Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Dicembre 2020

Cose dell'altro mondo

Post n°1446 pubblicato il 12 Dicembre 2020 da fedechiara
 

  • Cose dell'altro mondo
    La sceneggiatura di Gianni Zanasi del film 'Troppa grazia' è geniale. Traspone nel nostro tempo presente – tempo di cinismi e incredulità e complottismi dei più vari – l'apparire della Madonna, nientemeno! Che già al tempo dei tre pastorelli di Fatima, per tacere di Medjugorie, ha causato seri problemi di credibilità presso le curie competenti e agli addetti agli 'interrogatori di garanzia' dei miracolati, scambiati per visionari e picchiatelli, ma che si ostinavano a dire e ripetere, tetragoni, di 'vedere la Madonna' - che sempre pretende un suo nuovo tempio e l'estensione del suo culto, ca va sans dire.
    E nella sceneggiatura del film la Madonna è una tipa bella e tosta e velata secondo tradizionale iconografia e non le manda a dire alla bravissima Alba Rohrwacher, presa di mira suo malgrado e che si prova fino all'ultimo a sottrarsi all'arduo e proibitivo compito di 'dire agli uomini di costruire una chiesa' in un campo gravato da oscuri misfatti eco incompatibili.
    E le battute della protagonista sono quelle giuste, esilaranti, di chi capisce che si sta giocando la reputazione e rischia di passare per matta ad assecondare la 'madre di Dio' nelle sue pretese di riconoscimento universale – una Madonna ostinata e perfino violenta e manesca nel tentare di piegare alla fede la protagonista, che cede, alfine, per spossatezza e disparità di forze, al vero e proprio 'stalking' della sua ospite mentale.
    E mi sentivo solidale con la protagonista in vana fuga dalle sue visioni che si chiedeva 'ma perché proprio a me' questa disgrazia e violenza privata di dover affermare una cosa così folle quale ci appare, oggi, l'apparizione della Madonna. Perché non a Conte, giusta punizione per la sua pretesa di dirsi 'avvocato del popolo'. O a Speranza, che ci ha il nome giusto per avvallare ogni cosa di difficile comprensione, in questi tempi di sciagura pandemica – e magari il ricorso all'apparizione di un così autorevole sponsor religioso potrebbe abbreviare i percorsi della lotta contro i virus, vedi mai.
    E pensavo al fatto che un tale film, mutati i riferimenti religiosi, se girato e proiettato in terra di islam, di certo si sarebbe attirato non una ma cento 'fatwe' assassine dagli imam esaltati dell'islam radicale, al pari di quella che ha colpito Salman Rushdie e i suoi 'Versetti satanici' - che così tanti morti e furori distruttivi ed intimidazioni alla libertà di pensiero e di stampa ha causato nei paesi del troppo ospitale occidente.
    Ma per nostra fortuna siamo in Europa, paese di libertà inimmaginabili ad est dell'Albania e della Macedonia, e possiamo canzonare con cinematografica leggerezza perfino la 'madre di dio' e le sue pretese di rinnovare il suo culto in tempi di scetticismi diffusi e 'crisi delle vocazioni'. Da vedere (oggi in replica su rai2).
    Da geometra a testimone delle volontà della Madonna: che cambio!
    IODONNA.IT
    Da geometra a testimone delle volontà della Madonna: che cambio!
    Da geometra a testimone delle volontà della Madonna: che cambio!

 
 
 

Le cose del cielo e della terra.

