Creato da pierrde il 17/12/2005

Mondo Jazz

Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.

IL JAZZ SU RADIOTRE

 

martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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JAZZ & WINE OF PEACE

Pipe Dream

violoncello, voce, Hank Roberts

pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig

trombone, Filippo Vignato

vibrafono, Pasquale Mirra

batteria, Zeno De Rossi

Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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I PODCAST DELLA RAI

Dall'immenso archivio di Radiotre č possibile scaricare i podcast di alcune trasmissioni particolarmente interessanti per gli appassionati di musica nero-americana. On line le puntate del Dottor Djembč di David Riondino e Stefano Bollani. Da poco č possibile anche scaricare le puntate di Battiti, la trasmissione notturna dedicata al jazz , alle musiche nere e a quelle colte. Il tutto cliccando  qui
 

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Messaggi di Giugno 2012

LA VITA CAMBIA. O NO ?

Post n°2306 pubblicato il 30 Giugno 2012 da pierrde

 

 

 

Il titolo del brano (La Vita Cambia) che Falzone e Arsene Duevi suonano nel post precedente mi ha dato la stura ad una serie di riflessioni e ricordi di natura musicale.

Nel 1968 avevo quindici anni, ascoltavo non senza difficoltà di reperibilità di materiali i Jefferson Airplane, Grateful Dead, Jimy Hendrix. Avevo già visto in concerto i Van Der Graaf, i Genesis, i Soft Machine. Ero attratto e incuriosito dal jazz pur senza averne nessuna esperienza diretta. 

Negli ultimi anni delle superiori mi capitò di vedere nell'arco di una settimana due guppi di jazz: il trio di Romano Mussolini, che suonando standards a me sconosciuti mi annoiò non poco. Ovviamente ero io a non avere gli strumenti per decifrare e comprendere quella musica, mentre un effetto galvanizzante e pienamente coinvolgente mi fece il gruppo di Nunzio Rotondo. Era da poco uscito l'album Bitches Brew di Miles Davis e il quintetto di Rotondo si ispirava apertamente a quell'incrocio di rock e jazz.

Mi entusiasmai, grazie anche all'approccio semplice e diretto di Rotondo verso noi studenti, e mi lanciai alla ricerca di quell'album dal titolo impronunciabile tanto consigliato dal trombettista italiano. Le difficoltà iniziarono quando finalmente riuscii ad acquistare il doppio vinile: mi sembrava musica difficilissima, astrusa, impenetrabile.

Per mesi riprovai a metterlo sul giradischi (era  poco più che un elettrodomestico, altro che hi-fi...): sconsolato e sconfitto, ogni volta rinunciavo dopo un pò. Passarono alcuni anni, e mi capito di ascoltare e vedere molti jazz, sia in concerto che su vinile.

Un giorno misi sul piatto Bitches Brew, senza aspettative e per pura assonanza ad un articolo che stavo leggendo su Miles: miracolo, mi sembrò una musica del paradiso, un torrente di energia e di bellezza...

La maggior parte degli amici di quei tempi però è rimasta ostinatamente attaccata a quello che di più leggero allora si ascoltava. Ancora oggi impavidi 50-60enni si pavoneggiano con l'impianto hi-fi di casa ascoltando (nel caso dei più evoluti) Pink Floyd e Led Zeppelin.

Devo confessare di avere un problema irrisolvibile: non riesco assolutamente a sopportare tutti quegli album che per anni ho letteralmente consumato. Non so cosa mi scatti in testa ma dopo un paio di minuti di qualsiasi disco rock anni 60-70, pur dei migliori, la noia ed il deja-vu mi rendono inascoltabile musica che pure ho amato profondamente.

E' il caso ad esempio del blues degli Zeppelin che posto (senza farlo partire per i motivi di cui sopra): allora per me era meglio di Ilona Staller, adesso, nonostante sia ancora un pezzo trascinante e bellissimo lo posso ascoltare solo per pochi minuti e solo grazie ai bei ricordi.

Mi è capitato anche, alcuni anni fa, di essere a Lugano ad Estival Jazz in attesa della esibizione del trio di Pat Metheny. Concerto di apertura, ahimè, degli Yes, gruppo britannico che nei primi 70' non mi dispiaceva affatto.

Vedere arrivare in scena degli ultrasessantenni vestiti da adolescenti, con improbabili chiome cotonate e prodighi di mossettine pericolose per l'artrite e le giunture logorate dal tempo mi ha messo di buon umore. La musica era (per me) assolutamente inascoltabile, vecchia non di decenni ma di secoli, sparata ad un volume alle soglie del dolore fisico, senza nessuna speranza di essere non dico attuale ma nemmeno appetibile per dei dinosauri sopravvisuti.

Ovviamente grande successo e grandi applausi, e allora, tornando al titolo del brano di Dueve e Falzone, La vita cambia, la controdomanda è : per chi ? Per pochi credo, almeno musicalmente, visto che nelle maggiori rassegne jazz si trovano molti dei nomi del rock di decenni fa. Ma la famiglia Marley, Sting, Jack Bruce, che cosa hanno da raccontare di nuovo e di stimolante oggi ? Se qualcuno lo sa mi faccia sapere, sono proprio curioso.

 
 
 

SUONI MOBILI

Post n°2305 pubblicato il 30 Giugno 2012 da pierrde

Continuando a segnalare le rassegne lombarde a me vicine ecco Suoni Mobili, una rassegna che imperversa per il terzo anno consecutivo tra le provincie di Lecco e Monza.

Ovviamente non tutto è jazz, ma ci sono comunque appuntamenti stuzzicanti e degni di considerazione. A mio modo di vedere, su tutti, il nuovo progetto di Francesci Bearzatti dedicato a Thelonious Monk.

 Si parte con un triplo set di concerti a Casatenovo (LC) dal titolo AFRICA MON AMOUR che si aprono il 3 luglio con l'ormai celebrato duo Arsene Duevi & Giovanni Falzone, un originalissimo impasto sonoro tra una delle più raffinante trombe contemporanee e una calda e avvolgente voce nera. Seconda tappa africana ancora con Duevi il 4 luglio nel suo "La mia Africa", polifonia per cantante solo. Chiude AFRICA MON AMOUR il 5 luglio il percussionista Tetè Da Silveira con un laboratorio-concerto dedicato allo djembè abbinato ad un aperitivo biologico presso il Ristorante Sanmauro.

