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Creato da: ElPesoDelAlma il 31/08/2007
I diritti negati

 

 

Non più affFini

Post n°44 pubblicato il 31 Luglio 2010 da ElPesoDelAlma

Molto rumore per nulla.

Quello che si è consumato è uno dei tanti divorzi molto in voga nella politica di casa nostra.

Il PDL segue, in questo caso, le sorti del PD. Uno dei due cofondatori molla e, ovviamente, sempre il più debole.

Non seguono tutti poiché, umanamente, ci sono tanti mediocri che non vedono altra occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Come se cambiare padrone possa portare al riscatto di tanti bocconi amari mandati giù a forza negli anni.

Poiché di padroni si tratta. In Italia, da un bel pezzo, i partiti ( giustamente con la p) tendono ad identificarsi con il "leader", con il mazziere direi. Certo non avendo queste associazioni, precisamente non più, un alimento nutrizionale ideologico, tendono a differenziarsi per la fisiognomica di chi li conduce.

E condurre è il termine che scelgo in quanto è il conducente a scegliere i suoi seguaci, non il contrario.

Si scrive della fine del "bipolarismo" quasi questi, nella nostra provinciale nazione, avesse mai preso piede. Così come si parla di Seconda o Terza Repubblica quando la brodaglia è sempre la stessa.

L'Italia del Campanile come potrebbe mai addivenire ad un bipolarismo di stampo anglosassone. Non è nel DNA della nostra storia, della nostra cultura.

E mentre nelle aule del potere si consumava l'ennesimo scempio della Politica, le salme di due (?) italiani rientravano senza poter nemmeno assurgere alle prime pagine dei giornali.

La cosa mi ha rattristato non poco, considerando, tra l'altro, che la loro specializzazione  era quella di artificieri e sminatori.

Ho riflettuto sulla tiepida accoglienza, nelle nostre sale, riservata al bellissimo film di Kathryn Bigelow "The Hurt Locker".

 

 

 
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Do you remember laughter

Post n°43 pubblicato il 28 Luglio 2010 da ElPesoDelAlma

Capita spesso che mi torni alla mente la voce di Robert Plant, dal vivo prima di intonare le note della loro "Stairway".

Tempo fa commentavamo con un amico che, quel richiamo ai tempi della "risata", potesse essere il primo momento nel quale le ombre della crisi sociale degli ultimi trent'anni faceva capolino. In pieni anni settanta, ancora con tanto carburante nel serbatoio, qualcosa serpeggiava nell'aria, come ad indicare che quella creatività apparentemente inesauribile, quel cambiamento in atto, considerato inarrestabile, quella presa di coscienza "globale" - ante litteram -, tutto questo era alle corde.

Questa presa di coscienza avrebbe poi riempito fiumi di scritti sui fallimenti degli anni sessanta, avrebbe dato vita a pellicole "impegnate" noiose ed inutili.

Il punto non è cosa abbia prodotto quella grande spinta "rivoluzionaria": ha avuto tanti e molteplici effetti. Il punto è che da allora non c'è più stata una spinta sociale della stessa portata. Una capacità di reinterpretare la società con una forte speranza nel futuro.

Oggi non solo mancano idee, contenuti, valori e chi più ne ha. Oggi manca la speranza.

Parlo di quella speranza che ha permesso al "sogno" di Obama di divenire realtà. Poi come un amore al lumicino che si ravviva e si ancora alla benché minima probabilità di sopravvivenza, così anche questo sogno si smorza sotto i colpi d'acciaio sferzati da una società che non ha nessuna intenzione di cambiare.

Guardiamo i governanti della terra inerti di fronte a quello che di importante accade rabbiosi. Eppure al di là delle proteste che imperversano in ogni dove, sembra prevalere l'idea che, in fondo, nulla si possa fare, che non ci sia molto di meglio da proporre.

Ecco il punto.

Diamo un'occhiata all'Italia; Girotondini, Grillini, violetti, rossi annacquati, oltre ad essere "contro" cosa propongono.

C'è in giro qualcuno, come un secolo fa, con in mano un "manifesto" che indichi una strada?

"Ho passato la mia vita a definirmi sulla base di ciò contro cui combattevo", dichiara ad un certo punto la madre del protagonista di "Soffocare",splendido romanzo di Palahniuk.

Forse è ora di re-iniziare a definirsi sulla base di ciò in cui crediamo.

