Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Maggio 2012

ORRORI DA GUSTARE: IL NUOVO CAVALIERE

Post n°2264 pubblicato il 20 Maggio 2012 da pierrde

"La berlusconorevole Fiorella Ceccacci, già attrice nel film «Corti circuiti erotici» e perciò autorevole membro della commissione Cultura...." (Massimo Gramellini, Una Tassa pelosa)

Continua a leggere su 

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1181

Notizia che entra di diritto nella mia rubrica Orrori Da Gustare e si insedia senza discussioni al primo posto assoluto. Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha conferito al pianista e compositore Giovanni Allevi l'onorificenza della nomina di Cavaliere al Merito della Repubblica. 

Tapiro d'oro virtuale al Presidente per l'ottima scelta in perfetta sintonia con il concetto di cultura espresso dalla nostra classe politica.

 

Milano, 19 mag. (TMNews) - Un riconoscimento particolare, diverso da tutti quelli che nella sua carriera da musicista aveva fino a oggi collezionato. Giovanni Allevi è stato insignito della nomina di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, conferita dal presidente Giorgio Napolitano. Il pianista e compositore marchigiano ha ricevuto l'importante onorificenza riservata a chi in Italia si è distinto "per benemerenze acquisite verso il Paese in ambito culturale, economico, sociale, umanitario".

Dopo le oltre 700mila copie vendute in tutto il mondo e i cinque dischi di platino vinti, Allevi è reduce dal successo della sua prima pubblicazione in Francia, la collection "Secret Love". Si autodefinisce "compositore di musica classica contemporanea", suscitando non poche critiche da colleghi ed esperti del settore.

fonte: 

http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20120519_00185.shtml#.T7jBfyLvbNE.facebook

 
 
 

MONDO CAPOVOLTO ?

Post n°2263 pubblicato il 19 Maggio 2012 da pierrde

Interessante intervista a Fabrizio Bosso da parte di Marinella Venegoni su La Stampa del 17 maggio. 

Eccone alcuni passaggi:

Nelle crisi epocali come quella che stiamo attraversando, càpita che si rovescino ruoli e aspettative: e capita che un musicista jazz come Fabrizio Bosso si ritrovi più prenotato e osannato che non tanti divi del pop, alle prese - loro - con l'attesa di un'estate che non si annuncia densa di affluenze.

Bosso, di certo, ci ha messo del suo, come scelte, per diventare quel che è: a 38 anni, militante jazz ancor prima del diploma assai precoce (a 15 anni) al Conservatorio di Torino, con la sua tromba ha suonato con grandi vecchi come George Russell e Carla Bley, e ha impreziosito una miriade di dischi pop, da Cammariere a Celentano, passando per molti Sanremo ormai, fino alla recente apparizione come guest star nel varietà di Panariello su Canale 5.

Un atteggiamento non schizzinoso nei confronti di alcun genere, al quale si accompagna però il lavoro in proprio con album rigorosissimi: a «Enchantment», omaggio a Nino Rota con la London Symphony Orchestra, seguirà il 22 l'uscita di «Vamos», con il sax di Javier Girotto. Seconda collaborazione dei due sotto il nome di «Latin Mood», è un progetto morbido, elegante, piacevolissimo, di inediti e cover come «A Taste of Honey» o «In a sentimental mood», con profumi di Anni ‘50 e reinvenzioni sonore che riscoprono certa anima latina del jazz rimasta un po' in ombra in questi anni confusi.

Bosso è anche uno che la fama (meritata) se l'è sudata. Lavora come un matto inseguendo il suo sogno, lascia spesso soli nella casa di Roma la compagna e il piccolo Mathias, di due anni, al quale ha dedicato un brano di «Vamos». Domani debutta in un breve tour giapponese, e per inizio giugno ha organizzato la terza edizione di un suo piccolo festival nella natia Piossasco.

Il disco è diventato poco più di un biglietto da visita per presentare i concerti. Lei ne incide parecchi, che fine fanno?

«Ne vendiamo tanti dal vivo, anche 100-150 ogni sera. Ma serve sempre distribuirli nei negozi, soprattutto per farci conoscere all'estero. Anche con numeri bassi, l'importante è esserci».

Il mondo si è capovolto, il pop è in sofferenza e lei non ha un momento libero.

«Per chi inizia non è facile, ma se si ha un po' di nome il lavoro è assicurato. Gli spazi non sono tanti, e i musicisti sempre gli stessi perché gli organizzatori voglioni andar sul sicuro: ma nel pop se la passan peggio, vedo che fanno fatica a chiudere i tour, ci sono concerti annullati per mancanza di prevendita».

Lei ha il piede saldo anche nel pop.

«Non l'ho cercato, è andata così e l'ho fatto volentieri. Non mi ritengo un purista ma le mie radici sono quelle: eppure non sarei felice di girare solo con un Quartetto, ho bisogno di altri stimoli, ho impostato la mia carriera sulle collaborazioni. Le incursioni nel pop mi divertono, come la tv: a piccole dosi».

Già, l'abbiamo ascoltata persino da Panariello.

«Ero ospite fisso, ho fatto interventi con vari cantautori, da Nina Zilli a Renato Zero, e ho accompagnato pure James Taylor nella prima puntata. Ora mi è arrivato il progetto di una grande star italiana, per un disco con orchestra, ma niente nomi».

Lei canta?

«Sono intonato ma mi vergogno. So fare lo scat ma non potrei in pubblico, ci vorrebbe una bottiglia di Amarone e non è il caso»

Il mercato internazionale più appetito?

«In Giappone almeno fino al terremoto è rimasta la cultura dei dischi. Poi certo ci sono gli Usa, ci ho suonato molto ma non è facile, è un investimento per ora andarci: una vetrina».

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=20&ID_articolo=1664&ID_sezione=12

 
 
 

IL PROGRAMMA DI CLUSONE: IT'S 32 !

Post n°2262 pubblicato il 18 Maggio 2012 da pierrde

 

Clusone Jazz giunge quest’anno alla XXXII edizione senza snaturare l’identità che da sempre lo contraddistingue: con un mix di proposte affidate ad artisti di statura internazionale e talenti emergenti il festival avrà luogo dal 22 giugno al 29 luglio 2012.

