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Forme divine.

Post n°3220 pubblicato il 05 Giugno 2024 da fedechiara
 

Mi sto forse convertendo all'induismo? Da qualche giorno a questa parte nella mia mente agisce un demone polimorfo che mi suggerisce che tutto quanto di divino l'uomo constata intorno a sé ha una forma. Le noto al mio risveglio nell'intrico dei rami su cui saltellano i merli e le tortore e gli insetti che si stagliano nel vuoto dell'aria e la straordinaria varietà vegetale di foglie e colori.
Più che il Verbo (che era presso Dio ed era Dio) è la Forma che ci incanta. Dio è (in)forme, ha mille forme. E' un dio-elefante (Ganesha) o un dio-scimmia (Hanuman) - e ogni altro dio del ricchissimo pantheon induista che viaggia sul suo animale-veicolo (vahana): l'aquila-Garuda cavalcata da Vishnu e il toro Nandi che simboleggia la potenza fecondativa di Shiva e la tigre della crudele dea Durga, che vola alta sopra ogni umano confliggere.
E più pacifici e di difficile configurazione sono gli dei che si nascondono dietro le forme dei molti fiori che incontriamo nei giardini e nei parchi della primavera nelle regioni temperate che abitiamo – forme straordinariamente aggraziate, ma talvolta incomprensibili e buffe nel loro groviglio di corolle e le strane simmetrie e le concavità e le proiezioni aguzze degli interni stami.
E le forme dell'uomo e della donna nel loro conformarsi di fresca giovinezza e di età matura: forme che ci incantano tanto da aver voluto dare forma uguale alle divinità olimpiche - e agiscono, potenti, gli ormoni e i feromoni e tutto il brulicare della Vita che è in noi, nel chiuso dei corpi e nella microbiologia che ci anima, ma ci distrugge quando il magico equilibrio della salute viene meno.
Tutto è forma sublime e prende Vita dal grumo di creta con cui il Creatore primo ci ha plasmato.
E la Vita ha un alto e un basso: la gassosità dei cieli diversamente colorati che muovono i bianchi cirri e i plumbei nembi e la molle plasticità dei lombrichi che si agitano nel fango e l'imo delle radici che scavano nel buio della terra e cuciono le pendici delle selve montane e lanciano in alto, lungo i tronchi, le linfe che nutrono le foglie del trionfo della clorofilla e il respiro chiaro dell'ossigeno che ci tiene in vita.
E la Forma si fa Verbo (che era presso Dio) e ci narra, imperiosa, delle forme diverse del vivente:
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
AscoltaPiove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini ,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti...

 
 
 
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