 

Foto: Cermannara

 

 

 
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La Sostanza di Pietri

Post n°42 pubblicato il 07 Marzo 2010 da ElPesoDelAlma

Anno 1908, 24 di luglio, Olimpiadi di Londra.

Doriando Pietri, uomo minuto e di bassa statura, rappresentava l'Italia alla gara principe dell'atletica.

La folla in delirio lo vide entrare nello stadio solo;

stremato, sofferente, barcollante ma indiscutibilmente eroe.

La mancanza di lucidità gli fece intraprendere la direzione opposta al traguardo poi, dopo l'affannoso sbracciarsi dei giudici di gara, sommersi dal clamore della folla urlante, ripreso il cammino nella direzione giusta, fu sorretto, per qualche istante, mentre cercava di rialzarsi dalle sue quattro cadute prima del nastro.

Un episodio entrato nella storia, nella leggenda dello Sport. Momenti di gloria.

Il suo dramma commosse lo stadio, la Regina stessa.

Dopo di lui arrivò lo statunitense Hayes. Gli americani presentarono ricorso per l'aiuto ricevuto dal nostro connazionale. Venne prontamente accolto e Doriando fu cancellato dall'ordine d'arrivo.

Le regole.

Gli fu tributata una coppa di argento dorato, la sua fama sarebbe vissuta ben oltre quella del vincitore.

Un nostro grande connazionale.

Il Centrodestra, a queste elezioni regionali, avrebbe sicuramente sbaragliato gli avversari, e probabilmente lo farà, nella Lombardia di Formigoni, come avrebbe vinto, e adesso deve giocarsela, nel Lazio del dopo-Marrazzo.

Le regole avrebbero impedito tutto questo.

Non c'è stata commozione per questi nostri connazionali. Non erano stanchi, affranti, distrutti dalle fatiche; piuttosto presi da beghe interne, dissidi, lotte di potere. L'arroganza di non voler ammettere gli evidenti errori, di scaricare responsabilità a destra e manca.

Le regole non sono state rispettate, così, nottetempo, le regole sono state ridiscusse.

Quanto avrei voluto fosse stato possibile per il nostro Doriando.

Probabilmente non avrebbe voluto ed è stato un bene per lui.

Concordo con il Presidente Napolitano quando dichiara che queste elezioni non sarebbero state le stesse senza i partiti di maggioranza in Lombardia e nel Lazio.

Consegnare la "coppa" da parte del PDL ad una sinistra sicuramente in difficoltà sarebbe stata una alterazione della "sostanza" ma cos'è uno Sport senza regole, cos'è ne può essere di una Politica senza?

 

 

 

 

 

 
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Il regno delle amazzoni

Post n°41 pubblicato il 28 Novembre 2008 da ElPesoDelAlma

E' sufficiente avere la sfortuna di dover frequentare il tribunale dei minori, per prendere atto del fatto che il regno delle amazzoni non è scomparso da questa terra.

Il tribunale dei minori è terra franca, è la San Marino delle italiche donne. E' il luogo dove l'uomo moderno sconta i secoli di aberranti soprusi di cui la donna è stata oggetto.

In questo moderno tempio si entra accompagnati dal proprio avvocato-donna. Si sale le scale cercando la stanza delle udienze e si chiedono informazioni a segretari-donna. Si arriva di fronte all'imponente porta d'accesso alla sala dell'udienza trovandoci di fronte la popria ex-donna, accompagnata dal suo legale-donna insieme all'assistente-donna del suo avvocato.

Si entra infine nella stanza dove, dietro una scrivania stile ministero, nascost tra i faldoni e le carte c'è il Giudice-donna.

Come volete che si svolgano i dibattimenti.

Come volete che vadano a finire le cause di affidamento, di residenza, di mantenimento.

Come si entra tra quelle mura che odorano di cipria e di trucco, ci si rassegna all'inevitabile destino.

In Italia, fanalino di coda della UE, le Pari Opportunità per l'afidamento dei figli non esiste.

Le donne della penisola intendono la parità dei sessi fino a che non si parla di figli.

I figli sono il feudo delle mamme italiane.

Il padre, quando è il padre, è il padre finchè risiede nella casa comune. Poi è un estraneo, il portatore degli spermatozoi, il nuovo bancomat portatile.

Le donne italiane vogliono le pari opportunità. Eppure non c'è campo al mantenimento anche quando lavorano e anche quello dei figli è quasi esclusivamente a carico dei padri.