Coinvolgendo ben 10 Comuni - Calolziocorte (LC)Castione della Presolana (BG)Clusone (BG)Costa Volpino (BG), Finale Ligure - Finalborgo (SV)Dalmine (BG), Malegno (BS)Onore (BG), Rovetta (BG)Solza (BG) – continua a perseguire l’intento di veicolare il jazz per promuoverne e diffonderne la conoscenza e allargarne la partecipazione.

 

Ad inaugurare Clusone Jazz 2012 sarà, venerdì 22 giugno nella suggestiva cornice del Castello Colleoni di Solza, il Massa-Bon duo composto dall’esuberante sassofonista Piero Bittolo Bon e dal poliedrico chitarrista Simone Massaron. Il giorno seguente,sabato 23 giugno, il festival sconfinerà in Liguria con l’ormai abituale appuntamento a Finale Ligure - Finalborgo, per proporre il trio del sassofonista Mattia Cigalini, giovane talento del jazz italiano.

 

Sabato 7 luglio a Costa Volpino si esibirà l’Artchipel Orchestra diretta dal batterista, compositore e direttore d’orchestra Ferdinando Faraò. A seguire, sabato 14 luglio, un appuntamento al Museo Le Fudine di Malegno con il chitarrista Ermanno Maria Signorelli, del quale si è potuto recentemente apprezzare un’appassionante incisione in solo dal titolo Da capo.

Giovedì 19 luglio il festival farà la consueta tappa al Santuario del Lavello di Calolziocorte dove il trio composto da Fabio Brignoli,Fidel Fogaroli e Stefano Bertoli presenterà la loro recente incisione Filastorta e altri racconti.


 

Dal 20 al 22 luglio il festival torna a Clusone per il tradizionale weekend di full immersion nel jazz.

Si inizia venerdì 20 con l’omaggio ad Auand, la straordinaria casa discografica indipendente impegnata da dieci anni a dare voce al jazz meno convenzionale e dunque molto vicina per spirito e impegno militante a Clusone Jazz. La serata vedrà l’avvicendarsi di diversi momenti: l’incontro con Marco Valente, fondatore di Auand Records, la proiezione del video Auand meets N.Y.C. e due concerti nei quali sarà protagonista Francesco Bearzatti, prima con Gabrio Balducci e successivamente in solo con un omaggio a Duke Ellington.

Il pomeriggio di sabato 21 luglio sarà all’insegna della sperimentazione con l’eccezionale vocalità e l’esuberante creatività di Boris Savoldelli, che potrà essere gustata alle ore 18.00 durante l’Aperitivo in jazz offerto alle ore 17,00 nell’open space dell’Ecoforum di Clusone.

Alle ore 21.15 doppio concerto al Teatro Tomasini, con due proposte di sicuro interesse: il sodalizio inedito che vedrà protagonisti il pianista Umberto Petrin ed il batterista statunitense Pheeroan AkLaff in un omaggio a Thelonius Monk; a seguire il chitarristaSimone Guiducci a capo di un collaudato ed intrigante settetto che trova fonte d’ispirazione nella mitica figura di Django Reinhardt.

La giornata di domenica 22 si aprirà alle ore 11.00 con la presentazione del libro di Nicola Gaeta Una preghiera tra due bicchieri di Gin: omaggio ai protagonisti del jazz italiano edito da Caratteri Mobili e proseguirà alle ore 18.00 con il tradizionale appuntamento pomeridiano nella corte della Casa Museo Fantoni di Rovetta con il Re-union trio di Sandro SattaRoberto Bellatalla e Fabrizio Spera.

Alle ore 21.15, sempre al Teatro Tomasini di Clusone toccherà al Bassdrumbone di Ray AndersonMark Helias e Gerry Hemingwaye in chiusura a Walter Beltrami alla guida di un trascinante quintetto con Francesco BearzattiGiovanni FalzoneJim Black e Stomu Takeishi.

 

La settimana successiva riserverà un considerevole numero di opportunità a cominciare da giovedì 26 quando, a Dalmine, suonerà ilPost Jazz Mistress con Osvaldo Di DioVincenzo Virgillitto e Antonio Fusco.

L’appuntamento di venerdì 27 è a Onore con il Giro vago Trio composto dai promettenti Massimiliano MilesiRoberto Frassini Moneta e Filippo Sala.

Nel pomeriggio di sabato 28, ospiti nel bosco che avvolge il Roccolo di Giannino, oltre alle sculture in legno che fanno del luogo uno spazio espositivo senza eguali, sarà la volta di Paolo Botti e Daniele Degaro.

Domenica 29 il programma prevede due distinti appuntamenti. Alle ore 11.00 in località Donico al Passo della Presolana, nell’ambito del Festival Internazionale della Cultura di Bergamo si terrà il concerto Alturamente note di mezza estate dell’Orchestra Andrea Salmeggia, diretta da Gabriele Comeglio e arricchita per l’occasione da Gianluigi TrovesiAlberto Mandarini e Veronica Klarova.

A chiudere la 32^ edizione, Clusone Jazz offre l’imperdibile opportunità di riassaporare il fascino della Piazza dell’Orologio di Clusone, alle ore 21.15, con il vulcanico trombonista Gianluca Petrella (il cui profilo campeggia nel manifesto del festival), molto legato a Clusone Jazz per aver cominciato a frequentare il festival con Enrico Rava quand’era agli esordi di quella che è poi diventata una straordinaria carriera. Qui si esibirà alla guida del Tubolibre quartet con Oren MarshallGabrio Baldacci e Cristiano Calcagnile.

 

 

 

 

 
 
 

UMBRIA JAZZ: PROGRAMMA E COMMENTI

Post n°2261 pubblicato il 15 Maggio 2012 da pierrde

Da lunedi'14 è on-line il programma completo della manifestazione perugina.