Il 6 luglio inizia la serie di eventi che incrociano Suoni Mobili con Estate a Merate che si aprono con il doppio spettacolo VITA DA CARTONI / BOLLYWOOD BABILONIA, sonorizzazione dei cartoni animati in Super 8 e suoni da Bollywood a cura degli ensemble strumentali di Musicamorfosi.
sabato 7 luglio alle ore 21.30 inizia la NOTTE BIANCA DI MERATE con una serie di eventi, concerti, e performance organizzati per le vie di Merate tra Piazza Prinetti, il Museo Civico, la Biblioteca, l'Osservatorio Astronomico, Villa Confalonieri e l'Area Cazzaniga. All'interno della NOTTE BIANCA le esibizioni di Nadio Marenco e laboratorio di lettura, Valerio ScrignoliZanko L'Arabe Blanco in combinazione con i canti afro di Arsene Duevi e i SuperCoriHillside Power TrioAndrea Zani con le fiabe e le storie raccontate daMariangela Martino, Serenate mobili con Roberto Zanisi (percussioni), Elisabetta Citterio (voce) eDemetra Fogazza, e molto altro ancora.

Domenica 8 luglio ci si sposta a Cremella (LC) per un omaggio jazz ai cantautori genovesi da parte del quartetto Francesco BearzattiGiovanni FalzoneNadio MarencoAndrea Zani dal titolo: IL CIELO IN UNA STANZA.
Il 9 luglio TENNIS PIANO, due pianoforti e un campo da tennis, con Cyrille Lehn e Giovanni Colombo aSirtori (LC).

Successivamente è la volta di un altro ciclo di concerti dal titolo UN VIAGGIO ROCK VERSO L'UTOPIA che si apre con l'esibizione del quartetto di Giovanni Falzone, le Mosche Elettriche con un programma tutto Miles Davis e Jimi Hendrix a Desio (MB) il 10 luglio. Seconda tappa a Casatenovo l'11 luglio con "Monk & Roll" del Tinissima 4tet di Francesco Bearzatti, tra il jazz di Monk e il rock classico. Terza tappa rock laLED ZEPPELIN SUITE della Giovanni Falzone Contemporary Orchestra a Monticello Brianza (LC) il 12 luglio.

Si cambia completamente atmosfera il 13 luglio a Sirtori (LC) con lo STABAT MATER di Angelo Comisso, composizione originale interpretata dal Trio Lichtblick formato da Markus StockhausenAngelo ComissoChristian Thomé, accompagnato dal Coro vocale femminile Làtomàs diretto da Diana D'Alessio. Nella stessa serata segue SCOLPIRE IL SUONO, un'esibizione in solo di Markus Stockhausen nell'ambito della mostra di sculture di luce di Giorgio Riva.

Altro ciclo di concerti SUONI NOMADI che inizia con il concerto di Paolo Angeli e Takumi Fukushima, tra rock d'avanguardia e sperimentazione, a Barzago (LC) il 14 luglio. Segue Fabien Guyot a Sirtori (LC) il 15 con un'esibizione per percussioni iraniane, maghrebine e di ogni genere. Terzo appuntamento del ciclo quello con il cantante/violinista mongolo Dandarvaanchig Enkhjargal a Bulciago (LC). Si ritroveranno poi sul palco assieme per l'esibizione del loro acclamato power-trio Violons Barbares in uno spumeggiante concerto "barbar-rock" a Casatenovo (LC) il 20 luglio. Chiude SUONI NOMADI il chitarrista ungherese Ferenc Snétberger in un recital di chitarra contemporanea, tra musica rom, flamenco e Brasile a Barzanò (LC) il 21 luglio.

Doppio omaggio al compositore John Cage, nel doppio annirversario che ricorre nel 2012 con gli appuntamenti di A YEAR FOR CAGE, prima con la "chitarra preparata" di Paolo Angeli Seveso (MB) il 23 luglio, poi aSirtori (LC), il giorno successivo, con il chitarrista polacco Rafael Roginski.

Ultimo ciclo di eventi di SUONI MOBILI 2012 è VOCAL PARADISE, una serie di incontri dedicati alla voce. Si parte con il seminario "Circle Songs" con lo straordinario gruppo vocale statunitense WeBe3. Le lezioni che si tengono a Cremella (LC) durante la mattinata del 27 sono aperte a professionisti e amatori, coristi e cantanti con ogni tipo di preparazione. Sempre il 27 luglio a Merate (LC) Rhiannon, David Worm, Joey Blake dei WeBe3 si esibiranno da vivo in un concerto per voci sole. Il coro polifonico Ancore d'aria, diretto da Oskar Boldre chiude anche questo ciclo a Triuggio (MB) il 28 luglio.

La stagione 2012 di SUONI MOBILI termina con una serata di canti e di balli dal titolo TU SEI UNA PARTE DI ME con l'ensemble QuattroQuarti e il gruppo di danza di Cinzia De Lorenzi a Merate il 3 agosto.
All'interno del cartellone anche i due mini-eventi PIANO SHOPPING presso Madre Bio di Muggiò (MB) ogni giovedì di luglio dalle 10 alle 19 concerto no-stop di non stop con il pianista Andrea Zani e il 14 luglio dalle ore 17.30 in poi BAT MOBILE con Roberto Zanisi e Tetè Da Silveira in un concerto mobile a tappe traVerano BrianzaViganò, e Casatenovo in giro per le piazze con le loro magiche percussioni.
Come ogni anno da tre anni a questa parte durante SUONI MOBILI anche quando non sono le persone ad andare incontro alla musica, è la musica a raggiungerle...

 
 
 

BATTITI : TRANSUMANZE E ICTUS RECORDS

Post n°2304 pubblicato il 29 Giugno 2012 da pierrde
 

DOMENICA 1 LUGLIO TRANSUMANZE. TIME IN JAZZ 2011 + SPECIALE ICTUS RECORDS

Questa notte trasmettiamo il documentario di Daria Corrias dal titolo “Transumanze” dedicato al festival Time In Jazz 2011. Daria Corrias, autrice e regista radiofonica nota agli ascoltatori di Radio3, ha realizzato un ritratto sonoro del festival di Berchidda, ideato e voluto da Paolo Fresu, che compirà 25 anni questa estate. Insieme alle voci e ai suoni di alcuni dei musicisti presenti nella scorsa edizione – Luciano Biondini, Ballake Sissoko, Vincent Segal, Pierre Favre, Marco Baliani, Bojan Z, Gianluca Petrella – ascolteremo le riflessioni di Paolo Fresu e delle altre persone coinvolte nell’organizzazione dell’evento e soprattutto i suoni della natura, dei posti spesso inconsueti scelti per i concerti e degli spettatori del festival che ne hanno decretato, anno dopo anno,il successo.