Senza contare poi che un padre i fili li vede fin tanto che la madre vuole.

Le pari opportunità ci sono solamente quando si parla di quote rosa. quando i politici amano nominare prima le elettrici porché quste sono tante e possono decretare il successo di una coalizione.

Quanta ipocrisia.

Poi sentiamo le solite lamentele riguardo ai padri che non si interessano e non sostengono le spese dei propri figli. Mi domando spesso: oggi quanti sono.

Leggete invece le storie di uomini costretti a dormire in macchina perchè senza il becco di un quattrino considerato che il proprio stipendio se ne va come segue:

Mutuo per pagare la casa dove risiede la moglie insieme ai figli ed il nuovo amante. Alimenti per l ex ed i figli.

Di questi nuovi "poveri" nessuno si occupa.

 
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 Desistere, desistere, desistere!

Post n°40 pubblicato il 16 Novembre 2008 da ElPesoDelAlma

 

Rinunci Riccardo Villari a dare le dimissioni da Presidente della Commissione di Vigilanza.

L'organismo parlamentare necessita del Presidente per essere operativo. Il vero scandalo è che da oltre sei mesi non siano stati capaci, opposizione e maggioranza, di trovare una mediazione per questa elezione.


Receda il linguista Di Pietro dall'inopportuna presa di posizione sull'immaginario fronte del Piave di Orlando.Gli uomini dell'IdV non sono certo immuni da compromessi, non possono cercare una nuova verginità facendone pagare lo scotto alle istituzioni. La smettano di giocare ai “duri & puri”.


Desista il pacato Veltroni – oltre ai suoi segugi Franceschini, Bindi.....- di chiedere a piè sospinto le dimissioni al neoeletto Villari, minacciando, tra l'altro, inverosimili proposte di purghe staliniste.


Questa sinistra parlamentare non è più in grado di fare politica. Sempre più allo sbando tra le risa sottaciute di un asse virtuale Prodi-D'Alema.


La PDL ha fatto un'operazione di alta politica grazie all'inconsistenza di classe dirigente d'opposizione.

Un Riccardo Villari, senatore della Repubblica sconosciuto ai più – come a me – fino all'altro giorno, si propone “risolutore”, “regista” di una soluzione per il caso RAI. Tutto questo in barba all'ira del segretario.

Cos'altro serve per delegittimare un “presunto” leader dell'opposizione?


Pieno appoggio all'iniziativa di Pannella che considera la campagna del PD in corso “sovversiva contro Costituzione, Parlamento e Commissione Vigilanza”.

 
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Infin che'l veltro verrà

Post n°39 pubblicato il 14 Novembre 2008 da ElPesoDelAlma

 Che il PD non fosse il Partito Democratico di cui si parla da anni in Italia, lo si sapeva da subito, da prima della nascita, dalla gestazione.

Che questo partito confuso e velletario non poteva rappresentare la maggioranza degli elettori italiani lo si sapeva da tempo, da prima della caduta del Governo Prodi.

Che l'apparentamento con L'IdV del linguista DiPietro fosse pericoloso, oltre che insidioso, sia per la fragilità delle promesse – gruppo unico alla Camera – sia per la ferocia di un “giustizionalismo” bieco.

Ora però il VeltroParty, assomiglia più alla lupa che al levriero dantesco.

Gli strali che piovono sul senatore del PD Riccardo Villari fanno del Partito di Veltroni quanto di più vicino al PCI della “vecchia repubblica-?-”, quanto di più lontano dall'idea di partito democratico anglosassone che questo giovane-vecchio oramai, pacatamente, continua a farfugliare a se stesso ed ai suoi più intimi amici.

Il PDL ha compiuto, indubbiamente, un atto grave nell'eleggere un componente della minoranza non indicato dalla stessa.

Dove vuole arrivare questo PD, succube dell'IdV, che come il maldestro piccolo anatroccolo inizia a promettere e non mantenere?

Prima dell'elezione di Frigo alla Consulta era tacito l'accordo del cambio di nominativi proposti sia per la Consulta che per la Presidenza della Commissione di Vigilanza RAI.

Però, poi, così non è stato.

Mi auguro che Riccardo Villari non si dimetta perché si salvi quanto di democrazia ancora c'è in Italia ed allontani i rigurgiti stalinisti dai banchi del Parlamento.

La “Partitocrazia” che vogliono combattere è viva e vegeta nelle loro vene, nel loro DNA.

