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Un blog creato da Mthrandir il 11/01/2005

Schegge di vetro

Ad averlo saputo prima, me ne stavo nel Beleriand! (Le immagini riprodotte su queste pagine sono di proprietà dei rispettivi autori, sperando che la dichiarazione mi sollevi dalla promozione di cause civili, che non ho tempo)

 
 

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Trasferimento

Post n°82 pubblicato il 03 Luglio 2007 da Mthrandir

Ho preso casa ufficialmente altrove già da un po' di tempo. Chiunque voglia, mi trova con lo stesso nick su:

La Voce del Padrone

Ci si vede di là

 
 
 

Novità

Post n°81 pubblicato il 07 Marzo 2007 da Mthrandir
 

Dunque, è scaduto il contratto d'affitto. Mi sa che prendo un appartamento da un'altra parte. Chi voglia tenersi al corrente, può contattare l'assistenza Clienti al seguente indirizzo mail:

verolah@libero.it

Accorrete numerosi.

Salutiamo rispettosamente

Mthrandir

 
 
 

Aggiornamenti

Post n°80 pubblicato il 19 Febbraio 2006 da Mthrandir
 

Passo e vi leggo sempre, anche se commento un pochino meno spesso.
Quindi, state in campana!




Mthrandir

 
 
 

Strappo alla regola

Post n°79 pubblicato il 08 Gennaio 2006 da Mthrandir
 

REGOLAMENTO

Le persone che vengono invitate a indicare sul loro blog 5 loro strane abitudini, devono indicare chiaramente questo regolamento. Alla fine dovranno scegliere 5 persone da nominare e linkare il loro blog, comunicando loro nello stesso, tramite commento, che sono state scelte..

Essendo stato nominato da ben due bastardoni che frequantano questi lidi (DeathOfaMan e soltantounuomo), mi vedo costretto a rispondere a questo infame giochetto. Anche se non credo che le stranezze di un "fascistazzo di merda" (definizione che devo al prode Ironicodistacco) possano interessare qualcuno, eccole comunque:

 mi strappo regolarmente le unghie dei piedi;

 quale che sia l'ora del previsto abbandono del letto, faccio in modo che la radiosveglia cominci a suonare un'ora prima di tale orario e la spengo ad intervalli di nove minuti (quindi, almeno 5 volte prima di alzarmi);

 poichè sono vizioso, non si dà una mattina (salvo cause di forza esageratamente maggiore) in cui salti cappuccio e brioche. Quest'ultima, sempre la stessa da almeno un lustro (saccottino al cioccolato);

 leggo il giornale (a prescindere dal quotidiano) cominciando sempre dall'ultima pagina, quella dove, ahimè molto tempo fa, c'erano le lettere al Direttore di Indro Montanelli. Anche se il grande Indro è passato a miglior vita, ho conservato l'abitudine;

 infine, quando prendo la metropolitana o qualsiasi altro mezzo pubblico, mi siedo sempre nel punto dove le panche o i sedili confinano con le aste reggimano. In ogni caso, mai con la schiena rivolta al senso di marcia.

Ciò detto, credo di dover passare qualche testimone. Nello specifico:

- Il pedone taoista (Blackwell)

- Giancla

- bender_che_offender

- occhjblu

- sundrop

Fatto lo strappo, torno nel mio monolocale a vomitare i miei consueti veleni.

Mthrandir

 
 
 

IL MAGO (MAGRO) MIGRA

Post n°78 pubblicato il 10 Novembre 2005 da Mthrandir
Foto di Mthrandir

Cambio casa. Non che sia una notizia da prima pagina, ma tant’è. Da oggi i miei vaneggiamenti li potrete trovare su:

http://scheggedivetro.blogosfere.it/index.html,

sempre che qualcuno abbia voglia di continuare a leggerli. Io continuerò a scriverli e non smetterò di fare visita, qui, a tutti coloro che, in dieci mesi di attività, mi hanno concesso la loro amicizia in modo più o meno virtuale.

Ovviamente, il riferimento immediato è agli scribacchini che compaiono nella lista dei preferiti, ma anche ad altri che sto seguendo e che continuerò a seguire (tra questi ultimi, bender e sundrop che spio sempre volentieri).

Non temete (e chi temeva?), qui ci ripasso sempre a lasciar tracce. A sproposito, un avviso agli abbonati: il dossier su Prodi non è mica finito. Per ora lo trasferisco gradatamente di là, ma da dire ce n’è ancora parecchio. E fino a quando non mi metteranno la mordacchia, io proseguo imperterrito. Tanto, hanno approvato la “ex Cirielli”.

Mthrandir

(Nella foto, il Grigio Pellegrino)

Aggiunta del 20 novembre 2005

Da oggi, terminato il trasferimento del piccolo dossier, si ricomincia con le nuove puntate. On line, la nona. Baci et abbracci a tutti.