La notte prosegue dedicando la nostra attenzione alla Ictus Records, storica etichetta di suoni d’avanguardia creata da Andrea Centazzo e Carla Lugli nel 1976. Andrea Centazzo, percussionista eclettico che vive in America dagli anni novanta, è stato uno dei primi autori a fondare un’etichetta indipendente per produrre la propria musica. Dal 2006, dopo una lunga pausa, l’etichetta ha ripreso le pubblicazioni, Andrea Centazzo ha riorganizzato in cd molte delle sue esperienze musicali e noi questa notte ne ascoltiamo alcune dal ricco catalogo.

 
 
 

UNA STORIA DISINVOLTA DEL JAZZ: BODY AND SOUL

Post n°2303 pubblicato il 28 Giugno 2012 da pierrde
 

Body and Soul, la nostra storia disinvolta del jazz quest'anno raddoppia gli appuntamenti: ogni fine settimana Stefano Zenni (il sabato) e Claudio Sessa (la domenica) ci offrono le loro lezioni di jazz.

Questa estate vogliamo concentrare la nostra attenzione su alcune figure determinanti nella storia della musica afro-americana, proponendo monografie di Jelly Roll Morton, Coleman Hawkins, Fletcher Henderson e Benny Goodman, ount Basie, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Lester Young, Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Thelonious Monk, Lennie Tristano, Sonny Rollins, Sun Ra, Ornette Coleman, Horace Silver, Bill Evans, Don Cherry, Wayne Shorter, Anthony Braxton e Henry Threadgill.

Inoltre creeremo un continuo rimando alla pagina web di Body and Soul, rendendo disponibili le serie andate in onda nell'estate del 2010 e del 2011, con l'idea di creare una mini-enciclopedia sonora facilmente e immediatamente consultabile.

dal 7 luglio al 14 settembre il sabato e la domenica alle 14 

Fonte: Newsletter di Radiotre

 
 
 

TORNA TREMEZZO JAZZ FESTIVAL

Post n°2302 pubblicato il 27 Giugno 2012 da pierrde
 
Tag: NEWS

Rendere conto delle centinaia di festival che punteggiano l'intera penisola è compito impossibile per un blog.

Perfino lo speciale di Musica Jazz appena uscito in edicola è largamente incompleto: rimane a tutti gli appassionati il supporto della rete, e a me il piacere di segnalare le rassegne nelle mie  vicinanze geografiche.

Una sorpresa dello scorso anno per quanto riguarda i festival lombardi è stato sicuramente il Tremezzo Jazz Festival: location altamente suggestiva, deciso salto di qualità nel programma e nei mezzi a disposizione.

Ci riprovano quest'anno, diminuendo la durata di una giornata, ma mantenendo un complessivo buon livello. Ecco il comunicato:


Il salto di qualità e lo straordinario successo ottenuto con la 10a edizione non può certo essere archiviato come punto d’arrivo per una rassegna che in due lustri di vita ha saputo conquistarsi uno spazio di eccellenza all’interno delle iniziative presenti sul territorio comasco oltre a stima e considerazione in costante ascesa fra gli esperti ed appassionati di musica jazz.

Si riparte dunque con l’11a edizione: confermata la location, il parco Teresio Olivelli nella suggestiva cornice della scalea monumentale fronte lago, il periodo, la settimana dopo ferragosto, la formula, due concerti a sera per tre giorni consecutivi, un solo giorno sacrificato alla crisi economica ma qualità del cast artistico confermata ad altissimo livello.

A cominciare da giovedì 16 agosto con l’apertura affidata al trio del contrabbassista moscovita Yuri Goloubev che sarà seguito da un altro trio guidato da uno dei più apprezzati sassofonisti americani, Michael Blake, protagonista con una performance di assoluta rarità per il nostro territorio ed, anche per questo, imperdibile.

Venerdì 17 sarà la volta di un pianista storico del jazz italiano con alle spalle una carriera monumentale unita ad un forte impegno civile: Gaetano Liguori proporrà al pianoforte una sua “storia del jazz” e si confronterà con uno dei maggiori pianisti italiani degli ultimi anni, Dado Moroni che, in coppia con l’affermato sassofonista Rosario Giuliani, ci proporranno un concerto fatto di musica fluida, godibilissima e raffinata.

L’ultimo appuntamento, sabato 18, è quello che maggiormente lascia spazio alle contaminazioni musicali: in apertura gli appassionati di rock potranno ascoltare le immortali canzoni di Sting e dei Police riarrangiate in chiave jazz da un quartetto di grandi musicisti riunitosi per l’occasione sotto il nome “The Thieves”. Il finale del Tremezzo Jazz Festival è elegante e di grande classe con due virtuosi ed eclettici musicisti: Rita Marcotulli al pianoforte e Luciano “Flaco” Biondini alla fisarmonica ci faranno rivivere forti emozioni proponendo celebri pezzi dei Pink Floyd abbinati a temi musicali tratti dalla filmografia del grande regista francese Francois Truffaut e della colonna sonora di “Basilicata coast to coast” le cui musiche originali hanno portato importanti riconoscimenti alla Marcotulli che le ha composte ed eseguite.

 
 
 

E' ON LINE IL QUADRIMESTRALE P.A.N.

Post n°2301 pubblicato il 26 Giugno 2012 da pierrde

Completamente gratuito, il secondo numero del 2012 si avvale del contributo di Filippo Bianchi, ex direttore di Musica Jazz.

Come sempre Pan si occupa dei musicisti e dei festival che gravitano in Emilia-Romagna .

Si può leggere in formato pdf cliccando : http://www.erjn.it/pan/

Ecco l'editoriale di Bianchi:


Per la prima volta da quando, più di un secolo fa, Buddy Bolden cominciò ad abbozzare una musica che poi si sarebbe chiamata jazz, la necessità di promuovere questa forma d’arte ha avuto lo scorso 30 aprile un riconoscimento planetario, con la proclamazione da parte dell’Unesco della “Giornata del jazz”. E, come purtroppo spesso accade, viene da domandarsi se l’Italia aderisca allo spirito di quel lodevole consesso internazionale…

Le motivazioni addotte per la celebrazione di questa data potranno magari parere scontate a chi di jazz si occupa più o meno approfonditamente, ma vale la pena riportarle perché rappresentano ciò che ormai tutto il mondo dà per acquisito. “Scopo di questa giornata è quello di far crescere nella comunità internazionale la consapevolezza delle qualità del jazz, come mezzo formativo, come forza di pace, di unità, di dialogo e di più stretta cooperazione fra le persone.

