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Ritorno dalla lezione di laboratorio teatrale...

Post n°5 pubblicato il 17 Ottobre 2007 da Mr.Jhons

Stasera la lezione è stata veramente intensa ed interessante,abbiamo analizzato la poesia "Lilicka" di Vladimir Majakovskij, lavorando sulle macroimmagini.

Le emozioni sono state tante  e di diverso livello, ogni singola frase è stata reinterpretata a seconda della situazione e delllo stato d'animo in cui immaginavamo di trovarci! Il senso cambiava magicamente ad ogni nuova lettura....

Il teatro è veramente un mondo magico.

Inoltre stasera ho avuto l'onore di conoscere il regista Borea, che sapendo dellla mia passione sui blog, mi ha incaricato di farci una ricerca, chissà cosa ne potrà nascere!!!!

Oggi devo ammettere che è stata una bella serata.........

Vi pubblico anche la poesia così anche voi potrete apprezzare la grandezza di questo poeta russo:

Un fumo di tabacco ha divorato l’aria.
La stanza
E’ un capitolo dell’inferno di Krucennych.
Ricordati -
Proprio a questa finestra
Per la prima volta
Estasiato accarezzavo le tue mani.
Eccoti oggi seduta,
Il cuore chiuso dentro una corazza.
Ancora un giorno e poi
Mi scaccerai
Magari anche imprecando alle mie spalle.
Nella buia anticamera la mano nella manica
Più non stenterà a entrare disfatta dal tremore.
Correrò via
E getterò il mio corpo sulla strada.
Selvatico animale
Impazzirò
Sotto una sferza di disperazione.
Ma così non si deve,
Mia cara,
Mia diletta,
Meglio lasciarci ora.
Non importa -
Il mio amore
E’ un pesante macigno
Che incombe su di te
Ovunque tu possa fuggirmi.
Lascia in un grido estremo che si sfoghi
L’amarezza dei lamenti e del rancore.
Quando anche un bue è disfatto di fatica
Lui pure andrà a gettarsi
In fredde acque in cerca di ristoro.
Ma altro mare non c’è
Per me
Trenne il tuo amore,
Nè tregua c’è in amore anche nel pianto.
Se un elefante stanco vorrà pace
Si stenderà maestoso sull’infocata sabbia.
Ma altro sole non c’è
Per me
Tranne il tuo amore,
Benchè io non so tu dove o con chi sei.
Se così se ne fosse tormentato
Dell’amore - un poeta
In soldi e gloria l’avrebbe mutato,
Ma altro suono non c’è
Che mi dia gioia
Tranne che il suono del tuo nome beato.
E non mi getterò giù nella tromba delle scale
E non berrò veleno
Nè premerò griletto dell’arma sulla tempia.
E non c’è lama di coltello che
Abbia su me potere
Tranne che sia la lama del tuo sguardo.
Tu scorderai domani
Che io t’incoronavo,
Che d’un ardente amore l’anima ti bruciavo,
E un carnevale effimero di frenetici giorni
Disperderà le pagine dei miei piccoli libri…
Le secche foglie delle mie parole
Potranno mai indurre uno a sostare,
A respirare con avidità?

Almeno lascia che un’estrema tenerezza
Copra l’allontanarsi
Dei tuoi passi.

 
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