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Creato da signorina.elle il 24/03/2008
Era un mondo adulto si sbagliava da professionisti...
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Una generazione non c'è che dire
Il tempo ha lasciato i suoi segni, per forza, ma ancora belli, molto di più se posso dire...
Belli di un bello interiore
Strano a dirsi in tempi in cui tutto si deteriora
Noi no, migliori di allora, di quando "a vent'anni si è stupidi davvero"...
Li guardo incredula... Più ironici, più disposti alle confessioni, privi di quelle difese e di quelle piccole cattiverie che allora coronavano i nostri atteggiamenti....
Regà il letto è ancora caldo, pensiamoci bene prima di entrare...
oppure
Regà è morto Bob Marley, oggi non si entra in segno di lutto...
Sorrido a guardarli ora professionisti affermati, senza esplicitarlo, appesantiti da qualche chilo, dai problemi, dai dolori della vita, ma anche arricchiti da una conquistata disponibilità...
Non più difesi, umani e veri.
Pieni di scuse, di imbarazzi di un tempo, di confessioni che oggi ci fanno scoppiare a ridere, ma che allora erano i nostri patemi...
Ho chiuso un cerchio in maniera brillante...
I miei compagni di scuola.
Questa era d'obbligo, colonna sonora di pomeriggi passati a cantare, invece che a studiare.....
Harvest - Neil Young
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Attacco la cannula, lo faccio ogni giorno.
Dritta in vena...
E aspetto
Aspetto l'effetto
Mi stendo e mi concentro
Lascio scorrere le sensazioni negative, il pianto, il fallimento, l'angoscia...
Pratico questa terapia da diversi mesi... ha già iniziato a dare i suoi frutti
L'effetto è tangibile
Totale estraneità
Non faccio fatica ad uscire dalle situazioni perchè mai ci entro davvero, lo spostamento da dentro a fuori è ossessivo...
Esco fuori e guardo dentro, mai il contrario...
Asettica sono, asettica mi avete voluto...
Concedo le mie emozioni solo a me stessa, godo di musica e parole...
Mica poco...
Egoista, cinica...
Se fossi cattiva non piangerei per certi pezzi come questo ad esempio...
Non mi sentirei il cuore sciogliere per ciò che solo io conosco...
Cerco condanne, aborro le assoluzioni...
Piango la fame, le ingiustizie, i soprusi...
Mai per me...
The River - Bruce Springsteen
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Che non si pente, nemmeno quando le parole travalicano il ragionevole, urtano contro gli altri senza ribalzare, insudiciandoli del suo veleno...
Dopo tanto attorcigliarsi nei mille processi più che sommari, ora sparla e vomita, tracima rancore, irragionevolezza...
Ha coltivato il suo livore, annaffiandolo di amore, giorno dopo giorno, lo ha concimato con mille analisi a suo carico
Ha rianimato il suo ego con respirazioni a bocca a bocca, ma l'alito era tossico e malato
Ora sputa e urla, anche quando non vorrebbe, anche quando non ce ne è ragione
La cattiveria le ha preso la mano lievitando come un blob grigiastro, che nessuno mai, nemmeno lei, riesce a contenere...
Passa indenne attraverso il dolore.
Le cattive persone non soffrono mica, anzi un po' se lo meritano, ché tanto non hanno sensibilità, né regole, né ritegno...
Che cattiva ragazza che sei, per te, non c'è più tempo per alcuna redenzione...
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E siamo noi a far ricca la terra
noi che sopportiamo
la malattia del sonno e la malaria
noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano,
e noi piantiamo il mais
su tutto l'altopiano.
Noi penetriamo foreste, coltiviamo savane,
le nostre braccia arrivano
ogni giorno più lontane.
Da noi vengono i tesori alla terra carpiti,
con che poi tutti gli altri
restano favoriti.
E siamo noi a far bella la luna
con la nostra vita
coperta di stracci e di sassi di vetro.
Quella vita che gli altri ci respingono indietro
come un insulto,
come un ragno nella stanza.
Riprendiamola in mano, riprendiamola intera,
riprendiamoci la vita,
la terra, la luna e l'abbondanza.
E' vero che non ci capiamo
che non parliamo mai
in due la stessa lingua,
e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero
che abbiamo tanto da fare
e che non facciamo mai niente.
E' vero che spesso la strada sembra un inferno
o una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
dove non riconosciamo mai i nostri fratelli.
E' vero che beviamo il sangue dei nostri padri,
e odiamo tutte le nostre donne
e tutti i nostri amici.
Ma io ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotorlarsi per terra.
Io ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
Io ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra.
Io ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.
Ho Visto Anche degli Zingari Felici - Luca Carboni e Riccardo Sinigallia
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Un Paese in cui uno che ha scritto un libro, in cui racconta fatti conosciuti da tutti e smentiti da nessuno, deve girare con la scorta e non è più libero di andarsi a bere una birra, andarsi a comprare un libro o innamorarsi, è un Paese in cui tutti dobbiamo avere paura.
Roberto Saviano forse andrà via, lontano da qui.
Che il suo esilio forzato non passi nel silenzio, che non si accetti questa fuga, che si continui a parlarne, non solo per lui, ma per tutti noi.
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La prima volta la incrociai in metropolitana. Troppa gente, troppa fretta e il pudore di avvicinarmi e abbracciarla...
Stasera, seduta in un piccolo ristorantino di un ex quartiere degradato restituito alla cittadinanza romana dalla ex (purtroppo) giunta, si avvicina e ci chiede cosa vogliamo mangiare...