Come sempre accolta da molta stampa incompetente con gli accenti sui nomi sbagliati (Sonny Rollins, Sting e Jack Bruce sono i nomi piu' importanti di Umbria Jazz 2012, Ansa.it), o addiritura storpiando i nomi o i fatti (È sempre ricco il programma dell’Umbria Jazz 2012 , la novità di quest’anno è che la manifestazione ha aperto i suoi orizzonti verso altri sonorità, pop, soul, blues e reggae. Presentato al Fuorisalone di Milano, nell’ambito dello Spazio Umbria, curato dalla Regione, sono stati annunciato i grandi ospiti, alcuni già conosciuti, altri sono una novità, fra cui Sting, Sonny Rollins, Chick Core, Stefano Bollano e Pat Metheny, si aggiungono, fra gli altri, Erykah Badu, Herbie Hancock ed Esperanza Spalding. Mondomusicablog.com).

  Poi ci sono affermazioni di personaggi credibili in materia quanto la nipote di Mubarak ( "Umbria Jazz e' il miglior festival jazz del mondo" Renzo Arbore, AGI.it). Cosa assolutamente non vera e anzi offensiva verso chi con impegno e passione e magari rimettendoci di suo il festival jazz lo organizza per davvero, con programmi molto più stimolanti e budget dieci volte inferiori.

Infine c'è il comunicato ufficiale che accompagna il programma, molto più equilibrato grammaticalmente e anche credibile:

Il Festival presenta un cartellone eterogeneo e dalle molte anime, che proverà a sintetizzare i variegati percorsi della musica, presentando al pubblico, oltre che il jazz nelle sue molteplici espressioni, anche pop, soul, reggae, blues e contaminazioni inedite. Sulle scene di Umbria Jazz 12 si alterneranno artisti di culto e giovani emergenti, icone della pop song e monumenti della black music, jazzmen alla prova con progetti assolutamente nuovi e ricchi di fascino. Location principale rimane l’Arena Santa Giuliana, dove avranno spazio i grandi nomi, poi il Teatro Morlacchi, dedicato al jazz più ortodosso. Un programma, quello dell’Arena, che è un vero e proprio festival nel festival: mai come quest’anno tanti generi musicali e artisti in grado di soddisfare i gusti musicali di tutti gli appassionati per quello che è un evento nell’evento. Il tutto sotto il segno della qualità che Umbria Jazz propone al proprio pubblico dal 1973.

Le mie perplessità non le ho mai nascoste, Umbria Jazz è uno dei tanti festival, non il migliore e assolutamente non più propositivo da diversi anni.

Forse è il più ricco e questo potrebbe già spiegare molte scelte incomprensibili ad un appassionato. Però è vero che all'interno del vasto programma è possibile ritagliarsi dei percorsi personali.

Credo che pochissimi possano soggiornare 10 giorni a Perugia: i costi di hotel, pranzi e biglietti sarebbero simili ad una grande vacanza nei posti più belli e lontani del mondo.

Obbligatorio quindi scegliere, cercando in 3-4 giorni di unire il meglio a seconda dei gusti personali. Se riuscirò ad organizzarmi, anch'io spero in una tre giorni che mi permetta di vedere Shorter, Rollins, Metheny e Gardot. Eppure, dopo aver letto attentamente il programma, la sensazione di un impoverimento generale di qualità ma anche di quantità per me è evidente: meno concerti di jazz al più famoso festival jazz. 

I concerti gratuiti (a parte le sfilate delle marching band nella via principale) poi sono per me da sempre abbastanza incomprensibili: nessuno, credo, si sposta per andare a Perugia ad ascoltare East Park Reggae Collective (non me ne vogliano, non so chi essi siano e vorrei continuare a rimanere nell'ignoranza).

Colore ? Contentino per i molti sfaccendati che vagano per la città ? Specchietto per i turisti ? Comunque, musicalmente, soldi sprecati e proposte risibili.

Le prime serate dedicate alle "contaminazioni inedite" si rivolgono ad un pubblico completamente diverso rispetto a quello che accorre per il jazz. Non lo si fa per nessun'altra ragione che per il profitto.

Le folle si sa accorrono per Sting e per altri miti più o meno polverosi, è noto che la qualità da noi è appannaggio di pochi e non rende assolutamente denaro.

Sono stato per molti anni un fedele frequentatore di Umbria Jazz. Da molto oramai ho cambiato lidi, ma al festival umbro va riconosciuta la possibilità di poter ascoltare tanto e buon jazz concentrato in pochi giorni. Ma tutto il resto è noia......

Il link del programma completo:

http://www.umbriajazz.com/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=180&explicit=SI

 
 
 

SOGNI

Post n°2260 pubblicato il 14 Maggio 2012 da pierrde

 

 

Ho fatto un sogno.

Niente di straordinario, nessun eroismo

nessun mondo salvato, nessun criminale redento ne poveri elevati.

Ho sognato di essere un ricco, ricchissimo benestante

(i sogni contengono molta fantasia)

Con il pallino per la musica

(con qualche elemento di verità)

Ho sognato di vivere in un luogo molto bello

con locations naturali meravigliosamente adatte a eventi

(poco onirico ma molto reale)

Ho sognato di dar vita ad un festival, non necessariamente jazz

in un borgo dove la massima tradizione culturale da sempre

è costituita dalla banda o dal coro

Ho sognato di invitare gli artisti che amo

facendo pagare un biglietto minimo, simbolico ma anti-sfaccendati.

Carta bianca a Steve Reich, Philip Glass, Kronos Quartet, Anthony Braxton.

Inviti a Meredith Monk, David Parson's Dance Company, Carolyn Carlson

Alvin Ailey American Dance Theater, The Necks,  Uri Caine, Bobby McFerrin, Ahmad Jamal.

Serate e pomeriggi con Brad Mehldau, Nels Cline, il Rova Saxophone Quartet, Wayne Shorter

Concerti evento con le diverse formazioni di Charlie Haden,  Dave Douglas e John Zorn.

Progetti speciali affidati a Odwalla, Enten Eller, Gianluca Petrella, Bobby Previte, Gavin Bryars ,

Riccardo Tesi, Renaud Garcia-Fons, Lars Danielsson, Mario Brunello, Brian Eno, Alessandra

Celletti, Giovanni Guidi, Pascal Comelade, Renè Aubry, Diamanda Galas, Vijay Iyer.

