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Creato da: TomcatUSA il 15/08/2006
Fatti e situazioni di un Italiano in Cina

 

 
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La Cina e il passante di Mestre

Post n°193 pubblicato il 08 Settembre 2010 da TomcatUSA

Il fatto di vivere in un esotico paese lontano e di fatto (ai più) poco conosciuto come la Cina, implica che quando ritorni in Italia per qualche settimana, capita spesso di essere oggetto di curiosità da parte delle persone che casualmente incontri durante la tua permanenza. In alcuni casi la curiosità deborda addirittura in incredulità se a dire di vivere in Cina è un bambino di undici anni che va a giocare a pallone con altri amichetti appena conosciuti  in spiaggia uno dei quali, vedendo sopraggiungere il proprio papà, inizia:

-«Papà, papà… lo sai che questo bambino dice di vivere in Cina??»
-«AHAHAHAHA…. Simpatico… Tu vivi in Cina??»
-«Si…»
-«AHAHAHAHAH… Simpaticissimo…  E magari parli anche Cinese??»
-«Si… e lo scrivo anche…»
-«AHAHAHAHAH…  molto simpatico… e prima dove vivevi?? In America??»
-«Veramente si…»
-«AHAHAHAHAH… veramente molto simpatico… e che fervida immaginazione!!!»
-«???»
-«E tu, figlio mio, bisogna che ti svegli un po’… non devi sempre credere a tutto quello che ti dicono… questo è sicuramente un bambino molto simpatico ma che vuole attirare l’attenzione… Vero bambino??»
-«???»
-«In Cina… AHAHAHAHAH… incredibile cosa inventano i bambini… AHAHAHAHAHAH»

Ancora oggi mio figlio si domanda cosa avesse tanto da ridere quel signore il quale, evidentemente, ancora non aveva fatto del tutto suo il concetto di “globalizzazione”… concetto che, suo malgrado e probabilmente a sua insaputa, lo sta ormai accerchiando e a breve lo inghiottirà facendolo precipitare irrimediabilmente in quello che sarà il nuovo terzo mondo ovvero l’occidente.

Perché devi sapere, caro lettore, che questo è ciò che sta accadendo… l’occidente che si “interzomondisce” (mi si scusi il neologismo) a favore di una Cina che diventa, a grandi passi, il fulcro economico del mondo…  Di fatto si tratta di nient’altro che la realizzazione del “Grande Balzo in Avanti” di Mao con 50 anni di ritardo… un ritardo molto cinese potrebbe osservare qualcuno… e comunque tutto questo con buona pace di molti vicini d’ombrellone che, ignari di quello che sta realmente accadendo,  domandano, sorridendo sotto i baffi, se in Cina ci siano già strade asfaltate su cui viaggiare, rimanendo un po’ sorpresi quando si sentono rispondere che si… ci sono strade asfaltate… e ce ne sono tante, e sono molto più larghe delle nostre, con molte più corsie, e continuano a costruirne a una velocità impensabile per noi occidentali… e ci sono ponti di trenta chilometri sul mare, gallerie sottomarine, treni super veloci che percorrono 1000 chilometri in tre ore, e nelle città reti metropolitane in continua espansione. Quasi un paese da fantascienza… Ma poi mi si domanda:
-«Ma se è come dici tu, come è possibile che poi qui sul giornale leggiamo che che a causa di alcuni lavori su un’autostrada nel Nord della Cina, sulla strada alternativa si è formata una coda di automezzi di cento chilometri che si smaltirà in un mese(!!!)??»
In effetti è difficile spiegare una cosa del genere… Cento chilometri di coda… come l’intera A13 Padova-Bologna… tutti fermi per un mese… Provate ad immaginare di intrappolare migliaia di persone per un mese tra i caselli di Rovigo e Occhiobello… Il tutto senza nessuna interrogazione parlamentare e senza nessuna manifestazione in piazza da parte dell’opposizione che tra l’altro qui non c’è… Anche questa è, da un certo punto di vista, fantascienza… Solo che è una fantascienza da terzo mondo che si adatta meglio all’idea nazional-popolare che in occidente si ha della Cina piuttosto che agli incredibili racconti che parlano di una Cina in piena modernizzazione ed espansione industriale. Tra l’altro è anche una fantascienza piuttosto rassicurante da leggere sotto l’ombrellone in quanto viene da pensare che finchè in Cina ci saranno code di cento chilometri da smaltire in un mese noi in occidente per ora non abbiamo nulla da temere…  E invece no, caro lettore. Si tratta solo dell’ennesimo caso di paradosso cinese per cui alla costruzione in tempo di record di una linea ferroviaria sopraelevata tra ZhuHai e GuangZhou che collegherà in quaranta minuti con un treno ad alta velocità le due città distanti tra loro duecento chilometri, a molti chilometri di distanza qualcuno decide di chiudere un’autostrada per fare dei lavori di manutenzione senza preoccuparsi di verificare quanti autoveicoli passano su quell’autostrada e soprattutto senza domandarsi dove andranno a finire gli stessi durante il periodo in cui l’autostrada non sarà percorribile… Piccole “disattenzioni” che chi vive in Cina è ormai abituato a vedere quotidianamente e che gli stessi cinesi alla fine sono abituati a tollerare senza eccessivi problemi. Fosse successo in Italia la borsa sarebbe colata a picco, il governo sarebbe caduto, la provincia di Rovigo avrebbe invocato lo stato di calamità naturale e il comune di Occhiobello avrebbe richiesto di diventare provincia autonoma a statuto speciale.  Qui in Cina invece non accade niente di tutto questo… si aspetta semplicemente che la coda si sblocchi e nel frattempo si  tramuta immediatamente la situazione paradossale in opportunità e ai bordi delle strade  nascono dopo poche ore negozi, centri massaggi, KTV e spettacoli di ogni genere. E questo tipo di atteggiamento pragmatico potrebbe spiegare, almeno parzialmente, anche un’altra notizia decisamente più interessante apparsa sui giornali durante la mia permanenza in Italia ovvero che la Cina, nonostante la coda chilometrica nel nord della Cina, è diventata ormai la seconda potenza industriale mondiale dietro agli Stati Uniti. Il tutto, per certi versi, abbastanza incredibilmente se si considera che  la Cina è ancora molto simile a uno stato feudale infarcito ovunque di micro inefficenze a tutti i livelli; ciò nonostante, per qualche motivo,  il macro sistema evidentemente funziona visto che i progetti vengono portati a termine, le politiche economiche vengono attuate e il paese progredisce fino a diventare appunto la seconda potenza industriale mondiale… certo con l’unica pecca della coda di cento chilometri nel nord della Cina ma sono sicuro che tra un mese, quando (se Dio vuole) tutto l’ingorgo sarà finalmente smaltito, la Cina sarà ancora la seconda potenza industriale mondiale mentre gli avanzati paesi occidentali, in cui ridicole code di cento chilometri sono impensabili, continuano ad arrancare economicamente e a perdere posizioni accumulando sempre più distacco dalla Cina che, incurante delle nostre risate sotto gli ombrelloni per le sue code chilometriche, continua a progredire e a diventare il nuovo centro del mondo.

