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Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Forme divine.Mi sto forse convertendo all'induismo? Da qualche giorno a questa parte nella mia mente agisce un demone polimorfo che mi suggerisce che tutto quanto di divino l'uomo constata intorno a sé ha una forma. Le noto al mio risveglio nell'intrico dei rami su cui saltellano i merli e le tortore e gli insetti che si stagliano nel vuoto dell'aria e la straordinaria varietà vegetale di foglie e colori. Più che il Verbo (che era presso Dio ed era Dio) è la Forma che ci incanta. Dio è (in)forme, ha mille forme. E' un dio-elefante (Ganesha) o un dio-scimmia (Hanuman) - e ogni altro dio del ricchissimo pantheon induista che viaggia sul suo animale-veicolo (vahana): l'aquila-Garuda cavalcata da Vishnu e il toro Nandi che simboleggia la potenza fecondativa di Shiva e la tigre della crudele dea Durga, che vola alta sopra ogni umano confliggere. E più pacifici e di difficile configurazione sono gli dei che si nascondono dietro le forme dei molti fiori che incontriamo nei giardini e nei parchi della primavera nelle regioni temperate che abitiamo – forme straordinariamente aggraziate, ma talvolta incomprensibili e buffe nel loro groviglio di corolle e le strane simmetrie e le concavità e le proiezioni aguzze degli interni stami. E le forme dell'uomo e della donna nel loro conformarsi di fresca giovinezza e di età matura: forme che ci incantano tanto da aver voluto dare forma uguale alle divinità olimpiche - e agiscono, potenti, gli ormoni e i feromoni e tutto il brulicare della Vita che è in noi, nel chiuso dei corpi e nella microbiologia che ci anima, ma ci distrugge quando il magico equilibrio della salute viene meno. Tutto è forma sublime e prende Vita dal grumo di creta con cui il Creatore primo ci ha plasmato. E la Vita ha un alto e un basso: la gassosità dei cieli diversamente colorati che muovono i bianchi cirri e i plumbei nembi e la molle plasticità dei lombrichi che si agitano nel fango e l'imo delle radici che scavano nel buio della terra e cuciono le pendici delle selve montane e lanciano in alto, lungo i tronchi, le linfe che nutrono le foglie del trionfo della clorofilla e il respiro chiaro dell'ossigeno che ci tiene in vita. E la Forma si fa Verbo (che era presso Dio) e ci narra, imperiosa, delle forme diverse del vivente: Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini , su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti... |
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38
Inviato da: fedechiara
il 23/06/2024 alle 15:31
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 12:34