Creato da paolof2014 il 13/09/2014
poesia lirica, prosa poetica, prosa, racconti, scritture, soprattutto poesia
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Post n°28 pubblicato il 03 Agosto 2015 da paolof2014
Temporale
L’urlo del tuono Poi il frastuono Senza riparo Impetuoso il torrente In piena carica rabbiosamente Furente Indicibile lotta di contrasto Il sole ritorna, Svanisce Tracolla , poi bruciando Asciuga Seccando Spalanca di nuovo le fauci Vincendo trionfa l’estiva Serra serrata alla sera, l’amore avrà un motivo in più d’asciugarsi ringiovanito di pioggia
La gente in generale è felice Gode la pioggia estiva scrosciando Si ferma gioiosa sotto ponti aspettando Si ritrova nel talamo dell’uditorio E respira placata l’aria ossigenata Temprata, si rincontra felice pensando Chi aspettando ansiosa agli amanti
Dal caldo e rifugia in alberghi tornando Rincasa, rintana all’aperta estiva Giornata non è una tempesta Le navi e le barche all’approdo I sensi sicuri da ogni possibile sbalzo Rinvigoriti i sentimenti più forti Grandina che sembra neve sui tetti Dell’auto delle stamberghe Dei ritrovi improvvisati picchiando Chiuse le imposte sugli orti sui luoghi Le tettoie sono riparo e gli alberi Folti che gocciano fitti
Poi nulla rimane Forte sui tetti seppur sradicando Il sole la luce ritorna con arcobaleni Diademi di nuvole rosa intrecciate Ai Crepuscoli più seducenti folti come barche vicine verdastre accostate azzurrate dagli occhi colle teste accostate
la pioggia che colora e scolora di manti penetrando il verde osservati mare e foreste campagne Rosseggiando l’azzurro e il breve raggio Si colma di abituale conforme ligia Speranza, è un temporale ben venga Non prostra rinfresca dall’afa
Si parla della felicità senza sapere cosa sia Senza capire che già la si possiede La gente in generale è sempre di tutto quel che accade felice. Quando poi tutto in breve interviene Come Protagonista e finisce, un rinfresco che infradicio resta un sollievo o un momentaneo disagio poi la tempesta svanisce rifluisce il sentore il caldo riaffiora
Non sono in gioco i sentimenti Al riparo, bensì Soltanto i piacevoli sensi.
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Post n°29 pubblicato il 04 Agosto 2015 da paolof2014
Un grande Poema e una superba interpretazione di Carmelo Bene
Di questo
Commento personale: poema di grande intensità emotiva, scritto per delusioni sia d'amore con Lilya Brik, che per delusioni pratiche-politiche bene già dal poeta intravedute. Scritto con grande maestria e talento nonchè stile, poichè anche rifacendosi ai grandi temi esisitenziali dell'uomo e della modernità, dell'infanzia, dell'amore, della religione, i temi di sempre della modernità, di un futurismo atipico, o futuribile risalente ad una antichità, se vogliamo. Il lettore perciò, cerchi di attualizzarne il contenuto che pur essendo legato ad una storicità anche precisa, possiede una grande intensità e prescinde anche totalmente da quella storicità, sfociando nelle realtà attuali , si legga ancora una fede e un ideale vero, una verità sua contenuta, il dolore e soprattutto l'autenticità, come dire la fierezza e la grande delusione, la reazione e il talento poetico dell'amore , tuttavia espresso . La fede, l'onestà, l'idea e l'ideale, l'amore e la grandezza di un grande poeta. Nota: l'interpretazione di carmelo Bene, che evidentemente comprende anche una sorta d'immedesimazione dell'attore, come del resto ogni attore dovrebbe essere in grado di attuare recitando un poema di una certa portata, è unica e irrepetibile, ovvero straordinaria.