Mthrandir

 
 
 

DIES IRI (7)

Post n°77 pubblicato il 02 Novembre 2005 da Mthrandir
 
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(Ottava puntata – “Il carretto passava e quell'uomo gridava: Gelati!” – I Giardini di Marzo: Battisti, Mogol - 1972) 

Maggio 1993: dopo le “dimissioni” di Franco Nobili, che ha traslocato temporaneamente a San Vittore causa coinvolgimento in tangentopoli, l’IRI ha bisogno di un nuovo Presidente. L’idea geniale è quella di richiamare il novello Cincinnato (Prodi) alla carica che aveva ricoperto con grandi successi nel decennio precedente. Romanone rinuncia agli incarichi di consulenza raggranellati in giro per il mondo (si veda la puntata precedente) e torna sul trono del carrozzone di Stato. Eredita il piano di (ri)vendita della SME che aveva tentato di regalare anni prima al suo compagnuccio di merende Carlo De Benedetti. La SME è, al momento, suddivisa in tre divisioni: CDB (ne parleremo, oh se ne parleremo), GS-Autogrill (ne parleremo, oh se ne parleremo) e Italgel. Parliamone. L’Italgel fa i gelati (Motta, Sammontana, ecc.) e, per questo, è molto “appetita”, specie da una famigerata multinazionale svizzera che, ogni tre per due, si becca cause a livello planetario per le peggio violazioni ed abusi. Ma sono amici di Prodi attraverso le storiche e comuni frequentazioni del Gruppo Bilderberg. Che cazzo sarà mai il Gruppo Bilderberg? E’ una simpatica organizzazione semisegreta, diciamo una consorteria di stile massonico, che opera come lobby a livello globale. In sintesi, coltiva il sogno di un mondo diviso in due: Occidente (USA e Europa Unita tra loro alleate) e gli altri stronzi che vagano per l’orbe terracqueo. Persegue i suoi fini promuovendo incontri e conventions tra i potenti della terra (ministri, capi di governi, vertici delle multinazionali, et similia) i cui contenuti sono dichiaratamente mantenuti segreti. Il motivo di tale riservatezza? Facile: il segreto serve a mettere a proprio agio queste belle figure e le lascia libere di confrontarsi senza il timore che qualcuno faccia le pulci ai loro “pensieri”. Prodi, negli anni ottanta, è stato niente meno che membro del Comitato di Orientamento del Gruppetto di giocatori di tressette. Tra gli sponsor del Gruppo, guarda un po’, c’è sistematicamente la Nestlè. Dite che si conosceranno? Bah, le procure italiane sosterrebbero che si tratta di una pura coincidenza e che non c’è niente di male a vedere, ogni tanto, gli amici. Bene, andiamo avanti. Al momento della preparazione del bando di gara (però, adesso che il CIPE ha dato praticamente via libera alle trattative private, Prodi fa le aste) vengono dati due incarichi. Alla Pasfin Servizi Finanziari di stabilire un prezzo, alla Wasserstein & Perrella (Merchant Bank che avrà un’incarico anche per la vendita CDB e che gravita attorno ai Bilderberg) quello di aprire le buste e di riferire all’IRI il loro contenuto. Per questo laborioso compito, W&P porterà a casa 6 miliardi di lire. Il giorno dell’apertura delle buste, arrivano cattive notizie: una multinazionale anglo francese (Gran Met: 800 miliardi) ha offerto di più. L’Aquilotto non si perde d’animo e fa pervenire immediatamente un fax alla Pasfin richiedendo una “correzione” alla stima del valore dell’Italgel. Cortesemente, arriva la rettifica in tempo reale: 680 miliardi contro i 750 precedentemente indicati. Almeno, adesso, l’offerta della Nestlè (700 miliardi) è superiore al minimo. Il CDA dell’IRI decide che il matrimonio con la Nestlè s’ha da fare e gli svizzerotti portano a casa coni e gelati. Per quanto? 437 miliardi. Come si è arrivati a questa valutazione finale? Non si sa. Quando la magistratura viene interessata della questione, la Procura di Roma (a volte ritornano), nella persona  della PM Monteleone, agisce senza perdere tempo. Ordina una serie di perizie ad un geometra, che il gelato lo conosce in quanto cono, e ricevute le risultanze dell’indagine di cotale professionista, le ricusa come sbagliate. Le fa rifare? No, archivia la posizione sostenendo che tutto è corretto (l’abuso d’ufficio è già diventato una burletta grazie all’intervento del Premier di allora1997 – cioè Romano Prodi). La Procura di Salerno, invece, decide di andare avanti e ordina all’IRI di consegnare tutte le letterine d’amore che si sono scambiate le parti. La risposta dell’Ente di Stato lascia senza fiato: “Le carte non ci sono, le ha conservate la W&P”.

