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Messaggi di Ottobre 2021

Sperdimenti e vecchi imperi.

Post n°1799 pubblicato il 22 Ottobre 2021 da fedechiara
 


Sperdimenti e vecchi imperi 22 ottobre 2015
E da palazzo Malipiero, luogo pulito e un filo asettico e inespressivo, il padiglione dell'Iran si è trasferito in calle san Giovanni, - in uno dei luoghi desolati dell'abbandono delle attività industriali e artigianali di Venezia che bene esprime e rappresenta l'idea di conflitto e macerie e di guerra permanente che abbiamo, noi lettori dei giornali, di quelle zone dell'Asia unificate, nei secoli lontani, nell'Impero Persiano delle mitiche guerre all'Occidente e alle democrazie delle città-stato elladiche.
E, di stanza in stanza e di artista in artista, si mostra, mal filtrato dal linguaggio dell'Arte, il senso di sperdimento e di sgomento che agita le menti e i cuori dei figli (molti di loro vivono e lavorano in Occidente) di quelle terre disgraziate.
E, se all'ingresso vi accoglie un giocoso (apparentemente) cammello che 'ha fatto le valigie' e si consegna tutto intero a un suo immaginario viaggio e stralunato addio all'esotico deserto delle origini, in altra stanza è una carta geografica che disegna un subcontinente col filo spinato delle sue mille contraddizioni sociali e i conflitti di tutti contro tutti: islamici pachistani versus induisti, sunniti contro sciiti e gli alawiti e wahabiti contro chissà chi e perché e tutti confusamente contro il 'Great game' dei maledetti occidentali di turno e le loro ambizioni geo strategiche e decisioni quasi sempre folli e sbagliate nell'area mediorientale che sono continuo stimolo a disastrose guerre stupide e massacri spaventosi e gli esodi biblici conseguenti.
E chissà se quel capitello mostrato in sezione con gli eleganti caratteri arabi che si mostrano all'interno allude alle distruzioni di Palmira da parte di quei suonati integrali dell'Isis o è gioco artistico concluso nella sua bravura. O se quella foto di gruppo in un deserto di genti tutte chiuse in luttuosi abiti neri esprime un rabbioso: 'Che ci facciamo qui?'- poveri noi, esseri umani che la sorte ha castigato per nascita e condannato alle nequizie delle arabe tradizioni e culture islamiche del conflitto permanente e delle recriminazioni perpetue e inacidite contro l'odiato Occidente che ci ha rifilato Israele.
E l'unica, solare opera d'arte che unisce gioco artistico e ironia e allusioni precise e irridenti col linguaggio delle antiche stampe della tradizione islamo-indiana è un video che incanta e ti incolla davanti per tutta la sua durata e oltre e narra da par suo le trasformazioni del mito dell'araba fenice e lo sfilare degli animali della giungla d'antan coi maragià seduti in coppa agli elefanti che trasfigurano nell'attualità delle guerre dei generali e dei fucili e missili e gli f16 e le bombe 'di precisione'.
Chapeau all'artista e 'Bonjour tristesse'. Com'era bello l'Oriente del mito e dei viaggi esotici di noi viaggiatori che più non viaggiamo in quelle fornaci d'odio e di orrore terroristico.

 
 
 

Amicizie a singhiozzo.