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Post n°30 pubblicato il 05 Agosto 2015 da paolof2014
Un conto è esistere, un altro conto è vivere
A maggio la primavera checchesenedica Comincia ad affermarsi, e si afferma Con misteri strani, le feste del lavoro Inspiegabili, coincidenti con altro Il mistero del cotone sparso in giro Chissà dove e come , ma come faccia ancora La natura a impollinare, e ad arrivare alle estreme Extreme periferie non più essenti delle città Stranite, da esordi di traffico e di vangeli apocrifi Dove tutti i negozi restano semichiusi -chiusi -aperti e si consolidano furbi e ruberie A secondo delle località Crisi che si abbattono sui malnutriti e che si abbattono sui miscredenti Crisi che si abbattono sui sottotenenti, sui poco tenenti Crisi che si dibattono persino sui pezzetti di terre rimosse e sui pezzenti Sugliamori devastati,inseriti in un progetto paralitico, del paleolitico E paralizzato , ripianificato, germinale, sulnascente, solnascente Tutte le case dei soli rinascenti , decaduti confiscati, derubati travolti, tra bordelli e tribunali Crisi che si divincolano ferme come assestate riassettate di sete di ingiustizia, assetate Di sete molto preziose di punizioni di soldi correnti sui conti di giustizia Assetate di soldi e di mentecatti, sperperi d’ogni tipo evangelico Evangelista, pasquale sotterraneo, colpevole di neoplasie neofite Di divulgazione , crisi di risentimenti, sovrabbondanza di carni cani e cagne Carni, cani e cagne, di ogni tipo taglio e fattezza, per ogni fabbisogno personale, più che di solitudine O di compagnia . Crisi delle vocazioni e delle volontarietà
La crisi si ristagna sui pezzenti, che rimangono così come il comune stato delle cose Li tollera o li vuole, per li nutrirli di angosce sociali e più civili, li vorrebbe aiutare
Se si possono sfruttare per progetti in essere e avvenire, i poveri sono necessari Più necessari ancora dei ricchi per i ricchi, per la mentalità e l’apertura civile che possiedono nonostante tutto, non possedendo niente, nulla neanche da perdere, ma che possiedono e che hanno invece posseduto i ricchi Devastatoridelle ricchezze dele terre d’abbandono, dallequali i povri provengono o ristagnano E che loro possiedono per il bisogn che di loro hanno Ma per puro senso di amore viscerale verso il prossimo Perché non possano I confini scialbi dell’emarginazione La mancata affermazione dell’individuo Che trova consolazione nella collettività Il prescelto nell’attesa del riscatto senza felicità Il micro-macrocosmo aderente a leggi che sottostanno Alla violenza e alla moralità del grado posseduto Il ricorso alla legge di un tribunale dell’estorsione Di ogni legittimità, l’attesa di un beneficio La speranza fonte di vitalità , l’uomo sopraffatto (la donna invece no - son finiti quei tempi - ne resta comunque il suo mistero) Dalla credulità, l’onore, il grado della verità, l’illusione, raramente la bontà Ma che irrimediabilmente viene compromessa, dalla ingenuità la germinalità, la spontaneità Uccise spesso sul nascere. Poi L’idiozia, la falsità, l’assurdità nel suo compiacimento, l’incapacità
Un conto è esistere un altro conto è vivere.
Nota: già pubblicato qua sopra primo giugno 2015 - ripostato ora per errata cancellazione.
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Post n°31 pubblicato il 08 Agosto 2015 da paolof2014
A PIENA VOCE
Nota: il prologo di un poema incompiuto , l'ultimo scritto prima della sua morte. Il suo testamento poetico. Purtroppo i video da you tube non si riescono più a caricare, perchè non viene più indicato il codice d'incorporamento. é un peccato, perchè c'era la recitazione di un frammento di Majakovskij , molto bella, di Vittorio Gassman, in sostanza la lettera di commiato, che qui riporto precisando che frammenti invece è una poesia molto più ampia della lettera di commiato, dove comunque vi sono frasi e versi in comune. Anche in questo caso di "A piena voce" e direi soprattuto, il lettore cerchi di attualizzare il testo, poichè va molto al di là delle frasi o parole di una storicità precisa, e non va inquadrato in quella, o per quelle.
