Mondo Jazz
Il Jazz da Armstrong a Zorn. Notizie, recensioni, personaggi, immagini, suoni e video.
IL JAZZ SU RADIOTRE
martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30
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JAZZ & WINE OF PEACE
Pipe Dream
violoncello, voce, Hank Roberts
pianoforte, Fender Rhodes, Giorgio Pacorig
trombone, Filippo Vignato
vibrafono, Pasquale Mirra
batteria, Zeno De Rossi
Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)
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Messaggi di Agosto 2012
Post n°2357 pubblicato il 19 Agosto 2012 da pierrde
Diana Krall has collaborated with Academy Award winning costume designer, Colleen Atwood and acclaimed photographer, Mark Seliger to create a series of beautiful and striking images for Krall’s new album, Glad Rag Doll. They are inspired by Alfred Cheney Johnston’s pictures of the girls of the Ziegfeld Follies taken during the 1920s. Said Krall, “If there was an era to which I could choose to go back in time, it would be the 1920s, just because of the whole wildness of it all.” Fonte: www.dianakrall.com
Fa sensazione e produce dibattito negli States la foto di copertina del nuovo album di Diane Krall, Glad Rag Doll, che uscirà il 2 ottobre. Se ne è occupato A Blog Supreme, ma anche il blog di Peter Hum, e la pagina di Facebook di Ted Gioia è colma di commenti. Si passa dalle considerazioni sulle copertine sexy, in grado o meno di aumentare la vendita del disco, a confronti con il passato fino a constatazioni tra le più estemporanee e diverse. Per quanto mi riguarda rimango sempre della stessa opinione: la foto di copertina può ritrarre indifferentemente la protagonista nuda o vestita con il burka, ma se la musica contenuta nell'album non è convincente non sposta di una virgola il mio interesse per il compact. |
Post n°2356 pubblicato il 18 Agosto 2012 da pierrde
Riascoltare Gaetano Liguori dopo un paio di decenni mi ha sorpreso positivamente: pur avendolo comunque seguito nelle sue uscite discografiche anche recenti, non ne ricordavo che in maniera sfumata il gioco possente della mano sinistra e il tocco limpido e cristallino della destra. Inoltre, leggendo sul programma che il concerto era ispirato ad "una storia del jazz" temevo di assistere ad una compilation di brani d'autore. Invece l'autore era lui, Gaetano, e la storia presentata era la sua, dagli inizi negli anni 70' ad oggi. Cosi' ho potuto riassaporare la qualità e l'intrinseca liricità di alcuni temi, in particolare Peppina, scritta per Massimo Urbani, e Tema di Luna, composta anni dopo. Naturalmente non poteva mancare la parte militante e di impegno civile che da sempre caratterizza la figura del pianista milanese, e per quanto trasporre in chiave jazz brani come Bella Ciao, El Pueblo Unido o Comandante Che Guevara non ha un grande appeal almeno sui miei gusti (musicali), Liguori lo ha fatto in maniera egregia, lasciando affiorare solo brandelli di melodia in un contesto jazzistico dal respiro ampio e omogeneo. Il secondo concerto della serata vedeva all'opera due musicisti di qualità indiscutibile, Dado Moroni al pianoforte e Rosario Giuliani al sax alto. Due maestri ascoltati più e più volte nel corso del tempo e pertanto non da scoprire ma da riassaporare. Solito inizio bruciante con Parker's Mood e Lennie's Pennie suonati alla velocità della luce, ai quali ha fatto seguito un'altra manciata di standards tutti affrontati con mirabolante perizia tecnica, tanto da provocarmi una specie di assuefazione. Quando ad una pietanza si aggiunge troppo peperoncino il palato si anestetizza e i sapori sembrano tutti uguali. E' un pò la sensazione che ho provato ieri sera, fino a che i due sono passati a composizioni originali e, sopratutto, a tempi medio lenti. In Quiet Yesterday di Moroni e Green House di Giuliani finalmente messa da parte la tecnica mostruosa ecco affiorare l'emozione, il sentimento, il feeling. |
Post n°2355 pubblicato il 17 Agosto 2012 da pierrde
