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Messaggi di Maggio 2022

Viaggi di ieri.

Post n°2084 pubblicato il 10 Maggio 2022 da fedechiara
 


Quebrada de Humahuaca 29 marzo 2019
E perfino la morte fa paesaggio, in questa sfilata di tavolozze di colore pachamama che gli impressionisti ci avrebbero raffigurato in meravigliosi quadri, se solo si fossero volti a ovest, invece che al sud africano. Pensate al 'Viaggio in Tunisia' di Klee, Macke e Louis Moillet e trasportateli virtualmente qui e ne avrete il confronto e l'incanto. E il solo che intraprese il viaggio oltre oceano fu Gauguin e sappiamo quale meraviglioso impasto di colori ottenne dalla sua tavolozza tahitiana.
E gli svedesi, di cui si dice che quel loro clima grigio e opaco li suicidi a mucchi, dovrebbero fondare qui una colonia americana e venirci a turno più mesi all'anno per averne il conforto del clima diverso e dei colori vivi che risanano le menti. Ed è vero che l'aridità della terra innalza verso il cielo solo i 'cardones' spinosi da cui si ricava un legno durissimo, malgrado la sua tessitura bucherellata, ma le strade e gli aerei ormai collegano altopiani e isole all over the world e tutto ciò che serve alla vita arriva in queste basse case pre andine – e se già l'Inca vi fondava il suo impero pedestre abbiamo la dimostrazione che la spinta antropica non si ferma di fronte a nulla e ha colonizzato il pianeta fin troppo a fondo – ed è tempo di ripensare lo 'sviluppo' e canalizzarlo e spogliarlo di tutto quanto inquina e offende la pachamama.
Chiedete conferma a Greta, la svedesina so-tutto-io tutta trecce e cuffietta di lana.

 
 
 

L'ombra di Achille nell'acciaieria.

Post n°2083 pubblicato il 09 Maggio 2022 da fedechiara
 

L'ombra di Achille nell'acciaieria.

'La porta del mondo è stata divelta ed è uscita dai suoi cardini – e che io sia dannato se farò in modo che vi sia riportata e torni a chiudersi.' - Parafrasi atto V scena I

In questa lenta discesa agli Inferi dell'anno terzo della seconda decade del terzo millennio entrante constatiamo che il mondo ha una bocca infernale aperta, un suo modesto buco nero lentamente roteante all'ingiù e che inghiotte a fatica i suoi accadimenti tragici quotidiani e i flash di luce degli ologrammi di nefaste apparizioni delle post moderne Furie.
Primo flash e subito buio. L'ingresso di un cunicolo dell'acciaieria Azovstahl. Clangori di catene, lamenti, scoppi formidabili all'esterno. Correre di soldati piegati in avanti che scivolano ancora più giù nelle buie curve dei tunnel rischiarati dal lampo delle esplosioni. Brevi grida, canti sommessi di sottofondo dei feriti. Capitano! Capitano! Andate avanti! Trovate rifugio nel fondo del cunicolo! Siate forti! L'ora nostra è giunta, soldati! Il sacrificio estremo sta per compiersi, viva l'Ucraina libera e integra!
Beva questo, Capitano. E' più acqua sporca che caffè. Non è rimasto più nulla da bere e da mangiare.
Le ombre di Ugolino e dei suoi figli si stagliano sullo sfondo della stretta torre. In un suo estremo rantolo il conte dalla lunghissima barba incolta dice: '… e poscia morto, dir non è mestieri.' Scompare.
Appare l'ombra di Achille : 'Come osa(s)te scendere nell'Ade, dove fantasmi
privi di mente han dimora, parvenze d'uomini morte?

Ecco. Questi sono i lacerti confusi , i brandelli sanguinosi del mio sogno di stanotte. Accompagnati da un ritornello cinematografico: 'Gli eroi immortali sono tutti morti.' Parvenze d'uomini morte.
E le lapidi dei caduti della Grande Guerra nei silenziosi sacrari e i loro sussurri trasportati dal vento del Tempo e le grida di morte dei feriti nelle trincee.
«Non abbellirmi, illustre Odisseo, la morte! / Vorrei da bracciante servire un altro uomo, / un uomo senza podere che non ha molta roba; / piuttosto che dominare tra tutti i morti defunti.
Buio, scoppi sempre più frequenti che squassano il palco, grida di moribondi.
Flash cinematografici della ritirata italiana di Russia e della battaglia di El Alamein.
Ancora il ritornello che si fa sussurro a spegnersi : 'Gli eroi immortali sono tutti morti.'
Buio.

Il mondo è fuori dai suoi cardini. Ed è un dannato scherzo della sorte ch'io sia nato per riportarlo in sesto. Amleto Atto I scena V
Potrebbe essere un'illustrazione

 
 
 

Polarizzazioni e guerre per procura.

