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« L’età dei barbariMal di lavoro »

Quel riformismo servo del capitale

Post n°680 pubblicato il 23 Febbraio 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Non si chiama più troika, ma istituzione, non si chiama più austerity e impoverimento del popolo, ma vittoria del governo greco, non si chiama più diktat ma “accordo”.

Queste le bugie dello sconfitto governo greco di Tsipras e del suo ministro dell’economia, a chiacchiere marxista, Varoufakis. Un arrampicamento sugli specchi dopo l’aver ceduto su tutto alle minacce della BCE, del FMI e del governo tedesco, senza aver mantenuto quel contatto creato con la propria gente, che li ha votati in massa, senza aver avuto quel coraggio che imponeva scelte drastiche nell’interesse di quella parte del popolo greco impoverito e massacrato da un’ Europa nemica della gente onesta, serva dei capitali, instradata, da una leadership folle, verso il massacro dei diritti dei più deboli, come la stessa Syriza aveva denunciato.

Manolis Glezos, eroe partigiano ellenico di 92 anni, chiede scusa al suo popolo per l’ennesimo inganno subito, per aver fatto votare un partito che ha dimostrato, da subito, la sua natura ingannatrice, che non ha mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale, che si accinge a proseguire nel programma di risanamento che altri decideranno per lui.

E’ la sconfitta di quel “riformismo” che a furia di voler cambiare il capitale ne è divenuto stampella portante, che, come dice in una sua lettera aperta lo stesso Varoufakis, si è fatto abbagliare, avvolgere, abbindolare, a spese della gente che è scesa in piazza credendo che la politica potesse risolvere quelle ingiustizie palesi, vergognose, potesse fermare quel massacro di diritti e di speranze di cui i “grandi” del mondo si sentono in diritto di compiere.

Una parabola perdente da sempre, come Marx e Lenin denunciarono da subito, un inganno delle speranze delle classi più deboli, un continuo arretramento difronte alle richieste dei più forti, con l’illusione che un giorno sarà diverso che, a piccoli passi, si possa cambiare l’anima marcia di un potere assassino, come se essere più servi aiutasse a divenire più liberi.

Godono i profanatori di ogni democrazia, i piddini renziani che stanno affondando paese e Costituzione, che non guardano ai suicidi ed alla povertà, ma impegnano il loro tempo a ricopiare quanto la troika gli detta, per venir poi a raccontarci che domani, un domani ora spostato nel 2020, tutto sarà migliore.

L’insofferenza per lo scatto d’orgoglio del popolo greco, l’indifferenza per le sofferenze di più di metà dell’Europa, il perseguimento di un sistema che privilegi speculazioni sulla vita e sulle terre dei popoli è il metro del “valore” di questa feccia che ci sta, pian piano, uccidendo nel corpo e nell’anima.

La sconfitta del popolo greco è la sconfitta della democrazia, nei suoi valori portanti, la sconfitta delle conquiste di intere generazioni, la sconfitta di quella ragione e di quel pensiero che ritiene la vita degli uomini ed i loro diritti gli unici “indici” da dover far crescere.  

 
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