Lettera di commiato: «A tutti. Se muoio, non incolpate nessuno. E, per favore, niente pettegolezzi. Il defunto non li poteva sopportare. Mamma, sorelle, compagni, perdonatemi. Non è una soluzione (non la consiglio a nessuno), ma io non ho altra scelta. Lilja, amami. Compagno governo, la mia famiglia è Lilja Brik, la mamma, le mie sorelle e Veronika Vitol'dovna Polonskaja. Se farai in modo che abbiano un'esistenza decorosa, ti ringrazio. [...] Come si dice, l'incidente è chiuso. La barca dell'amore si è spezzata contro il quotidiano. La vita e io siamo pari. Inutile elencare offese, dolori, torti reciproci. Voi che restate siate felici». Nota : Con la sua morte si chiude l'utopia civile di "una generazione che ha dissipato i suoi poeti". Altra nota personale: trovo che la lettera di commiato, per certi versi, assomigli aquella del nostro Grande scrittore Cesare Pavese.
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Post n°33 pubblicato il 14 Agosto 2015 da paolof2014
Città sfavillano E i poveri si danno ai ricchi Di muta, potente eloquenza Il centro doro per tutti Una pulizia globale anti e multietnica Se l'apparenza inganna La festa è per tutti nel caldo Afoso di luglio La città doro di ricco turismo Emargina, la città uffici elavoro Emargina ai quartieri miseria Ma il centro sfavilla con guardie a cavallo I prezzi altissimi nelle gallerie di pregio Si vende ancora arte, la gente ha bisogno Di credere , di pensare agli affari Borghesi di miniatura e ricchi vassalli Mondani uomini di mondo I controllori del mondo, coloro che sanno Il mercato, coloro che inventano la crisi Che stringono iferri che in evolution La scoperta scientifica apre le porte a tutti Offre le speranze, potere fare, potere il mondo vedere Il mondo girare, sentire ascoltare I ricchi stagnanti, deportano felicità, scavando fogne sugli inermi. |
Post n°34 pubblicato il 14 Agosto 2015 da paolof2014
Frammenti (Vladimir majakovskij )
Io non conosco le forze delle parole
Mi ama - non mi ama.
Sono già le due.
Vladimir Majakovskij
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Post n°35 pubblicato il 14 Agosto 2015 da paolof2014
Mi piace spettinato camminare
Sergej Alexsandrovic Esenin - 1920. |
Post n°36 pubblicato il 14 Agosto 2015 da paolof2014
CONFESSIONE DI UN TEPPISTA (Sergej Alexsandrovic Esenin)
Non tutti son capaci di cantare
E non a tutti è dato di cadere
Come una mela, verso i piedi altrui.
È questa la più grande confessione
Che mai teppista possa confidarvi.
Io porto di mia voglia spettinata la testa,
Lume a petrolio sopra le mie spalle.
Mi piace nella tenebra schiarire
Lo spoglio autunno delle anime vostre;
E piace a me che mi volino contro
I sassi dell'ingiuria,
Grandine di eruttante temporale.
Solo più forte stringo fra le mani
L'ondulata mia bolla dei capelli.
È benefico allora ricordare
Il rauco ontano e l'erbeggiante stagno,
E che mi vivono da qualche parte
Padre e madre, infischiandosi del tutto
Dei miei versi, e che loro son caro
Come il campo e la carne, e quella pioggia fina
Che a primavera fa morbido il grano verde.
Per ogni grido che voi mi scagliate
Coi forconi verrebbero a scannarvi.
Poveri, poveri miei contadini!
Certo non siete diventati belli,
E Iddio temete e degli acquitrini le viscere.
Capiste almeno
Che vostro figlio in Russia
È fra i poeti il più grande!
Non si gelava il cuore a voi per lui,
Scalzo nelle pozzanghere d'autunno?