GdF:Ma come? Non c’era l’obbligo della conservazione dei documenti?”

Funzionario IRI: “Beh, infatti le abbiamo conservate, ma a Londra. Qui non avevamo più spazio. Sa com’è….”

GdF: “Allora le chiediamo ai londinesi”.

Picche anche di là.

W&P: “Le carte c’erano, accidenti, erano qui, ma…ah, ora mi viene in mente….le hanno portate negli USA, in un magazzino di periferia”.

GdF: “Va bene, andiamo a prenderle a spese nostre”.

W&P: “Beh, veramente….il magazzino è andato a fuoco questa primavera”.

Gente allegra, il ciel l’aiuta.

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(Nella foto, l’Italgel in partenza per la Svizzera)

 
 
 

MERITATO RIPOSO

Post n°76 pubblicato il 27 Ottobre 2005 da Mthrandir
 
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(Settima puntata - "Il vero lusso, che nessuno pensa più di offrirsi, è prendersi il proprio tempo" Paul Morand, Elogio del riposo)

Alla fine del 1989, dopo le lunghe fatiche di cui si è parlato (fatta eccezione per la puntata che riguarda CREDIT e COMIT), l’Aquila di Scandiano si prende un periodo sabbatico per ritemprare lo spirito e preparasi al meglio in vista delle sfide future. E’ un periodo trascorso lontano dai riflettori (egli stesso, nella sua biografia ufficiale, mantiene una certa riservatezza), dedicato non solo all’aggiornamento professionale, ma anche, e soprattutto, alla meditazione trascendentale. Ispirato dalla vera luce, Romano si dedica alla creazione di opportunità professionali anche per la di lui consorte, la Signora Flavia, con la quale fonda una società di consulenza che si chiama(va) ASE (Analisi e Studi Economici). Prima di entrare nel merito degli sviluppi successivi della carriera del Professore, spendiamo un paio di parole su questa seconda Società di Consulenza, vera passione dell’Aquilone (ricordate NOMISMA, vero?). La società ASE Srl viene acquistata da FI.GI. Srl nel marzo del 1990 da due soci con quote paritarie: Romano Prodi e Flavia Franzoni (la moglie). In tutta la sua vita (credo sia stata liquidata visto che la richiesta di liquidazione è partita nel 1997, ma risultava “in liquidazione” ancora nel 2002) non ha mai avuto altri soci che i due citati, la sede sociale fissa presso lo studio del commercialista Pietro GNUDI (Consigliere IRI e Commercialista di Nomisma), non ha mai avuto un dipendente (tranne un segretario, tale ZOLI, finito nelle canne giudiziarie per maneggiamenti nella compravendita di terreni – 1 anno e qualche mese di gabbio) e non ha mai distribuito una lira di utili. In compenso fatturava miliardi reinvestiti in attività di leasing immobiliare attraverso una controllata di nome “Aquitania” (della quale poco si sa) nella cui compagine societaria figurava il Credito Romagnolo. Nell’ASE finiscono, allo scopo di "razionalizzarne la gestione" (Ipse dixit) i compensi di Prodi per le attività di consulenza che egli stesso presta tra il 1990 e il 1993: multinazionali, banche, eccetera. Tra queste, si segnalano la banca americana Goldman Sachs e, ma qui la versione è controversa, Unilever (secondo GNUDI), General Electric (secondo Prodi). I documenti ufficiali escludono UNILEVER dalla clientela di ASE, ma è interessante notare che il Professore confessa di essere stato “advisory directordi UNILEVER dal 1990 al 20 maggio 1993 (strano che questi compensi non siano finiti nella ASE. Ma non ha messo in piedi tutta questa roba per "razionalizzare"?). E’ bene ricordare questi nomi perché, nelle prossime puntate, li incontreremo di nuovo. Intanto basti rammentare questo capolavoro di trasparenza: Prodi è consulente di Goldman Sachs e di Unilever fino al maggio 1993 (data in cui egli si dimette da entrambi gli incarichi e ASE smette di fare consulenze, dice lui), mese in cui l’Aquilone viene richiamato ai vertici dell’IRI, anno in cui ASE fattura 1,07 miliardi di lire (in meno di cinque mesi) contro i circa 700 milioni all’anno del biennio precedente, stesso periodo in cui Goldman Sachs prende l’incarico di collocare le azioni CREDIT e COMIT e aiuta UNILEVER a papparsi la Bertolli a prezzi di saldo. Per la Procura di Bologna, non si può nemmeno ipotizzare astrattamente né un collegamento né un conflitto di interessi. Capito? Non solo non ci sono collegamenti (sic!), ma non si possono nemmeno astrattamente ipotizzare. Chi lo fa, sappia di essere in malafede. Manca un pezzetto ancora. Nel riassumere l’incarico di Presidente dell’IRI, Prodi “si dimentica” di informare che è socio di ASE. Per meglio dire, omette di farlo perché la Legge, sempre secondo la sua interpretazione, obbligherebbe a denunciare le partecipazioni e le quote possedute di società che distribuiscono utili (la Legge 441/82 la precisazione sulla distribuzione degli utili non la fa). Il vizio di interpretare le Leggi dello Stato secondo il momento è un vizio duro a morire. Naturalmente, specie considerando i precedenti, non mi soffermo nemmeno sull’opportunità di rendere pubbliche dette notizie perché nessuno avrebbe mai potuto sospettare che il modus operandi dell’esimio potesse collidere con gli interessi della collettività (mi riferisco a quella dei cittadini, non alle combriccole). Sempre nel periodo delle vacanze, il CIPE ha provveduto a deliberare in merito alle privatizzazioni introducendo un codicillo che, per Romanone, si rivelerà di grande interesse. Dal 1990 sono ammesse le trattative private per le cessioni di beni pubblici qualora si riscontrino i caratteri dell’”interesse nazionale”. Un bel colpo di spugna con il passato (così si evitano fastidiose seccature giudiziarie che farebbero solo perdere tempo) e si mettono le basi per i successi delle privatizzazioni future. Del resto, sarà difficilissimo appellarsi all’interesse nazionale per giustificare gli scippi al patrimonio nazionale. Sarà un caso, ma uno dei soprannomi di Prodi in Europa era “Clean Man”. Ma era ironico.