Molti governi, associazioni, strutture didattiche e privati cittadini attualmente impegnati nella promozione del jazz coglieranno quest’opportunità per incoraggiare un maggiore apprezzamento non solo per questa musica, ma per il contributo che può dare allo sviluppo di società più inclusive”. Ed è su quest’ultima parola che conviene ragionare brevemente. La struttura stessa dei nostri magnifici teatri è una rappresentazione di divisione sociale concepita per escludere (ricordiamo che una volta i palchi erano privati: la loro gestione era affidata a società di palchettisti, che annualmente li affittavano agli aristocratici; alla plebe erano riservati loggioni e platee senza posti a sedere).

Oggi non è molto diverso: il destinatario sociale dei teatri d’opera e di tradizione è formato dai cittadini più abbienti, e a loro è devoluto quasi per intero il finanziamento statale della musica. Perché? Perché lo stato riconosce al loro andare a teatro un’“utilità sociale”, in larga misura negata a chi predilige invece altre musiche, fra cui il jazz occupa il posto di maggior rilievo. Cosa significa “riconoscimento”? Il pubblico il jazz lo ha riconosciuto di certo, visto che si è moltiplicato col moltiplicarsi dell’attività. E infatti di jazz in Italia se ne fa molto.

Solo poche decine d’anni fa, a cavallo fra gli anni ’70 e ’80, era un fenomeno “stagionale”, al pari delle ciliegie e dei cocomeri: qualche raro festival estivo (Umbria, Pescara, Ravenna) per togliersi il pensiero, e si tornava alla musica “seria” relegando il jazz a rarissimi piccoli club (privati). Poi questo “virus benefico” (per usare una metafora cara a Steve Lacy) ha preso a diffondersi: è entrato nei programmi dei teatri d’opera e di tradizione, in parte per via di direzioni illuminate, in parte per far numeri, impinguando incassi di botteghino altrimenti carenti; i festival e le rassegne promossi da enti locali si sono moltiplicati all’inverosimile in ogni angolo della penisola, da Clusone a Roccella Jonica.

Ma le istituzioni? Lo schema generale è rimasto invariato e quindi il jazz continua ad essere un “abusivo”, ingombrante finché si vuole, ma mai “riconosciuto” nella sua specificità. Il termine jazz, per dire, non è mai comparso in nessuna delle proposte di legge di riforma dell’attività musicale presentate, e abortite, in questo trentennio. Qui la dignità del jazz dipende, in termini di sostegno pubblico, da chi lo propone. In pratica se un concerto, poniamo, di Paolo Fresu lo organizza una fondazione lirica ha diritto a un finanziamento x, se invece lo organizza un’associazione specializzata in jazz il finanziamento è molto inferiore.

Perfino nelle trasmissioni Rai il costo di acquisizione e perfino il diritto d’autore variano a seconda che il soggetto organizzatore sia di estrazione classica o jazz. Si sarebbe tentati di definirlo razzismo, ma forse è parola fin troppo “nobile”: somiglia piuttosto al buon vecchio clientelismo all’italiana, fatto di privilegi incomprensibili fondati sull’appartenenza a una qualche casta, più che sulla competenza.

C’è chi dice che la battaglia per un maggiore riconoscimento al jazz sia settaria e assurda. Sarà utile ricordare loro quanto mi ha detto una volta Chick Corea: «Sai, nel mondo combattiamo continuamente per delle libertà per cui non parrebbe davvero necessario dover lottare. La tematica dei diritti umani, ad esempio, diventa tale solo perché quei diritti vengono negati. I diritti degli artisti e la libertà d’espressione rientrano fra le libertà per cui combattiamo».

E fra i diritti del contribuente rientra quello di vedere il tipo di musica che preferisce incluso fra quelli che lo stato finanzia, con diritti uguali a quelli delle altre musiche d’arte… Forse in occasione di una prossima “giornata del jazz” sarebbe opportuno non solo organizzare qualche apprezzabile concerto, ma far presente a chi ci governa che esiste anche il jazz. E siccome esiste da più di un secolo, ed è nel cuore di molte persone, sarebbe ora che se ne accorgessero. 

 
 
 

AMBRIA JAZZ, IL FESTIVAL DI CASA MIA

Post n°2300 pubblicato il 25 Giugno 2012 da pierrde

AmbriaJazz2012 nel segno di Petrella, Bosso, Petra Magoni, Ares Tavolazzi, il jazz Scandinavo...

Ecco il programma 2012 di ambriaJazz con nuove idee che lo caratterizzerà con artisti sempre più internazionali. Si comincia venerdì 13 luglio presso l'Ex Chiesa di San Rocco a Castione Andevenno con il bandoneon di Daniele Di Bonaventura in quartetto Band'Union con un repertorio dedicato ad Astor Piazzolla, nel centenerio dalla nascita. Si prosegue con il concerto in Miniera La Bagnada nel Comune di Lanzada con il duo Paolo Angeli alla chitarra preparata sarda e Takumi Fukushima al violino, dove la loro particolare sonorità echeggerà sulle pareti di pura roccia e talco. Alla sera alle 21,00 a Sondrio presso l'Area EdilBi “Jazz from Scandinavia” dei finlandesi Jukka Eskola Quintet e i norvegesi Ola Kvemberg Trio verrà proposto al pubblico sondriese in collaborazione con il Ritmo delle Città.

Nel suggestivo giardino di Villa Venosta a Grosio si esibiranno Petra Magoni, con la brava cantante e attrice Monica Demuru accompagnate dal cantautore Paolo Benvegnù, da Ares Tavolazzi al contrabbasso, componente dello storico gruppo AREA International Popular Group, e Guglielmo Ridolfo Gagliano alle chitarre. Il gruppo proporrà un repertorio dedicato al canto femminile nella tradizione alpina, il progetto chiamato “Cime Domestiche” replicherà nella giornata di sabato 28 luglio ad Ambria, località nel Parco delle Orobie a 1400 mt che dona il nome al festival.

Giovedì 26 luglio comincerà il festival alla Centrale Idroelettrica ENEL Boffetto nel Comune di Piateda, bellissimo esempio di architettura industriale finemente decorata liberty. Prima la cantante sondriese Marcella Malacrida presenterà un repertorio di standard originali con il suo quintetto poi Blastula scarnoduo, Monica Demuru e Cristiano Calcagnile storico batterista del quintetto “I Visionari” di Stefano Bollani proporranno il loro nuovo progetto “Lingue di Fuoco”, con i chitarristi Gabrio Baldacci, Roberto Cecchetto, Xabier Iriondo. Il gruppo sarà ospite del Time in Jazz di Paolo Fresu a Berchidda condividendo l'idea in collaborazione con ambriaJazz, e noi saremo partner nella realizzazione in coproduzione del loro nuovo cd.