Post n°1798 pubblicato il 21 Ottobre 2021 da fedechiara
 

Lo spirito dei tempi e le amicizie ' su facebook'.
Ed ora che Zuckenberg si appresta a cambiar nome, e forse altro, alla sua straordinaria creatura - in crisi di iper crescita e conseguente esplosione di intolleranze tra i gruppi e i singoli e le censure e i 'bannamenti' conseguenti – possiamo considerare, come in un esame di coscienza d'antan, come è cambiato il concetto di amicizia e/o come siamo cambiati noi, resi più fragili e talvolta isterici a causa delle pandemie e dei greenpass, e del governo Draghi che non ci piace e del Mattarella messo nella vigna a far da palo costituzionale (un palo traballante perché male infitto nel terreno paludoso della mala Italia dai padri costituzionali ai tempi loro).
E abbiamo capito che essere 'amici su facebook' è cosa ben diversa da quelle amicizie costruite sul terreno più solido delle nostre vite e rodate nel corso delle scampagnate e dei pranzi comuni e dei balli - e il 'mandarsele a dire' per le vie traverse dei commenti e dei posts che pubblichiamo può costarci caro ed è da rivedere l'antico motto 'amici come prima'. Prima di facebook.
E c'è un tale che mi aveva tolto l'amicizia per chissà quali sue segrete ragioni qualche anno fa, ma, da poco più di un mese, me l'aveva rinnovata per poi subito ri-togliermela a cui vorrei chiedere:
'Va tutto bene?' 'Stai bene?' 'Che ti succede?' Perché non è normale questo dare e togliere senza una spiegazione su cosa ti ha fatto saltare la mosca al naso. E se castighi qualcuno dovresti fargli capire il perché del castigo, quantomeno.
Le amicizie sono (dovrebbero essere) cose importanti, come le parole – e bene lo spiegava Nanni Moretti in suo bel film – e, se è vero che facebook ha banalizzato le amicizie riducendole alla misura dell'umore nero di un nostro mattino per le vigliacche cose della politica nostrana e degli arrembaggi quotidiani e incessanti dei 'barconi', dovremmo sforzarci di ricondurre a ragione quei nostri umori 'di pancia' e privilegiare 'la cosa in sé', come la chiamano i filosofi: di un amicizia che è segno e nobiltà della comune volontà di capire e ordinare gli eventi delle nostre vite e contrastare la maledetta entropia che ci affanna.
Ed ho in mente di scriverci un libro su questa cosa dell'amicizia fatta labile e trasparente come il video del computer che si accende alla mattina e dove trascriviamo le nostre idiosincrasie e le irritazioni e le rabbie e chiedere all'universo mondo che ci legge che vuol dire 'essere amici su facebook'. Solluccheri e pinzillacchere?
O è, forse, il surrogato di una vita reale che abbiamo schiacciato dentro i video di casa e resa 'virtuale' e non abbiamo più tempo per uscire e andare a far visita agli amici, quelli veri e più solidi, e constatiamo, da tempo, che una vischiosa solitudine e una nebbia imprigiona le nostre anime e le rannicchia dentro gli asfittici palmari e/o gli smartphone, ragnatela di rappresentazioni virtuali che ci confondono e ci spengono?
Potrebbe essere un primo piano

 
 
 

L'italica difesa dell'aggressore

Post n°1797 pubblicato il 21 Ottobre 2021 da fedechiara
 

 

 

