Orrori paralleli e incomparabili (e intollerabili) della memoria dell'anno che va a chiudersi; e aggiungiamo anche la foto di Soros sul Financial Time per rammemorare il mondo rotto e i tragici naufragi organizzati che il 'filantropo ungherese' finanzia e incrementa, tramite donazioni alle ostinate o.n.g. naviganti davanti alla Libia che, giusto ieri, hanno chiesto all'Italia di offrire un porto pietoso ai loro traghettati di Natale.
E che questa pietà pelosa vada rigettata e rintuzzata quale 'conflitto intestino' di una Europa funestata dalle migrazioni epocali e incontrollate appare chiaro anche dalla notizia di ieri che racconta di quattro 'rifugiati' saliti a bordo di un cargo italiano in navigazione sulle coste inglesi che minacciavano l'equipaggio con delle spranghe di ferro, dirottando la nave verso la foce del Tamigi – e solo le 'teste di cuoio' calate dagli elicotteri hanno chiuso questa pagina di 'orrore di importazione' comparabile con le fotografie di qualche mese fa dei barbari marocchini muniti di armi improprie che scavalcavano il muro e il filo spinato eretto dagli spagnoli al confine per arginare l'invasione africana.
E, forse, la 'persona dell'anno' su Time avrebbe dovuto mostrarci proprio la foto di un 'muro' – come quello in costruzione al confine tra Messico e Stati Uniti che ha portato al braccio di ferro con i buonisti democratici al Senato e al conseguente blocco dei fondi destinati della pubblica amministrazione, per dire che le disgrazie di un mondo rotto dalle migrazioni incontrollate non vengono mai sole e che il fenomeno va arginato e fermato manu militari, e dissuasi i 'migranti' di ogni paese dal 'mettersi in marcia'.
Perché non è una buona idea quella di attizzare i conflitti nei paesi di destino, e le economie fragili del paesi dell'Occidente non sono in grado di assorbire le centinaia di migliaia di affluenti se non a prezzo di conflitti sociali e miseria diffusa e conseguente criminalità che riempie le carceri – evidenze delle cronache degli anni recenti che hanno convinto milioni di elettori a votare i partiti 'populisti'.
A maggio l'ennesima verifica elettorale – dopo la Brexit, l'elezione di Donald Trump, i 'paesi del 'gruppo di Visegrad' dalle frontiere chiusissime, il referendum perduto da Renzi, e il governo giallo-verde. E i populisti europei 'en marche' insieme ai 'gilets jaunes' di Parigi.
Chi vivrà vedrà.
Inviato da: ARCAN020
il 29/06/2024 alle 12:34
Inviato da: fedechiara
il 24/06/2024 alle 06:56
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 16:38
Inviato da: fedechiara
il 23/06/2024 alle 15:31
Inviato da: VIOLA_DIMARZO
il 23/06/2024 alle 12:34