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Due storie di Babele-Europa

Post n°336 pubblicato il 21 Dicembre 2016 da fedechiara
 

Due storie, due orrori paralleli. Quella di Lukasz Urban, l’autista polacco agonizzante che ha tentato fino all’ultimo di fermare il tir della strage ed è stato ‘giustiziato’ dall’assassino islamista radicale prima della fuga, e la storia di Fabrizia di Lorenzo da Sulmona che, forse, ha incrociato lo sguardo avvilito dell’autista morente e quello allucinato dell’assassino stragista prima di essere travolta e uccisa.
Due storie che ‘gridano vendetta al cospetto di Dio’ – e di quell’Allah che non è affatto grande e rimpicciolisce vieppiù e ci appare nella sua miseria di umana manipolazione e delirante interpretazione jiahdista ogniqualvolta un imbecille integrale(ista) lo grida al vento della sua disperazione e idiozia radicale.

E i nostri sguardi desolati e avviliti, di tutti noi che leggiamo storie d’orrore annunciato ogni trimestre o semestre e ascoltiamo la babele delle lingue incomprensibili e ostinatamente buoniste che si leva da ogni foglio di stampa e cronaca televisiva grazie alla quale il terrore jihadista si afferma e consolida il suo senso di onnipotenza stragista e allarga la sua nera ombra sull’orizzonte di un’Europa incapace di verbo comune e di azioni mirate di sicurezza dei cittadini e rigorosi controlli delle frontiere-colabrodo – varcate serenamente in entrata e in uscita da ogni foreign fighters e/o sedicente profugo inteso a fiaccare lo spirito dell’Occidente e a minarne le basi culturali con stragi e assassinii reiterati in cronaca per ogni dove.

E l’unica risorsa e speranza di salvezza futura è affidata agli elettori – quegli elettori che continueranno a votare ‘di pancia’ e manderanno a casa gli imbelli s-governanti europei che, con le dissennate politiche immigratorie misericordiose e buoniste, hanno creato i vari Belgistan e Parigistan e Berlinostan dell’orrore e delle serpi in seno che levano alte le loro strida di giubilo ogniqualvolta un attentato e una strage vanno a segno e si bagnano di sangue innocente i selciati delle strade e delle piazze di un’Europa che dovrebbe adottare quale suo inno la Marcia Funebre di Beethoven invece dell’Inno alla Gioia di Schiller.

 
 
 
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