Adesso va girando egli in cilindro
E portando le scarpe di vernice.
Ma vive in lui la primigenia impronta
Del monello campagnolo.
Ad ogni mucca effigiata
Sopra le insegne di macelleria
Si inchina da lontano.
Ed incontrando in piazza i vetturini
Ricorda l'odore del letame sui campi,
Pronto, come uno strascico nuziale,
A reggere la coda dei cavalli.
Amo la patria. Amo molto la patria!
Pur con la sua tristezza di rugginoso salice.
Mi son gradevoli i grugni insudiciati dei porci,
E nel silenzio notturno l'argentina voce dei rospi.
Teneramente malato di memorie infantili
Sogno la nebbia e l'umido delle sere d'aprile.
Come a scaldarsi al rogo dell'aurora
S'è accoccolato l'acero nostro.
Ah, salendone i rami quante uova
Ho rubato dai nidi alle cornacchie!
È sempre uguale, con la verde cima?
È come un tempo forte la corteccia?
E tu, diletto,
Fedele cane pezzato!
Stridulo e cieco t'hanno fatto gli anni,
E trascinando vai per il cortile la coda penzolante,
Col fiuto immemore di porte e stalla.
Come grata ritorna quella birichinata:
Quando il tozzo di pane rubacchiato
Alla mia mamma, mordevamo a turno
Senza ribrezzo alcuno l'un dell'altro.
Sono rimasto lo stesso, con tutto il cuore.
Fioriscono gli occhi in viso
Simili a fiordalisi fra la segala.
Stuoie d'oro di versi srotolando,
Vorrei parlare a voi teneramente.
Buona notte! buona notte a voi tutti!
La falce dell'aurora ha già tinnito
Fra l'erba del crepuscolo.
Voglio stanotte pisciare a dirotto
Dalla finestra mia sopra la luna!
Azzurra luce, luce così azzurra!
In tanto azzurro anche morir non duole.
E non mi importa di sembrare un cinico
Con la lanterna attaccata al sedere!
Mio vecchio, buono ed estenuato Pégaso,
Mi serve proprio il tuo morbido trotto?
Io, severo maestro, son venuto
A celebrare i topi ed a cantarli.
L'agosto del mio capo si versa quale vino
Di capelli in tempesta.
Ho voglia d'essere la vela gialla
Verso il paese cui per mare andiamo.
[1920]
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Post n°37 pubblicato il 21 Agosto 2015 da paolof2014
La sera di fiera (dai Canti Orfici - Notturni )
(un vero capolavoro poetico )
Il cuore stasera mi disse: non sai?
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Post n°38 pubblicato il 23 Agosto 2015 da paolof2014
Un grido di libertà
Un messaggio di speranza
Ribellione interiore
Solidarietà nel gruppo
Che dovrebbe sostenere
Nella fratellanza
Un grido di libertà
Verso chi detiene il potere
Verso chi ti tiene nelle sue mani
In modo arrogante e incivile
Un grido eun messaggiodi speranza
Per i deboli i più deboli o sottomessi
A quel poere a quell’autorità
Che li sottomette in modo ingiusto
Li trattiene servendosene per
Minaccare la tua vita, qello è il blues
Quello oriiginariamente era il blues
Il dare loro una forza , una speranza
E un messaggio di speranza
Verso.