Musiche di Bach, film di Kurosawa e Agelopoulos, reading e teatro.

Tutto sia negli spazi all'aperto del borgo 

sia in posti che richiedono belle camminate .

Ho fatto un bel sogno

Piuttosto costoso, ma sicuramente originale

poichè nella realtà non esiste nulla che assomigli a tutto questo 

in nessun posto del mondo.

Avrò mangiato pesante la sera prima

Ma che bel sogno........

 

 
 
 

JACK HIRSCHMAN LIVE QUESTA SERA A MESTRE

Post n°2259 pubblicato il 14 Maggio 2012 da pierrde

 

Lunedì 14 maggio alle 21.30 - Centro Culturale Candiani d Mestre.

Jack Hirschman sarà protagonista, insieme alla poetessa anglo-svedese Agneta Falk, di un reading emozionante, intenso e provocatorio, come nella migliore tradizione statunitense. Il reading di Jack e Agneta sarà accompagnato dal basso acustico di Alessandro Fedrigo

Il grande poeta ed esponente di rilievo della controcultura americana, Jack Hirschman sarà protagonista, insieme alla poetessa anglo-svedese Agneta Falk, di un reading emozionante, intenso e provocatorio, come nella migliore tradizione statunitense. Il reading di Jack e Agneta sarà accompagnato dal basso acustico di Alessandro Fedrigo.Jack Hirschman e Agneta Falk sono due tra le voci poetiche di maggior impatto e spessore del panorama letterario contemporaneo. Hirschman è da molti considerato il più importante poeta americano vivente, con all'attivo oltre cento libri di poesia, saggi e traduzioni da nove lingue

.Attivista per i diritti civili, guerriero poetico a favore di poveri ed emarginati (leggendaria la sua battaglia contro la guerra in Vietnam), vicino agli ambienti della Beat Generation, è il simbolo della lotta per la giustizia sociale e la libertà artistica.Nel corso della serata, Jack Hirschman e Agneta Falk, in questi giorni in Italia per un tour, leggeranno alcuni brani, tratti dalle loro principali pubblicazioni, in lingua originale con contemporanea video-proiezione dei testi tradotti in lingua italiana. Un appuntamento da non perdere, dedicato a tutti gli appassionati di poesia, letteratura e musica.

CENTRO CULTURALE CANDIANI di Mestre ore 21,30

 
 
 

IN UN TRAGICO INCIDENTE SCOMPARE BERNARDO SASSETTI

Post n°2258 pubblicato il 13 Maggio 2012 da pierrde

Era considerato uno dei pianisti portoghesi più creativi della sua generazione. Una caduta da una scogliera è stata fatale a Bernardo Sassetti, pianista e compositore nato a Lisbona il 24 giugno del 1970.

Secondo le autorità, Sassetti sarebbe caduto mentre stava scattando fotografie in una località balneare a una quarantina di chilometri dalla capitale. Un’inchiesta chiarirà le circostanze esatte della morte.

Sassetti aveva iniziato a studiare pianoforte all’età di nove anni. Di formazione classica, si era poi orientato al jazz, sotto l’influenza di artisti quali Bill Evans e Keith Jarrett. Ha pubblicato una ventina di dischi e lavorato anche per il cinema.

Fonte: http://it.euronews.com/2012/05/12/morto-il-pianista-portoghese-bernardo-sassetti/

 

 

 

 

 
 
 

BATTITI NEL WEEK END

Post n°2257 pubblicato il 12 Maggio 2012 da pierrde
 

SABATO 12 MAGGIO 2012
BATTITI DAL VIVO:
LUCA VENITUCCI

Si rinnova l’appuntamento con la musica suonata dal vivo nella storica sala M di via Asiago 10 nel sabato notte di radio3.

Il nuovo incontro con le sedute di registrazione di battiti ha come protagonista Luca Venitucci alla fisarmonica e alla voce.

Artista romano che da piu’ di vent’anni fa parte di quella schiera di musicisti aperti e curiosi che animano la scena dell’improvvisazione italiana ed europea.

La musica riflette perfettamente il suo percorso artistico che si snoda tra gruppi di improvvisazione elettroacustica comeOssatura e lo Zeitkratzer Ensemble - di cui ha fatto parte dal 1996 al 2002 - con il quale ha eseguito e registrato composizioni di musica contemporanea.

Luca Venitucci presenta Interstizio - il suo ultimo disco in solo stampato dall’etichettaBrigadisco - proponendo un set originale di canzoni che, attraverso la libera costruzione, si muovono agilmente tra le tante declinazioni musicali della sua personalissimavisione sonora 

DOMENICA 13 MAGGIO 2012
GIL EVANS E LE NUVOLE DI SUONO

Stasera celebriamo i cento anni dalla nascita di Gil Evans, pianista, arrangiatore, compositore nutrito di insaziabile curiosità. Amava dire che “la comodità è la peggiore assefuazione a cui un uomo possa cedere”, una comodità che ha sempre rifiutato, anche a prezzo di un minor successo commerciale. Apprezzato dai musicisti di tutto il mondo per le sue doti di orchestratore, Evans ha portato le sue “nuvole di suono” a interagire con i linguaggi del jazz, del pop, del rock e della classica, con un’idea dell’arrangiamento come reinvenzione creativa. Ben lo dimostra il suo percorso che seguiremo attraverso gli ascolti – dalla celebre collaborazione con Davis, alle sue riletture del repertorio hendrixiano – fino alla sua ultima prova discografica in duo con Steve Lacy che lo vede semplicemente al pianoforte, a confermare la sfida di una vita.

 

 

 
 
 

I REMEMBER ESBJORN

Post n°2256 pubblicato il 11 Maggio 2012 da pierrde

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01. Eight Hundred Streets By Feet

02. Mingle In The Mincing Machine

03. Where We Used To Live

04. Definition Of A Dog

05. Dolores In A Shoestand

Esbjörn Svensson (Piano)

Dan Berglund (Contrebasse)

Magnus Öström (Batterie)

Il 14 giugno del 2008 periva in un tragico incidente subacqueo il pianista svedese Esbjorn Svensson, all'apice della maturità e della creatività raggiunta con il suo trio.

