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« Testosterone e dintorni.Del 'toccare' Caino... »

La mano sul cuore.

Post n°2836 pubblicato il 22 Ottobre 2023 da fedechiara
 

Usiamo parole approssimative e ambigue e su questa approssimazione e ambiguità si fondano molte delle pretese differenze tra la destra e la sinistra. Del centro non mette conto di parlare: è il luogo in cui si traccheggia, si boccheggia, si cazzeggia e si prestano voti a destra o a sinistra - una palude, insomma, a volte 'stigia', dove galleggiano gli ignavi a c... in sù.
E un esempio di parola approssimativa è 'civiltà', che è riferita alla 'civitas', alla città che abitiamo e dove si dà par scontato che sia il luogo di ogni comportamento civile e dove vengono rispettati i diritti di ognuno e vi si trova giustizia contro i torti subiti. E' così?
E' una approssimazione, come dicevo. Il rispetto dei diritti e l'avere giustizia contro i torti lo si vive anche nei villaggi, anche nella campagna, anche nelle tribù del deserto dove il ruolo del giudice viene riconosciuto al più anziano membro della tribù, il più saggio e assennato - e sono quasi sicuro che esprima giudizi più assennati di quelli che vengono espressi alla procura di Catania, per dirne una.
E veniamo alla questione che più mi preme.
Stiamo assistendo ad uno 'scontro di civiltà', come dice la nostra presidenta del consiglio dei ministri a Tel Aviv, contrapponendo la sua visione del conflitto palestinese e israeliano a quella del leader Netanyau?
Una approssimazione, di bel nuovo.
I cittadini di Gaza vivono una civiltà tutta loro, fatta di credenze religiose rabbiose e asfittiche – e pretesto e alimento dell'odio 'allah u akbar' contro gli israeliani.
Vogliamo chiamarla 'civiltà', anche se quell'odio ha partorito le efferatezze di belve assassine del 7 ottobre dei kibbutz distrutti - e barbaramente uccisi gli inermi abitanti e la strage del rave party nel deserto e gli ostaggi usati come moneta di scambio della guerra vigliacca di Hamas?
Meglio la civiltà dei kibbutz e degli israeliani, la cui reazione a quella mattanza viene affidata all'esercito dei cittadini, Tsahal, la forza armata dello stato che punirà gli assassini e i loro complici che prestano le case e gli edifici pubblici quali basi da dove partono i razzi che colpiscono gli insediamenti israeliani e alzano ipocriti lai se, nella risposta militare conseguente, muoiono i 'civili'.
E' un vero e proprio 'scontro tra civiltà', quindi, e capiamo che la nostra brava presidenta voglia esorcizzarne gli aspetti più drammatici, com'è nei protocolli delle diplomazie, ma 'à la guerre comme à la guerre' e parteggiamo per la forza armata di Tsahal, l'esercito israeliano, e confidiamo che raggiunga il suo compito di istituto di eradicare le maledette metastasi di Hamas da quei covi di vipere e sappiamo che pagherà un prezzo alto, ma la vittoria finale è certa e sarà la vittoria di una civiltà che condividiamo in ogni suo aspetto.
The end e mano sul cuore. Siamo con voi (senza 'se' e senza 'ma'), prodi combattenti di una verificata civiltà.
Mutatis mutandi
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