Quanta ragione Pannella nel sua Critica alla Ragion Democratica del PD.

 
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 Sciopero!

Post n°38 pubblicato il 09 Novembre 2008 da ElPesoDelAlma

 

Potrei rischiare il linciaggio con l'affermazione a seguire: “Sti scioperi c'hanno rotto er ...”

Potrei, se fossi il solo a sostenerlo. Dovremmo un po' guardarci intorno e forse ci accorgeremmo di una popolazione che di questi scioperi non ne comprende il motivo, non ne sopporta le conseguenze, non è interessata alle finalità.


“Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano.”

Diritto Costituzionale che sarebbe scellerato anche solo mettere in discussione.

Però, mi domando, quanta compartecipazione c'è oggi con gli scioperanti. Tanto per fare un esempio, quanti si sentono coinvolti nella lotta sindacale dei piloti e degli assistenti di volo dell'Alitalia. Quante persone considera ancora oggi questa categoria una “casta”, Quante famiglie non riescono a giungere decentemente alla fine del mese, sempre con l'acqua alla gola, sempre con la mente ai conti che non tornano, sempre con l'ansia e la paura della spesa imprevista.

Oggi credo che tutti questi scioperi di categoria, fatti solo per pecunia, rischiano di accentuare le fratture sociali esistenti. C'è il pericolo che il corporativismo strisciante porti a guardarsi in cagnesco la quasi totalità degli italiani.

Sì perché, probabilmente, questa lotta all'invasore, all'extracomunitario, distoglie al momento da quella che potrebbe divenire una lotta civile, tra poveri; tra figli della stessa crisi.

Ma come in questo momento dell'epoca moderna, il mondo del lavoro ha il bisogno e la necessità di mobilitarsi, di riunirsi, di trovare il minimo comune denominatore.

Il mondo del lavoro si deve ritrovare al di là delle sigle sindacali auto-celebrative, al di là di partiti che non sanno più di nulla, brodini riscaldati.

L'Italia deve vedere la nascita di un Nuovo Partito Riformista di Sinistra.

Le basi del nuovo partito non devono trovare fondamento in realtà storiche che nulla hanno a che fare con l'epoca moderna.

I punti di riferimento devono essere due.

La Costituzione della Repubblica Italiana e lo Stato Sociale attuale.

La recente crisi finanziaria non fa che seguire quella politica, dei valori, quella morale.

Un nuovo partito deve essere un Partito Nuovo, dove possa trovare residenza chiunque lo voglia, chiunque abbia il coraggio di gettarsi alle spalle il passato e abbia voglia di costruire un futuro condiviso.

Veltroni era alternativo vent'anni fa, e non per una questione anagrafica ma per le idee.

Il Governo Prodi non doveva cadere e Prodi non se ne doveva andare, se non insieme a tutti i colonnelli del Partito Democratico; perché se lui ha avuto delle colpe, queste, ragionevolmente, sono state condivise.

 
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Mal d'Africa

Post n°37 pubblicato il 06 Novembre 2008 da ElPesoDelAlma

 

A due giorni dall'Election Day viene fuori, in base a quanto riportato nell'articolo di Repubblica.it che la Palin "non capiva che l'Africa fosse un continente, piuttosto che una serie di Paesi, un Paese in se'".

Il fatto sarebbe grave in se agli esami di licenza elementare. Stiamo parlando della donna che, nel caso malaugurato di vittoria repubblicana, avrebbe potuto guidare gli Stati Uniti d'America.

Mi sono venute in mente un paio di considerazioni.

La prima è che la distanza che copre l'Alaska dal continente nero è enorme. Una distanza terrestre ed una distanza mentale.

L'altra è quanto questo continente ed i suoi problemi, siano misconosciuti alla stragrande maggioranza degli americani, ammesso che la Palin possa esser presa ad esempio dell'americano medio.

La seconda affermazione potrebbe apparire forte.

In realtà mi domandavo quanti in Italia conoscono le traversie del continente africano. Quanti conoscono la maggior parte delle nazioni di questo continente. Quanti sanno che cosa accade oltre le dune di quel deserto che, più di qualcuno, attraversa su degli scassati 4x4, bivaccando in tenda e tornando a casa con la sabbia nel cuore e la nostalgia per un paese che, in verità, non ha minimamente conosciuto.

