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« I diritti del muroLontani dal quorum, vici... »

Uva come Regeni, quando la tortura è assolta

Post n°904 pubblicato il 16 Aprile 2016 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Nessuno pestò Uva, per la corte d’assise di Varese Giuseppe è morto senza alcuna causa.

E’ duro dirlo, ma non è la prima volta che nel nostro paese vengono salvaguardate le forze dell’ ordine, anche di fronte ad evidenti abusi, abusi che assomigliano, sempre di più, a vere e proprie torture, pestaggi che lasciano sui corpi i segni di una violenza che non dovrebbe appartenere a chi è pagato per rappresentare la legge di questo Stato.

Processi che mai, e ribadisco mai, riescono a rompere il muro del silenzio che copre questi assassinii, un muro che coinvolge tutti, dai colleghi presenti ai fatti, ai responsabili delle varie caserme, per finire ai vertici istituzionali, tutti impegnati a cancellare quanto i lividi, le fratture, gli occhi delle vittime dicono, urlano.

Aldrovandi, Cucchi, Uva, Magherini ed altri, di cui ora mi sfuggono i nomi, sono le vittime di uno Stato che ha perso il senno e la dignità, uno Stato che si fa rappresentare da veri e propri torturatori, gente disposta ad uccidere, nel nome di non si sa cosa, e di coprirsi, l’uno con l’altro, come fanno i mafiosi, i criminali, gli assassini.

Come fanno i servizi segreti egiziani, o le loro forze dell’ordine, certamente primi ed unici responsabili dell’omicidio di Giulio Regeni, così si comportano i “tutori della legge” nostrani, nascondendo le prove, tacendo su quanto accaduto, cancellando i tabulati, negando  l’evidenza, stringendosi  attorno al cerchio di quel potere che permette ed autorizza questi abusi, ne utilizza la forza per deviare le indagini, per uscire assolti dalla legge, quella degli uomini, di un paese che ha totalmente dimenticato la sua storia.

In Italia ancora non è contemplato il reato di tortura, anche dopo le condanne dell’ Unione Europea, anche dopo i fatti di Genova, anche dopo le morti di questi ragazzi, che ancora aspettano che i loro assassini paghino il prezzo, giusto, dei loro infami ed indegni reati.

Con quale credibilità il nostro paese può chiedere all’ Egitto di assicurare, alla nostra giustizia, gli autori dell’ infame omicidio di Regeni ?

Oggi, 16 aprile 2016, Regeni è stato ucciso un’altra volta da un paese che rinnega i diritti, che si fa beffa delle sue stesse leggi, che utilizza il suo potere per assolvere chi uccide, chi ruba, chi tortura, chi sequestra.

Oggi, come già ieri, questo paese affonda nel fango di chi si fa beffa della verità e della giustizia.

 
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