Il venerdì 27 luglio riproponiamo i concerti nel Castello Grumello, sito del FAI a Montagna in Valtellina dove si esibiranno Three Spirits con Nadia Braito alla voce accompagnata da Stefano Dallora al contrabbasso ed elettronica e Franceso D'Auria alle percussioni e all'Hang, particolare precussione metallica dalle curiose sonorità, dopo di loro uno strepitoso solo di trombone di Gianluca Petrella. Il sabato a mezzogiorno si sale ad Ambria per la giornata montana dove dopo i canti di Cime Domestiche e le poesie in dialetto del poeta locale Luigi Zani, la comunità di Ambria cucinerà la polenta per tutti. Alla sera la formazione valtellinese-valposchiavina Brass & Melgasc proporanno un repertorio classico per fiati e dopo di loro Gianluca Petrella si esibirà a Sondrio nei centralissimi Giardini di Palazzo Martinengo con Tubolibre, progetto elettrico visionario dove il suo trombone suonerà in compagnia della tuba dell'inglese Oren Marshall, delle chitarre di Gabrio Baldacci e le percussioni di Cristiano Calcagnile. Durante il pomeriggio Mirko Guerini e Mirio Cosottini eseguiranno i loro Ritratti Sonori.

La domenica a mezzogiorno ci sarà la “pazza” salita in funivia a Chiesa in Valmalenco con il sax di Mirko Guerini in solo con un programma dedicato al grande antropologo Fosco Maraini nel Centenario della sua nascita accompagnato dalle letture di Stefano Scherini dal “Nuvolario” di Maraini. Alla sera a Chiuro nel bellissimo centro storico presso la Corte del Palazzo De Maria Pontaschelli si esibiranno Balen'Arruba con il loro folk balcanico e dopo di loro Mirko Guerini e Nico Gori, altri due dei 5 componenti dei Visionari di Bollani con un progetto dedicato a Lee Konitz e Warne Marsch.

Il festival si chiuderà a Bormio nell' antica e centralissima Piazza del Crocifisso con gli “Spiritual” di Fabrizio Bosso, bravo e noto trombettista italiano accompagnato dall'organo hammond di Alberto Marsico e la batteria di Alessandro Minetto. Sarà nostra intenzione organizzare anche quest'anno tutti gli eventi con cura ed attenzione, aiutati dalle istituzioni pubbliche, Comuni, Fondazioni, Provincia di Sondrio e sponsor privati che anche quest'anno offriranno i loro contributi per la buona riuscita dei concerti.

La nostra preziosa squadra di volontari, tutti grandi appassionati della musica jazz e quant'altro, si renderanno utili e necessari per ospitare ed accogliere gli artisti, giornalisti ed il pubblico di ambriajazz.

 
 
 

LA TV CHE CI SNOBBA

Post n°2299 pubblicato il 24 Giugno 2012 da pierrde

Dopo la riproposizione parziale dell'intervista a Carlo Actis Dato ecco un'altra intervista che, sono sicuro, piacerà poco ad alcuni dei miei affezionati lettori.

Ovviamente non pubblico per amore di polemica, non sono particolamente interessato, ma perchè giudico comunque degno di interesse il contenuto a prescindere dalle opinioni personali e da chi le esprime.

 

ROMA - Ha cominciato come assiduo frequentatore del festival ed è poi diventato Presidente dell’Associazione Umbria Jazz, Renzo Arbore,«una carica di prestigio che mi fa stringere la mano a personaggi enormi e mi permette di continuare a vivere di questa passione antica che mi colpì a tredici anni» dice lui, che oggi, alla trentanovesima edizione della rassegna, va particolarmente orgoglioso della rosa di jazzisti italiani: «E’ una stagione felicissima. Il vero fenomeno da registrare è che il jazz italiano è secondo al mondo dopo quello americano, in certi casi addirittura primo perché abbiamo un’inventiva e un’ispirazione che altri si sognano. Questo dimostra la mia teoria, cioè che il jazz, noi, ce lo abbiamo nel dna».

E non parla solo dei talenti già scoperti, ma di quelli che la penisola sforna e che spesso vengono notati su internet e chiamati a lavorare prima dagli stranieri. «Fino a una ventina d’anni fa esisteva molto jazz di imitazione, ora abbiamo trovato una nostra strada. Per capirlo basta soffermarsi sul modo in cui Corea guarda Bollani, illuminato dalla sua bravura e fantasia. E’ un riconoscimento mondiale che hanno avuto tutti gli italiani che si esibiranno dal 6 al 15 luglio».

C’è il valore aggiunto che l’Italia non divulga il jazz sui grandi canali radiotelevisivi quindi tutto viene conquistato sul campo, concerto dopo concerto: «E’ una contraddizione inspiegabile» si scalda Arbore «registriamo un aumento di presenze nei tanti festival jazz di ottimo livello che si tengono da sud a nord, e i media tendono a ignorarlo. Credo che il digitale e il web ci salveranno». Non è che il jazz è considerato ancora elitario? «Sì e non lo è più. Lo era quando eravamo in pochi e sapevo che a Bologna c’era un certo Pupi Avati e lui aveva sentito di un clarinettista foggiano che suonava piuttosto male, ma oggi è sdoganato, popolare, accolto a pieni voti anche dal pubblico rock».

Apertura e mescolanza che distinguono il festival perugino e che può far storcere la bocca a qualche purista: «L’accoglienza del reggae, della musica brasiliana, del pop, e di tutto quello che non è strettamente jazz va considerata un merito, un punto di vista che per fortuna il direttore artistico Carlo Pagnotta ha adottato da subito. Ce lo insegna la cultura americana: se fai musica di classe, sei imparentato al jazz. Questione di nobiltà, non di genere».

Fonte : Il Messaggero, intervista di Simona Orlando

 
 
 

ACTIS FURIOSO

Post n°2298 pubblicato il 24 Giugno 2012 da pierrde

 

 

È difficile proporre musica jazz in Italia?

Sì, perché la gente non ne sente il bisogno e le istituzioni ancora meno. I media si rifiutano tenacemente di proporre qualche cosa che non siano stati essi stessi a creare. E decidono per tutti, e tutti insieme fanno cadere le curiosità culturali della gente nel nulla. Il pubblico in generale non sa neppure dell’esistenza di “noialtri”, e la colpa non è della gente ma di chi autocensura la curiosità, la creatività. 
E poi che cosa è il jazz? Da decenni qualche critico musicale continua a dire che il jazz è morto… ma come è possibile? Il jazz è un modo di “fare” la musica, non è uno stile. Non è definibile! Jazz è ciò che non è musica classica, lirica o canzonetta. 
Ma Frank Zappa o Sun Ra sono così diversi? Il blues e il fado non hanno le stesse motivazioni? John Coltrane degli anni Sessanta e la musica indiana sono così distanti? Che il jazz sia difficile è un’invenzione di chi non riesce ad ascoltare con le proprie orecchie. È come accontentarsi delle telenovelas invece di vedere film veri. Pubblicità invece di contenuti. 