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(Nella foto, il vero programma di Prodi) 

N.B. : La ASE continuerà ad incassare fino al 1995, ma Prodi dice che sono pagamenti fatti in ritardo per consulenze relative al periodo precedente alla sua rinomina. Due anni di ritardo.... Sarà colpa delle Poste. 

 
 
 

DIES IRI (6)

Post n°75 pubblicato il 25 Ottobre 2005 da Mthrandir
 
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(Sesta puntata – “Ho seguito tutte le regole e tutte le procedure e ho agito nell’interesse dello Stato” Romano Prodi, 6 maggio 2003 a “L’Unità”)

Già. Il problema è che regole e procedure, nella visione dell’Aquilone, non coincidono con le regole e con le procedure stabilite dalla Legge Italiana. Quanto agli interessi dello Stato, ha fatto bene a non precisare “quale Stato”, perché non si tratta sicuramente di quello italiano. L’argomento è sempre lo stesso, le privatizzazioni, ma da questa puntata si entra nel vivo degli “affari” più discussi degli ultimi venti anni. Il primo è la vendita della famigerata SME, una prima volta oggetto del tentativo di omaggio a Mr. Carlo De Benedetti, poi effettivamente regalata (a pezzetti) in giro per il mondo. La SME (Società Meridionale per l’Elettricità) è la finanziaria dell’IRI che opera, come dice il nome stesso, nel settore alimentare. Viene da anni di crisi profondissima, ma, all’altezza dell’anno domini 1984, mostra segnali di inversione di tendenza, soprattutto grazie al momento congiunturale di grande interesse per il settore alimentare. In che condizioni economiche si trova effettivamente la SME? Prodi dice che è sostanzialmente in passivo e in grande crisi. Corre l’obbligo, quindi, di snocciolare alcuni numeri che saranno anche noiosi da leggere, ma sono indubbiamente utili per capire come stessero effettivamente le cose. La SME (come gruppo) fatturava oltre 2.500 miliardi con un utile netto di quasi 65 miliardi (dovuti a operazioni straordinarie in gran parte), aveva un patrimonio netto pari a circa 430 miliardi e debiti netti inferiori ai 20 miliardi. Le principali divisioni erano: GS Supermercati (21 miliardi di utili), Alivar-Autogrill (30 miliardi), Italgel (ne riparleremo a parte, 3 miliardi), Cirio (riparleremo anche di questo, poco meno di un miliardo). Più varie ed eventuali. Un gruppo povero? Si direbbe di no. Magari, però, si tratta di un gruppo che ha difficoltà di mercato.

Dunque, in realtà è:

1. monopolista nella ristorazione autostradale (Autogrill);

2. leader di mercato nei settori olio d’oliva (Bertolli) e conserve alimentari (Cirio e De Rica);

3. secondo operatore nel settore gelati (Motta, Alemagna, Antica Gelateria del Corso) e surgelati (Surgela e Valle degli Orti);

4. buone posizioni nel settore dei prodotti da forno e dolciario.

Allora, non ha nemmeno problemi di competitività.

Benissimo, quindi! Non essendo strategico per le Partecipazioni Statali, si può vendere alla grande e farne bei soldini.

