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Quel che scriveva Seid.

Post n°3223 pubblicato il 06 Giugno 2024 da fedechiara
 

Scrive Seid. - 06 giugno 2021
Noncuranti del dolore dei genitori adottivi del ragazzo di origine eritrea morto suicida (che hanno precisato pubblicamente che il suo gesto tragico non era in diretta relazione con la lettera -scritta due anni e mezzo fa- in cui il giovane nero di pelle denunciava un sentire razzista diffuso e a lui rivolto che lo avviliva) gran parte del giornalismo italiano embedded, sulla stampa e in tivù, continua a sfruttare politicamente l'evento tristissimo e a dire e confermare che, a loro avviso, la società italiana è una società di odiatori seriali con l'aggravante del razzismo.
Odiatori sui social contro gli odiatori di regime e i loro esponenti politici - con l'intendenza di stampa e le televisioni dei nominati al seguito, vien fatto di rimarcare - perché questa martellante e ben costruita campagna di stampa e televisiva evidenzia il muro contro muro e le ragioni opposte e inconciliabili di accadimenti tragici che riempiono le cronache come e più della maledetta pandemia; id est l'affluenza selvaggia e incontenibile dei barconi e barchini che danno quotidiano assalto alla diligenza Europa, ma i temerari che sbarcano sul suolo italico si fermano al di qua della corona delle Alpi perché il resto di Europa è off limits e per niente disponibile ad accogliere alcunchi, per tema di rivolte e bocciature elettorali decisive.
Ed è di ieri la notizia-bomba della socialdemocrazia danese di governo che annuncia il suo 'non possumus' dell'indebita 'accoglienza' con pubblico voto - e niente più profughi e clandestini sul suolo danese. E mandano a dire ai vertici europei di attivarsi sollecitamente per creare hotspots dedicati in suolo africano al fine di governare al meglio l'annoso e affannoso fenomeno.
E ci sono passaggi nella lettera scritta due anni e mezzo fa dal ragazzo morto suicida che dovrebbero far riflettere la sinistra di s-governo, che mai è riuscita ad arginare, con i suoi ministri e i prefetti, l'ondata di troppo pieno dell'affluenza immigratoria sregolata e veicolata e ben gestita dagli scafisti assassini sulla sponda africana.
Scrive Seid: (…) «Dinanzi a questo scenario socio-politico particolare che aleggia in Italia, io, in quanto persona nera, inevitabilmente mi sento chiamato in questione. Io non sono un immigrato. Sono stato adottato quando ero piccolo. Prima di questo grande flusso migratorio ricordo con un po’ di arroganza che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, ovunque mi trovassi, tutti si rivolgevano a me con grande gioia, rispetto e curiosità. Adesso, invece, questa atmosfera di pace idilliaca sembra così lontana; sembra che misticamente si sia capovolto tutto, sembra ai miei occhi piombato l’inverno con estrema irruenza e veemenza, senza preavviso, durante una giornata serena di primavera. (…) (Il testo completo lo trovate sul Corriere della sera).
'Prima del grande flusso migratorio', dunque. Prima dell'incontenibile affanno di centinaia e/o migliaia di nuovi arrembaggi che le cronache ci regalano ad ogni nuovo giorno che Dio manda in Terra, insieme al numero dei contagi della pandemia e dei morti nelle terapie intensive.
Il sentire della società è mutato, secondo Seid. 'Prima tutti mi amavano'.
Ma proprio a nessuno di coloro che in tivù e sulla carta stampata denunciano il clima di razzismo viene in mente che il troppo stroppia, sempre, e che il troppo pieno di affluenze sregolate e non governate è la causa prima di questo rigetto sociale, di questo affanno collettivo, di questo crescere tumultuoso delle destre europee che raccolgono nelle urne il 'grido di dolore' di coloro che vengono, invece, additati al pubblico ludibrio quali vergognosi 'odiatori'?
Dicono che non ci sia peggior sordo di chi non vuol sentire. Già.

 

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