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Del convivere con il terrore

Post n°274 pubblicato il 22 Luglio 2016 da fedechiara
 

Colleziona decine di migliaia di ‘mi piace’ (è un pregio?) il post di una tale che, con accorta iperbole, predice di essere destinata a morire per mano di un qualche terrorista assassino ‘u akbar’.
Iperbole giusto per dire perché, di questi tempi, morire per mano della varia genia di suonati e serpi in seno che si ‘radicalizzano sul web’ ha incidenza statistica maggiore del morire per malattia oncologica o incidente stradale.
Un vaffa di gran cuore a tutti coloro, politici s-governanti e i loro supporters, che hanno contribuito a stiparne a milioni – senza alcun discernimento e valutazione realistica di integrarli e offrire loro un lavoro – nelle ‘banlieues’ o nel Belgistan del famigerato quartiere di Molenbeec e hanno costruito, una scelta sbagliata via l’altra, questo nostro presente di assassini probabili e predicibili e un futuro perfino peggiore.

E quella tale, una ‘buonista’ da ‘…vi offro l’altra guancia’ ci conforta in pubblico post dicendoci: ‘non abbiate paura’ – e continuate a viaggiare e conoscere gente e fare amicizie. Lieta esortazione francescana che lascia il tempo che trova, dal momento che il normale gioco di incontri ed inviti del nostro vivere associati non si può certo sospendere – e i treni e le metropolitane continuano a viaggiare nelle metropoli a convogli pieni, malgrado il rischio di attentato che Vals-il Pessimo dice che ‘dobbiamo farci il callo’ (sic).

E l’esortazione della giovinetta è pubblicizzata in cronaca da ‘Avvenire’, il giornale dei vescovi, vedi caso, e risulta essere un cinguettio davvero poco confortevole se, di lì a poco, viene zittito dalle grida di passeggeri che si vedono assaliti in un treno da un folle criminale con coltello e accetta – e sembra a me piuttosto idiota l’accontentarsi di un calcolo delle probabilità (di esserne vittima) e non esigere, invece, con forte pressione politica e sociale, dalla Securitè e dagli uomini del ministero degli Interni e da tutti gli agenti preposti all’ordine pubblico di rendere quella probabilità minima o nulla.
Convivere con il terrorismo assassino e accettarne l’ineluttabilità è davvero l’ultimo stadio di una demenza che origina dalle cattive politiche immigratorie e finisce col coro angelico e ‘buonista’ di chi predice la sua morte in pubblico post e se ne fa preventivamente una ragione.
Pollice verso e sipario.

 
 
 
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