E qui, ma non è una novità, le prospettive cambiano. L’Aquilotto sostiene (deposizione al Processo SME nel 2001) di aver contattato prima Barilla e poi Ferrero ottenendone due rifiuti. Ora, che sia vero o no, Romanone ammette candidamente che di aste proprio non ne vuol sentire parlare, lui tratta solo nei bar, durante gli happy hours il cui clima sembra essergli più confacente. E i giudici non fanno una piega. Ricevuti i due presunti “Non mi interessa”, Prodi pensa (casualmente) che la Buitoni possa essere interessata. In effetti, alla Buitoni interessa perché De Benedetti (che, casualmentel’ha comprata ben due mesi prima ed è anche, casualmente, un acceso “sostenitore” della sinistra democristiana di De Mita) intende diversificare l’attività dal settore informatico (Olivetti).

Ma chi è l’acquirente designato? Buitoni fattura circa 1.000 miliardi, ha perdite per 48, patrimonio netto zero e debiti per 300 miliardi. Ricorda, non so perché, una Banca Popolare recentemente divenuta assai famosa che tenta di scalarne un’altra che vale parecchio di più, ma anche una Compagnia di Assicurazioni che, analogamente, vuole scalare un’altra Banca che è grande 4 volte il potenziale compratore. Di sicuro, un pensiero che scaturisce dalla mia passione per la dietrologia. Ma torniamo a noi e non divaghiamo.

Su quali basi viene fissato il prezzo? Sulla base di una perizia di Guatri (rettore della Bocconi) e Poli (emerito professore) che arrivano a stimare il valore a 497 miliardi. Peccato che la perizia fosse riferita ad un progetto di fusione all’interno del Gruppo (delibera IRI del 1984) e lo scopo fosse quello di valutare il “peso” della SME all’interno di quel contesto. In questo caso, invece, si deve vendere sul mercato e i valori devono tenere conto di ben altre poste di bilancio. La sola capitalizzazione della SME si aggira sui 1.300 – 1.500 miliardi.

Prodi (“Io non mi occupo di valutazione di aziende”, bontà sua, deposizione del 2001) con De Benedetti firma un preliminare per la vendita (condizionato al si di Governo e CDA dell’IRI, dice lui, ma De Benedetti la pensa diversamente) alle seguenti, favorevolissime, condizioni:

A. Prezzo di vendita: 497 miliardi, a rate, per il 64% della SME. Ma se si tiene conto della rateizzazione, il prezzo reale scende a 333 miliardi;

B. Garanzie del pagamento: IMI e Mediobanca, cioè due banche controllate dallo Stato, che hanno già pattuito di ricomprare il 13% della SME per 104 miliardi (Visto? Il 64% costa 333 nella fase di vendita e, per miracolo, il solo 13%, due giorni dopo, ne vale 104 e non 67,5. Mah….). Inoltre, lo Stato, tramite l'IRI, vende a un privato al quale fornisce contestualmente le garanzie per pagare: se non paga la Buitoni, lo Stato si paga da solo. Ma è Presidente dell'IRI o in tour con quelli di Zelig?;

C. Ulteriori contributi: già stabiliti finanziamenti pubblici a favore dell’acquirente tra i 500 e i 700 miliardi per il risanamento del gruppo acquisito al tasso di interesse del 5% (il medio di mercato, all’epoca, fa 15%);

D. Ammennicoli vari: La SME, se acquisita da terzi, avrebbe permesso all’acquirente di dedurre 600 miliardi di perdite pregresse, con utile implicito di 210 miliardi (bel regalino, ne?). Autogrill e Agip si impegnavano a mantenere in essere i contratti anche per il futuro, sicchè l’Aquila di Scandiano ha risolto anche il problema dei fatturati futuri.

Accidenti! Un altro paio di soggetti che proteggono così gli interessi dello Stato e siamo a posto. Prodi, porta l’offerta al CDA dell’IRI che l’approva. A questo punto, Craxi si incazza sul serio e fa presente a Prodi e Darida (Ministro delle Partecipazioni Statali) che, sebbene Natale sia dietro l’angolo, siamo ancora a Maggio: un po’ presto per i pacchi dono. A margine, l’incazzatura di Bettino raddoppia perché De Benedetti non è esattamente compreso nel parco amici dell’ex segretario socialista. Nel giro di qualche giorno, piovono all’IRI altre offerte per la SME: 550 miliardi attraverso l’avvocato Scalera (chi cazzo sia e chi ci fosse dietro non si è mai saputo) e 600 da parte della cordata IAR (Barilla, Ferrero – ma non avevano detto che non erano interessati? – Confcooperative e Berlusconi). A questo punto, Darida non può fare a meno di imporre a Prodi la valutazione delle altre proposte. De Benedetti non rilancia perché sostiene di aver firmato un contratto di acquisto valido: denuncia tutti (tranne l’Aquila di Scandiano), chiede sequestri azionari, sospensioni, giudizi a destra e a manca (TAR del Lazio, Tribunale di Roma, ecc.). Gli danno torto su tutta la linea perché quell’accordo non poteva essere considerato un preliminare di vendita. Scatta la campagna di stampa sulle presunte tangenti che Berlusconi avrebbe pagato a Squillante per comprare le sentenze (ma chi diede definitivamente torto a De Bendetti fu Filippo Verde). E’ il tentativo disperato di De Benedetti per accaparrarsi il bottino. Di fatto, chiude l’operazione della tentata vendita e rimanda tutti a tempi migliori. Intanto, sotto processo finisce il solo Berlusconi: gli altri fischiettano e fanno finta di niente.

