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Gli auguri del Primo Maggio.

Post n°2557 pubblicato il 01 Maggio 2023 da fedechiara
 

Dialogo tra uno 'scrittore' di blog e un navigatore.

-Buon primo maggio!
-Buon primo maggio anche a lei. Lei crede che sia di buon augurio questo nostro festeggiare il primo maggio-giorno del Lavoro-che-non-c'è o che si fatica a trovare e che sia adeguatamente retribuito e a condizioni di lavoro discrete?
-Un buon augurio è sempre gradito. Dovremmo, forse, tenere a mente che ogni festa e augurio si porta dietro la sua maledizione del 'gabbato lu santu' e rammentare che il lavoro nel mondo è una brutta bestia e annovera i casi dei minori costretti all'abbrutimento delle dieci/dodici ore giornaliere a cifre vergognose di paga settimanale e condizioni di lavoro spaventose insieme a quelli dei 'nerd' della Silicon Valley e ai 'traders' delle aziende che speculano sugli alti e bassi delle borse e rifilano agli ingenui acquirenti le azioni-carta straccia dei fallimenti annunciati. Un minimo dei minimi, come lei capisce, e un massimo della vergogna per le cifre guadagnate da questi ultimi – salvo i tracolli ricorrenti 'alla Lehman Brothers'.
-Lei crede che non ne se va fuori con l'auspicio che il futuro del lavoro un giorno sarà di tutti coloro che ne hanno bisogno e adeguatamente retribuito e condizioni del lavoro che riducano al minimo gli incidenti e le morti sul luogo di lavoro?
-Credo che possiamo augurarcelo, solo augurarcelo. Credo sia davvero difficile che l'umanità tutta converga su questo obiettivo. Gli interessi degli imprenditori e dei datori di lavoro in genere confliggono con quelli dei lavoratori e sono mosche bianche quei datori di lavoro che hanno a cuore la sorte dei loro sottoposti e mettono in atto quelle decisioni che ne facilitano il vivere.
-Quindi non ci sarà mai vera pacificazione e 'magnifiche sorti e progressive'?
-No, non ci saranno. A volo d'uccello sul futuro prossimo non vedo come sia possibile che tutto ciò si realizzi.
-E il Concertone del primo maggio può fungere da stimolo per una coscienza diffusa di quanto andiamo dicendo?
-Si. Per quanto, a parole e canzoni, siano bravi tutti a denunciare, auspicare, sperare e strimpellare. C'è perfino una canzone d'antan che lo rimarca. Il ritornello faceva: 'Parole, parole, parole...' per dire dell'insignificanza che assumono le parole se non trovano agganci nella realtà dei fatti.
-E quindi si torna all'augurio iniziale – che sembra avere la stessa valenza negativa di quella canzone che lei cita...
-Infatti: auguri, auguri, auguri.. Come a Capodanno. Salvo ritrovarci con gli anni recenti della pandemia maledetta e tutti chiusi in casa e, a ruota, con la reviviscenza della guerra in Ucraina che fa schizzare l'inflazione alle stelle e rende obsolete le caldaie del gas – e la bolletta energetica alle stelle a sua volta perché include il costo degli armamenti che spediamo a quegli 'eroi' combattenti.
Vien da dire: 'Dagli auguri ci guardi Iddio...'
-Buon primo maggio.
-Buon primo maggio anche a lei.
Si parva licet componere magnis.
Leopardi, Giacomo - Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere (2)
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