Creato da paolof2014 il 13/09/2014
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Post n°51 pubblicato il 26 Gennaio 2016 da paolof2014
Vivi e lascia vivere (controcultura )
Non chiediamoci sempre quale sia il senso !
Sappiamo che sempre non c’è !
La natura ha forse un senso ? oltre alla preservazione
Di tutte le sue specie che tendono ad un equilibrio
Per la sopravvivenza delle sue forme svariatissime
E all’estinzione di tante , alla sua crescita priva di regole
E priva di un senso logico, ma soltanto naturale
Dove tutto accade per caso
Lo sprecare del tempo avrebbe forse un senso ?
Tutte le azioni che noi compiamo nella giornata
Nei giorni, nel tempo, hanno forse sempre un senso ?
Chiedersi quale sia il senso, avrebbe forse senso ?
Ognuno agisce e pensa secondo un criterio un senso
O un’assenza di senso, fuori dall’obbligatorietà
Nella sua libertà, perché volere cercare di spiegare
Perché volere dare un senso a tutte le cose
Perché volere uniformare ad un credo ed uno solo
Quando ne esistono tanti , e perché non compiacersi di quello
Quando è sorridente e non è in contrasto, ognuno trova il proprio
Senso nelle cose, o non lo trova , quale che sia, in libertà
Nello spazio di vita che è la sua libertà , che deve essere
E non invoca e non adduce, e non induce, e ancora meno in Duce
Non vogliamo imposizioni od obbligatorietà di nessun tipo
Voler trovare un senso per tutte le cose, non ha nemmeno senso
Cerchiamo di essere liberi nel pensiero e di non tormentarci
Per le nostre azioni innocenti, spesso giuste, se non sempre,
ancor meno per i pensieri che come i sogni sono liberi
e non necessitano di un’ interpretazione, anche essa ha d’essere libera
ammiriamo la bellezza quando è presente, osserviamo e godiamo
di quello che è bello, interagendo con esso, per quanto il più possibile
cogliendo le sfumature, le bellezze, senza domandarci il perché delle cose
le cose accadono e succedono, noi influiamo o crediamo d’influire
ma è solo in minima parte, poiché tutto è vicendevole e ripetitivo
privo di un senso logico, ma agendo seguendo una legge unica
la soddisfazione dei propri bisogni, quali che essi siano intraprendendo
una strada e seguendo le proprie leggi interiori, e i propri affetti
le proprie luci ed opportunità,
c’è spesso troppa saggezza esagerata a volte in giro e nei mass media
come ritornelli dei filosofi, degli studiosi , degli psicologi , dei mediatori
i comandamenti li conosciamo, pensino alla loro psiche , lo ritengo giusto
pensino alla loro struttura senza invadere troppo, lo ritengo giusto
la psiche non è necessario sondarla a mo’ di psichiatri e psicologi
psicoterapeuti , per capire ogni tuo gesto e azione del comportamento
anche se purtroppo il secolo crea infinità di disavanzi
e accanimenti, per voler cercare a tutti i costi un senso
nella vita i sensi sono chiari, anzi chiarissimi, ostinarsi a non volerli vedere
e a cercare di dare di dare spiegazioni, e con questo ad ostacolarli
a negarli nella loro semplicità ,impiegando tutti i mezzi cognitivi
e la religione che si adopra alla consolazione,
lo stato deve trovare dove appoggiarsi per poter apparire giusto e buono
ed ecco un esercito di intellettuali che si appoggiano al potere
propagatori del senso a contrariare e a giustificare tutte le cose da sempre
nel potere che gli affida se non una poltrona almeno un posto in piedi
ognuno è libero del suo sentire e della sua libertà di vocazione
del suo proprio senso , o del suo proprio non avere senso
perché è anche molto superfluo volerlo trovare.
Vivi e lascia vivere, possibilmente in pace.
Controcultura.
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Post n°52 pubblicato il 16 Maggio 2016 da paolof2014
Apparizione
Intristiva la luna. Serafini in lacrime sognando, l’archetto alzato nella calma dei fiori vaporosi, rapivano da moribonde viole bianchi singhiozzi, in un glissando sull’azzurro delle corolle. – Ed era quello il giorno benedetto del tuo primo bacio. Alla mia fantasia piacendo un martirio s’inebriava sapiente di quel profumo di tristezza che lascia anche senza disagio o rimpianto il cogliere un Sogno all’anima che l’ha colto. Dunque vagavo l’occhio fitto al selciato consunto, quando col sole dentro i capelli, nella via, nella sera tu m’apparisti ridente e credetti vedere la fata dal cappello di luce che un tempo sui miei bei sonni di bimbo viziato passava, lasciando sempre dalle sue mani dischiuse fioccare bianchi mazzetti di stelle odorose.