L'undicesima edizione di Tremezzo Jazz Festival è iniziata ieri sera nella stessa splendida cornice dello scorso anno, il parco Teresio Olivelli, e con le stesse caratterisriche e finalità. Ridotto di una serata per i contingenti problemi economici, il festival mantiene la barra stabile verso la ricerca di buone proposte provenienti da casa nostra unite magari a qualche nome straniero di spicco. E' il caso della prima serata che vede protagonista come concerto iniziale il trio del moscovita Yuri Golubev, sontuoso maestro del contrabbasso, accompagnato dal chitarrista Massimo vescovi e dal batterista Marco Zanoli. Fatto salvo l'indubbio impegno dei musicisti, e nonostante l'evidente classe del contrabbassista russo il gruppo mi è parso piuttosto prevedibile, monocorde da un punto di vista timbrico e armonico e piuttosto uniforme da quello ritmico. Di spessore molto più confortante il trio Minus One che accanto ad uno scintillante Michael Blake ai sassofoni vede protagonisti anche Tommaso Cappellato alla batteria e Stefano Senni al contrabbasso. Un set stimolante, con un alternarsi di temi appuntiti e materici e liriche ballads (Blue & sentimental, Halleluiah, I love her so) , fino ad un brano liberatorio e danzante, il più riuscito della serata, che molto mi ha ricordato i calypso di rollinsiana memoria. Blake ha un suono caldo e asprigno, come un buon vino invecchiato, e si muove lungo coordinate post coltraniane con sguardo aperto e attento in ogni direzione. Lo scorso inverno lo avevo visto a Milano a capo del progetto Kingdom of Champa, un concerto mirabile per qualità delle composizioni, arrangiamenti e livello dei solisti. Nel trio Minus One il suo ruolo diventa centrale, il suo fraseggio asciutto è privo di orpelli, mantenendo la proposta complessiva stabilmente centrata tra momenti di libera espressione che mai diventano astratti e temi costituiti per lo più da brevi frasi melodiche. Un ruolo di eguale importanza hanno i due musicisti che rappresentano la sezione ritmica: Senni ha una cavata potente dalla quale emerge un suono scuro e legnoso che ben si amalgama al drumming di Cappellato. Quest'ultimo mi ha impressionato nei due brevi assolo: abituato alle esibizioni palestrate e logorroiche della maggior parte dei suoi colleghi, qui invece Tommaso ha mostrato che non serve alzare la voce o allungare il brodo. Servono le idee, preferibilmente espresse in modo coinciso e non debordante. Un batterista essenziale, di quelli che lavorano per sottrazione e badano al sodo.
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Post n°2354 pubblicato il 15 Agosto 2012 da pierrde
Si è spento sabato a Chicago dove sempre è vissuto il sassofonista Von Freeman, ottantotto anni, da uno gravemente malato. Un ricordo sintetico ma pieno di stima e considerazione da parte di Sean Carroll: Von was absolutely unique, as a saxophonist and as a person. As a musician he managed to intermingle an astonishing variety of styles, from classic ballads to bebob all the way to free jazz, with more than a few things you would never hear anywhere else. Some thought that his playing was an acquired taste, full of skronks and trills and lighting-fast tempo changes. But once you “got it,” you could hear something in Von that you just couldn’t hear anywhere else. This isn’t just formerly-local pride talking; when John Coltrane left Miles Davis’s band in the 1950′s, Miles tried to get Von to replace him. But Von never left Chicago for more than a few days at a time. As a person, Von was charming, roguish, stubborn, warm, irascible, and utterly compelling. Sometimes on stage he would get in the mood for talking instead of playing, and honestly it was hard to tell which you preferred. The wisecracks, the wisdom, the Billie Holiday stories, all mixed with the smoke and the cheap beer to create an unforgettable atmosphere. La biografia di Freeman su Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Von_Freeman L'articolo di A Blog Supreme: |
Post n°2353 pubblicato il 11 Agosto 2012 da pierrde
L La settimana di ferragosto anche per chi non va in vacanza sembra comunque scorrere più leggera almeno mentalmente rispetto ad una normale settimana lavorativa. Anch'io, pur continuando a lavorare, mi prendo qualche giorno di vacanza dal blog. Lascio in sottofondo le note di un immenso Sonny Rollins ripreso nel 1983 al Jazz Jamboree di Varsavia. Ma anche le due formazioni che vengono dopo non sono affatto disprezzabili: una buona versione dello Special Edition di Jack De Johnette e il magnifico ottetto di David Murray con Julius Hemphill.
