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« Spazio e tempoRicordi?... »

La mia rivoluzione

Post n°43 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da signorina.elle

Oggi ha più senso che mai...

La rivoluzione, la lotta, l'impegno.

Sono cambiate le modalità, i bisogni, gli aspetti...

Ma l'urgenza è la stessa, forse è aumentata...

Finite le grandi imprese, la lotta di classe, la rivoluzione armata, le idee universali....

Il bisogno non è mutato, l'esigenza rimane intatta...

Ma la vera rivoluzione, oggi passa per i piccoli gesti, la resistenza quotidiana, l'affermazione dei diritti, l'accoglienza nei confronti dell'altro...

Il campo di battaglia è il nostro vivere quotidiano...

Fare la spesa, difendere il posto di lavoro, i diritti dei non omologati, le culture altre, i diritti all'infanzia ed alla vecchiaia...

Questa è la nostra battaglia, piccola quotidiana, ma non meno eroica...

Garantire una vita dignitosa per tutti, per chi è diverso da noi, per chi è più debole.

Questa mi appare oggi la vera rivoluzione...

Fare la spesa. Lavare i disabili. Riconoscere pari dignità ad una coppia gay. Accogliere i migranti. Facilitare la vita ai portatori di handicap. Tutelare le madri. Tutelare chi madre non è pronta ad esserlo. Progettare un futuro possibile ai giovani. Investire nella cultura. Incentivare la ricerca. Mettere un tetto sulle teste di tutti.

Sono stanca di discorsi fumosi, di parole forbite. Nauseata dai radical chic.

Le rivoluzioni sono tante. Piccole, piccole. Grandi, grandi.

Ognuno faccia la sua parte.

Si adoperi a cambiare mentalità, anche facendo la spesa, anche riciclando rifiuti, anche scambiando con chi non ci somiglia.

Questo è oggi il mio impegno, che di tante parole sono stanca...







H
asta Siempre Comandante  -  Carlos Puebla




 
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Commenti al Post:
le_corps
le_corps il 02/10/08 alle 10:33 via WEB
il socialismo democratico, la società dei diritti e dell'integrazione, l'ambientalismo: un tempo si sarebbe detto 'riformismo'; oggi: rivoluzione. Sì, i tempi cambiano, a volte per fortuna, a volte purtroppo. ;)
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 14:59 via WEB
Sinceramente, l'etichettatura dei periodi storici non mi interessa. Come non mi interessa un vecchio modo di intendere la politica, rinchiuso su se stesso perfino nelle terminologie. Partire dai bisogni semplici, dalle azioni semplici. Questo è il senso....
(Rispondi)
 
 
le_corps
le_corps il 02/10/08 alle 15:53 via WEB
a me interessa capire come evolviamo e se evolviamo, e le parole a tal proposito sono importanti, rinviano ad una sostanza e non sono semplici etichettature. sul partire da sé, in senso alto, e sul partire dal fare credo che siamo tutti d'accordo, è che è facile essere d'accordo sulla teoria e sui buoni propositi! bacio
(Rispondi)
 
 
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 16:16 via WEB
Nel post ho parlato di fatti concreti. Fare la spesa, lavare i disabili, pagare un mutuo, trovare un lavoro. Le parole sono meno importanti dei fatti concreti.
(Rispondi) (Vedi gli altri 6 commenti )
 
 
 
le_corps
le_corps il 02/10/08 alle 16:56 via WEB
questi fatti concreti sono indiscutibili e fanno parte del vivere quotidiano di ognuno di noi, del vivere fatto di necessità e aspirazioni di valori e fatica; questi fatti concreti sono la base del vivere, cioè del sopravvivere di ognuno, orgoglioso e dignitoso; e sì, certo, come ho già detto nel primo commento, oggi è questa la nostra rivoluzione, la nostra piccola rivoluzione, giorno per giorno. e non ne faccio una questione di etichette o di nostalgia.
(Rispondi)
 
 
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 17:49 via WEB
E non è quello che ho detto fin dall'inizio? :-)
(Rispondi)
 
 
 
le_corps
le_corps il 02/10/08 alle 18:51 via WEB
Sì, ma la mia domanda implicita (nel purtroppo) era: questo vivere di base (che è come lo hai descritto tu ed è anche il risultato di una lotta), questo vivere di base che è un po’ un sopravvivere ci basta? Constatiamo che le cose sono e vanno in un certo modo, ma non riusciamo più a immaginare una realtà mutata: tanto a che serve? Ci diciamo confortati dal nostro realismo. E’così dunque, ma ci basta? O per lo meno, siamo ancora capaci di chiedercelo? (mentre ci penso mi preparo un rhum e coca..prosit!)
(Rispondi)
 