Stéphane Mallarmè
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Post n°53 pubblicato il 17 Maggio 2016 da paolof2014
Luna vuota (Paolo Faccenda)
da quegli occhi che vedono più distante il mare capovolto e frastagliato d’ombre e buio come fosse rotto nel reticolo che si forma nei sonni dei sogni insonni nel riflesso interno corneo-neuronale, quando gli occhi vedono l’amore ed il suo male frastagliato e buio , insondabile, come fosse rotto, irrimediabilmente ricercando vanamente ricreare se l’unica luce da esso proveniente come fosse spenta e il faro ch’era prima dentro non rischiara cosi che il giorno pur essendo ampio e luminoso è rancido d’azzurro e ancor più doloroso che non fosse
e non si vedono figure che in esso risaltino o soltanto quelle che di meno piacciono poi che risulta come del tutto inanimato. La sua Luna assente appare vuota inghiottita dal male, nel male di quel mare fosco e acido di petrolio e ombre, i colori che si spengono e gli occhi che pur vedono non vedono altro , se non v’è per loro altro, non si accorgono nel corpo inamovibile , ma pensano .
L’azzurro ( Stéphane Mallarmè )
Dal sempiterno azzurro la serena ironia bella indolentemente al pari dei fiori schiaccia il poeta impotente che impreca al suo genio in mezzo a un deserto sterile di Dolori.
Fuggendo con gli occhi serrati, lo sento che guarda con l’intensità d’un rimorso atterrante, il vuoto dell’anima. Dove fuggire? che notte selvaggia a brani gettare su quel lancinante disprezzo?
Nebbie, salite! versate le vostre monotone ceneri a lunghi brandelli di bruma nei cieli che inonderà la smorta palude d’autunni e costruite un immenso soffitto silente!
E tu dagli stagni letei esci e raduna a noi venendo la mota e le pallide canne, o caro Tedio, a turare con mano inesausta gli squarci turchini che fanno gli uccelli maligni.
E ancora! che senza posa i tristi comignoli fumino, e di fuliggine un’ errabonda prigione soffochi nell’orrore delle sue sciarpe nere il sole che muore giallastro sull’orizzonte!
- Il Cielo è morto. - Su te mi slancio! o materia, smemora dunque dello spietato Ideale e del Peccato il martire che viene a dividere lo strame ove il gregge degli uomini giace beato.
Che voglio infine, poiche il mio cervello vuoto, vaso di bistro gettato ai piedi d’un muro, non sa più come far bella l’idea singhiozzante, oscuramente passare in un tetro sbadiglio…
Invano! l’Azzurro trionfa, lo sento che canta nelle campane, anima, che si fa voce e più ci spaventa con la sua cruda vittoria ed esce dal vivo metallo in celesti angelus!
Antico prorompe attraverso la bruma e trafigge la tua esistenziale agonia come spada sicura; dove fuggire nell’empia , vana rivolta ? Ossesso io sono. L’Azzurro ! L’Azzurro ! L’Azzurro ! L’Azzurro !
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Post n°54 pubblicato il 28 Maggio 2016 da paolof2014
Il respiro corto ( Paolo Faccenda )
Il respiro corto affannoso
È il vuoto di sera
Scusate i miei temi sottotono
Ma mi avviluppa una solitudine
D’ansia ritmata a una idea giovane
Della gioia dissolta lasciato
Il paradiso di breve soggiorno
Sono una anima dell’inferno
Insaziata concia di bisogno
nel morto torpore del corpo
di colpe mancate
Brezza Marina ( Stéphane Mallarmè )
La carne è triste, ahimè! e ho letto tutti i libri.
Fuggire. laggiù fuggire! Io sento uccelli ebbri
d’essere tra ignota schiuma e i cieli!
Niente, né antichi giardini riflessi dagli occhi
terra questo cuore che già si bagna nel mare
o notti! né il cerchio deserto della mia lampada
sul vuoto foglio difeso dal suo candore
né giovane donna che allatta il suo bambino.
Io partirò! Vascello che dondoli la sua alberatura
l’ancora sciogli per una natura straniera!
E crede una Noia, tradita da speranze crudeli
ancora nell’ultimo addio dei fazzoletti !
E gli alberi forse, richiamo dei temporali
son quelli che il vento inclina sopra i naufragi
sperduti, né antenne, né antenne, né verdi isolotti…
Ma ascolta , o mio cuore , il canto dei marinai !