Geografia a parte, credo che siamo molto ignoranti riguardo ai fatti che sconvolgono il nostro pianeta. Soprattutto oggi che, tristemente, siamo presi dai problemi di vita quotidiana quasi come in un dopoguerra – questa crisi non è stata una guerra di “carta”? -.

Le ultime notizie sul Congo mi hanno riportato alla mente un film piuttosto bistrattato dalla critica d'oltre oceano, “Blood Diamond”.

L'avrà visto anche Obama?

 
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Le Cronache di Barackopoli

Post n°36 pubblicato il 05 Novembre 2008 da ElPesoDelAlma

 

Ci sono al mondo due città di “Obama”.

La prima è in Giappone. Città portuale, oggi più che mai simile ad una Nippo-Graceland.

L'altra ha un territorio indefinito e, come una moderna Chiesa, ha i suoi possedimenti in tutte le Barackopoli sorte nei cinque continenti.

Gli abitanti delle Barackopoli, sorta di ideali quartieri di Obama City, sono quanto di più eterogeneo ci sia su questa terra.

Oggi questi abitanti sono in festa. Tutti tranne uno.

L'unico abitante di questa frastagliata megalopoli che non festeggia è il suo primo cittadino, il senatore Barack Obama, il 44esimo presidente degli Stati Uniti d'America.

Il giovane Obama, , sa che un sogno, un mito, vive della sua fragilità, della sua impossibilità.

Oggi Obama, l'uomo, sa che dovrà dare corpo a tutti questi sogni; sa che questo compito, gravoso in passato per gli “Dei”, è tanto più gravoso per un “uomo”.

Oggi Obama è l'uomo più solo della terra.

Oggi, come dice giustamente Mandela, questo è un mondo migliore.

Attenzione però, cari abitanti di Obama City, miei concittadini potrei dire, mitizzando l'uomo sarete – saremo – i suoi più grandi nemici.

 
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Il cimitero degli elefanti

Post n°35 pubblicato il 28 Luglio 2008 da ElPesoDelAlma
 

Dopo Dilimberto ed il "suo"PDCI, anche Rifondazione Comunista si affida ad un "duro & puro" come Ferrero per portare il popolo comunista italiano verso la sua annientazione.

Strizzare l'occhio alla voglia extrapalarmentare di certe frange, rifuggire le prolematiche di un'Italia in grave crisi di idee e di valori, dire addio alle responsabilità di governo, incamminarsi come gamberi nella via della storia, può voler dire solamente rannicchiarsi in un angolo ed aspettare la fine.

Bertinotti ha avuto il coraggio di sognare una nuova via per la Sinistra Radicale. La Sinistra Arcobaleno doveva essere il superamento di inutili antagonismi, la piattaforma politica antimilitarista, pacifista, ecologista. Una politica attenta alle esigenze dei più deboli, degli emarginati, delle classi più disagiate.

Il pragmatismo bertinottiano aveva trovato in Vendola la dimostrazione della sua fattibilità in campo amministrativo, la certezza che potesse essere compresa da una più ampia fascia sociale, facendosi punto di aggregazione per diventare maggioranza.

Il grave torto di Bertinotti è stato quello di non aver superato la soglia minima, di non aver portato deputati in Parlamento anche se, in effetti, tale colpa dovrebbe ricadere su quanti non sono andati a votare.

Eppure dovrebbe essere chiaro al popolo della Sinistra Radicale che il progetto "Arcobaleno" era e rimane a tutt'oggi l'unico possibile per non essere risucchiati da un nichilista extraparlamentarismo che non può di certo portare il suo fattivo contributo nell'azione di opposizione al governo delle "nuove destre".

Le piazze non si riempiono più, le classi sociali, negli ultimi anni, hanno subito un accorpamento consistente tanto da non poter più parlare di "proletariato" in senso stretto in quanto è evidente che la nuova classe "sofferente" in Italia va dai precari agli operai come dagli impiegati ai piccoli commercianti.

Nel frattempo a Sinistra, mentre tutti chiacchierano, solamente il Partito Radicale continua, incessantemente, con pochi uomini e pochi mezzi, quelle battaglie civili che dovrebbero essere combattute da quanti si richiamano a certi valori.

Veltroni ha fatto il suo corso, ha avuto la sua occasione. Il Partito Democratico deve assolutamente trovare un nuova classe dirigente in grado di proporre in Italia un grande Partito di Sinistra, riformatore e di governo, quale alternativa possibile e proponibile all'attuale.

 
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