Post n°1445 pubblicato il 12 Dicembre 2020 da fedechiara
 


Mi ha molto colpito la descrizione che ha fatto Francesca, la moglie di 'Pablito' del suo commiato dal marito e padre delle sue due figlie. 'Vai, lasciati andare.' gli ha detto, abbracciandolo con l'impeto dell'amore straziato dal dolore di quel commiato ineluttabile.
Che se quel 'vai' lo diciamo sulla porta di casa al marito/moglie/figlio/a che va a un suo appuntamento di lavoro o di vita esprime tutta la forza e l'allegria dell'essere tutti qui e ora - e agiamo e costruiamo cose e figure e amiamo il prossimo nostro (non sempre, non tutto) e le ardite architetture urbane e il brulicare di vita delle foreste e tutto il bello, e perfino il brutto, del mondo vario e diverso che chiamiamo 'la vita'.
Ma detto da Francesca al marito che gli moriva tra le braccia, opponendo una fiera resistenza alla contadina che pareggia tutte le erbe del prato secondo un suo incomprensibile e maledetto disegno, è strazio di un addio che non conosce la destinazione finale dell'amato e non sa immaginarsi le tappe del suo estremo viaggio – e sa che non ci sarà ritorno, bensì disfacimento e corruzione di ogni cosa comune e il venir meno fantasmatico di ogni 'usata, amante compagnia'.
E '...che sia questo morir, questo supremo scolorar del sembiante' me lo chiedo ogni mattina che dio manda in terra e, prima del risveglio, attivo il mantice della respirazione profonda che mi dà conto dello stato della macchina-corpo e ne evidenzia le ruggini e gli scricchiolii e i dolori vari e diffusi – ed è come se salissi sulla piattaforma di un meccanico a cui confidiamo il buono stato della meccanica della nostra vettura e attendiamo speranzosi il pronunciarsi di una diagnosi fausta.
E la schiena è l'asse portante di ogni mia dolorosità, l'alfa e l'omega del rimettermi in piedi e avere contezza di una nuova giornata buona o meno buona, ma poi è la volta dello stomaco, grande e complessa fucina di calorie e, di quando in quando, perfino i denti ci mandano segnali di come sarà più difficile addentare la vita da qui in avanti e maciullare le carni degli animali di cui ci nutriamo e masticare la saporita scorza della frutta e delle verdure che cuciniamo. Mors tua vita mea. Già.
E la mia morte che verrà (speriamo tardi) sarà vita futura del brulicare infinito dell'umanità lungo i suoi secoli futuri e l'Inps metterà a profitto la pensione che mi corrisponde ogni mese e la destinerà a un cassa-integrato o a un nuovo ospite immigrato e chissà che sviluppo avranno questi flussi di umanità nuova che oggi ci affannano e quali 'magnifiche sorti e progressive' ci nasconde il futuro degli eventi umani.
E vi osserverò, voi che restate a tirar l'anima coi denti, nel turbinare delle mie ceneri col vento alpino, tra le foglie degli abeti e dei larici e, a tutt'oggi, non mi è chiaro come quelle mie ceneri turbinanti si ricomporranno in un corpo presente nella valle di Giosafatte in attesa di Giudizio: tu vedi quali strampalate leggende religiose si sono immaginati gli avi nostri dei sacri Cieli, gli Empirei e dintorni.
L'immagine può contenere: cielo, albero, spazio all'aperto e natura

https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/2020/12/10-77229320/addio_a_paolo_rossi_tutti_gli_aggiornamenti_in_diretta?fbclid=IwAR0Tz1z-8q31CY-VZbj_S5oaAPlMZHwfiIWSoekpSDrZpaVVbEL6CaUC2YY

 

 
 
 

E alla fin della tenzone...