Ancora dalla deposizione di Prodi al Processo SME (dicembre 2001):

Avvocato Dinacci (di Berlusconi): “Come valutò la seconda offerta della cordata IAR?”

Prodi: “Con un senso di frustrazione e di profonda irritazione. Vidi che c’erano Barilla e Ferrero, che con me si erano detti non interessati. E poi Berlusconi, che non avevo contattato perché era totalmente estraneo al settore alimentare”.

De Benedetti, invece…. lui si che era un agricoltore (Rino Formica). Amen.

Mthrandir

(Nella foto, l’apertura dell’offerta di De Benedetti)

 
 
 

DIES IRI (5)

Post n°74 pubblicato il 20 Ottobre 2005 da Mthrandir
 
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(Quinta puntata – “Egli disse: Io sono l’Alfa e l’Omega…” - Apocalisse  22:13)

Stando alla citata relazione di Prodi, alla fine dell’85 l’IRI va uscendo dal tunnel delle perdite eterne che ne hanno caratterizzato le gestioni precedenti. Il come, per chi ha seguito le puntate precedenti, è noto. I giorni radiosi, però, non riguardano la gloriosa Alfa Romeo che è in crisi nera da più di un paio di lustri. L’Alfa appartiene all’IRI via Finmeccanica e può permettersi di restare attiva soltanto grazie alle robuste iniezioni di fiducia (sotto forma di denari pubblici) che l’IRI dirotta sui bilanci di Arese. Per protestare contro questi sprechi, non si registrano occupazioni degli stabilimenti e nemmeno invasioni pacifiche dell’Autostrada dei Laghi. Allegramente, si tira a campare perché, tanto, passa Pantalone a saldare i conti. Il soggetto meno felice di tutti è il Governo, cioè la rappresentanza di coloro che pagano (i cittadini). E decide che sia giunta l’ora di vendere. Finmeccanica si muove e prende contatti sia con Crysler che con FIAT. La risposta è un gentile due di picche, anche perché si tratterebbe di comprare un rottame industriale per di più in perdita cronica. Nel solo biennio 1985 – 1986 le perdite ammontano a circa 1.000 miliardi, ammortizzate parzialmente con 615 miliardi dall’IRI. Ma la voragine effettiva è di 1.485 miliardi e per coprirla ha richiesto 1.388 miliardi complessivi di trasferimenti “pubblici” (a partire dal 1979). Come nelle favole, spunta dal nulla un’offerta di acquisto da parte della FORD la quale, probabilmente, ritiene che si possa usare un marchio di grande tradizione e una casa con clienti affezionatissimi per sbarcare in Europa. Anche a costo di doverla strapagare. L’offerta, infatti, è di ben 3.300 miliardi (secondo alcune fonti 4.000) per acquisire gradualmente il pieno controllo entro 8 anni, piano di investimento di 4.000 miliardi per il quadriennio successivo all’acquisto, ottime garanzie per coloro che risultano impiegati nel carrozzone. Unica condizione, restare in società con Finmeccanica per almeno un quadriennio perché è vero che sono americani, che hanno i quattrini, ma non sono scemi. Sanno benissimo che il giorno in cui Finmeccanica uscirà definitivamente salteranno gli interessi della “politica” a sostenere il progetto e la FORD si troverà sola. L’offerta viene formalizzata il 30 settembre del 1986 e resta valida fino al 7 novembre dello stesso anno. Nessuno fiata. Non i sindacati, non il Partito Comunista, non i lavoratori. E’ chiaro che fiatare di fronte a questo autentico colpo di culo non conviene a nessuno. A nessuno? Invece no, l’Aquila di Scandiano si fa cogliere da uno dei suoi numerosi scrupoli, che sconfinano spesso nell’eccesso di zelo quando si parla di amici, e informa carinamente Romiti dell’offerta ricevuta. Nulla di male, magari lo fa per forzare politicamente la mano alla FIAT e ottenere un rilancio. Che, puntualmente, arriva il 24 di ottobre. Ora, qualunque persona dotata di normale buon senso, all’apertura della busta della FIAT avrebbe avuto un attacco di riso isterico e avrebbe respinto al mittente una controproposta così formulata:

1. Prezzo di acquisto: 1.050 miliardi, in 5 rate, prima rata nel 1993! (prezzo reale di acquisto tra i 300 e i 400 miliardi);

2. Investimenti: 4.000 miliardi entro il 1995!;

3. Posti di lavoro: da tagliare per recuperare competitività!

Il “pregio” dell’offerta, che in soldoni è molto inferiore a quella americana, è che la FIAT scarica da subito Finmeccanica (magari perché conta di tenersi i conferimenti “pubblici” e perché, al contrario degli americani, i suoi contatti con la politica ce li ha lo stesso).

Il 6 novembre indovinate un po’ chi si aggiudica l’Alfa Romeo?

Ma è ovvio, la FIAT! E perché? Perché il piano FIAT è meno rischioso di quello FORD. Così la pensano i soloni dell'economia e della politica italiani. E lo ribadisce nientemeno che la Commissione Europea, sulla base della documentazione fornita dal Governo Italiano (nota bene) poiché sostiene che è si vero che la FORD pagherebbe di più, ma parte del prezzo dipenderà dai risultati futuri del progetto di ristrutturazione aziendale. Quindi, siccome si sa come sono gli italiani, i rischi che finisca in vacca sono elevati. Un autentico capolavoro, specie perché, alla luce dei fatti successivi, il successone FIAT è sotto gli occhi di tutti. Vorrei che non passasse inosservata la citazione “alla luce dei fatti successivi”, perché tornerà di moda quando si parlerà delle sentenze che “assolvono” il nostro Aquilotto.

Tuttavia la Commissione Europea, alla quale la FORD si è rivolta, condanna Finmeccanica (e quindi l’IRI, visto che Finmeccanica paga con soldi non suoi, ma dell’Ente, cioè dello Stato) a restituire i quattrini disinvoltamente ficcati nei bilanci della ormai ex proprietà del Gruppo: 615 miliardi di rimborsi, la condanna più alta mai inflitta fino ad allora per pratiche di aiuto di Stato in violazione alle normative della Comunità. Sarà questo uno dei record di cui Romanone va tanto fiero?

Mthrandir

(Nella foto, la soddisfazione degli operai di Arese)

 
 
 

SECONDO INTERVALLO

Post n°73 pubblicato il 18 Ottobre 2005 da Mthrandir
 
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(Della corrispondenza privata tra il Mago e un'Agente in gonnella del KGB)

Si sa. Io cerco rogne per professione. Nel senso che, ogni tanto, mi prendo la libertà di leggere i blog della concorrenza. Qualche tempo fa, capito su quello di ossimora e commento un articolo di scherno alla casa delle Libertà da questa riportato. Commento neutro, direi, senza particolare vis polemica. La gentile signora ricambia la visita e mi lascia un commento, a sua volta non troppo polemico, anzi, il cui testo è fedelmente riportato più sotto. Finisce lì. Qualche giorno dopo, sempre girovagando sui blog, vado a farmi del male su quello di Clubmvfaculoberlusca e la noto tra gli iscritti. Tentazione irresistibile. Schiaccio il link, rileggo altre amenità della suddetta e lascio un commento volutamente provocatorio contenente il termine "apodittico" (unico scopo del commento). Ciò che segue è la cronaca della nostra corrispondenza privata:

Da: ossimora Data: 18/10/05 01:19:41
Testo del messaggio:
...ti prego non usare mai più il termine apodittico!!!!!!Ho un problema ,una specie di orticaria emerge ovunque ,mi viene in mente ratzinger e Ruini...anche eutettico e martensitico mi fanno lo stesso effetto è davvero devastante!!!!
Saluti

A: ossimora Data: 18/10/05 10:45:24
Testo del messaggio:
"sono ossimora...hai lasciato un breve commento nel mio tentativo di aprire un dibattito sul perchè ancora gli italiani voteranno ancora la casa delle libertà,non c'era nulla di apodittico nei miei intenti.Il mio problema non è dividere il mondo in buoni e cattivi ,(quello lasciamolo tutto a Razinger)ma cercare di capire..."
Sono parole Sue, signora. Che sia autolesionismo?

Da: ossimora Data: 18/10/05 10:53:26
Testo del messaggio:
...DAVVERO GUADAGNI 10 EURO A COSA CHE SCRIVI????EQUINDI SAREI CURIOSA DI SAPERE DOVE HAI PRESO LE STORIE CHE RACCONTI SU ROMANO PRODI,SONO INTERESSANTI ,UN Pò ROMANZATE ,MOLTO INTERPRETATE MA MI PIACEREBBE AVERE LA FONTE(SAI, UN COSA TIPO :Marco travaglio o società civile...Puoi dirmelo?