Colgo in te una nota di amarezza…

Si perché da una ventina d’anni sembra che si debba per forza essere tifosi di un periodo o di un altro; tutto sembra essersi fermato agli anni Cinquanta. In pratica succede come nella musica classica, dove per gli ascoltatori comuni tutto si ferma all’inizio del Novecento. Ritengo sia una cosa abominevole… In questo modo sì che la musica muore (come qualsiasi altra attività umana). Far entrare il jazz (un certo tipo ben definito di jazz) nei conservatori è stato poi un colpo quasi mortale per questa musica, fatta di divenire immantinente e di grande forza creativa. E così il jazz è diventato un cadavere steso in sala operatoria.

Intervista di Gianmichele Taormina

Leggi tutto l'articolo cliccando : 

http://www.andymag.com/my-lifemy-music/1837-carlo-actisdato.html

 
 
 

BATTITI NEL WEEK END

Post n°2297 pubblicato il 23 Giugno 2012 da pierrde
 

SABATO 23 GIUGNO 2012 BATTITI DAL VIVO: BABA SISSOKO + SPECIALE COMPLEANNO ACT

Ospite della puntata odierna di battiti è il musicista africano Baba Sissoko. Nato in Mali, Baba discende da una famiglia di griot, custodi e cantori della tradizione orale africana. Da sempre immerso nella musica, Baba Sissoko ha collaborato nel corso degli anni con musicisti di estrazione molto diversa: dall’Art Ensemble of Chicago, con cui fu ospite nei nostri studi nel 2003, a Dee Dee Bridgewater, passando per Omar Sosa, Rokia Traoré e Boubacar Traoré fino agli ultimi incontri con il pianista cubano Roberto Fonseca e con la star della canzone maliana Oumou Sangaré.

Da anni residente in Italia e per la precisione in Calabria, tanto da autodefinirsi afro-calabrese, Sissoko presenta negli studi di Radio3 alcuni estratti dal suo nuovo album “African Griot Groove” uscito per Goodfellas/Afrodisia, ultimo capitolo di un’impressionante serie di dischi a suo nome. La sua voce si alterna a strumenti tradizionali come il tamburo tamani e due tipi diversi di ‘ngoni, uno degli strumenti a corde africani più noti, ai quali aggiunge una personalissima versione, costruita da un liutaio calabrese, ribattezzata Baba’ngoni.

Nella seconda parte della notte festeggiamo un compleanno: i vent’anni di attività della ACT, etichetta discografica tedesca dedicata al jazz e alle sue derive più moderne e disparate. Un ricco catalogo che conta più di 250 titoli, realizzati a partire dal 1992, dal quale attingiamo per proporre alcuni nomi di punta come Rudresh Mahanthappa e Vijay Iyer e qualche giovane talento come Michael Wollny.

 

 

18.06.2012
INTERVISTA A RAVI COLTRANE

Ascoltal’intervista a Ravi Coltranerealizzata in occasione dell’uscita del suo nuovo cd “Spirit Fiction” per la Blue Note. Registrato con due diverse formazioni, il suo storico quartetto e un quintetto che vede tra gli altri Geri Allen al pianoforte, l’album è coprodotto con Joe Lovano, amico e sodale del sassofonista da molti anni. Nell’intervistaRavi Coltrane, secondogenito di John eAlice, ci racconta le motivazioni alla base di questo lavoro, le sue influenze musicali e le sue collaborazioni.

 

 

 

 
 
 

SONNY TRIONFA AL JJA JAZZ AWARDS

Post n°2296 pubblicato il 21 Giugno 2012 da pierrde

Sonny Rollins, saxophone colossus, was the big winner of the 2012 Jazz Journalists Association Jazz Awards, announced this afternoon at a gala party at the Blue Note Jazz Club in New York City.

The tenor saxophonist was named Musician of the Year, his album Road Shows, Vol. 2 chosen as Best Record of the Year and he was judged Best Tenor Saxophonist, too.

Horace Silver, who at age 84 is residing in an assisted care facility in upstate New York, was hailed for his Lifetime Achievement in Jazz.

Amiri Baraka, author of the books Blues People and Black Music as well as plays, poetry and social criticism, was the recipient of an Award for Lifetime Achievement in Jazz Journalism; author Albert Murray, age 94, was honored with a "Words and Music" Award, co-presented by the JJA and the Jazz Foundation of America. Robin Bell-Stevens, executive director of JazzMobile, and Adrian Ellis, recently resigned executive director of Jazz at Lincoln Center, were celebrated as New York City "Jazz Heroes."

AWARDS FOR MUSIC
Lifetime Achievement in Jazz: Horace Silver
Musician of the Year: Sonny Rollins      
Composer-Arranger of the Year: Maria Schneider
Up and Coming Artist of the Year: Ben Williams      
Record of the Year: Sonny Rollins, Road Shows, Vol. 2 (Doxy Records)
Best Historic Recording/Boxed Set: Miles Davis, Bootleg Sessions, Vol. 1, Quintet Live in Europe 1967 (Columbia Legacy) 
Record Label of the Year: ECM     
Large Ensemble of the Year: Mingus Big Band
Small Ensemble of the Year: Joe Lovano Us Five      
Best Male Vocalist: Kurt Elling     
Best Female Vocalist: Gretchen Parlato
Trumpeter of the Year: Ambrose Akinmusire   
Trombonist of the Year: Wycliffe Gordon 
Multi-reeds Player of the Year: Anat Cohen    
Alto Saxophonist of the Year: Rudresh Mahanthappa 
Tenor Saxophonist of the Year: Sonny Rollins 
Baritone Saxophonist of the Year: Gary Smulyan     
Soprano Saxophonist of the Year: Jane Ira Bloom    
Flutist of the Year: Nicole Mitchell 
Clarinetist of the Year: Anat Cohen
Guitarist of the Year: Bill Frisell    
Pianist of the Year: Vijay Iyer
Keyboard player of the Year: Gary Versace 
Bassist of the Year: Christian McBride 
Violinist of the Year: Regina Carter
Percussionist of the Year: Poncho Sanchez    
Mallets Instrumentalist of the Year: Gary Burton    
Drummer of the Year: Roy Haynes 
Player of Instruments Rare in Jazz of the Year: Toots Thielemans, harmonica

AWARDS FOR JAZZ JOURNALISM
Lifetime Achievement in Jazz Journalism: Amiri Baraka    
Helen Dance-Robert Palmer Award for Writing in the Year 2011:Larry Blumenfeld 
Willis Conover-Marian McPartland Award for Broadcasting: Josh Jackson     
Lona Foote-Bob Parent Award for Photography: Herb Snitzer      
Print Periodical of the Year: JazzTimes 
Website of the Year: AllAboutJazz.com 
Blog of the Year: Marc Myers' Jazz Wax 
Book of the Year: Norman Granz: The Man Who Used Jazz for Justice (University of California Press), by Tad Hershorn     
Liner notes of the Year: Francis Davis, Sonny Rollins' Road Show, Vol. 2 (Doxy Records) 
Photo of the Year: Chick Corea by Pavel Korbut
Short Form Jazz News Video of the Year: Victory! - The Making of J.D. Allen's Album by Mario Tahi Lathan


P.S. Ovviamente al Blue Note non ci sono andato, e l'invito che ho ricevuto era in realtà un invito esteso a tutti i bloggers partecipanti al Jazz Day, ne consegue che io ne ho ironicamente approfittato per farne un post ma Howard Mandel non ha la più pallida idea di chi io sia....