Post n°1444 pubblicato il 10 Dicembre 2020 da fedechiara
 

Dunque non ce l'abbiamo fatta, a dare una spallata a questo s-governo di infami (che non lasciano fama). Nondum matura est e toccherà vivacchiare in cattività tra nuovi dpcm odiosi e stucchevoli litigi tra i principali alleati di s-governo. Che spingono, gli uni, per aprire una linea di credito presso il famigerato mes e gli altri, i 5 stelle che si struggeranno, dibatteranno, minacceranno sfracelli interni tra 'governisti' e 'movimentisti' ma, giunti alla fin della tenzone il pd 'li tocca' di sciabola e li obbligherà – come è avvenuto ieri in parlamento – a votare il mes nella sua interezza di infamia creditizia con annessi condizionamenti della 'troika'.
E, mentre il movimento dei cinque stelle si sfarina nelle sue lancinanti contraddizioni e ci frantuma gli zebedei con il suo lentissimo suicidio in diretta parlamentare, cresce, di contro, il fronte delle opposizioni e la vittoria elettorale sarà 'ai punti' sullo sfondo drammaticissimo di un'Italia che dovrà riprendersi dalla crisi economica post pandemia - e non riusciamo davvero a immaginare il come e il quando. Lacrime e sangue è dire poco.
E i due anni che ci separano dalla fine della legislatura saranno il finisterrae di un 'viaggio al termine della notte' in cui i connotati di questo paese si mostreranno simili a quelli di un pugile suonato, dopo anni di pugni incassati sui ring dei suoi combattimenti europei che lo hanno costretto a divenire il campo profughi di un' Europa che ci bacchetta sui migranti, se chiudiamo i porti, ma non apre le sue frontiere a nord e lesina gli aiuti allo sviluppo, diminuendo vistosamente le cifre del recovery fund perchè 'già troppo indebitati'. Si salvi chi può.
L'immagine può contenere: una o più persone, persone che praticano sport e persone sul palco

 
 
 

Il pecorino zen

Post n°1443 pubblicato il 09 Dicembre 2020 da fedechiara
 

 

8 dicembre 2014  ·   Il pecorino zen
Magari è esistito davvero il 'pecorino zen' di cui parla il bel film della Archibugi 'Verso sera'.
Di sicuro sono esistiti i professori del tipo impersonato da Marcello Mastroianni nel film: che il mondo e la vita li hanno filtrati attraverso i buoni libri e letture - e della generazione dei figli non apprezzavano o disprezzavano quell'andare a tentoni come ciechi attraverso le regressioni tribali e la vita nelle 'comuni' e la tautologia dell'esperienza 'come viene viene', droghe incluse ed enfatizzate quali filtri dell'intelligere e 'viaggiare'.
E lo zen occidentale si identificò con 'L'arte della manutenzione della motocicletta' e alcuni di quei partecipanti alle comuni romane e di altre città divennero adulti e scrittori di successo, artisti e poi padri di famiglia a loro volta e nonni – che di quei loro 'viaggi' e ricotte e pecorini zen tutto disconobbero nell'ascesa dei decenni e, in finale di partita, ebbero finalmente le illuminazioni tardive dei loro nonni e padri che avevano ucciso – nel senso dell' 'uccidere i padri' di cui alla psicologia e psichiatria, talvolta.
E chissà di che cosa parlano gli studenti di oggi che occupano le scuole e danno vita ai 'collettivi studenteschi' secondo copione vecchio e stantio – e i libri sono sempre l'ultima ratio e ultimo interesse perché prima viene la vita 'che non è scritta nei libri', a sentir loro.
E, forse, chissà, a qualcuno dei nostri studenti veneziani di una qualche 'squola occupata' verrà in mente di proporre e mettere in commercio, a sua volta, le 'sarde in saor zen' - brillante evoluzione dei loro nonni e padri che disdegnarono il testimone della cultura libresca - e rielaborano negli odierni collettivi lodati dal sottosegretario Faraone la nuova realtà generazionale dei mille profili facebook, adeguandola al medioevo di ritorno dell'isis delle teste mozzate e dell'occupazione delle case dei senza lavoro cronici e senza speranza di un mondo che 'si stava meglio quando si stava peggio'. Già.
 
 
 

