Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

fedechiaraJohn13dglChevalier54_ZQuartoProvvisorioGiulia0dgl12pragency177karel_ASoglioletta0Arianna1921Najkanewspaper_articles1ARCAN020orat6Ri.emersacapuzzo
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Stridenti inni alla gioia.Tutti al fronte e le cal... »

Sogni digitali.

Post n°2537 pubblicato il 18 Aprile 2023 da fedechiara
 

I miei sogni-incubi in digitale.

Probabilmente una coda di altro sogno nascosto.
Una casa di periferia urbana, ma ancora a mezza campagna e le case nuove che insorgono come funghi tutto intorno.
Mi sveglio all'improvviso per un rumore fortissimo e mi guardo intorno.
E' buio, ma una sensazione come di un talco che scende dal soffitto e crea una nebbia in sospensione nella stanza mi convince a scendere dal letto. Inciampo in una 'cosa' che alza il pavimento di oltre mezzo metro. Corro alla finestra, la apro con difficoltà perché l'oscuro è dissestato e mi appare la visione di una stanza terremotata con due punti del pavimento spezzato che mostrano le travature sottostanti e detriti e polvere sul letto e dovunque.
Scena seconda. 
Un giovane architetto si aggira con aria studiata nel portico e nell'aia. Guarda la casa dal sotto in su e ne studia le ferite e le slabbrature dei muri causate dal terremoto.
Abita poco distante e lo conosco per fama. Gli chiedo di venire a visionare l'interno e mi segue. La sentenza è senza appello.
Ci vorranno non meno di 37 milioni (delle vecchie lire) per il restauro dell'edificio e la sua messa a norma anti sismica. Dice che redigerà un rapporto destinato agli uffici comunali competenti per gli eventuali aiuti di stato, ma ci vorranno i canonici anni, forse decenni.
Apro le braccia in un gesto di desolazione.

Cambio di scena. Piazza di città. Esterno giorno.

Sono un turista nella mia città. La città la conosco, ma è come se la rivisitassi in un salto temporale. E' una città di alieni, una Blade Runner distopica dipinta di colori chiari, pastello.
Una città compiutamente 'extra comunitaria', come è Mestre, ma la sua piazza è amplissima e si disegna alta sulle pendici di una collina e io scatto fotografie su fotografie.
Le architetture della piazza, i particolari delle finestre da cui affacciano i volti alieni dei nostri ospiti immigrati. Escono dagli scantinati con rotoli di stoffe sulle spalle e si recano alla festa di una sorta di mercato rionale.
Mi accorgo di avere finito il rullino e non ne ho una riserva nella borsa. Una tenda di cinesi fitta degli oggetti più vari si incarica di fornirmi il rullino vergine. Improvvisano, trovano una vecchia pellicola e la inseriscono all'interno, ma dico loro, in un soprassalto di coscienza post moderna, che la macchina è digitale, ma, quando glielo faccio presente è già in altre mani dietro la tenda volata ad altri lidi, destinata al commercio del rubato.
Alzo la voce e minaccio ed esigo la restituzione, mi rispondono che è stata venduta ad un americano in visita, un fotografo professionista e un ragazzetto, pietoso, mi indica il luogo dove trovarlo.
Mi avvio a passi rabbiosi e mi chiedo che se ne faccia della mia macchina digitale un professionista che dovrebbe avere ben altra attrezzatura all'altezza della sua fama. Lo trovo seduto al centro di un suo set fotografico. E' basso di statura e altezzoso. 
Alle mie rimostranze risponde di averla acquistata e pagata una fortuna perché anche la sua attrezzatura fotografica gli era stata rubata in precedenza. Non mi importa della sua storia, insisto che la macchina che sta usando è la mia e ne esigo la restituzione o finirà con una denuncia alle autorità.
Approfittando di una sua distrazione e di una sfuriata rivolta contro gli aiutanti sul set stacco la macchina dal supporto e me la svigno in preda ad una gioia che mi gonfia il respiro nella fuga.
Nessuno mi insegue. Una volta a casa inserisco la scheda digitale nel computer e registro che, insieme alle mie foto ce ne sono moltissime, straordinariamente belle e patinate del fotografo americano. Decido di tenerle in memoria, pur conscio che si tratta di un furto che fa seguito ad un furto precedente, ma torno sui miei passi e trovo il modo di lasciare la scheda sul tavolo di lavoro del fotografo, in quel momento assente.

Risveglio. Il digitale è entrato nei miei sogni, aiuto!!

p.s. Ieri ho passato l'intera giornata a sgarbugliare gli immensi garbugli del digitale delle Posteid+ Spid e finale appello vocale (due ore di attesa al call center Genertel) per finalizzare un pagamento. Che il diavolo se lo porti questo mondo nuovo di stra maledette complicazioni 'digitali'!
Si stava meglio quando si stava peggio e le aziende avevano i loro sportelli in città per i chiarimenti necessari agli utenti.


Nessuna descrizione della foto disponibile.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/Nebbieedintorni/trackback.php?msg=16608946

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
misteropagano
misteropagano il 18/04/23 alle 10:51 via WEB
Sogni digitali)))Incubi istantanei, la materia è onirica ma interpretabile, quel riportare indietro la scheda è 'scusarsi'. E ciò è molto reale e orientale.
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963