Dopo la sua scomparsa usci' l'album Leucocyte, una selezione di brani registrati in studio e solo parzialmente editati prima della sciagura.

Da poche settimane, pescando tra i nastri registrati nello Studio 301 di Sidney, Dan Berglund e Magnus Ostrom hanno scelto le nuove composizioni che sono uscite con il titolo 301.

Si tratta di un album riflessivo, intimista, dai colori tenui ma dallo spessore notevole. Un cambio di programma piuttosto evidente rispetto agli ultimi album dove a prevalere era un dark-gotik elettronico spettacolare ma non sempre lucido e calibrato.

Naturalmente queste sono considerazioni che faccio in base ai miei gusti personali: ho avuto la possibilità di ammirare molte volte il trio in concerto, da quando erano praticamente sconosciuti fino al periodo precedente la dipartita di Svensson. 

Ho sempre ammirato il gioco personale di interscambio tra i tre musicisti, il gusto e la sensibilità del pianista, la flessuosità e la leggerezza della sezione ritmica. Forse nessun album rende perfettamente quel pathos lirico e quella irresistibile morbidezza ritmica che invece dal vivo era una costante delle loro esibizioni.

Quando il successo ha cominciato a fare capolino hanno accentuato quelle linee rock da sempre nel repertorio e quegli inserti di elettroniche che spesso non hanno trovato il mio personale consenso ma che invece hanno contribuito a creare loro una vasta popolarità non solo in Europa ma anche negli States dopo alcune tournè nei colleges.

Queste poche righe vogliono essere un ricordo di Esbjorn ma anche un invito a scoprire la sua musica e non solo dagli album ufficiali.

Si sa che in rete si possono trovare cose impensabili; ebbene seguendo il link a fine post sarà possibile scaricare tramite Torrent 12 album bootleg di altrettante esibizioni live nel corso di diversi anni, dal 2001 al 2011.

Ogni album ha la copertina, i titoli dei brani ed i nomi degli eventuali ospiti. Il primo album raccoglie il tributo a Svensson registrato a Salzau durante il Jazz Baltica lo scorso 2 luglio 2011 e vede tra gli ospiti  Nils Landgren, Leszek Mozdzer, Lars Danielsson, Pat Metheny, Yaron Herman, Michael Wollny,Viktoria Tolstoy.

Infine il video che propongo è un film di Frank Cassenti trasmesso dall'emittente francese Mezzo che illustra il concerto del trio al festival di Marciac del 2007.

Ecco un breve ritratto del trio da Wikipedia:

 

Nel 1990 Svensson fondò il suo primo gruppo con l'amico di infanzia Magnus Öström alle percussioni. Nel 1993 si aggiunse il bassista Dan Berglund e così nacque lo Esbjörn Svensson Trio.

Nel 1993 fu pubblicato il loro primo album When Everyone Has Gone. A metà degli anni novanta il trio cominciò ad essere famoso e nel 1995 e 1996 in Svezia Svensson fu nominato Musicista Jazz dell'Anno. Nel 1999 il gruppo acquisì notorietà internazionale con l'album From Gagarin's Point Of View, inciso con l'etichetta tedesca ACT che ne promosse la distribuzione in tutta Europa.

Con la pubblicazione dell'album Good Morning Susie Soho (2000) e Strange Place For Snow (2002), il trio cominciò ad essere conosciuto anche negli Stati Uniti. Nel 2002 il gruppo fece un tour di 9 mesi in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. I loro album successivi Seven Days Of Falling (2003), Viaticum (2005) e Tuesday Wonderland (2006) ebbero una buona accoglienza sia dalla critica che dal pubblico.

Nel numero di maggio 2006, la rivista specializzata americana Down Beat dedicò al gruppo la copertina. L'album E.S.T. Live in Hamburg, pubblicato nel 2007, è la registrazione del concerto tenuto nell'autunno 2006 ad Amburgo in Germania durante il Tuesday Wonderland Tour.

Il loro ultimo album Leucocyte (2008), è il frutto dell'integrazione della musica elettronica nelle sonorità del gruppo. Esso, è stato pubblicato postumo alla morte di Svensson, avvenuta, il 14 giugno, a causa di un incidente subacqueo a seguito del quale il trio si sciolse. Nel 2009, è stata pubblicata una raccolta, sempre dall'etichetta tedesca ACT, intitolata Retrospective - The Very Best Of E.S.T.

Link:

http://www.demonoid.ph/files/details/2914589/005048764902/

 
 
 

I CENTO ANNI DI GIL

Post n°2255 pubblicato il 10 Maggio 2012 da pierrde

Domenica 13 maggio ricorre il centenario dalla nascita di un grande personaggio della nostra musica, Gil Evans.

In un ambiente dove gli omaggi si sprecano, spesso a sproposito, ancora non ho ne visto ne letto di nessun festival o musicista che abbia preso in considerazione questa data per rendere il dovuto tributo ad un band leader e attangiatore che ha scritto pagine memorabili.

Ho avuto la possibilità di ascoltare Evans e la sua orchestra diverse volte, anche se il ricordo non è più vivo dato il molto tempo trascorso dalla sua scomparsa, oramai 24 anni.

Ecco allora che per tenere viva la memoria mi giunge in soccorso la Gil Evans Tv che poco più di un mese fa ha inserito in You Tube questo splendido concerto registrato allo Sweet Basil lo stesso anno della morte del musicista.

L'orchestra di Evans era di casa nel piccolo ma storico locale newyorkese che purtroppo non esiste più. Suonava regolarmente e posso assicurare, per esperienza diretta, che ogni set aveva il tutto esaurito. 

Un ritratto di Gil Evans tratto da Wikipedia:

Gil Evans, all'anagrafe Ian Ernest Gilmore Green (Toronto, 13 maggio 1912 – Cuernavaca, 20 marzo 1988), è stato un direttore d'orchestra, compositore, pianista e arrangiatore canadese.

È stato innovatore importante nei campi del cool jazz, jazz modale, jazz elettrico. Dopo anni di professionismo si mette in luce modificando la strumentazione (con corni francesi e tuba) e il sound dell'orchestra del pianista Claude Thornhill, in cui militano alcuni musicisti coi quali resterà legato a vita: Lee Konitz, Ernie Royal, Barry Gailbraith, Danny Polo, Louis Mucci, Johnny Carisi, Bill Barber.