Punto, ora tutto è diverso, cambiato
Il potere è totale nella manipolazione totale
E nelle legislazioni delle tolleranze e delle intolleranze
Ora tutto è potere, ora tutto è minaccia
Peggioreperchè senza più alcuna distinzione
Senza più carattere,perché è òa solita legge
Priva di ogni fondmento umano
Senza arroganze eccessive, senza tolleranze
Senza intolleranze,
ora la minoranza non può piùin alcun modo insorgere
non può nemmeno più avere una sua musica
è la legge di sempre, non quella degli esclusi
perché non cisonopiù esclusi , ma accolti
la pietà e la colpa , la misericordia ha accolto tutti nella ua prigione
nella sua legge imperante dei ricchi e dei miseri
senza più alcuna distinzione, nèdi sesso, né di religione, né di niente
èla verità di sempre, la generalità, Laiche e Cattoliche dell’ambiguità
non cè più niente da rivendicare, tutto è già assolto e assunto nelle giuste e più
patetiche assurde leggi delle regole delle sottoregole dei sottoposti degli avamposti
delle circolazioni degli indotti dellefalse libertà acquisite conquistate Laiche e Cattoliche funzioni delle finzioni delle umanità raccolte
delle umanitàraccolte, superate, distinte , inadeguate, delle commoventi
delle meschinità dele fortune, delle leggi di mercato, Laiche Cattoliche e false
che intaccanoqualunque cosa, Laiche e Cattoliche, ambigue. Ricche . (per gli aspetti d'un'umanità del tutto indifferente, ma piena e gonfia di bellissime parole )
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Post n°39 pubblicato il 29 Agosto 2015 da paolof2014
Greve è il declino verde
smorti traggono imprevisti
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Post n°40 pubblicato il 31 Agosto 2015 da paolof2014
Visualizzare il presente scabro assente dunque le rotte delle navi all’ancora I nuovi mondi fantasiosi Lontani, inimmaginabili Il mondo vecchio richiuso
Basterebbe una barca A salpare Da quel piccolo porto
Le rondini s’inseguono E avvicendano in un continuo Riandare su se stesse E un vivaio che tragitta Negli stessi versi E ribatte azioni verticali E all’orizzonte d’uno specchio
Di là a notte a volte È concesso di salire Scendere lente le scale A ritrovarsi in poca Autonomia la marea Ora alta ora bassa Sullo stesso insediamento Come preme sulle case Di venezia
E’ una luce sempre accesa Al tavolino alla finestra Per le strade desolate dell’estate È una figura vana s’un giaciglio Su di un letto di onde che ristagna Che ritrae e che riavanza lenta Come il suono giungendo Sbatte chiuso persiste e si rimuove
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Post n°41 pubblicato il 01 Settembre 2015 da paolof2014
Da "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi "
Di Cesare Pavese
To C. from C.
You,
dappled smile
on frozen snows –
wind of March,
ballet of boughs
sprung on the snow,
moaning and glowing
your little <<ohs>> ‑
white-limbed doe,
gracious,
would I could know
yet
the griding grace
of all your days
the foam-like lace
off all your ways –
to-morrow is frozen
down on the plain –
you, dappled smile,
you, glowing laugther.
Tu, screziato sorriso
su nevi gelate –
vento di Marzo,
balletto di rami
spuntati sulla neve,
gemendo e ardendo
i tui piccoli <<oh!>> -
daina dalle membra bianche,
graziosa,
potessi io sapere
ancora
la grazia volteggiante
di tutti i tuoi giorni,
la trina di spuma
di tutte le tue vie –
domani è gelato
giù nella pianura –
tu, screziato sorriso,
tu, risata ardente.
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Post n°42 pubblicato il 03 Settembre 2015 da paolof2014
Da "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi "
di Cesare Pavese
In the morning
You always come back
Lo spiraglio dell’alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell’alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell’alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre –
sei la vita, il risveglio.
Stella perduta
Nella luce dell’alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro –
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.
***
Hai un sangue, un respiro.
Sei fatta di carne
di capelli di sguardi
anche tu. Terra e piante,
cielo di marzo, luce,
vibrano e ti somigliano –
il tuo riso e il tuo passo
come acque che sussultano –
il tuo tenero corpo
in una zolla di sole.
Hai un sangue , un respiro.
Vivi su questa terra.
Ne conosci i sapori
Le stagioni i risvegli,
hai giocato col sole,
hai parlato con noi.
Acqua chiara, virgulto
primaverile, terra,
germogliante silenzio,
una nube, che sgorga
come polla dal fondo.