Del sentirsi assediati e indifesi 21 ottobre 2015
C'è l'esempio delle città sotto assedio. Che, se gli assedianti lanciavano i rampini e le corde e salivano su per le mura spesse due metri cogli elmi e gli spadoni intesi al massacro, da sopra, legittimamente, rovesciavano i pentoloni della pece bollente e gli arcieri finivano l'opera ricacciando gli aggressori. E nessun giudice si è mai sognato (o mi sbaglio? Qualcuno può ragguagliarmi in merito alla giurisprudenza che gira attorno alla legittima difesa degli assediati?), si è mai sognato, dicevo, di imputare i difensori delle città vigili sugli spalti di 'eccesso di legittima difesa' per quella guerra dichiarata con arroganza e pretesa di dominio da signorotti e conti e re e imperatori in fregola di maggior potere e sudditanze.
E la civile casa di abitazione non può essere paragonata a una città – ne è la sua cellula-base – che, se violata e scardinata la porta d'ingresso col piede di porco o rotti i vetri delle finestre, va difesa con ogni mezzo e strumento che ti capita a tiro - e ricacciato fuori il ladro pronto a colpirti e lasciarti mezzo morto se ti opponi al suo volere di ladro e/o rapinatore (vedi le abbondanti notizie di cronache al riguardo)? Che senso ha concedere il porto d'armi e una pistola a un pensionato - che già aveva subito tre o più violazioni di domicilio da parte dell'internazionale dei ladri che imperversa impunita in questo paese - e poi imputarlo di 'omicidio volontario' se, spaventato, fa fuoco e ci scappa il morto? Quali impulsi schizofrenici (punire la vittima e lasciare impunito l'aggressore) si agitano nelle menti di certi giudici e pubblici ministeri o quali follie legislative di legislatori balenghi hanno permesso che si potesse formulare l'accusa spaventosa di 'omicidio volontario' nei confronti di un poveretto che temeva per la sua vita ed era impaurito e/o esasperato dalla reiterazione del reato e dalla sostanziale impunità che la incentiva - e si sentiva 'sotto assedio' e indifeso da parte di forze dell'ordine che intervengono solo a reato commesso e la vittima finita all'ospedale o, peggio, morta?
E la sedicente 'sinistra' di s-governo non ha proprio nulla da rimproverarsi per aver trascurato il peso sociale dell'insicurezza dei cittadini e averli abbandonati e perfino bastonati giudiziariamente se colpiti dal trauma terribile di una violazione del domicilio - col suo corollario di spavento e l'impulso spontaneo a reagire per difendere la propria vita e le proprie cose?
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Quagliotti di ieri e di oggi.

Post n°1796 pubblicato il 20 Ottobre 2021 da fedechiara
 

Il salto della quaglia e la logica dei grilli parlanti. 20 ottobre 2019
C'è un salto logico nel discorso di Grillo che auspica la deprivazione del diritto di voto per le persone anziane – impossibilitate a coniugare il futuro per via della brevità del loro tragitto finale.
E' il salto della quaglia della politica (ogni politica di ogni s-governo succedutosi negli avvilenti decenni del nostro scontento) che non sa coniugare/immaginare il futuro, bensì l'asfissia di provvedimenti e decreti-legge e leggi di corto o nessun respiro e si limita a rimaneggiare alla bene-meglio il presente e a correggere alla carlona – pietendo misericordia dall'Europa - le cifre dei bilanci dello stato in perenne deficit e mai dà spazio ai bisogni delle persone, stiracchiati di qua e di là del letto di una coperta sempre più corta.
E, se è vero che l'anziano ha futuro breve per le ovvie ragioni dell'età e il giovane ha (dovrebbe avere) una visione lungimirante che plasmi il suo futuro, spiegatemi voi perché sulla scena della politica italiana abbiamo un movimento 5 Stelle-ago della bilancia parlamentare che si barcamena tra la destra sovranista e il partito dei dem (fino a ieri vituperatissimo) senza un condivisibile costrutto, senza una visione limpida del suo futuro che non sia il terrore di tornare alle urne e restituire il maltolto di un consenso elettorale che ha dissipato e – sono facile profeta – non ritroverà neanche in quell' elettorato giovanile di cui si fregia e si dice campione e lo pretende egemone e dittatore sopra il diritto di voto universale che la Costituzione garantisce anche agli storpi e ai ciechi.
E quelli del Grillo stra parlante sembrano davvero i discorsi di un nuotatore che dispera di raggiungere la riva del suo naufragio mentale (e come quei che con lena affannata / uscito fuor dal pelago alla riva / si volge all'onda perigliosa e guata - Dante - Inferno) – lui che doveva aprire la scatoletta di tonno parlamentare, ma l'ha usata per nascondervi dentro un movimento di sprovveduti e bastonati alle urne europee ultime scorse in tale modo e con tali numeri da accettare la scelta di pura disperazione di aggrapparsi al barcone rovesciato di un pd naufragato da lunge e tuttora incapace di 'darsi una regolata' sulla questione che ci opprime (e opprime l'Europa tutta) dell'orda dei migranti che pagano cifre stratosferiche per partecipare quali morituri alle quotidiane lotterie del mare.
Davvero un bel tacer non fu mai scritto (sui giornali e le tivù embedded) e il re è nudo e non è un bello spettacolo ascoltarne i deliri organizzati e le pubbliche puttanate spacciate quali intuizioni formidabili da dare in pasto e farle votare dal popolo della piattaforma Rousseau.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Libertà universali versus entropia.