 
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 19:44 via WEB
Prima di pensare se questo vivere ci basta, è necessario vivere. Se non si hanno le condizioni di base, gi sforzi sono convogliati al loro raggiungimento. Non posso pensare a mangiare il caviale quando non posso comperare il pane. Una volta che questo sarà possibile a tutti, volentieri lo accompagneremo con il caviale. Anche questo concetto mi sembra molto semplice, addirittura elementare....
(Rispondi)
 
 
 
le_corps
le_corps il 02/10/08 alle 20:09 via WEB
ma io non parlavo di miglioramenti economici, sennò siamo sempre nell'ambito del riformismo di vecchia etichetta! pane e rose, sì, come diceva ken loach, ma solo per cominciare..!
(Rispondi)
 
 
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 20:19 via WEB
Parlavi forse di miglioramenti culturali? Di aspirazioni. La fantasia al potere? Certo, a chi non piacerebbe. Ma ripeto, non si può andare a teatro, al cinema, ad una mostra, alle condizioni di oggi. Un famiglia non può più permetterselo. Per sognare, per coltivare la cultura, per apprezzare il bello, è necessario partire da diritti fondamentali. Altrimenti chiudiamo gli occhi e immaginiamo di annusare rose. Ma lo immaginiamo, perchè le rose costano...
(Rispondi)
ragtime_fly
ragtime_fly il 02/10/08 alle 13:21 via WEB
E io che lo vado ripetendo a squarciagola da anni, anche in questo senso sognare da soli significa fantasticare essere intanti potrebbe dire costruire.Purtoppo mia cara i tempi stanno cambiando l'altro incute timore, la cultura è un orpello inutile, la recessione incombe e così la destra avanza...ma bisogna rimanere vigili e non abassare la guardia. In Italia, in particolare, c'è la "sindrome di brontolo" e non del fare (con efficenza ed efficacia)...è questo che bisogna iniziare a cambiare.
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 15:00 via WEB
Condivido e sottoscrivo. Un bacio!
(Rispondi)
 
 
le_corps
le_corps il 02/10/08 alle 15:50 via WEB
allora condividi e sottoscrivi anche il delirio della dea mendicante.. ;)
(Rispondi)
 
 
 
ragtime_fly
ragtime_fly il 02/10/08 alle 20:23 via WEB
oh ma almeno il rhum e coca potevi offrircelo...vabbeh dai vado con un vodka tonik che mi piace di più ;P Vi ci vedo voi due a scervellarvi su questi argomenti anche a notte fobda...altro che via dei Volsci...hihihihi :)
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 20:26 via WEB
Soprattutto con una giusta dose di coca e rhum e vodka tonic in corpo... Sicuramente alla fine arriveremmo a dimostrare che gli angeli sono trasgender, altro che sesso....
(Rispondi)
 
 
 