Attorno al 1947 il suo appartamento sulla 52ª strada diventa il centro della vita musicale di New York, grazie all'andirivieni di grandi protagonisti della scena musicale dell'epoca, che si fermano a dormire e discutere di musica e vita; tra loro Charlie Parker, George Russell, Dave Lambert e il nonetto (che in seguito sarà chiamato anche Tuba Band, per la presenza, appunto, di una tuba) che si andava riunendo intorno al trombettista Miles Davis, le cui session avrebbero costituito il progetto in seguito noto come Birth of the Cool: ad esso parteciparono, tra gli altri, John Lewis, Gunther Schuller, Gerry Mulligan, Max Roach, J.J. Johnson e Lee Konitz.

Nel 1957 Evans incide il suo primo disco per la Prestige (Gil Evans and Ten, con molto piano e soli di Steve Lacy, Paul Chambers e Jimmy Cleveland) e inizia per la Columbia Records una fruttuosa collaborazione con Miles Davis, che produrrà album celebri, quali Miles Ahead, Porgy and Bess, Sketches of Spain, Quiet Nights. Seguono importanti capitoli della storia del jazz, come Great Jazz Standards, New Bottle, Old Wine (con Cannonball Adderley e il chitarrista Chuck Wayne), Out of the cool (con i quindici minuti di La Nevada, e i solisti Johnny Coles, Jimmy Knepper, Tony Studd, Ray Crawford, Ron Carter e il vecchio Budd Johnson) e The Individualism of Gil Evans (con Kenny Burrell, Wayne Shorter, Thad e Elvin Jones).

Seguono altri anni di oscurità, poi, nel 1969, il ritorno in grande stile con l'orchestra elettrica: da qui alla morte, la vita di Evans è una continua tournée con esiti discontinui ma spesso molto buoni, come The Gil Evans Orchestra Plays the Music of Jimi Hendrix, assieme ai fedelissimi Lew Soloff, Hannibal Marvin Peterson, Warren Smith, David Sanborn, Dave Bargeron, Dave Taylor, John Clark, Bob Stewart, Howard Johnson, Billy Harper, George Adams.

 

 
 
 

SIENA JAZZ AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO

Post n°2254 pubblicato il 09 Maggio 2012 da pierrde

La Fondazione Siena Jazz parteciperà alla venticinquesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, la più importante fiera dell’editoria italiana in programma dal 10 al 14 maggio al Lingotto Fiere. La prestigiosa istituzione jazzistica senese sarà presente all’interno del padiglione interamente dedicato alla musica, rappresentata dal Gaga quartet, una formazione composta da quattro giovani musicisti selezionati tra i migliori allievi dei propri corsi di diploma: Giovanni Benvenuti ai sassofoni; Andrea Mucciarelli alla chitarra, Giovanni Mancini al basso elettrico, Andrea Beninati alla batteria, percussioni e violoncello, che si esibiranno venerdì 11 maggio, alle 21.30.

Sabato 12 maggio alle 18.00, invece, presso l’Auditorium del Salone si svolgerà la presentazione delle due principali attività di Alta formazione della Fondazione: la 42ª edizione dei “Seminari estivi internazionali di Siena Jazz”, cioè i corsi intensivi di alta formazione di musica jazz più prestigiosi e apprezzati a livello internazionale, tenuti da 35 docenti nazionali e internazionali e riservati ad un numero chiuso di 120 studenti, molti dei quali provenienti dall’estero; e l’attivazione dei nuovi corsi triennali di Diploma accademico aventi valore legale “SJU - Siena Jazz University”. Siena jazz è, infatti, la prima istituzione non statale in Italia ad aver ottenuto l’autorizzazione ministeriale a rilasciare diplomi accademici equiparati ai diplomi universitari. A seguito di questo importante riconoscimento sono nati i corsi di laurea triennale “SJU - Siena Jazz University”, il nuovo settore dell’alta formazione musicale della Fondazione Siena jazz, che si affianca così al settore ricerca costituito dal Centro nazionale studi sul jazz “A. Polillo” con biblioteca ed archivio sonoro.

 Sempre sabato 12 maggio alle 19.00, sempre presso l’Auditorium “DIMENSIONE MUSICA”, la Fondazione Siena Jazz sarà fra i partecipanti che introdurranno il tema dell’ “ACUSTICA ACCESSIBILE” insieme alla società di ricerca e sviluppo umbra B-BEng. In accordo con Sviluppumbria e il Polo Scientifico Didattico di Terni (Università degli studi di Perugia), sarà presentato, infatti, GUIDACUSTICA.it, il primo step sulla via della costituzione dell'auspicato Polo Acustico Nazionale, in cui la Fondazione Siena Jazz è chiamata a rappresentare l'eccellenza nel campo della didattica musicale dell’alta formazione. La platea vedrà la presenza di molti interpreti dei laboratori collettivi: scuole di musica di vario livello, centri musicali polifunzionali, studi di registrazione, negozianti, importatori ma anche investitori, ricercatori, professionisti del mondo della comunicazione e del marketing, artisti, operatori internazionali, associazioni, giornalisti e così via.

 La Fondazione Siena Jazz sarà indicata come uno dei principali laboratori attivi, dove poter sperimentare i frutti della ricerca collettiva e ricevere i feed back indispensabili per il proseguimento del progetto. Alla Fondazione Siena Jazz sarà formalmente chiesto di rendersi ambasciatrice verso un panorama internazionale di rapporti fondamentale per la crescita del progetto del costituendo Polo Acustico. Un altro momento qualificante che contribuisce a dare un’immagine positiva di Siena in campo nazionale, nel settore della cultura, dell’alta formazione musicale, della ricerca artistica e delle tecnologie musicali.

