Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Chapeau (i tortuosi percorsi mentali dei buonisti). 13 gennaio 2016 Per dare un'idea del dialogo tra sordi tra le opposte fazioni buoniste/cattiviste (si fa per dire e semplificare) su come va il mondo e quali piccolissimi rimedi e inutili impiastri mostriamo nella vetrina della farmacia nostra occidentale che speriamo leniscano le offese e le ferite inferte al vivere civile vi riferisco il 'percorso mentale' di un professore esimio della locale Università degli studi nonché curatore e organizzatore di sondaggi su tutte le questioni del nostro vivere civile: Ilvo Diamanti, - questa settimana lettore delle prime pagine dei giornali su Radiotre. Riferiva dell'Europa demograficamente sempre più vecchia, l'esimio professore, e dei provvedimenti dei governi europei che, a sentir lui, sono in grande maggioranza orientati a garantire il benessere dei vecchi contro la precarietà e il malessere dei giovani – vecchia polemica e stantia che ha fatto la fortuna del nostro imbonitore nazionale Renzi Matteo: il principe dei rottamatori, oggi in affanno sulla questione delle banche che falliscono una dopo l'altra e i correntisti e i clienti azionisti ridotti al ruolo di pirla che se la sono presa in quel posto e vale l'italica legge del menga e addio a tutti i loro sudati risparmi. Come se tutta la cronaca di questi ultimi anni: di clandestini e 'migranti economici' aggregati ai pochi profughi e che rifiutano di dare le generalità e le impronte e vagano indisturbati per lo spazio-Schengen senza arte né parte – come ci ha sempre rimproverato l'Europa rifiutando per questo di avviare la redistribuzione – non contasse un accidente di nulla e i fatti di Charlie Hebdo e i quartieri-ghetto di Parigi e Bruxelles dove la polizia ha paura di mettere piede e che ospitano i covi dei terroristi non significhi nulla - e nessuna politica di contenimento e di nuovo ordine e convivenza pacifica ed efficaci risposte al 'disagio sociale delle periferie' sia possibile. Dobbiamo, perciò, 'mettercela via', noi europei storici e indigeni da molte generazioni - a detta del pensiero 'buonista' - perché siamo vecchi e 'largo ai giovani' da dovunque provengono e sebbene le loro culture e tradizioni e comportamenti conseguenti (vedi i fatti di Colonia e Zurigo e Helsinki) si mostrino indigeribili e criminali - e indipendentemente dal fatto che lo sviluppo economico del vecchio continente non decolla, malgrado la caotica immissione di tutti quei giovani, e non decollerà prima di molti anni - e intanto paghiamo il prezzo del troppo che stroppia e di un vaso comunicante che si è riempito a dismisura grazie al lassismo delle politiche immigratorie della sinistra di s-governo evidentemente condivise e applaudite dall'esimio professore. Chapeau!
Piccoli guerrieri crescono Un giornale francese ha pensato bene di fare un'inchiesta nelle scuole primarie che raccolgono i figli delle banlieues parigine, in larga parte figli di immigrati o ex immigrati, e il risultato è stato 'inquietante', a detta della commentatrice di 'Primapagina' la trasmissione di radiotre che ci legge i giornali di buon mattino. Da capelli ritti in testa, ho pensato io, invece. Se esiste un 'islam moderato' temo che avrà il suo bel daffare nel convincerci che, noi confidenti e accoglienti e generosi e miopi europei, non stiamo covando nidi di serpi in seno negli agglomerati urbani che abbiamo concesso loro di abitare. E ci vorrà del bello e del buono per convincerci che il nostro futuro di convivenze 'civili' non sarà connotato dalle rancorose tendenze a imporre le piccole 'sharie' che si covano nelle famiglie - che neanche la seconda e terza generazione di cittadinanza e osservanza e rispetto delle leggi indigene riesce a spazzare via. E, sempre ieri, negli approfondimenti radiofonici si dava conto di una manifestazione a Reggio Emilia di questo mitico e auspicato 'islam moderato' che - forse per paura di ritorsioni e livore - fa proprie le ragioni della convivenza civile e delle leggi e regolamenti da rispettare sempre e comunque, ma sulla libertà di espressione, che è bandiera nostra di figli dell'Occidente evoluto, gli interrogati nicchiavano, distinguevano, suggerivano (ma forse in famiglia, a tavola, usano termini più forti) che dovremmo auto moderarci e che quelli di Charlie Hebdo hanno sicuramente esagerato. Osservazione che ci riporta all'undicenne parigino che diceva impavido: 'Se la sono cercata.' e, francamente, io fatico a credere che ci sia una apprezzabile differenza tra quello stolido minorenne di poco senno e i maggiorenni genitori che in quella loro manifestazione provavano a convincerci che la 'sharia' è solo cosa loro e gli basta una moschea piccola piccola dove pregare nel loro quartiere e, per il resto: 'Grazie, Europa, che ci hai accolto così generosamente. Vedrai/ete che non vi daremo più motivo di allarme e i nostri figli riottosi li bacchetteremo sulle unghie perché diventino bravi cittadini europei.' Dio salvi l'Europa delle fragili e contese libertà civili. Chi vivrà vedrà. AGORAVOX.IT Il sociologo francese Gilles Kepel e la sua equipe sono tornati in due banlieue difficili di Parigi – le stesse dei disordini del 2005 – per vedere che ruolo gioca qui l'Islam nella costruzione (...) Il |
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