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Post n°55 pubblicato il 25 Agosto 2016 da paolof2014
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Post n°57 pubblicato il 19 Novembre 2016 da paolof2014
LA PIU' BELLA ! - GUIDO GOZZANO - 1913 I. Ma bella più di tutte l'Isola Non-Trovata: quella che il Re di Spagna s'ebbe da suo cugino il Re di Portogallo con firma sugellata e bulla del Pontefice in gotico latino. L'Infante fece vela pel regno favoloso, vide le fortunate: Iunonia, Gorgo, Hera e il Mare di Sargasso e il Mare Tenebroso quell'isola cercando... Ma l'isola non c'era. Invano le galee panciute a vele tonde, le caravelle invano armarono la prora: con pace del Pontefice l'isola si nasconde, e Portogallo e Spagna la cercano tuttora. II. L'isola esiste. Appare talora di lontano tra Teneriffe e Palma, soffusa di mistero: «...l'Isola Non-Trovata!» Il buon Canarïano dal Picco alto di Teyde l'addita al forestiero. La segnano le carte antiche dei corsari. ...Hi$ola da - trovar$i? ...Hi$ola pellegrina?... È l'isola fatata che scivola sui mari; talora i naviganti la vedono vicina... Radono con le prore quella beata riva: tra fiori mai veduti svettano palme somme, odora la divina foresta spessa e viva, lacrima il cardamomo, trasudano le gomme... S'annuncia col profumo, come una cortigiana, l'Isola Non-Trovata... Ma, se il pilota avanza, rapida si dilegua come parvenza vana, si tinge dell'azzurro color di lontananza... |
Post n°58 pubblicato il 25 Novembre 2016 da paolof2014
Giorno d'autunno senza sole |
Post n°59 pubblicato il 25 Novembre 2016 da paolof2014
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Post n°60 pubblicato il 25 Novembre 2016 da paolof2014
Sai il vuoto … questo stile ignoto
Briciole d’avanzo
Solo di pensieri s’alzano
Minimi pensieri stralciano
Ricordi fluttuano e s’avanzano
Che poi s’inondano e s’allargano
s’ingolfano a volte poi s’insinuano
legano alla mente poi dissolvono
come nuvole che da grigie emergono
come nuvole che da gravide svaniscono
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Post n°61 pubblicato il 25 Novembre 2016 da paolof2014
Jack Spicer |
Post n°62 pubblicato il 25 Novembre 2016 da paolof2014
Autunno guasto
È il sole che marcisce come frutta lasciata a macerare
In solitudine senz’appello cruda nel freddo che genera
Dentro le ossa già intaccate voi questo non lo sapevate
L’isolamento che cala addosso senza luce tra i vicini prossimo
Che ti uccidono piano piano di noncuranza e deserti
Freddi vuoti non mi abituerò all’inverno era tardi già
La notte scorsa anno retro di gelo sangue verso rovesciato
Il vaso dei sorrisi amari manti di sepolcri e teschi rivissuti
Ansie angosce tornano e ripensano e rimembrano e rigirano
E io non sono così mai stato né il dolore solo sono così
D’amor malato senza l’amore oddio già non ho pregato
Mentre lei quel giorno stesso mi ha lasciato
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Post n°63 pubblicato il 25 Novembre 2016 da paolof2014
Bambole Vesti l’autunno mammola Spremi i suoi colori fiochi e vivaci Tra le foglie rosse e gialle bacche A terra e i venti della donnola Che inoltra leggera nei suoi passi Gli stradiccioli e i sentieri a cogliere Frutti sradicati tra l’erba circostante i boschi China e curva sui fiordi rosei traboccanti Ancora tra le feste e i raduni a luce breve La rincorsa del vento e nella buona sorte Di campagna sulle gite e le andaluse uve A pigiare l’otre e portare acqua sporta Dai cortili in grembo è la fanciulla coi ricami Impressi ancora a gambe nude e magliette Colorate leggere che le scivolano tra i seni Tiepida e calda di foulard che s’incammina A braccetto dello spolverino taciturno Che le offre il braccio alla giostra colorata Avanzando poi colore arcobaleno dei vestiti lunghi E scialli e veli attorcigliati ai rami ai fianchi Donne mirando che giocano morbidamente Saltando tutte sorridendo raccogliendo Cingono Le vesti loro d’ornamenti e sete frivole Ridenti sagome d’un paesaggio misto di colori Suadenti di felici autunno porta gli sapori Stanchi alle vinacce e ai mosti d’uva passata Fra i boschetti di pendici le castagne gialle E i daini ruzzolando tra gli avvallamenti poi le corti Umbre e amene le chiozzotte girano le lingue E