La guardo, e mentre chiediamo acqua, ci dice: minerale o liscia e noi: ma è uguale...
Lei decisa risponde, "no, dovete berla voi, dovete decidere voi"... E' giusto e ritrovo in queste banali parole, un orgoglio, un preciso richiamo alla scelta. In questo caso acqua.
E mentre penso di alzarmi dal tavolo e abbracciarla, stavolta, mi dico che no, il mio pudore, forse è anche il suo...
La guardo negli occhi chiarissimi, mentre ci serve cous cous e Nero d'Avola e immagino i giorni in carcere, le torture, il male che ha combattuto. Il movimento di opinione che si mobilitò in suo favore, gli appelli accorati per un suo sacrosanto rilascio e il suo rientro in Italia.
Penso alla sorella, morta in un incidente aereo mentre tornava da Cuba e la dignità di sua madre.
Penso che non son degna di farmi servire del cous cous da lei.
Forse tornerò in quel posto e l'abbraccerò senza mangiare nulla e senza aggiungere altro....
Canzone per Silvia - Francesco Guccini
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Ricordi? Sbocciavan le viole...
Se fossi stata poeta avrei scritto questi versi, se fosse stato in un prato o se fosse stata primavera...
Sono stati i "se" che hanno stonato il pezzo, come quando ci giri attorno ad un tema, ma qualcosa ti impedisce di eseguirlo come si dovrebbe...
Quindi ci riprovo, in maniera più realista e più adatta alle mie possibilità...
Ricordi? Mi imploravi di mandarti via, ed io dicevo che non potevi chiedermelo
E mentre con una mano ti chiudevi gli occhi, la luce si intrappolava nel lucido dei tuoi riccioli, nelle forme della mano, quella che tenevi sul mio seno...
E mentre dicevo, dillo solo se lo pensi, mentendo riaffermavi il concetto
Che mentivi lo avresti scoperto più tardi, non so se prima o dopo di me...
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La rivoluzione, la lotta, l'impegno.
Sono cambiate le modalità, i bisogni, gli aspetti...
Ma l'urgenza è la stessa, forse è aumentata...
Finite le grandi imprese, la lotta di classe, la rivoluzione armata, le idee universali....
Il bisogno non è mutato, l'esigenza rimane intatta...
Ma la vera rivoluzione, oggi passa per i piccoli gesti, la resistenza quotidiana, l'affermazione dei diritti, l'accoglienza nei confronti dell'altro...
Il campo di battaglia è il nostro vivere quotidiano...
Fare la spesa, difendere il posto di lavoro, i diritti dei non omologati, le culture altre, i diritti all'infanzia ed alla vecchiaia...
Questa è la nostra battaglia, piccola quotidiana, ma non meno eroica...
Garantire una vita dignitosa per tutti, per chi è diverso da noi, per chi è più debole.
Questa mi appare oggi la vera rivoluzione...
Fare la spesa. Lavare i disabili. Riconoscere pari dignità ad una coppia gay. Accogliere i migranti. Facilitare la vita ai portatori di handicap. Tutelare le madri. Tutelare chi madre non è pronta ad esserlo. Progettare un futuro possibile ai giovani. Investire nella cultura. Incentivare la ricerca. Mettere un tetto sulle teste di tutti.
Sono stanca di discorsi fumosi, di parole forbite. Nauseata dai radical chic.
Le rivoluzioni sono tante. Piccole, piccole. Grandi, grandi.
Ognuno faccia la sua parte.
Si adoperi a cambiare mentalità, anche facendo la spesa, anche riciclando rifiuti, anche scambiando con chi non ci somiglia.
Questo è oggi il mio impegno, che di tante parole sono stanca...
Hasta Siempre Comandante - Carlos Puebla
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E' cambiato il mio concetto di spazio e tempo ...
Ora non sono dimensioni atte a definire le cose oggettive
Non sono parametri fisici
Sono i miei alleati
Li chiamo a raccolta, a difesa della mia rocca, da dove guardo le cose, da dove mi sono rinchiusa a cercar conforto e riparo
Il tempo è quello che mi do ogni volta, lo spazio è la distanza che frappongo tra me e le mie emozioni
Li chiamo a raccolta e loro ci sono, a volte arrivano da soli senza che nemmeno li abbia convocati.
Non appaia questo, una sconfitta o una via di fuga, al contrario...
Ora ci sono e molto più lucida, molto più consapevole delle mie scelte.
L'abulimia del sentire o del vivere, ci aiuta a capire dopo, che ogni cosa va gustata, pensata, assaporata e digerita.
Ci fortifica, ci aiuta a scegliere, a non svenderci, a donarci ancora di più se è il caso di farlo e nel frattempo, ci spinge a costruire e ad investire su noi stessi e a capire cosa vogliamo davvero.
Ringrazio spazio e tempo, senza di loro non ce l'avrei mai fatta.
My Foolish Heart - Bill Evans*
* Mentre Bill suonava questa delizia io nascevo, la cosa mi ha commosso
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Inviato da: adels08
il 29/03/2010 alle 15:37
Inviato da: kreislerdlg
il 24/12/2009 alle 12:55
Inviato da: AllieMcB
il 04/11/2009 alle 23:24
Inviato da: freakkitikkitavi
il 04/10/2009 alle 17:58
Inviato da: carlottavaldes
il 29/09/2009 alle 18:12