Ora ridi e sussulti
Sopra questo silenzio.
Dolce frutto che vivi
sotto il cielo chiaro,
che respiri e vivi
questa nostra stagione,
nel tuo chiuso silenzio
è la tua forza. Come
erba viva nell’aria
rabbrividisci e ridi,
ma tu, tu sei terra.
Sei radice feroce.
Sei la terra che aspetta.
***
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi –
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come in vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
Quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
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Post n°44 pubblicato il 14 Settembre 2015 da paolof2014
Ci furono momenti ( un racconto in forma di poesia )
La voce si fa diafana Il messaggio inaridito e indistinto Si sente sempre meno Non si vede quasi più L’abbiamo persa Il percorso era sterile linguaggio Inebetito dal telefono La voce forse immaginaria Girava lungo questi fili come un grido Un appello disperato Forse falso ma con un auditorio virtuale La commessa ibrida di avance Rigirava i numeri verdi per telepatia Aspettava la sera chattando con smartphone Spediva foto di se a chi le domandava Con naturalezza e garbo poi lei si spogliava
S’inoltrava in camicia d’estate A bere la notte cava sorseggiando I discorsi allusivi dell’amorfa gente In tentativi mimetici d’attracco Coinvolta dichiarava sé stessa All’amore verso tutto in nome dell’amore L’invito inspiegabile dell’intontimento D’isolata raffigurazione d’isolamento O di quale strana grazia perversa se era Il gioco a prendere o il reale desiderio D’avventura al di fuori per celia Ci furono momenti di totale smarrimento
Ci furono momenti di smarrimento Poi trasognata costruiva siti e blog di fantasiose virtualità sognando Come in una favola che qualcuno entrasse In un’anima apparente surrogata da parossismi Di virtualità e chiusa come bene protetta da essa Come mistero nuovo suo di contemplazione Come fosse una divinità , una compensazione Del sogno trafugato da un corpo reale in attesa Con raffigurazioni costruite e mediate d’illusioni Banalmente ottiche e didattiche della magia Da creare come doni di se stessa per se stessa Nella negazione assoluta e in una compensazione Del reale mancante e desiderato, una creatività rivolta a colpire, attraente in un rifulgere del tutto vano di un sé come musica inesistente, la sua integrità d’illusione, la spiritualità e il concerto della carne come sublimazione dell’esistenza concetti di anima isolata ma desiderata dal mondo esterno. Uno spazio irreale , virtuale, dove fluttuare fra contraddizioni del sogno e della veglia, riposando fra eventi inesistenti il suo godimento intimo di essere in qualche modo pervasa da quel suo universo , assorbita , penetrata.
Il desiderio di essa ,di essere vista e osservata nelle Sue bellezze e forme, forse un tempo davvero possedute, o ancora adesso in un tempo giovanile realmente possedute,
o forse immaginate soltanto si esprimeva in quel modo anonimo ma nella realtà chi fosse e chi potesse essere, non aveva per lei più nessuna importanza poiché le relazioni fisse non potevano andare oltre a una sessualità conforme
la creatività erotica venìva perciò espressa in quel modo oscuro e mistico, falsamente spirituale, ma anche spiritualmente era in realtà una creatività innocente artificiosa e artificiale, smembrata, un’illusione di piacere e di essere immaginata, come divinità capace di infondere il mistero dell’illusione, atemporale e venerea, virtuale al punto di essere desiderata, di essere immaginata nell’inconscio personale, composto da un collettivo comune, quello degli incontri casuali, ma finalizzati al sesso inteso come intellettuale, emotivo o erotico; misterioso, come onanistico, innocente, spirituale e fisico.