Fonte: www.intoscana.it

 
 
 

QUESTA SERA SU RADIOTRE

Post n°2253 pubblicato il 08 Maggio 2012 da pierrde
 

martedě 8 maggio 2012 20.30
Locandina
IL CARTELLONE

CAPRARICAINJAZZ: Vito Di Modugno Band

Massimo Manzi, batteria

Pietro Condorelli, chitarra

Michele Carrabba, sax tenore, sax soprano

Jerry Bergonzi, sax tenore

Fabio Morgera, tromba

Vito Di Modugno, organo Hammond

registrato a Caprarica di Lecce, Masseria Stali, il 31 luglio 2011

 

ORSARA MUSICA JAZZ FESTIVAL: Antonio Ciacca “Orsara Suite”

Jerry Bergonzi, sax tenore

Jim Rotondi, tromba

Lucio Ferrara, chitarra

Mark Sherman, vibrafono

John Webber, contrabbasso

Joe Farnsworth, battera

Antonio Ciacca, pianoforte

registrato a Orsara di Puglia il 6 agosto 2011

 
 
 

ALTRE NOVITA' IN CASA ZORN

Post n°2252 pubblicato il 08 Maggio 2012 da pierrde

Un'altra occhiata in casa Zorn, favorita da questo bellissimo e lungo video del 1999 registrato a Varsavia e che vede all'opera tre progetti Masada: lo String Trio, Bar Kokhba e il Masada Quartet.

In uscita prossimamente altri due album che sul sito della Tzadik cosi' vengono descritti:

John Zorn: Templars-In Sacred Blood [#7398]

Over a year in the making, the 6th CD in the Moonchild legacy is a testament-tribute to the Poor Fellow-Soldiers of Christ and the Temple of Solomon, the legendary crusading Warrior-Monks whose 200-year rise to power ended abruptly in 1307 under accusations of heresy. With lyrics opening a new world of possibilities, the music exudes a powerful emotional intensity. Patton's versatility is at its peak, and he sings everything from Gregorian Chants and atonal melodies to hardcore screams and passionate whispers. The evocative organ of John Medeski adds a deeply religious tone to the drama, and the Dunn-Baron rhythm section is at its raging best!

 

John Zorn: The Hermetic Organ [#7399]

This is the first volume documenting Zorn's breathtaking solo organ improvisations. Although organ was Zorn's first instrument (he often credits Lon Chaney in the silent classic Phantom of the Opera as a primal influence), in 2011 Zorn surprised even his hardcore fans by initiating a new series of solo organ concerts in churches around the world. Premiering at the historic Christ Church in Philadelphia, the word on these concerts spread like wildfire and further events were set up in Belgium, France and of course in New York. Often late night affairs free to the public, the music is breathtakingly beautiful, and distinguished by a spiritual mood that only a huge pipe organ can create. A perfect outlet for Zorn's dramatic sense of color and contrast, we hear the composer’s mind at work in all its bizarre permutations—huge blocks of sound, chords, clusters, counterpoint, drones, ostinatos, lyrical melodies and more—often all at the same time! This CD presents the climax event of Zorn’s acclaimed Composer Portrait in December 2012 at Columbia University’s Miller Theatre—a thrilling solo organ concert unlike anything you’ve ever heard.

Infine un'altra primizia: nel 2013 sono previste ben 5 Masada Marathons. Ecco dove e quando:

 

31 janvier et 1er février: Moscou

2 et 3 février : Pologne

27 juillet : San Sebastian, Espagne

28 juillet : Marciac, France

14 et 15 septembre: New York

 

 
 
 

NIENTE JAZZ AL FESTIVAL JAZZ

Post n°2251 pubblicato il 07 Maggio 2012 da pierrde

Vicenza, questa settimana, è tutta jazz. Lo si capisce dai cartelloni gialli e arancioni che tappezzano la città, dai gruppi che suonano agli angoli delle strade e dalle facce un po' più strane delle solite che si vedono in giro. Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, ci ha pensato Elio (quello delle Storie Tese) a ricordarlo durante il maxi concerto di apertura di New Conversations presentato sabato sera in piazza dei Signori.

E allora ecco che Stefano Belisari (all'anagrafe di Milano è registrato così dal 1961, Elio è un nom de plume ricavato dal titolo di una delle sue prime canzoni) si presenta sul palco in completo bianco e farfallina, un po' cameriere in Costa Azzurra, un po' mafioso a Brooklyn, mooolto crooner di grande orchestra, di quelle con l'insegna davanti a ogni musicista, che accompagnavano con grandi squilli di tromba Ella Fitzgerald o Frank Sinatra.

Tutto dunque è rigorosamente e tremendamente “jazz”, per le migliaia di persone stipate in piazza: Mangoni, l'insider mascherato che dà corpo alle follie dei testi “eliani”, è “un monumento del jazz italiano”; il burlesque, genere porno soft portato da poco alla ribalta indovinate da chi, “affonda le sue radici nel jazz” e avanti così con un'insistenza che sfiora lo sfinimento. La cosa meno jazz di tutte, è la musica.

Si perché, a parte qualche accordo del “giovane” Rocco Tanica che al piano fa finta di essere Duke Ellington e un paio di squillanti assolo di sax, gli Elii non rinunciano al loro stile particolare, diventato famoso proprio perché non ha un canone preciso ma si diverte a prendere a prestito (e in giro) i più svariati generi musicali.

Si inizia – puntualissimi, alle nove spaccate, roba mai vista a un concerto rock – con la rutilante “Vendetta del fantasma Formaggino” che offre a Mangoni lo spunto per il suo primo raid mascherato e alla band il modo da mettere a punto il suono. Poi tocca a “Shpalman”, inno al supereroe che combatte i cattivi con un metodo tutto suo e a “Gomito a gomito con l'aborto”, accorato grido in difesa della donna che, chissà come mai, è stato rifiutato al festival di Sanremo.

“Come gli Area” è un sentito omaggio al gruppo di Demetrio Stratos che mette in bella mostra le capacità camaleontiche di Elio e le sue Storie Tese. Con il brano successivo, “Plafone”, si passa al progressive con un una fuga dell'organo che non ha niente da invidiare ai Camel o ai Gentle Giant; “Disco Music” è un titolo che parla da solo e “T.V.U.M.D.B.” (acronimo di Ti Voglio Un Mondo Di Bene) se la prende in un colpo solo con le mode giovanilistiche dei lucchetti attaccati ai lampioni e con chi affida ai muri le sue pene d'amore.

