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Difficili tecniche socratiche.

Post n°2774 pubblicato il 14 Settembre 2023 da fedechiara
 

Difficili tecniche socratiche. 14 settembre 2021
Convincere è la cosa più difficile del mondo. Significa 'portare a sé', dalla propria parte, - politica o anche solo il prendere fazione su di un semplice argomento specifico - chi ci è avverso.
E non c'è modo, neanche ricorrendo alle tecniche retoriche di Socrate, di trovare i percorsi, individuare i complessi percorsi neuronali e le laboriosi sinapsi, che hanno portato il tuo interlocutore a fissarsi su una tesi, una politica, un partito che, sulla scena pubblica, 'ne combina di tutti i colori' (arcobaleno), incurante delle conseguenze – a volte devastanti – sulla vita sociale.
Mi è capitato di 'incrociare i ferri', di recente, con una amica di lunga data – con la quale, peraltro, in anni lontani, avevo un 'idem sentire' su molte questioni di mala politica del nostro vivere associati - ed ero sorpreso che, sulla questione tragicissima dei cosiddetti 'profughi' e 'richiedenti asilo' che usano del grimaldello di una indebita pietas, organizzando scientemente i propri naufragi e pagando somme pazzesche ai criminali scafisti che li stipano nei gommoni o negli scafi che imbarcano acqua, la sua posizione fosse quella di una acquiescenza tranquilla, uno scontato acconsentire al durare di questa piaga biblica degli arrembaggi dei 'popoli del mare' di post moderno conio e disgrazia.
Organizzare il proprio naufragio. E' questo il concetto su cui si discute – si dovrebbe discutere animatamente e prendere posizione e stigmatizzarlo quale azione criminale che, se organizzata da me, da voi per un qualche recondito fine sarebbe oggetto di attenzione giudiziaria.
Ma se, a rovescio, lo fanno baldanti giovani tunisini di cui alla lettera aperta qui sotto indirizzata alla silente ministra Lamorgese nessuno si sogna di additarlo quale crimine e i soggetti in questione godono del costosissimo apparato italico di 'accoglienza' e assistenza sanitaria e libera migrazione tra le frontiere-Schengen, come è capitato al somalo dal coltello facile che non ha esitato a colpire un bimbo di sei anni, tra le altre sue vittime incolpevoli. (segue)

Il 'dopo' della pretesa accoglienza.

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