Forse in occidente dovremmo fare in modo di avere più code… Forse in Italia basterebbe chiudere per un po’ il passante di Mestre… Forse basterebbe questo… Chissà…

 
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thor_27
thor_27 il 13/09/10 alle 07:54 via WEB
Ciao Tomcat, ti seguo da un pò ed ho letto con piacere il tuo libro. Mi reco con frequenza trimestrale in Cina, paese che ho visitato per la prima volta nel 1994, e comunque sempre in coincidenza con la Canton Fair di Aprile ed Ottobre. Paese che per molti versi amo, al punto da avere da avere da qualche tempo qui in Italia una ragazza cinese &#61514; Prendo spunto dal post di Christian per una mia riflessione, in attesa di leggere, spero, la tua qualificata opinione. La mia idea, ben radicata da tempo, è che anni fa la Cina abbia definito e perseguito, con la insperata (?) collaborazione dell'occidente, un chiaro piano di dominio dell'economia mondiale, praticando massicciamente e per un paio di lustri delle politiche di prezzo a volte talmente assurde da non trovare giustificazione o riscontro nemmeno nel livello salariale estremamente basso. Tali politiche hanno reso la Cina la famosa 'fabbrica del mondo' di cui ora tutti parlano (nel mio settore, per dire, il 75% dell'import italiano proviene dalla Cina, il 25% dal resto del mondo). Acquisita questa posizione di dominio quasi assoluto, stiamo ora vivendo quella che è la fase due del programma: la crescita del prezzo. Crescita dovuta non tanto all’aumento dei salari come quasi tutti immaginano (è una spiegazione anche questa ma non la principale) ma soprattutto alla progressiva riduzione degli incentivi e degli aiuti governativi. Aiuti che cominciano a diventare inutili dal momento che hanno raggiunto lo scopo: radere al suolo la produzione nel resto del mondo. Con la breve parentesi del 2009, dove il picco, anche psicologico della grande crisi mondiale, ha forse suggerito una stasi (un merito che hanno i cinesi è quello di reagire, magari in modo un pò confuso, ma con un tempismo straordinario alle mutate condizioni ed alle opportunità di mercato), chi deve a vario titolo acquistare merci cinesi sa che a partire dal 2007 i prezzi aumentano con cadenza semestrale ed a volte a doppia cifra. In particolare, nella prima metà del 2008 ci fu una clamorosa impennata che solo la concomitante ascesa dell’Euro riuscì a tamponare, rendendo quasi nullo l’impatto sull’occidente, ma ora che questa ciambella di salvataggio non esiste, nel medio termine (vale a dire una volta che si esauriranno le commesse alle vecchie quotazioni, tutti gli accordi particolari, gli stock eccetera) il conto lo pagheranno i consumatori, vale a dire noi. Noi, che dopo avere permesso ai nostri padroni del vapore di svendere l’accesso ai nostri mercati, ricevendone in cambio il piatto di lenticchie di una serie di beni di consumo economici, d’ora in poi vivremo anche la beffa di finanziare la fase tre del piano cinese, ovvero lo sviluppo generale del paese. Pure al netto di tutti i discorsi sulla faccia, hai voglia ora a sbraitare e mandarli a quel paese minacciando cancellazioni di commesse: semplicemente non gliene potrebbe fregare di meno, visto che sanno benissimo che le possibili alternative sono state strangolate anni fa e loro sanno che noi lo sappiamo. Non una gran bella situazione dal nostro punto di vista, che dici Tomcat?
 
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