Il massimo della contaminazione è “Born to be Abramo”, fantasioso medley che contiene un paio di canzoni religiose (“Resta con noi Signore la sera” e “Esci dalla tua terra”), “Resta cu' mme” di Domenico Modugno, “You Make Me Feel” di Sylvester e “Born to Be Alive” di Patrick Hernandez. La parte ufficiale del concerto termina con “Parco Sempione”, grido di dolore per il solito crimine ecologico che contiene una strofa destinata a entrare nell'olimpo della letteratura italiana: “Piantala con 'sti bonghi, non siamo mica in Africa, porti i capelli lunghi ma devi fare pratica”.

I bis invocati a gran voce regalano “Nudo e senza cacchio”, l'immortale “Pippero” (con un richiamo al Coro femminile di stato della radio e televisione bulgara che ben si attaglia alla “Fiera dell'Est” celebrata quest'anno dal festival) e “Tapparella” che chiude con l'irresistibile grido di “Forza panino!”, slogan insensato e quindi liberatorio urlato da tutta la piazza. Insomma, quel diavolo di un Elio e quei diavoletti dei suoi orchestrali (il citato Rocco Tanica al piano, i classici Cesareo, Faso e Christian Meyer alla chitarra, al basso e alla batteria, il tuttofare Jantoman agli altri strumenti e la vispa cantante Paola Folli) riescono ancora una volta a entusiasmare il pubblico.

Merito della loro bravura, della magica coreografia palladiana e, come elegantemente ricordato da Elio, del fatto che il concerto era gratis.

Fonte: Il Giornale di Vicenza

 

Domande spontanee: assodato che Elio non centra un pippero con il festival, possibile che agli organizzatori non sia venuto in mente qualcosa di più coerente e in sintonia con il programma ?

Qualcuno ancora si illude che il pubblico che va ad ascoltare Le Storie Tese poi frequenti anche il festival ?

Non sembra ai vari direttori artistici dei festival jazz che stanno pian piano snaturando le loro stesse creature ?

Ah, non mi aspetto risposte, le so già ......

 
 
 

FESTIVAL AH-UM MILANO JAZZ DAL 14 AL 20 MAGGIO

Post n°2250 pubblicato il 07 Maggio 2012 da pierrde

Dal 14 al 20 maggio torna a “invadere” il Quartiere Isola l’Ah-Um Milano Jazz Festival con la sua decima edizione , ancora più ricca di appuntamenti e grande musica.

Come in passato il cuore della manifestazione è una nutrita serie di concerti jazz originali e innovativi, capaci di fotografare lo stato della scena musicale contemporanea e di porsi come elemento di collegamento fra tradizione e nuove tendenze.

I punti cardine sui quali è costruito il progetto 2012 sono quattro:

1. I PROGETTI SPECIALI

2. “VIVI L’ISOLA CHE SUONA”

3. GLI EVENTI COLLATERALI

4. AH-UM KIDS

I PROGETTI SPECIALI

con i protagonisti del jazz Ah-Um 2012 coincide con la decima edizione del festival, che si conferma come uno degli eventi jazz più importanti e autorevoli della città di Milano. Per l’occasione la direzione artistica ha deciso di dare un messaggio incisivo, con un programma di quattro progetti speciali ed esclusivi. Tra questi, la serata inaugurale con il concerto del Larry Schneider Quartet, dedicata al locale Capolinea, storico “tempio del jazz” italiano in cui hanno suonato i più grandi musicisti internazionali. Al mitico Blue Note, invece, il quintetto del pianista Francesco Grillo, che presenta il suo ultimo lavoro con nomi del calibro di Andrea Dulbecco (vibrafono) e Nico Gori (clarinetto).

VIVI L’ISOLA CHE SUONA

un circuito per i progetti emergenti Anche nell’edizione 2012 il motto Vivi l’Isola che suona (nato dalla partnership con ViviMilano-Corriere della Sera) contraddistingue un circuito di concerti, organizzati in spazi polifunzionali, gallerie d’arte, music club e locali, dall’ora dell’aperitivo a notte fonda. La rassegna rappresenta il culmine di un attento monitoraggio su progetti di musicisti emergenti, ma già all’attenzione della critica e del pubblico, allo scopo di valorizzare e dare maggiore visibilità ai più meritevoli.

GLI EVENTI COLLATERALI

il jazz al centro dei linguaggi Per il terzo anno consecutivo il festival ha trovato la sua sede ideale in tutto il quartiere Isola di Milano, coinvolgendo oltre che jazz club e teatri, anche gallerie d’arte e spazi espositivi. Per il 2012 sono in cartellone tre mostre di pittura e fotografia, che inaugurano contemporaneamente con tre concerti live. Il fil rouge delle mostre è, naturalmente, la musica.

Fotografia

Sezione dedicata principalmente alla fotografia di spettacolo. Ha per protagonista un “veterano” del settore, che ha documentato la storia del jazz internazionale negli anni Sessanta. Accanto alle foto dei più grandi musicisti dell’epoca, ci sono testimonianze di un’altra grande passione dell’autore, la Street Art, con immagini “rubate” in giro per il mondo nel nostro millennio. Il filo conduttore? Una parola che è quasi sinonimo di jazz: improvvisazione.

Arte

Anche quest’anno è prevista una mostra collettiva, che comprende dipinti,istallazioni e opere grafiche ispirate alla musica o, più precisamente, al suono nell’arte. La personale, invece, è dedicata al jazz e ai suoi grandi protagonisti, rappresentati con grande immediatezza e originalità. Video La sezione, inaugurata nell’edizione 2011, sarà ampliata e arricchita di contenuti, che approfondiranno il rapporto tra il jazz e Milano in chiave documentaristica. Fondamentali, a questo scopo, le collaborazioni con Visual Container, distributore internazionale di video arte, e Storie Digitali, che ha prodotto recentemente il documentario Milano Modern Sound.

Fonte: 

http://www.ecodimilano.com/festival-ah-um-milano-jazz-al-quartier-isola-dal-14-al-20-maggio.htm

 
 
 
 

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