 
 
 

AL DRACULA CLUB UN GRANDE FESTIVAL MA NON PER TUTTI

Post n°2295 pubblicato il 21 Giugno 2012 da pierrde

Ecco un festival che sembra farsi beffe di qualsiasi crisi: un mese di programmazione, un livello qualitativo decisamente alto (pur con qualche caduta di stile, ma in fondo è una questione di gusti), un luogo deputato ai concerti che nel migliore dei casi può contenere 150 persone e prezzi di conseguenza decisamente poco popolari.

Più che al turista normale sembra una proposta pensata per oligarchi russi o emiri arabi, abituali frequentatori dell'Engadina: circa 100 euro per ascoltare il trio di Mehldau che la settimana prima si esibisce a Milano a 16 euro. Non oso poi immaginare se al malcapitato jazz fan venisse voglia di bersi una birretta : mi immagino un lungo soggiorno nelle cucine del Dracula Club per rimborsare il conto.

Comunque, ironie a parte, è un signor festival, è a tre quarti d'ora d'auto da casa mia e posso sempre portarmi una bibita da casa opportunamente celata e camuffata. Domani vado in banca a chiedere un mutuo per i biglietti e poi........

 

 

Una località di montagna famosa per la sua bellezza paesaggistica e la sua squisita ospitalità, una location prestigiosa, un’atmosfera magica: tutto ciò fa di Festival da Jazz un evento davvero speciale, che da alcuni anni riunisce a St Moritz, in Svizzera, a pochi chilometri dall’Italia, artisti di assoluto rilievo internazionale che si esibiscono in un ambiente raccolto, il Dracula Club, ideale per favorire un feeling immediato fra musicisti e pubblico.

Giunto alla sesta edizione, il festival jazz di St. Moritz si svolge quest’anno dal 12 luglio al 12 agosto: ai 21 concerti al Dracula Club si aggiungono due eventi speciali, gli appuntamenti ‘round midnight al Miles Davis Lounge del Kulm Hotel e quelli gratuiti della domenica mattina sulla terrazza dell’Hotel Hauser, per oltre 50 eventi musicali complessivi.

Dopo la festa inaugurale ad inviti del 12 luglio, il festival prenderà ufficialmente il via venerdì 13 con gli islandesi Mezzoforte, gruppo assai familiare tra gli appassionati della fusion music, per proseguire sabato 14 con gli inglesi Matt Bianco e il loro sofisticato pop dalle sfumature jazzy, e domenica 15 con la regina delle jazz singers contemporanee, Dee Dee Bridgewater. Nella speciale occasione la celebre cantante statunitense renderà omaggio al mito di Billie Holiday.

Il fitto programma della settimana successiva avrà inizio mercoledì 18 luglio con la batterista Terri Lyne Carrigton e il suo Mosaic Project, forte della vocalist Dianne Reeves. Giovedì 18 sarà poi la volta di un altro degli ospiti più illustri dell’edizione 2012 di Festival da Jazz: Brad Mehldau, atteso in trio con Larry Grenadier al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria. Il pianoforte la farà da padrone anche nelle due serate seguenti con la latin night di cui saranno protagonisti il brasiliano Duo GisBranco e il cubano Alfredo Rodriguez (venerdì 20), e con l’omaggio alla bossa nova da parte dall’americana Eliane Elias (sabato 21). Un gradito ritorno sarà quindi quello di un virtuoso della chitarra: Al Di Meola (domenica 22).

L’ultima settimana di luglio si alterneranno al Dracula Club i tedeschi Passport (mercoledì 25), altra formazione di stampo fusion, i pregevoli Bad Plus allargati al sassofonista Joshua Redman (giovedì 26), il trio del formidabile contrabbassista John Patitucci (venerdì 27), l’eclettico violinista inglese Nigel Kennedy (sabato 28) e infine il cantautore elvetico Pippo Pollina (domenica 29).

La programmazione di agosto verrà avviata da un sentito tributo a Nino Rota reso dal fisarmonicista francese Richard Galliano (giovedì 2 agosto), altro beniamino del pubblico del festival svizzero, che quest’anno propone anche alcuni valorosi jazzisti italiani, ad iniziare dal pianista Dado Moroni (venerdì 3), impegnato nella circostanza in un omaggio a John Coltrane. Sabato 4 i riflettori saranno puntati sulla raffinata cantante danese Cæcilie Norby, mentre la serata di domenica 5 si svolgerà nel solco di leggende della musica giamaicana quali il chitarrista Ernest Ranglin, il pianista Monty Alexander e la travolgente coppia ritmica Sly & Robbie.

Anche l’ultima settimana di Festival da Jazz si preannuncia particolarmente invitante: ad un’altra mirabile voce femminile, Patti Austin (mercoledì 8 agosto), seguiranno il quintetto del più internazionale dei jazzisti italiani, il trombettista Enrico Rava (giovedì 9), e un’autentica leggenda vivente, il pianista francese Michel Legrand (venerdì 10), compositore di innumerevoli colonne sonore ma anche noto per le sue collaborazioni con grandi jazzmen quali Miles Davis e Stan Getz. Infine, sabato 11 e domenica 12 agosto doppio appuntamento con il chitarrista Lee Ritenour e la sua band tutta californiana che vede alla batteria il figlio del Wesley.

Ad arricchire ulteriormente il già fitto programma sono previsti due eventi speciali: i concerti dello storico pianista Ahmad Jamal (martedì 17 luglio al Cinema Scala) e del gruppo vocale più famoso al mondo, i Manhattan Transfer (mercoledì 1 agosto alla Corviglia Hall del Kulm Hotel).