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Post n°45 pubblicato il 17 Settembre 2015 da paolof2014
Fecondazione in vitro
Il cuore affigge coralli rossi diramati sulle innervature Delle diramanti vene , non parliamo di aorta o di porta Non parliamo di traffico, estremità fredde e raggiunte Non parliamo d’arterie , scie nebulose comete delle salvezze Lancinanti, spezzano il senso della vita
In tempo o troppo tardi, la partenza , l’arrivo
Il circo massimo L’ultra vessilli arcobaleno sono i foulards Che confondono i colori con un allegria autoctona Presidiata autonomia
L’auriga ha spostato cyrano spesso un dito di crema Pittorica sulla faccia imbellettata di profumi del tempo Immortale , anche l’onniscienza dei fabbisogni surreali Dell’informatica che informa e rinnova se stessa, convoglia Ogni tipo di pensiero senza dignità, riformando interamente Obbligatori consiglieri e aneddoti di storie vissute, la virtualità paga, esibizioni in pubblico platee inesistente deliranti i deliri di twitter portavoce governativo buono seguici su facebook ritrovi d’infanzia cresciuti pulsando i pulsanti trasformati della terza rivoluzione industriale, la politica attraversa i fili telematici assorbe tutte particelle resistenti e informa sui gusti del pubblico ottenendo forum devastanti di approdi e di naufragi la coscienza è libera mentre il cuore freddo stacca fogli di inebriata stampa , la tua opinione ci interessa, la tua opinione conta un’industria ibrida, ti sta fregando un sacco di soldi, mentre paghi un surrogato di decenza, un illusione, una proposta un percorso itinerante , qualunque esso sia. L’astrattismo nacque per contrapporsi alla fotografia che aveva praticamente Soppiantato la pittura, l’ebook sostituisce il libro Il contenitore dei giga sostituisce te. Tu non ci sei più il tuo cuore si è Nascosto già là dentro.
Fecondazione in vitro. |
Post n°46 pubblicato il 13 Ottobre 2015 da paolof2014
La luna chiara – Sogno d’amore
I)
La luna chiara tracimava i campi ancora verdi col suo splendore E le avvenenti notti sfolgoravano di carne bianca ingioiellata Della bellezza nell’incarno delle dolci dame attraenti vestite a corte Correndo nelle stelle dei cieli baciando di esse le bellezze Ricche di ricami e intrecci con il verde degli anni fulgidi di carne Rosea e bianca in un orgia di piacere era la festa della sera di fiera Delle fiere e dei mercati delle grosse e grasse carminie pulsanti belle fattrici Longilinee Del sud italia ricche di culi e seni e poppe, e carne e lingue da baciare Da godere, la ricchezza d’immagini e le bellezze delle feste Nelle sale adibite all’amore, al cercarsi, con le musiche , a danzare Con esse , nel buio, quando tutte aspettano l’amore, il bacio dell’amante Nel desiderio d’essere toccate , strette, abbracciate, prese, desiderate Desiderate a morte, Mentre chi restava a sedere, con l’amica a parlare, quante stelle giravano nelle teste, nelle menti, sulle labbra, quante cose, sui vestiti, sui comportamenti, sulle vesti sugli abiti, sulle conoscenze e poi , alla settimana dopo le feste le fiere , i mercati, e ritrovavi il gusto delle belle ragazze, e delle belle tabaccaie, e delle benzinaie, e delle fioriste, e delle loro voglie dei maschi, e dell’unica voglia di amore .
II)
Le belle e dolci addormentate come marmellate seguivano l’incanto Delle sere e formicolando recavano il sorriso spargendo bocche E corpi in giro spargendo se stesse agli ammiratori , dicendo guardateci E osservate come siamo fatte e come siamo belle E chi è la più bella, e chi vale di più, e le mie carni E il mio culo e le mie tette sode, non sono così tonde e rassodate ? Come la mia bocca, le mie labbra , i miei denti candorei, il mio smalto.