Post n°2082 pubblicato il 09 Maggio 2022 da fedechiara
 

Ci stiamo un po' tutti 'polarizzando'. Solo che i poli oggi in questione sono l'est e l'ovest di un mondo che si è fatto sbilenco come le nostre vite. Di questo passo, finirà per cambiare anche l'asse magnetico terrestre e dovremo tutti ricalibrare i bisogni, le abitudini alimentari e forse reinventare le tecnologie – se è vero quel che scrivono gli esperti: che l'Europa, prona e succube e con il capo girato ad ovest del nuovo asse bellico terrestre e in feroce contesa con la Russia, è carente delle materie prime essenziali che abbondano, invece, ad est. Carente perfino di quelle 'terre rare' che sono alla base delle tecnologie ultime della comunicazione globale.
Come ridisegnare il futuro prossimo allora, in questa sospensione temporale bellica che ci impaura per tema delle esplosioni termonucleari che si minacciano ad est e ad ovest del pianeta?
Avremmo dovuto ripensare per tempo alle nostre sudditanze passive che ci hanno visto schiavi politici dell'America (la nostra penisola è, da nord a sud, una vera e propria 'portaerei' della Nato) e della sua arrogante organizzazione militare sedicente difensiva.
Avremmo dovuto aggiornare nel corso dei decenni democristiani e pentapartitici i troppo vincolanti trattati che abbiamo stipulato dopo la seconda guerra mondiale e distaccarci progressivamente dalle pelose 'riconoscenze' verso lo scomodo alleato e continuare a fare come il Craxi di Sigonella – che ha rivendicato la piena sovranità del paese ospitante e sancito le differenze politiche del caso con l'ingombrante convivente.
Ma di uomini politici di quella fatta (le note corruzioni a parte) non ne nascono molti in un secolo e oggi ci ritroviamo in pieno e asfittico dibattito su come toglierci dall'incomoda posizione di vaso di coccio tra due vasi di ferro che cozzano rumorosamente l'uno contro l'altro.
E non c'è verso di separare i due contendenti che se le danno di santa ragione (e, da ieri, senza più nascondersi dietro la foglia di fico della 'libertà dell'Ucraina', Stoltenberg dixit) e uno dei due leaders in competizione bellica furiosa cadrà. Speriamo presto e senza troppe conseguenze drammatiche per la pavida Europa politicamente inadeguata e succube.
Ma, alla fine di questa guerra furiosa, come si presenterà il pianeta politico: di una Cina e la Russia unite da uno stretto legame economico, insieme all'India e gli altri paesi dell' ex 'terzo mondo'?
Torneremo, noi cittadini dell'ovest pacificato, a 'fare affari' reciprocamente vantaggiosi con l'est del mondo ricco di materie prime o i rancori presenti per le sudditanze belliche e le stupide sanzioni proclamate al seguito di uno scomodo alleato avranno strascichi lunghi e penosi?
Per l'intanto prepariamoci a 'pagare caro, pagare tutto' delle cattive scelte politiche del presente s-governo degli infami partiti che hanno votato il decreto di aiuti ed armamenti ad un paese in guerra (fama di lor il mondo esser non lassa). E, in autunno, tornerà, implacabile il 'caro bollette' e le aziende che, conseguentemente, chiuderanno i battenti - e noi per casa in tuta di 'pile' avvolti nelle coperte a sbuffare nuvolette di vapore e ad improvvisare le corsette di riscaldamento dal salotto alla camera da letto.
Ma ci resterà la consolazione di esserci battuti come leoni per la pretesa 'libertà dell'Ucraina' a cui la Nato, per bocca del suo attuale segretario-Stranamore, nega il diritto di riconoscere la giurisdizione russa sulla Crimea quale base di una possibile trattativa di pace.
Correva l'anno...

 
 
 

Personaggi in cerca di autore.