Leggende dure a morire

Post n°1442 pubblicato il 09 Dicembre 2020 da fedechiara
 

Di leggende e dintorni
Quando prendiamo definitivo congedo dai genitori entriamo e ci stipiamo in quella vasta lounge planetaria dove si smaltisce - con una dolce e ragionata lentezza, per fortuna - la lista d'attesa del nostro stesso congedo corporale. Tocca a noi, ci diciamo - e le notti sono fitte di sogni tormentati e i pensieri molesti, nel dormiveglia, ci spaventano per i troppi misteri del nostro prossimo viaggio e le improbabili e oscure destinazioni, ammesso e non concesso che ve ne siano, - a parte le leggende religiose e le consolanti e/o spaventose figurazioni medioevali che hanno riempito le nostre deboli e condizionabili zucche di bambini fragili e spaventati di tutto.
E' una lounge confortevole, in verità, con tutti i comforts che la nostra generazione ha saputo/voluto apprestare per i suoi anziani e vecchi: luoghi di cura e di socializzazione un po' venati di tristezza e rimpianti, ma chi è 'autosufficiente' riesce ancora a progettare viaggi e partecipare con un certo impegno e residua autorevolezza alla 'vita sociale' – e facebook aiuta, certo, pur se è da usarsi 'cum grano salis' e considerarlo un giocattolo un po' stupido e vanesio, quale effettivamente è per molti, troppi di noi. E pericoloso, se consideriamo l'uso distorto che ne fanno i troppi 'bulli' delle nostre scuole e le 'radicalizzazioni' para islamiche contorte e stupide che vi avvengono e, finalmente, vengono monitorate dalle 'intelligences' dei vari paesi sotto attacco terroristico
E sarà per il fitto calendario funerario dell'ultimo mese appena scorso, durante il quale ho ficcato gli occhi in quelli spaventati dei morituri - e ne coglievo gli angoscianti interrogativi e le segrete paure - la dimensione dell'Ade, dell'Aldilà mi è diventata familiare e, di recente, ho recuperato quel dialogo sapido e pieno di sensatezza filosofica antica di Socrate con i suoi discepoli e l'ho comparato con tutte quelle promesse di Paradisi e Purgatori (gli Inferni no, non sono più di moda, al tempo di Francesco e del suo Giubileo della Misericordia che si celebra in pompa magna e con gran battage pubblicitario dei media servili e 'più realisti del re') che mostrano la corda delle nefaste e incorrotte narrazioni medievali. E mi è venuto da sorridere quando un radio-giornalista mi ha spiegato che il riferimento antico della 'porta santa' era ad un capro sacrificale – segno che la nostra e le altre religioni non si sono mai troppo distaccate dai tempi mitologici dei popoli pastori che le hanno partorite e riempite delle loro vetuste simbologie e riferimenti rituali e sacrificali, a partire da Isacco, salvato dall'Angelo.
E, per i presenti celebranti e i loro plasmabili 'fedeli' dai percorsi mentali labirintici e fittamente nebbiosi, è una manna che la Scienza non abbia saputo produrre altrettanti accattivanti e chiari riferimenti simbolici sostitutivi di quelle leggende fruste e inadeguate a coniugare il presente – che si dibatte, infatti, nei conflitti indotti dallo scontro tra 'verità rivelate' (ebraiche, cattoliche e islamiche) da sempre contrapposte e ugualmente riferite alla pastorizia delle origini e ai belati dei caproni sacrificali.
Perché, se la luce della Scienza e relativa Conoscenza, - in questi tormentati decenni di medioevi che ritornano e si scontrano nelle strade di Parigi e nei caffè danesi e musei tunisini e nelle redazioni della libera stampa e negli istituti per handicappati di san Bernardino - se quella luce avesse sfolgorato e prodotto le sue auguste e maestose simbologie di vera e piena Conoscenza non saremmo qui a piangere i nostri morti innocenti e farli benedire in quelle stesse chiese in cui si predicano le verità asfittiche e storicamente violente del nostro scontento (leggetevi la 'crociata contro gli Albigesi' o 'la notte di san Bartolomeo' e le altre guerre di religione su Wikipedia e ne avrete contezza).
Luce, fate luce!' si dice che abbia esclamato il Poeta morente. Ce n'è un gran bisogno, in effetti. Non fosse altro che per illuminare il Buio dell'Ade e dirlo il confortante Nulla che ci ha partorito e a cui ritorneremo. Amen e così sia.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

o di qualcos'altro prima che
della virtù; e se, senza valere niente,
credono di essere qualcuno,
svergognateli come facevo io con voi,
perché non si curano di ciò che bisogna
e pensano di essere qualcosa, senza
valere nulla. Se farete questo, avremo
ricevuto da voi ciò che è giusto sia io sia
i miei figli." Socrate - 'Discorso prima di

 
 
 
 
 

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