Schegge di vetroAd averlo saputo prima, me ne stavo nel Beleriand! (Le immagini riprodotte su queste pagine sono di proprietà dei rispettivi autori, sperando che la dichiarazione mi sollevi dalla promozione di cause civili, che non ho tempo) |
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Post N° 19
Post n°19 pubblicato il 03 Febbraio 2005 da Mthrandir
Io e Lei Ci siamo incontrati senza appuntamento, una sera qualunque. Io ero al solito posto, avvolto dalla luce azzurrognola dello schermo a scambiare le solite chiacchiere con gli avventori abituali. Serata normale, tranquilla. Almeno, così pensavo. D’un tratto, confusa tra la folla delle mascherine che entravano e uscivano senza lasciare tracce, entra Lei. Non sapevo chi fosse e, forse, non l’avrei mai saputo se un dito galeotto non avesse premuto il tasto del mouse facendomela apparire in una sala appartata. Mi insulta, mi rimprovera, mi giudica senza nemmeno un buona sera. Mi accusa, è un fiume in piena. Per un attimo rimango in osservazione, poi rispondo garbatamente con un saluto. Silenzio. Nessuna risposta. La furia si placa e compare un altro saluto. Le frasi restano pungenti e provocatorie, ma il tono è meno aggressivo. Restiamo a parlare per un po’. Poi, d’un tratto, se ne va lasciando sullo schermo l’ultima provocazione. Non raccolgo e finisce lì. In qualche modo, mi ha colpito….non capisco perché tanto astio. Qualche sera dopo, la rivedo. Di nuovo nel separè. Questa volta la chiacchiera è divertente e stimolante, l’atmosfera serena. Le serate diventano più frequenti, le chiacchiere più lunghe, i temi si ampliano: ormai è una del locale anche Lei. Cominciano le mail, solo segni di un passaggio all’inizio, tanto per dirsi “Ti ho in mente”. A poco a poco, per dire “Ti penso” ci vogliono non più decine, ma centinaia di parole. E non basta una lettera, ce ne vogliono due o tre, tutte inviate e ricevute nel giro di poche ore. Manca qualcosa…arriva la voce e le parole scritte cominciano a confondersi con quelle dette. Mai niente di esplicito, ma il sottinteso è fin troppo chiaro. Passano le settimane fino al momento fatidico in cui le chiedo di togliere anche l’ultimo velo e poterla vedere negli occhi. Appuntamento al mattino presto, a metà strada…… tre ore di viaggio di durata progressivamente maggiore fino agli ultimi interminabili 5 minuti prima dell’uscita. Era lì, chiusa nella sua scatola di metallo, nascosta nella notte. Era (ed è) bellissima. Tra poco passo a prenderla. Si torna a casa. Con la stessa incredibile voglia di allora. Mthrandir |
Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 01:14
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 23:01
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 23:01
Inviato da: volandfarm
il 24/03/2009 alle 22:56
Inviato da: minsterr999
il 24/03/2009 alle 22:38