Tra tanti poi dovrò sceglierne uno, ma prima dovrò divertirmi, come Layla Anche se correrò il rischio d’essere una facile, beh in fondo lo sono, Perché io non dovrei godere il sesso, e avere tanti amanti Ed essere desiderata, almeno da uno , da uno almeno, almeno da uno Da uno che mi piaccia e che mi ami ? anche da più di uno anzi e che siano in tanti a desiderarmi Poi ad uno soltanto dedicherò il mio amore, tutto il mio amore, ma che qualcuno ora adesso Mi ami e mi ami per davvero, almeno. Almeno in sogno !
Sogno d’amore di una giovane ragazza, ancora adolescente.
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Post n°48 pubblicato il 29 Ottobre 2015 da paolof2014
Canto la modestia E la serenità del cuore Unite alla dignità Della propria consistenza
Canto la quintessenza Della liberazione Fede credenza religione
Il tocco magico della virtù Che È l’amore
Canto la fede E non la mia incertezza La passione sovrana racchiusa Nello scrigno della consapevolezza
Canto quello che manca E che uno di voi desidera Chi lo identifica fuori nell’oggetto
Chi nella sapienza saggia Chi ripone quel tepore tenue Immacolato innocente In qualche volontà che non sia Ogni presunzione Ma io canto quello che non ho
L’attenzione rivolta All’ascolto ai frammenti della vita Alla rinascita della gioia Naturale alla soddisfazione pacata Nelle cose Natura che apprezzi In silenzio l’approccio delle volgarità
Il gregge
Il solitario sbandato cane urla Stride abbaia latra Percuote la terra Nella paura Non so chi personifica Sotto l' antico, soltanto l'idiozia
Cerco me stesso ma non trovo Al di fuori Significato valore qualità
L’idiosincrasia, lo sdegno, il dubbio L’amarezza, la taciuta cosa Il timore, l’aiuto L’aiuto che trovo soltanto nell’amore Nel donare, nell’amare e nell'attenzione
Non c’è la virtù senza l’amore. Ma non è una cosa facile. |
Post n°49 pubblicato il 26 Gennaio 2016 da paolof2014
Musica del dolore
Musica del dolore
musica del piacere
pesantezza e assenza
logica del cuore
sensualità espressione
Bella figliola quanti petali
ha la tua viola. Arte e struttura
il pensiero racchiuso in immagine
la bellezza nei tratti di penna
ritoccano il viso prudente
enigma d’un sorriso beato
voglio illudermi ancora
col mare coll’erba nel fondo
voglio ancora guardare
ancora assaggiare bere mangiare
fotografare risalire scalare
discendere a valle
specchiarmi nell’acqua
vedere le trecce inseguire le tracce
volare d’azzurri biondissimi
occhi profondi di cielo e di mare
spegni l’impulso appaga la mente
Tremula voce casta e impudica
Scopri il tuo manto
Il tuo volto avvicina
In un bacio prolunga
Il mio soffio dismesso
Mi manchi
Metà della vita.
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Post n°50 pubblicato il 26 Gennaio 2016 da paolof2014
Musica dolce
Musica calma
Musica docile
Musica blanda
Sottofondo
Rilassa i nervi
Rilassa il corpo
Riunisce attorno
Al foco i danzatori
Antichi bambini
Gestuali ricorrenti
Soavi dolci
Delle vita
Bravi suonatori
E musicanti
Alleviate
Il male
Donate un chicco
Alla languente
Sofferenza
Dolcemente il suono
Calmerà
Un poco almeno
L’umore
Fondeva un tempo
Da catalizzatore
Prigioni magiche
E libere di sudore
Sapore avventura
Amore ebbrezza
D’alcool inizio d’epoca
Brivido intenso
L’eccitazione strana e naturale
Dell’innamoramento
La gioia alta
Nel suo raggiungere
Il desiderio l’amata
Per effusione geometrica
Nell’ingenerare
Nello sprigionare
La liberta dell’essenza
Umana d’affetto
Di raggiungimento
Di sentimento
L’amore fisico
L’amore vero
L’incanto della sua poesia
Della fusione dello spirito
La musica serviva al suo
Primo scopo originale
Fungeva splendida da catalizzatore
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