RIGUARDO ai buoni e cattivi concordo sul non voler fare muri contro muri (teste di cazzo abbandano a destra e a manca)

A: ossimora Data: 18/10/05 13:53:41
Testo del messaggio:
Magari! Sarei ricchissimo. Le fonti sono estremamente variegate e frammentate. C'è un po' di tutto: forum di finanza, di politica, brani di conversazioni, giornali del tempo e alcune memorie personali. In pochissimi casi sono complete ed organiche. Alla fine dell'"opera" dedicherò un messaggio anche alle fonti. Ma quella principale si chiama voglia di sapere. Quanto alle distinzioni tra buoni e cattivi, da quello che scrivi mi paiono evidenti. Ma è una libera opinione, naturalmente.

Da: ossimora Data: 18/10/05 17:18:02
Testo del messaggio:
beh presumo che le fonti che tu citi (molto vagamente peraltro e ciò mi rincuora)tu le consideri ....bUONE....ovviamente ,o no..?In ogni caso ho fatto un rapido copia ed incolla dei tuoi post su Romano Prodi e li ho inviati ,intanto allo stesso prodi .indi alla fabbric adel programma ,a società civil ed a d altri cos' tutti assieme molto curiosi di saper ed i indagare cercheremo di capire meglio ..GRAZIE!!!!!

Da: ossimora Data: 18/10/05 17:20:20
Testo del messaggio:
beh...l'hai scritto tu che guadagni 10 euro ad ogni scritto....
a proposito mi risulta che i soldi incassati con le primarie siamno già stati suddivisi..alle regioni ,alle province ed alle federazioni ...mi dispiace deluderti

Caspita! Mi son detto. Per una che dichiara di voler aprire dibattiti e confronti senza dividere tra buoni e cattivi mi pare un approccio indubbiamente curioso. A dire il vero, basta leggerla un po' per rendersi conto. In realtà la Signora approccia delicatamente in privato usando una vecchia tecnica da agente segreto: lusinga per ottenere informazioni chiave da riferire al quartier generale. A riprova, valga il di Lei commento al blog di Clubmvfaculoberlusca (messaggio numero 59):

Inviato da ossimora il 10/10/05 @ 23:36 via WEB
guardavo sui blog alla voce "politica...per primo compare quel tale ,pericoloso tipo detto MONSERAU...il suo sito è chiuso (FORSE)ma rimane il primo e quindi ...forse il più visto..che fare?

E' un interrogativo (che il gestore del blog ignora, devo ammettere) che apre una questione delicatissima: che fare? Come far chiudere quel porco capitalista che parla male della sinistra? Cazzo, è il più visto perchè è in cima alla lista. E' un problema: chiamo Mosca? Probabilmente, prende segretamente appunti e invia il suo rapporto alla Stasi. Nel mio caso, fa di più. Evidentemente, il mio grado di pericolosità è molto maggiore. Ma a Lei non sfugge niente. Mi blandisce chiedendomi di rivelarLe le fonti. Io sono un pesce piccolo, bisogna mettere le mani sull'intera organizzazione. Liste, nomi, cognomi, numeri di telefono, indirizzi, amici, parenti, conoscenti, semplici simpatizzanti. Il rapporto si gonfia a dismisura. C'è aria di promozione, magari anche un premio, una nuova destinazione (gli USA sono il sogno). Copia e incolla i miei messaggi e li invia nelle redazioni del partito perchè si prendano provvedimenti. E aspetta. Aspetta risposte, istruzioni, i piani per l'eliminazione. Controlla la mail, fissa il telefono rosso camuffato nella scarpiera. Basta un segnale, e scatta l'operazione. E' roba grossa. Per oggi niente, magari domani qualcosa succederà. Succederà di sicuro, è uno scoop, una vera bomba. Si vede già sul palco, applausi, sguardi compiaciuti, l'invidia degli altri agenti segreti. Lei sorride, soddisfatta. Si gode il trionfo. Poi, improvvisamente, il suono metallico di un campanello.

E' il Suo psicanalista. Anche per oggi è andata.
"Ci vediamo domani, dottore?"
"Si Signora, alla stessa ora. Prenda questi confetti e cerchi di dormire"
"Ma non è che poi fanno ingrassare?"
"No, Signora, si fidi. Vedrà che dopo starà meglio"
"Ahh. Grazie e arrivederci"
"A domani, Signora"

Mthrandir

(Nella foto, i confetti)

Nota: ca va sans dire che la Signora in questione non è ospite gradita su queste pagine, almeno fino alla censura delle redazioni. Allo stesso modo, va immediatamente in lista nera. Cerchi di guarire!

 
 
 
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