Post n°2081 pubblicato il 08 Maggio 2022 da fedechiara
 

Perdoniamo il povero Di Maio perché non poteva sapere. Stoltenberg (nome omen) e gli altri maggiorenti della Nato di osservanza anglosassone non hanno con lui un rapporto stretto – al massimo gliele mandano a dire per pura cortesia, e neanche con posta celere.
Le posizioni ufficiali della Nato Di Maio le legge in calce ai corposi documenti, esclusi i più segreti, che gli passano le segreterie e gli addetti del ministero competenti e non richiedono il suo placet e la firma di ratifica, ovviamente.
Così è potuto accadere che, mentre lui lodava pubblicamente Zelensky per la ragionevolezza delle sue aperture sulla Crimea ormai perduta per sempre e si allineava alla nuova politica di Conte sullo stop alla fornitura delle armi pesanti (e si, invece, alla trattativa diretta tra le parti) Stoltenberg gli abbia brutalmente tagliato l'erba sotto ai piedi, incurante che la falce affilata potesse causargli una grave ferita mediatica.
L'Italia e il suo ministro degli esteri sono confusi personaggi in cerca di autore in questa vicenda kafkiana che vede il presidente ucraino democraticamente eletto cercare sponda di pace con il nemico in guerra e il segretario della Nato insorgere con rabbia e negargli il diritto di offrire al nemico russo una ragionevole base di trattativa. Come dire (a Zelensky):
'Come ti permetti di scavalcarci, dopo tutti gli aiuti in denaro e in armamenti pesanti e assistenza di intelligence per colpire le navi russe che ti abbiamo fornito? Che ti credi, che questa guerra sia la tua guerra? Ma sei fuori? Devi consultarti con noi, prima di fare un passo qualchessia in direzione di un accordo di pace. E sappi che non accetteremo mai che la Crimea passi sotto giurisdizione russa, ecchecaxxo!'
Con qualche aggiustamento lessicale poco significativo è questo il senso dell'uscita clamorosa del segretario Nato che conferma le peggiori intuizioni che abbiamo espresso nelle ultime settimane.
Una maledetta guerra per procura Nato, voluta e finanziata da oltre atlantico con pervicacia degna di miglior causa. E l'Europa vaso di coccio. La maledetta guerra dei nipotini del dottor Stranamore che fanno di tutto e di più per arrivare al terzo conflitto mondiale con l'impegno militare certo delle testate multiple termonucleari da una parte all'altra dell'Atlantico.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Luigi Pirandello Sei personaggi in cerca d'autore A cura di Guido Davico Bonino ET CLASSICI"

 
 
 

Eserciti in guerra.

Post n°2080 pubblicato il 07 Maggio 2022 da fedechiara
 

06 maggio 2016Sono come gli eserciti in guerra. Una immensa distesa ai piedi delle colline di Gaugamela e l'abituale, abissale divario tra le formiche in armi dei Persiani e le 'truppe d'assalto' dei militi di Alessandro - che maneggiavano le sarisse meglio di come i saltatori olimpionici usano le loro aste flessibili.
E, certe mattine, anch'io mi sento un milite accerchiato dalle mille formiche dei nemici che più ne abbatti e li calpesti più ne insorgono da tutti i lati, non si sa da dove - e quale nascosto inferno-formicaio le vomiti a migliaia di fuori. E provo a immaginarmi la rappresentazione che si fanno di me quegli imenotteri che hanno lontane parentele cretacee con le vespe: come vedono coi loro occhi sporgenti quel gigante assassino che le sovrasta e che, come il gigantesco Golia delle truppe persiane che fronteggiavano gli eroi delle Termopili, dieci ne smembra ma altre cento gli si affollano ai piedi pronte al martirio, secondo la logica dei kamikaze e forti dei loro numeri immensi e del genetico 'tutte per una, una per tutte' di filiazione antropica, sospetto.
E la battaglia volge quasi sempre a loro favore e, da ultimo, è giocoforza ricorrere al gas sarin dei comuni insetticidi in vendita nei negozi di ferramenta e solo dopo mezz'ora di sterminio chimico il campo di battaglia si presenta come un'arida distesa di morti e feriti agonizzanti, come ben si descrive in 'Guerra e pace'.
Si lo so che qualche 'animalista' leggerà con vivo orrore queste mie righe e mi riterrà la reincarnazione di Nabucodonosor o, peggio, di Colui-che sempre-ritorna: il genio del Male quale lo rappresentano gli sceneggiatori del bel film 'Lui è tornato' - e sospetto che, in gioventù, quegli autori abbiano preso parte attiva e distruttiva a qualche 'Centro sociale', i cui membri si dicono sinceri democratici e antifascisti, ma quando gli annunciano che un Salvini qualsiasi o un militante di Casa Pound prenderà la parola in un qualche auditorium italico inscenano gazzarre e piazzate e scontri con la polizia degni di miglior causa e vorrebbero zittirli, i loro antagonisti, e cancellarli dalla faccia della terra (i più esagitati) e assaltano le librerie e bruciano i libri autobiografici che, se letti, farebbero perdere il sei per cento dell'elettorato di riferimento ai loro autori.
Questo è quel mondo e tocca sopportare che degli esimi imbecilli che si riferiscono all'area dei centri sociali e sono detti 'gli antagonisti' scrivano, impuniti, sui muri della più bella città del mondo: 'Devastazione e saccheggio.' e 'Fuoco alle carceri' e 'Acab' – l'acronimo che afferma che tutti i poliziotti sono 'bastards'.
Della serie: Le madri degli imbecilli sono sempre incinte.', mannaggia.

 
 
 
 
 

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