazione dell'uomo dalle basi divine dell'esistenza, la sua scissione dal
CONCRETO
[...]
La morale di Nietzsche non ammette il valore della personalità umana; essa
rompe con l'umano, PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, ,
sublime.
L'individualismo superomistico sostituisce in Nietzsche il Dio perduto.
[...]
La morale di Marx non ammette il valore della personalità umana; anche lui
rompe con l'umano e PREDICA LA DUREZZA NEI CONFRONTI DELL'UOMO, in nome del
collettivismo, in nome dello stato futuro, dello stato socialista
La collettività sostituisce in Marx il Dio perduto.
Queste poche note giusto per rendervi partecipi dell'attualità delle
risposte di questo libro alla crisi umana della nostra epoca che, come si
diceva, è ben più profonda e di difficilissima soluzione di quella economica
che la occulta sovrastandola stante il materialismo ottuso dei molti.
Ma ora , dopo questa digressione storica, facciamo un passo indietro
tornando al brano di René Girard, dal quale eravamo partitianche per
spiegare meglio, contemporaneamente, queste due affermazioni su Marx e
Nietzsche
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