Schegge di vetroAd averlo saputo prima, me ne stavo nel Beleriand! (Le immagini riprodotte su queste pagine sono di proprietà dei rispettivi autori, sperando che la dichiarazione mi sollevi dalla promozione di cause civili, che non ho tempo) |
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Post n°31 pubblicato il 06 Aprile 2005 da Mthrandir
Johannes Paulus II : Magnus? Prima di entrare nel vivo di questo scritto, è doveroso fare un paio di dichiarazioni preliminari. La prima riguarda il mio credo politico: sono un liberal-democratico, cioè appartengo ad una categoria mai veramente esistita in Italia il cui ultimo rappresentante politico (vado a memoria) credo sia Enrico De Nicola. La seconda riguarda il mio credo religioso: non ne ho alcuno, anche se continuo a cercare. Ho ritenuto opportuno esprimere apertamente queste “convinzioni” per impedire a chiunque avesse la voglia di leggere il seguito di cadere nella tentazione della strumentalizzazione. Bene. L’argomento è uno dei miei preferiti, e cioè la Chiesa, intesa non come fede (che non mi permetto di discutere “razionalmente”), ma intesa come struttura organizzativa umana. Pur non piccandomi di essere esperto di teologia, un biblista o un assiduo vaticanista, mi permetto di stonare dal coro di apologeti del neo defunto Papa per esprimere le mie perplessità in merito alla presunta grandezza di quest’uomo. Ecco le mie modeste perplessità. Certamente, al contrario dei suoi predecessori, ha capito meglio di tutti l’importanza della comunicazione e della pubblicità ed ha dimostrato di saper usare in modo notevole i mezzi di comunicazione/informazione. Questa sola qualità non penso basti a valergli l’appellativo di MODERNO perché l’aggettivo lascerebbe intendere che vi è compreso un atteggiamento diverso dal consueto anche su altre questioni. Ebbene, a smentirne la modernità basti qualche esempio: APERTO è un altro aggettivo che andrebbe meglio definito. E’ stato prontissimo ad accogliere gli esuli di altre confessioni, un po’ meno nel riconoscimento del diritto di esistere di altre religioni o di altre chiese cristiane. Non è un mistero che la sua politica estera abbia fortemente compromesso i rapporti con la chiesa ortodossa russa (i suoi progetti di visita in Russia furono ripetutamente vanificati dalla contrarietà di Aleksej II - Patriarca di quella Chiesa - per questioni relative alle opere di proselitismo che i cattolici svolgono nei territori russo-ortodossi) e che abbia definito le religioni diverse da quella cattolica come “deficitarie di fede”. Le sue chiusure “estere”, o le sue omissioni (perché non è mai andato in Irlanda del Nord?), sono le stesse che ha praticato all’interno. La struttura gerarchica vaticana ha conosciuto una costante e progressiva verticalizzazione e centralizzazione e chiunque abbia osato rivendicare il diritto di aprire dibattiti di un certo spessore, è stato isolato o rimosso (magari, nella forma di promozione). Che sia stato il paladino dei GIOVANI è un altro bel mito. Verissimo che abbia saputo raccogliere folle oceaniche di giovanotti entusiasti durante i suoi viaggi, ma allora, se questo appeal o fascino è stato così intenso, perché la Chiesa Cattolica sta conoscendo un periodo così nero in termini di nuove vocazioni? I vescovi tedeschi hanno recentemente affermato che, continuasse così il trend, tra qualche anno le parrocchie germaniche dovranno essere automatizzate come i passaggi a livello e le offerte raccolte con il telepass. PAPA DEI POVERI? Certamente no. Se è diventato Santo Josemaria Escrivà (fondatore dell’Opus Dei), è sicuro che dei poveri non è stato il Papa. Se vogliamo aggiungerci altro, si rifletta sulla gestione della Chiesa in Centro e Sudamerica dove ogni prelato che si sia schierato apertamente contro regimi governativi poco inclini a tenere in conto le richieste delle classi più misere è stato regolarmente dimesso e rapidamente sostituito da figure più allineate alla politica di amicizia del Vaticano con i sopraccitati Governi (i casi sono molti: tra questi, Mons. Raul Vera trasferito da San Cristobàl - zona del Chiapas - a Saltillo per “incompatibilità ambientale”). Insomma, per concludere, ma potrei andare ancora oltre, sono dell’opinione che di quest’uomo sia stato costruito ad arte un Mito che poco ha a che fare con la realtà dei suoi atti. Se è stato Magnus, lo è stato per la parte più conservatrice della Chiesa Cattolica, un Papa degno di Paolo III e Paolo IV, ma lontano dalla figura che, credo, dovrebbe guidare una chiesa moderna. L’arroccamento a difesa delle posizioni del Concilio di Trento (1542-1563) magari sarà stata gradita ai nostalgici della messa in latino, ma non si può certo definire una atteggiamento che guarda (o ha guardato) al futuro. Io, da laico, posso anche perdonargli queste scelte e queste azioni perché ogni uomo è imperfetto e fallibile. Ma un Cattolico? Mthrandir
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