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Post n°2352 pubblicato il 10 Agosto 2012 da pierrde
L'estate sta finendo diceva l'omonima canzoncina, ma ecco che il termine a breve della bella stagione corrisponde ad un grappolo di nuove interessanti uscite discografiche di cui telegraficamente accenno. Lionel Loueke - Heritage (Blue Note)
Heritage , che uscirà il 28 agosto, trova Loueke in compagnia del tastierista Robert Glasper e del bassista Derrick Hodge, membri del gruppo di Blanchard, e del travolgente,batterista Mark Giuliana. Con una sezione ritmica come questa, Heritage può generare solo grande curiosità per una musica che ci si aspetta muscolare, fresca e inconfondibile.
Fred Hersch Trio - Alive At The Vanguard (Palmetto)
Tra le composizioni ci sono originali di Hersch dedicati a Paul Motian e Ornette Coleman, due pezzi che fanno riferimento a Sonny Rollins (Softly As In A Morning Sunrise, Doxy ), un abbinamento di Lonely Woman e di Nardis , e I Fall In Love Too Easly e Moon and Sand . Brad Mehldau Trio - Where do you start (Nonesuch)
Il nuovo album include non solo jazz canonico, le composizioni di Sonny Rollins ( Airegin ) e Clifford Brown ( Brownie Speaks ), ma anche materiale pescato da cantautori tra cui Nick Drake ( Time Has Told Me ), Sufjan Stevens ( Holland ) e Elvis Costello (Baby plays around ). Maggiori dettagli sul disco qui . Charles Mingus - The Jazz Workshop Concerts 1964-65 (Mosaic)
Questo box set composto da sei cd, che uscirà il 18 settembre, include un disco e mezzo di musica inedita, tra cui tre composizioni mai ascoltate prima. I musicisti presenti sono i sassofonisti Eric Dolphy, Charles McPherson e Clifford Jordan, il trombettista Johnny Coles, il pianista Jaki Byard e il batterista Dannie Richmond. Ovviamente questo cofanetto sarà uno dei favoriti per il primo posto nelle classifiche che i critici jazz faranno entro la fine dell'anno 2012 per quanto riguarda i migliori dischi jazz riediti. Tra i contendenti non mancheranno Bill Evans Live at Top Art D'Lugoff's Top of The Gate e Sleeper , la recente pubblicazione in doppio album del quartetto europeo di Keith Jarrett. Sam Rivers / Dave Holland / Barry Altschul - Reunion: Live in New York (Pi Recordings)
Ad un concerto alla Columbia University, i tre maestri hanno ripreso da dove apparentemente avevano lasciato dopo 25 anni di assenza. Nella sua recensione dello spettacolo per il New York Times , Nate Chinen ha scritto che il concerto "ha confermato il potere espressivo della improvvisazione collettiva." Dave Douglas Quintet - Be Still (Musica Greenleaf) L'album è una sorta di progetto programmatico di ballate e di inni, molti pezzi scelti direttamente dalla madre di Douglas per essere interpretate dal figlio al proprio funerale ( è morta lo scorso anno) Collabora al progetto anche la chitarrista e cantante Aoife O'Donovan.
Bobby Hutcherson - Somewhere in the Night (Kind of Blue)
ITra i brani presenti ci sono composizioni di Hutcherson Teddy and Little B's Poem , Milt Jackson con SKJ , Duke Ellington con Take the Coltrane, e John Coltrane con Wise One.
Donny McCaslin - Casting per Gravity (Musica Greenleaf) Il formidabilesassofono tenorsassofonista ritorna con un altro progetto elettrico, sostenuto dal tastierista Jason Lindner, dal bassista Tim Lefebvre e dal batterista Mark Giuliana.