 
 
 

KETIL BJORNSTAD - VINDING'S MUSIC (E.C.M.) 2012

Post n°2294 pubblicato il 20 Giugno 2012 da pierrde
 

CD 1 So Far, So Hidden If Only Outside Skoog The Stones, The River Promise She Didn't Say Evening Voices Remembrance I New Morning

Ketil Bjørnstad piano

CD 2 W.A. Mozart Piano Concerto No. 23 in A major, KV 488: Adagio Christian Eggen piano Norwegian Radio Orchestra Christian Eggen conductor Claude Debussy Suite bergamasque: Clair de lune Gunilla Süssmann piano Sergey Rachmaninov Piano Concerto No. 2 in c minor, op. 18: Adagio sostenuto Gunilla Süssmann piano Norwegian Radio Orchestra Christian Eggen conductor Frédéric Chopin Ballade No. 1 in g minor, op. 23 Jie Zhang piano Maurice Ravel Piano Concerto in G major: Adagio assai Jie Zhang piano Norwegian Radio Orchestra Christian Eggen conductor Ludwig van Beethoven Sonata No. 30 in E major, op. 109: Gesangvoll, mit innigster Empfindung. Andante molto cantabile ed espressivo Gunilla Süssmann piano Samuel Barber Adagio for strings Norwegian Radio Orchestra Christian Eggen conductor

Recorded March and December 2009 ECM 2170_71

Il compositore, pianista e scrittore norvegese Ketil Bjornstad è un personaggio dalle molteplici sfaccettature tutte difficilmente classificabili entro ambiti ristretti e meritevoli invece di approfondimento.

La sua nuova uscita per E.C.M. ne è perfetto esempio: due dischetti pensati in un ambito che travalica l'esperienza musicale tout-court. Si tratta infatti di una ideale colonna sonora pensata per una trilogia letteraria (To Music/The River/The Lady in the Valley) scritta dallo stesso Bjornstad che in Norvegia ha avuto un notevole riscontro.

I romanzi narrano la formazione musicale ed umana di Aksel Vinding, un giovane pianista immaginario nel quale l'autore riversa parte delle proprie esperienze, riunificando alfine in una unica opera il proprio percorso artistico nei due campi, quello musicale e quello letterario.

Pronosticando (facilmente) che non leggeremo mai in lingua italiana la trilogia, viene anche abbastanza naturale dare per acquisito il contenuto pur interessante del secondo disco, dove compaiono brani piuttosto conosciuti di autori classici e dove Bjornstad non compare come musicista. Album funzionale alla trama del racconto e alle conquiste strumentali del protagonista.

Molto più interessante a mio avviso il contenuto del primo compact, nove composizioni eseguite in solitudine dall'autore, che rivelano un compositore contemporaneo molto stimolante, dall'afflato romantico senza retorica alcuna, con una potente capacità catartica ed ispiratoria.

Dall'ascolto fa capolino un apparentamento, d'atmosfera più che tecnico, con una visione jarrettiana del concerto in solo, privato però delle radici gospel e dei tambureggianti ritmi scanditi dalla mano sinistra tipici in Jarrett, ma in fondo sostanzialmente vicina ai temi più lirici ed elegiaci del pianista americano, temi qui sviluppati con un meraviglioso senso poetico, una forte ispirazione romantica ed una componente ritmica che assembla la componente classica con il jazz.

Una musica notturna e contemplativa (ascoltate il meraviglioso So Far, So Hidden che apre l'album) che mi accompagna con grande godimento da molte sere. 

V A L U T A Z I O NE  (riduttiva, non potendo disporre della trilogia): *  *  *  *

 
 
 

CHI HA PAGATO IL FESTIVAL DI TORINO

Post n°2293 pubblicato il 20 Giugno 2012 da pierrde

Le mie perplessità su costi e scelte le avevo espresse a tempo debito. Ora leggo questa notizia, che se confermata, costituirebbe un brutto colpo per l'immagine e la credibilità del festival.

 

"Il Festival Jazz? L'hanno pagato i torinesi, altro che finanziatori privati". Questo è ciò che sostiene il vice capogruppo della Lega Nord in Comune Barbara Cervetti.

 "Dopo numerose interpellanze e risposte sempre elusive – attacca la consigliera – oggi l'assessore Braccialarghe si è finalmente tradito. Alla nostra domanda su chi avesse sponsorizzato il suo amatissimo Jazz Festival, invece di rispondere genericamente che il grosso della spesa era stato affrontato da sponsor privati, ha ammesso che su 900 mila euro di costi totali, ben 800 mila erano stati erogati da Iren e FAM, la Fondazione Attività Musicali".

"Ciò significa - spiega Cervetti - che il Comune è stato sponsorizzato da aziende di sua proprietà, facendo sempre circolare soldi pubblici dei torinesi ma eludendo le regole sull'evidenza pubblica e sulla trasparenza dei finanziamenti. Finalmente insomma - conclude la consigliera - abbiamo ricevuto la risposta che temevamo: e ora sappiamo che partecipate come Iren, invece di contenere tariffe dei servizi che prestano, sostengono manifestazioni di dubbia utilità e valore come il Jazz Festival".

Fonte:http://www.perotorino.it/politica/dal-comune-di-torino/14110-lega-nord-il-jazz-festival-l-hanno-pagato-i-torinesi

 
 
 

C'E' POSTA PER ME

Post n°2292 pubblicato il 19 Giugno 2012 da pierrde

Dear roberto,

Tomorrow's the day: the winners of the 2012 JJA Jazz Awards will be announced at the New York City Gala at the Blue Note Jazz Club.

If you are going to be there, we look forward to seeing you; if you can't make it we wanted to let you know that you will be able to follow the winner announcements at our website, jjaJazzAwards.org or via our Twitter account @jjajazzawards .2012 Awards categories and Nominees are all listed here.
There are still a few gala tickets left, but they are going fast so if you DO plan to come but haven't got your ticket, get it right now here. 
Doors at the Blue Note open at 3:30 pm; if you are attending please try to arrive then so we can start the program right on time at 4pm.
And, if you aren't near NYC, don't forget about our thirteen JJA Jazz Awards satellite parties--there may be one happening near you. (The first, last night in Ottawa, was a smash we hear.)
Thanks and best of luck to all the nominees,
Howard Mandel

JJA President

 

La mail l'ho appena ricevuta e ora sono nel panico: come ci arrivo al Blue Note per domani pomeriggio ?

E poi, come mi debbo vestire, casual o chic ? Ma secondo voi mi si nota di più se ci vado o se non ci vado ?

Howard, maledizione, potevi avvisarmi prima !

P.S. Ovviamente l'elenco dei candidati raggiungibile cliccando il link è autentico, cosi' come l'intera mail. 

 
 
 
 

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