Post n°1795 pubblicato il 18 Ottobre 2021 da fedechiara
 

18 ottobre 2016 E' tutta colpa di un libro che sto rileggendo proprio in questi giorni.
Mi spiego: il mio propendere odierno per auspicate soluzioni d'ordine e di vero governo sulla desolata e catastrofica scena globale è forse colpa di Frank J. Tipler e del suo libro 'La fisica dell'immortalità'.
Un libro che illude i suoi lettori che il caos sia governabile in tutte le sue maledette manifestazioni e perfino le leggi fondamentali che regolano l'espansione e/o la ritrazione dell'universo possano essere governate dall'uomo, espressione massima di quella che lui chiama 'la vita'.
Ed è talmente consolatoria quella sua esposizione di scienziato 'cosmologo' e della fisica quantistica da far pensare che davvero l'umanità sia avviata sulla via di 'magnifiche sorti e progressive', malgrado le sciagure della presente guerra in Siria, le trentamila mail nascoste e la disastrosa azione geopolitica in qualità di ex segretario di stato e i sotterfugi vergognosi della Clinton che, malgrado ciò, si avvia a conquistare la presidenza degli Stati Uniti d'America e del mondo - e l'Imbonitore fiorentino che impazza da noi con le sue pretese 'riforme' e le pentole senza coperchio che riesce a rifilare con destrezza agli italiani distratti e disinformati e 'buonisti' per pia propensione degli animi vistosamente carenti del necessario sostegno razionale.
E l'immagine di semidei che Frank. J. Tipler costruisce intorno agli uomini e le donne del futuro - di cui noi siamo i preistorici progenitori -capaci di governare le leggi fondamentali degli universi fa a pugni con tutto quanto di caotico e informe e desolante ci consegnano le quotidiane cronache giornalistiche: di guerre e di popoli delle religioni 'del Libro' gli uni contro gli altri armati proprio come nel Medioevo delle Crociate e nelle 'guerre dei trent'anni' di cui narrano gli storici.
E cadono le braccia, ogni mattina che Dio manda in terra, al pensiero di essere costretti a vivere in questo presente preistorico che ci nasconde gli orizzonti di quel futuro magnifico e 'divino' di cui parla il libro di Tipler. E scuotiamo la testa increduli delle resurrezioni da lui evocate e dette credibili e predicibili e ottenibili concretamente per via di scienza e conoscenza - mica le ubbie religiose e leggende di tombe scoperchiate e sedicenti profeti levitanti e i suoi apostoli avviati per le vie d'Europa a predicare 'la lieta novella', che tanti morti e disastri ha provocato nel suo feroce affermarsi e imperare contro gli opposti credi.
Non desta meraviglia, per tutto ciò esposto, che il mio animo di oggi veda di buon grado l'aprirsi di un orizzonte di futuro all'insegna di 'legge e ordine' e di autorevole governo del caos che ci affanna e il ritorno delle menti degli uomini e delle donne ai buoni e sani insegnamenti dei nonni che ci recitavano gli adagi ragionevoli e sensati de 'ogni cosa al suo posto' e 'tempo al tempo' che abbiamo dimenticato a favore delle disastrose libertà universali che non sappiamo governare – come Faust gli spiriti furiosi che esso stesso aveva liberato.

 
 
 
 
 

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