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Post n°2351 pubblicato il 09 Agosto 2012 da pierrde
Un pò di proselitismo da appassionati jazzofili: apprendo dal blog Free Fall Jazz che lo stesso è in corsa nella categoria Musica per il premio Blog Awards 2012. Gli altri blog menzionati quale miglior sito musicale dell'anno mi sembrano più delle patinate riviste un pò rock e pò glamour, insomma molta immagine ma sulla sostanza ci sarebbe da discutere. Anzi, io non discuterei affatto, segnalo giusto per intenderci, l'inizio di una recensione su Cheapsound: Raphael Gualazzi, classe ’81, è da anni un jazzista rinomato in Italia e non solo, già un album alle spalle, ha portato a Sanremo 2011 il jazz. Ogni commento penso sia superfluo. Quelle che per me sono connotazioni negative però per la maggioranza immagino siano quanto di più appetibile, quindi la concorrenza è assolutamente spietata. Vedo che gli autori di Free Fall Jazz l'hanno già presa con la dovuta ironia: non è certo un premio e per di più con criteri che affastellano mele e pere che segna la bontà di un blog. Detto questo però, se proprio abbiamo cinque minuti da spendere un voto agli amici è più che giusto assegnarlo. Trovate tutto qui: http://freefalljazz.altervista.org/blog/
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Post n°2350 pubblicato il 09 Agosto 2012 da pierrde
Avete perso la diretta del Newport Jazz Festival dello scorso week-end ? Nessun problema, grazie alla radio NPR è possibile ascoltare ben 16 ore di musica, tra i tanti concerti segnalo il gruppo di Jack De Johnette (che oggi compie 70 anni !), i Bad Plus con Bill Frisell, Kurt Elling, iguel Zenon Rayuela Quartet, John Hollenbeck, Frisell con Jenny Scheinman e poi con la musica di Lennon, Rudresh Mahanthappa e molto altro ancora. Link: http://www.npr.org/series/newport-jazz-festival/ |
Post n°2349 pubblicato il 08 Agosto 2012 da pierrde
Da anni sono lettore abbonato della rivista americana e come ad ogni stagione mi giunge la richiesta di partecipare al Readers Poll. Ecco le mie scelte:
Hall of Fame: Paul Motian |
Post n°2348 pubblicato il 08 Agosto 2012 da pierrde
Perdonatemi la piccola autocelebrazione, oggi compio 59 anni. Per le solite bizzarrie della vita mi trovo a festeggiare il compleanno con mia mamma (una splendida ottantanovenne) mentre moglie e figlia sono chi lontana chi molto lontana geograficamente. Rimanendo in campo jazzistico sono nato lo stesso giorno di Benny Carter, Jimmy Witherspoon e Urbie Green,e, allargando il tiro, di Dustin Hoffman e Nigel Mansell. Non sono mai stato particolarmente interessato ai festeggiamenti, tant'è che è la prima volta che ne accenno sul blog. Quest'anno potrebbe però essere l'ultimo compleanno passato al lavoro. Scaramanticamente non proseguo.....e mi dedico Happy Birthday suonata da Dado Moroni e Gianluca Renzi. Ad maiora. |
PROGRAMMAZIONE 30 LUGLIO - 9 SETTEMBRE A partire da lunedì 30 luglio e fino a domenica 9 settembre riproponiamo alcuni dei momenti più interessanti delle nostre notti, dedicando particolare attenzione alla musica dal vivo, sia quella registrata nei nostri studi con le radio session di Dominic Pifarely e Michele Rabbia, Hear In Now, Teho Teardo/Martina Bertoni/Alexander Balanescu e molti altri che i concerti dai festival organizzati in collaborazione con l’Auditorium Parco della Musica di Roma, ovvero New York Is Now!, Le labbra nude e Be Music, Night. Inoltre ritrasmettiamo alcuni speciali (la new wave inglese, AACM, Raymond Scott, Anthony Joseph, Gil Evans, Otomo Yoshihide e tanti altri), il tutto condito da presentazioni di novità discografiche e materiali realizzati ad hoc. Non mancherà il ricordo del grande sassofonista britannico Lol Coxhill recentemente scomparso e di John Cage nel ventennale della scomparsa. A seguire il calendario dettagliato: Lunedì 30 luglioBe Music, Night: Henry ThreadgillMartedì 31 luglioSpeciale Raymond ScottMercoledì 1 agostoBe Music, Night: Alvin CurranGiovedì 2 agostoRadio session Elio MartuscielloVenerdì 3 agostoSpeciale skaSabato 4 agostoOmaggio a Lol Coxhill Domenica 5 agostoRadio session Test Quintet Lunedì 6 agostoSpeciale Gil Evans Martedì 7 agostoSpeciale AACM 1a. parte Mercoledì 8 agostoSpeciale AACM 2a. parte Giovedì 9 agostoSpeciale AACM 3a. parte Venerdì 10 agostoRadio session Above The Tree Sabato 11 agostoBe Music, Night: Rob Mazurek Quintet Domenica 12 agostoOmaggio