ciarlano di tutto sfilando fra le sagre feste Dei riporti di niente accontentando vive Ciocche di mandorle e di noci di ghirlande sono Appese tra i cuori dolci loro appese bambole Di bimbi e bimbe tante femmine camminano Giocando tra gli spazi e i cantoni e correndo l’aria Serale diviene mattutina portano gerle e acqua Sopra i capi e il dolce cibo dei raccolti funghi Tra le vesti i cuori allegri giocolieri mamme Nutrimenti terre delle scale sandali fra Strade chiocciole di carrozzine dondolano Bimbi eterni e tutto pare lieve discorrendo E lento al suono dolce delle ore tra le sponde Delle case e i rami melarance d’agrumeti Chicchi melograni rossi curando grevi Stille d’acqua e cieli lungo l’aria delle vie città E morbida la terra asciutta ancora beve Mentre io esco per il buio alle sei della mattina E le prime facce e i bar giù aperti sono gentili E giovani sorridono, mentre il collo a scrivere Mi fa dolore e lieve ho dormito poche ore E vedo d’un tratto dimenticando il giorno Fatto di riflessi d’eco soli lampeggianti Autunno greco d’antifurto e fra mercati punk Rovistano le foglie ancora estive e sanno di Calore avido mentre s’affacciano allegorie immagini Delle donne in cerca che aspettano e rovistano Fra i soli che cadono ai tramonti io sono già Affacciato e vedo quella mezzaluna limpida E non è passato il giorno che l’ho già dimenticato E vedo la luna dal balcone limpida di casa mia e mi compiaccio Dell’oggi di tutto quel che ho visto e fatto E i miei pensieri nel giorno tanti che a fermarli qua non posso Avrebbe senso e non ne ha per il piacere della luce che si oscura
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Post n°64 pubblicato il 02 Dicembre 2016 da paolof2014
Dietro a una donna
Spostato su col gomito un lievito di nebbia,
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Post n°65 pubblicato il 28 Gennaio 2017 da paolof2014
Te ne vai nelle tenebre scarlatte,
in cerchi senza fine.
Ho udita un’eco sottile,
un’eco di passi lontani.
Mi sei daccanto oppure in lontananza
ti sei smarrita nell’alto dei cieli?
Devo aspettarti o non avrò improvvisi
incontri in questo sonoro silenzio?
Nel silenzio risuonano più forte
I passi lontani,
sei tu forse che chiudi, fiammeggiando,
i cerchi senza fine ?
Aleksandr Blok - 1901 |
Post n°66 pubblicato il 25 Novembre 2017 da paolof2014
Onde gravità. più o meno irrazionali |
Post n°67 pubblicato il 25 Novembre 2017 da paolof2014
Fiori di luna |
Post n°68 pubblicato il 25 Novembre 2017 da paolof2014
Notturno |
Post n°69 pubblicato il 15 Aprile 2019 da paolof2014
Ombre Quando la luce raggiungerà quella finestra quando la realtà assumerà i contorni della vita le ombre che si agitano del lungo inverno le ombre che si scuotono in quel loro grave inferno più paura forse non avranno di nuovo allora esse usciranno visibili e invisibili fra sole e pioggia forse allora stupite e sollevate nell'amore liberate piangeranno e rideranno. PaoloF. |
Post n°70 pubblicato il 15 Aprile 2019 da paolof2014
Vento - poesia di Attilio Bertolucci |
Post n°71 pubblicato il 19 Giugno 2019 da paolof2014
Lluna plena
era vestita di bianco la scorgevo
avvolta nel suo candore di bellezza
creola e lievemente scura
che ne risaltava la figura in lontananza
come potrei descrivere un amore
così dolce negli occhi e aggraziato
che mi si avvicinava, la gioia che essa
nel rivederla mi donava, come sincera
essa era accorta, amorevolmente accorsa
e leggiadra della sua vivacità e innocenza
con la sua creola e mescolata pelle
non in contrasto ma in una luminosa
quintessenza di innocenza e di bellezza
che ne risaltava ancor di più i contorni
l’affetto e la gioia che essa recava
legava molto con la sua corporeità
con la sua fisicità e la sua bellezza
e la sua pelle giovane iscurita
le donava moltissimo, nel suo prezioso
decoro la sua bellezza esteriore
si univa all’incanto adolescente
della sua indole positiva e attenta
socievole e curiosa, amorevole
con la sua gioia di vivere e col suo
bel corpo, col suo bel viso sincero
dolcemente espressivo, giocoso
e affettuoso, sorridente.
nella sua essenza sbocciata e femminile
era proprio un amore… una molto bella “Lluna plena”
Paolo Faccenda 20 aprile 2016
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