le_corps
le_corps il 02/10/08 alle 21:30 via WEB
bene, a quando un incontro alcolico? però poi non garantisco di rispondere di me... ;))
(Rispondi)
divinoflagello
divinoflagello il 02/10/08 alle 17:18 via WEB
sei fantastica! sinteticamente civile!
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 02/10/08 alle 18:00 via WEB
Eppure non mi sembra di aver detto granchè. In fondo i concetti sono semplici, le parole pure. Capita di stupirsi della semplicità. La semplicità questa cosa così complicata... Baci
(Rispondi)
polystyrene
polystyrene il 03/10/08 alle 00:09 via WEB
Mi sembra che anche le parole siano finite da un pezzo... :P
(Rispondi)
kreislerdlg
kreislerdlg il 03/10/08 alle 12:37 via WEB
Fare la spesa scegliendo i piccoli produttori locali, i negozi eco solidali, la pasta prodotta in quei terreni confiscati alla mafia, sostenere l'artigianato, spegnere la televisione e leggere un buon libro. Evitiamo di diventare solo dei consumatori passivi, usiamo sempre la testa, che anche con i piccoli gesti si fa rivoluzione.
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 03/10/08 alle 12:46 via WEB
Sono perfettamente d'accordo... Boicottare un marchio, ad esempio, è un gesto politico. Spegnere la tv, è salutare :-) Un abbraccio bel ragazzo !
(Rispondi)
non.sono.io
non.sono.io il 03/10/08 alle 14:51 via WEB
Vaglielo a dire che c'è bisogno di rivoluzione. Dicono che è una cosa antica, che ora si deve discutere, concertare, analizzare. E mentre loro concertano noi viviamo, e male. Ma che parliamo a fare? Domenica un'altra partita cancellerà gli antichi livori sociali...
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 03/10/08 alle 15:26 via WEB
E' una vita che parlano, concertano ed analizzano. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ormai ci si pesta per le strade, neri, cinesi, rom. La gente è alla fame. I diritti non esitono più... per nessuno. Non voglio più assicurare un posto da parlamentare e vita facile a nessuno. Sono arrivata alla conclusione che l'impegno deve ripartire da noi, dalle persone. Attenzione, il mio non è un discorso qualunquista, al contrario. E' un discorso di massimo impegno. Di azioni concrete, di solidarità, di difesa dei diritti e di accoglienza.
(Rispondi)
hyerogliphica
hyerogliphica il 05/10/08 alle 23:38 via WEB
si.. certo.. la rivoluzione degli spossessati.. dei cittadini trasformati in consumatori.. una rivoluzione dei consumi! cambierà sicuramente il mondo..
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 06/10/08 alle 12:06 via WEB
Perdonami mi sfugge il tono e lo scopo del tuo intervento....Sarò limitata
(Rispondi)
ascaso1974
ascaso1974 il 06/10/08 alle 19:07 via WEB
Firmo.
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 06/10/08 alle 23:01 via WEB
Sono felice che tu sia passato da qui e ancor più felice che tu condivida....
(Rispondi)
habral
habral il 07/10/08 alle 00:33 via WEB
sottoscrivo
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 07/10/08 alle 01:04 via WEB
Ma grazie! Baci
(Rispondi)
Fajr
Fajr il 07/10/08 alle 20:46 via WEB
Ti leggo solo ora. Dici cose giuste, ma sento di condividere ancor di più il primo commento di le_corps e il suo "purtroppo". Penso che se non si coltiva la speranza di una rivoluzione - di un capovolgimento totale dell'esistente opprimente - i quotidiani impegni, pur lodevoli e necessari, siano solo una fatica immeritata... imposta dai potenti ai deboli.
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 07/10/08 alle 21:32 via WEB
Di sicuro la fatica del sopravvivere è immeritata, ma mi preme di precisare che guardare oggettivamente una situazione, non esclude dall'osservazione, la cultura della speranza. Il mio scritto voleva far riferimento a tutti quelli che ancora si riempiono la bocca di definizioni che erano inadeguate un tempo, visti i risultati e obsolete oggi. La rivoluzione di cui parlo io, è quella dei piccoli grandi gesti quotidiani che qualcuno o forse anche noi stessi ci siamo imposti. La speranza non si basa sull'utopia, ma sui dati oggettivi, va supportata dai risultati. Sperare che un figlio possa trovare un lavoro dignitoso e possa sperare in un futuro sereno, passa oggi per le battaglie per la scuola e per l'affermazione del diritto allo studio ed alla fruizione della cultura che sia alla portata di tutti e per il riconoscimento di questa nella certezza di un lavoro. Non appaiano queste battaglie di basso profilo, sono alla base della costruzione della speranza. Un popolo coltiva i suoi desideri se ha risolto i bisogni primari, altrimenti si aggroviglia su di essi e genera visioni individualistiche del vivere. Non a caso mai come oggi, si sta verificando la guerra tra poveri, tra diseredati, tra deboli, perchè quando c'è poco da spartire, ci si azzanna per prevalere. Credo che il mio ragionamento sia davvero semplice. Io spero e voglio continuare a farlo in un futuro migliore per tutti, ma oggi ho il presente da attraversare. Non voglio illudermi, voglio credere...
(Rispondi)
 
 
Fajr
Fajr il 08/10/08 alle 15:23 via WEB
Comprendo il tuo ragionamento, ma non condivido un passaggio:
<La speranza non si basa sull'utopia, ma sui dati oggettivi, va supportata dai risultati./i>
Io credo, al contrario, che la speranza è generata dall'utopia. Se rimanesse ancorata solo all'esistente (i dati oggettivi) come potrebbe svolgere la sua fondamentale funzione di renderci sopportabile la fatica quotidiana perché crediamo in una possibilità di riscatto futura? Io spero in qualcosa di diverso e di migliore dall'oggi perché vado oltre quel che possiedo e - utopicamente - immagino possibile un mondo che oggi non c'è. Chi si ferma e protegge l'esistente è privo di speranza perché ha disimparato (per scelta o per imposizione) a immaginarsi diverso e migliore. Oggi viviamo un tempo così. Ahimè...
Baci e abbracci :o))
(Rispondi)
 
 
 
Fajr
Fajr il 08/10/08 alle 15:24 via WEB
chiaramente ho sbagliato la chiusura del corsivo... speravo di essere brava coi comandi.... Utopia!!! :o)
(Rispondi)
scirocco_2008
scirocco_2008 il 11/10/08 alle 23:05 via WEB
Carissima Signorina elle, qui siamo al limite del plagio... ma avendo scritto più o meno le stesse cose un mese fa, non posso che sottoscrivere la tua... la mia rivoluzione... :)
(Rispondi)
 
signorina.elle
signorina.elle il 12/10/08 alle 09:44 via WEB
Faccio appello alla clemenza della corte...:-)
(Rispondi)
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