a John CageAlvin Curran “Caged Notes”Radio session Francesco Giannico Lunedì 13 agostoLe labbra nude: Ernest Dawkins’ Chicago 12 Martedì 14 agostoSpeciale Otomo Yoshihide Mercoledì 15 agostoLe labbra nude: Electric Barbarian + Kain Giovedì 16 agostoSpeciale new wave inglese Venerdì 17 agostoLe labbra nude: Nicole Mitchell Black Earth Ensemble Sabato 18 agostoLe labbra nude: Mike Ladd Negrophilia Domenica 19 agostoSpeciale Joe Meek Lunedì 20 agostoRadio session Hear In Now Martedì 21 agostoBe Music, Night: The Magic I.D. Mercoledì 22 agostoBe Music, Night: Wayne Horvitz/Briggan Kraus Giovedì 23 agostoIntervista a Anthony Joseph Venerdì 24 agostoLe labbra nude: Meshell Ndegeocello Sabato 25 agostoNew York Is Now!: Craig Taborn TrioSpeciale strumenti inventati Domenica 26 agostoRadio session Teho Teardo/Martina Bertoni/Alexander Balanescu Lunedì 27 agostoRadio session Baba Sissoko Martedì 28 agostoRadio session Domino’s Tale Mercoledì 29 agostoBe Music, Night: Sol 6 Giovedì 30 agostoNew York Is Now!: The Beat Kids Venerdì 31 agostoSpeciale klezmer Sabato 1 settembreRadio session Francesco Guerri Domenica 2 settembreRadio session Dominic Pifarely e Michele Rabbia Lunedì 3 settembreRadio session Eric Chenaux Martedì 4 settembreRadio session Luca Venitucci Mercoledì 5 settembreBe Music, Night: Hairy Bones Giovedì 6 settembreRadio session Francesco Bigoni Venerdì 7 settembreRadio session Parallel 41 [Barbara De Dominicis/Julia Kent] Sabato 8 settembreRadio session Leaping Fish Domenica 9 settembreLe labbra nude: Ursula Rucker
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Post n°2346 pubblicato il 04 Agosto 2012 da pierrde
Radio3 Scienza // IO NON HO PAURA
Body & Soul // LEZIONI DI JAZZ Una nuova significativa proposta del sito di Radiotre . Potete trovare, riorganizzate e reimpaginate, tutte le diverse trasmissioni che insegnano qualcosa: si tratti della storia della musica classica o dell'arte, del jazz o delle tecnologie o ovviamente tutta intera l'enciclopedica Wikiradio. Con un po' di ironia, si propone di usare l'estate per i corsi di riparazione, speriamo non intimidatori né noiosi. In fondo si tratta di farsi trovare più preparati quando comincerà la nuova stagione, scolastica e radiofonica... |
Perchè parlare ancora di Rava ? E, sopratutto perchè proprio in questo blog dove le critiche al trombettista non sono certo mancate nei commenti, spesso ben argomentate e ben poco concilianti. E poi, perchè un intero album di musiche di Michael Jackson, per di più da parte di un musicista come Enrico che normalmente suona sopratutto proprie composizioni ? Altri prima di Rava hanno saccheggiato il booklet di Jacko, ma l'hanno fatto prendendo un brano: Human Nature se l'è preso Miles, Thriller è stato rielaborato da Lester Bowie, e ancora molti altri jazzisti hanno attinto, da Lionel Hampton a Chico Freeman. Un conto infatti, è prendere un brano pop e rielaborarlo, è in fondo, molta della storia del jazz che insegna questo approccio. Ben diverso un album concept, dove il rischio di toppare o di annoiare è molto più elevato. Anche la scelta dei brani è particolare: a parte Thriller si pesca nel repertorio minore, quello degli ultimi album, quando la stella del cantante cominciava visibilmente ad appannarsi. E poi, non bastasse, le affermazioni forti che Rava ha dispensato in molte interviste sulla statura artistica di Jackson, definito senza mezzi termini "genio della musica e della danza". Ovviamente è sacrosanto che Rava manifesti le sue opinioni, personalmente però su Jacko la vedo come Frank Zappa: " E' talmente strambo da far apparire normale perfino me. Passerà certamente alla storia, non tanto per la sua musica o per il suo esibizionismo pacchiano, ma perchè non sono biodegradabili i chili di plastica che si è iniettato adosso" E allora, perchè ancora parlare di On The Dance Floor ? Per rinvigorire polemiche decisamente abusate ? No, nulla di tutto ciò. Semplicemente perchè nonostante tutti i miei pregiudizi iniziali, la mia scarsa conoscenza unita ad un minimo apprezzamento per la musica di Jackson si tratta di un album fresco e bellissimo. Gli arrangiamenti che Mauro Ottolini ha scritto per l'orchestra Parco della Musica richiamano in parte quelli di Lester Bowie e della Brass Fantasy, sopratutto in Thriller, ma poi prevale un gusto melodico ed una cantabilità che ben si amalgamano con i temi semplici e ritmati, a tratti rockeggianti (Little Susie, Blood on the dance floor) e a volte più lirici (Speachless, Smooth Criminal), addiritura godibilmente reggae in They Don't Care About Us. Dan Kinzelman è autore di alcuni pregevolissimi momenti solistici, la chitarra di Marcello Giannini sfodera un piglio risoluto rieccheggiando il John McLaughlin di memorie davisiane, la sezione trombe Andrea Tofanelli e Claudio Corvini fa meraviglie, la sezione ritmica non è da meno in un compito veramente ingrato e difficile. Non ho cambiato opinione, Jackson rimane un artista per me poco appetibile, ma questo On The Dance Floor è opera arguta, divertente, estroversa e piacevolissima. E' anche un album di jazz ? Dipende dai punti di vista..... V A L U T A Z I O N E : * * * *
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Post n°2344 pubblicato il 02 Agosto 2012 da pierrde
Eccomi al consueto appuntamento serale con un post che di musicale ha solo i protagonisti. Sul Corriere della Sera di ieri c'è infatti un articolo di Elvira Serra che racconta il matrimonio avvenuto nel 2003 tra Paolo Fresu e Sonia Peana. La storia è simpatica e fortemente impregnata di "sardità", ne riporto i primi passi lasciando il link per la lettura integrale:
Non è stato un matrimonio per pochi intimi. «C'erano duemila persone». Peraltro, senza essere state invitate. «A Berchidda funziona così: non si fanno gli inviti, a parte per chi viene da fuori. Semplicemente, chi si sente autorizzato a partecipare, partecipa». E così dal mattino i cuochi si misero ad arrostire trenta porcetti. «Quella fu l'ultima cosa. In realtà i preparativi erano cominciati il lunedì: uccidere gli animali, preparare i dolci, cucinare ciò che poteva essere già preparato. Fino al sabato. Quando c'è stato prima il pranzo in piena regola per duecento persone nel giardino di casa, l'argenteria, camerieri impeccabili. Poi la cena per tutti gli altri: nel cortile erano parcheggiate 1.500 auto». Il momento clou, la processione: gli ospiti in fila per fare gli auguri agli sposi. «Sonia, mia moglie, stava in piedi accanto a me sconvolta: abbiamo dato quattromila baci a testa. Vicino c'era Zietta che raccoglieva le buste: a seconda del grado di parentela o di amicizia conteneva dei soldi, una sorta di mutuo soccorso. Mia mamma ha tenuto la contabilità, sa perfettamente cosa deve regalare e a chi, non esiste che il dono non venga ricambiato». Link: |
Post n°2343 pubblicato il 01 Agosto 2012 da pierrde
E' un periodo tosto per me, molto lavoro e poco tempo. Invece sul blog fioccano interventi e commenti che, purtroppo, posso leggere solo verso quest'ora. Al di là dell'oggetto del contendere e della vis polemica di ciascuno, come sempre osservo che in molti contributi c'è una valenza che merita lettura attenta, indipendentemente dal fatto che le idee del commentatore convergano o meno con le mie. Probabilmente Mondo Jazz e, in parte, anche Mi Piace il Jazz hanno contribuito a ridare vita a quegli spazi, i Forum dedicati al jazz, che per molti motivi sono scomparsi. In pratica al di là della vita normale di un blog, le notizie e le recensioni con qualche occasionale commento, parallelamente si sviluppano discussioni autonome senza che il titolare abbia il tempo e la possibilità di intervento immediato. Il fatto in se non mi dispiace, anche se l'invito di Gualberto ad una conference call a tre potrebbere risolvere alcune ridondanze inevitabili. Per il resto questo spazio è libero e a disposizione di tutti, con ovvie regole autodettate di rispetto delle idee e delle persone. Credo che i tre principali protagonisti dell'ultima discussione si possano tranquillamente riconoscere in questi semplici e minimi principi. A loro poi è dedicato il dipinto di Jiri Silva, un autore a me caro, un invito a bere virtualmente un caffè insieme. Approfitto inoltre di questo post per comunicare agli amici che seguono blog e commenti che aderirò alla richiesta di alcuni di loro. Interessati e incuriositi dalla discussione sul jazz italiano ed europeo, sui parametri taglienti spesso adoperati nei confronti della ECM e di Enrico Rava, mi hanno chiesto di esplicitare il mio parere, se non proprio una recensione, sull'ultimo album dell'Enrico nazionale dedicato alle musiche di Michael Jackson. Sto ascoltando da qualche giorno il compact e a breve ne racconterò le impressioni.
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