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Messaggi del 17/12/2019

Ritratti (Rivisitando Dorian Gray)

Post n°1077 pubblicato il 17 Dicembre 2019 da fedechiara
 

Ritratti (Rivisitando Dorian Gray)

In tempi di idiosincrasie identitarie parlare di ritratti – anche se personali - potrebbe far venire l'orticaria a qualcuno di mia conoscenza - e provocare uno sbandamento improvviso nel banco delle sardine e un ennesimo levarsi, fuori dall'acqua che le ospita, il ritornello di 'Bella ciao', inno stolido delle rivisitazioni approssimative della Storia di studenti sfaccendati che: 'Io speriamo che me la cavo'.
Ma, in realtà, è di me che intendo parlarvi – e non me ne vorrete se, vecchio narciso in disarmo, provo a salire in soffitta ansimando per osservare, con una stretta al cuore, il ritratto di Dorian Gray impolverato e che mostra impietoso le 'craquelures' delle infinite rughe sul volto e le macchie di melanina che dilagano sul corpo.
Però c'è gente che mi chiede, per strada, se sono un professore in pensione o un medico; e il mendicante del supermercato mi appella 'avvocato' nella sua questua e, a Giavera, ai piedi del Montello, in visita natalizia alla sorella, ho rimediato un complimento a lei rivolto di una commerciante che le diceva che il fratello è 'un bel signore'. Ringrazio commosso.

E nella nostra vita quotidiana portiamo a spasso una identità a specchio che non sospettavamo di avere e, forse, l'abito fa davvero il monaco, chissà; nei films d'avventura funziona – e so, dalle cronache del biennio di sangue europeo 2015/16, che un terrorista l'ha fatta franca indossando il burqa in cui costringono le identità negata delle loro donne. 
E, presto, sarà Carnevale, indossate le maschere che più vi piacciono o non indossatele affatto perché 'ti conosco mascherina' - e il nostro volto quotidiano è maschera esso stesso di identità nascoste e tristezze e commozioni velate e di tutto 'ciò che poteva e non fu' di quel che avremmo voluto essere e vivere.

E se dovessimo fare il ritratto collettivo dell'Italia solatia, dolce paese, chissà che definizioni adopereremmo, e se lo diremmo ancora il 'Belpaese' o la 'mala Italia' dei personaggi in cerca di autore che ci s-governano e ci inducono a ricorrere alle urne ogni minuto secondo per 'mandarli a casa'. 
Però all'estero passiamo per essere il paese dei mille monumenti e delle mille opere d'arte famosissime da andare a ri-vedere nei musei e nelle Gallerie e il 'paese della libertà', come diceva un mio amico di Vienna - e la scambiava per il fare 'un po' il caxxo che ci pare' dei cassonetti dell'immondizia debordanti il loro immondo contenuto e delle periferie urbane degradate e delle mille 'okkupazioni' delle case sfitte a cui si sono aggiunte quelle dei nostri ospiti immigrati, qui trasportati sui barconi dei naufragi organizzati dai criminali scafisti degli annegamenti annunciati.

E, d'aggiunta, ecco la presente metafora ittica delle 'sardine' che, nel corso delle loro piazzate, ci raccontano il loro fumoso ritratto di una Italia che non odia, a sentir loro, bensì 'accoglie' ed è 'il migliore dei mondi possibili'. 
Narrazione stolida e falsa di struzzi con la testa nella sabbia o di scimmiette che: 'non vedo, non sento, ma parlo'.

Buon Natale, brava gente.

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Mitologie del post moderno (1 e 2 )

Post n°1076 pubblicato il 17 Dicembre 2019 da fedechiara
 

Mitologie del post moderno

Confesso di non sapere, né immaginare con quale genere di intrusioni e messaggi gli hacker russi - nuovissima mitologia del terzo millennio, degna di sceneggiature alla 'Matrix' - abbiano influenzato la campagna elettorale americana. Hanno creato finti siti indigeni da dove rilanciare le notizie faziose e/o false che favorivano Donald Trump? E non sono stati intercettati e denunciati in corso d'opera dagli organismi governativi preposti al controllo sulla regolarità della campagna? E gli elettori eventualmente influenzati e subornati non erano in grado di filtrare e distinguere il grano dal loglio e decidere di conseguenza?
Domande che resteranno senza risposta e in cronaca abbiamo solo il pianto greco degli elettori democratici delusi e tuttora intronati per l'inattesa batosta che le provano tutte pur di galleggiare e rivalersi, presentando ricorsi costosi e inutili e invitando i grandi elettori a fare retromarcia e a far ripartire la partita delle elezioni.
Né maggiore credibilità sembra offrire Obama - con le accuse reiterate anche oggi ai mitici hackers russi di aver influenzato/invalidato la campagna elettorale – perché non è chiaro a quale giudice e corte di giustizia ci si possa rivolgere affinché venga riconosciuta e punita l'azione malvagia di Putin. E ci penserà, invece, Zuckenberg, su Facebook, a nominare una giuria che egli crede capace di distinguere e di giudicare un fake e la falsità di una notizia e la faziosità palese e scorretta di un articolista e/o blogger. 
Vaste programme, diceva C. De Gaulle ai tempi suoi per molto meno. Benvenuti nell'era del virtuale. Verità vo' cercando ch'è si cara al mio core.

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Libera nos a malo - Mitologie del post moderno (2) (persistenti e un filo fastidiose)

E un'altra mitologia del post moderno - dopo quella degli 'hacker che diffondono fake news', che tanto ha allarmato i nostri 'antifascisti' cronici e recidivi all over the world – è quella de: 'ritorna il fascismo' (aita, aita!). 
Ma se gli chiedi di precisare il senso della parola 'fascismo' annaspano, vacillano e buttano lì comparazioni grossolane e tirate per i capelli - e intuisci che tutto ciò che contrasta i loro desideri pii di un mondo confusamente globalizzato e fitto di benefiche migrazioni a stormi, a sciami e flotte organizzate di barconi con in testa le o.n.g-traghetti umanitari rientra nella categoria dell'insulto gratuito e stupido di 'fascistaleghistarazzista' lanciato 'urbi et orbi' e che lascia il tempo e il mondo che trova. 
Un mondo complicato e fitto di contraddizioni e opposizioni al sogno di una 'democrazia dea positiva' che dispensa i suoi doni gratuiti anche a chi non li vuole e non sa che farsene. 
Tipo quei 'radicalizzati sul web' di origine nord africana che vanno ad ammazzare gli inermi e li abbiamo fatti e detti 'cittadini europei' ma sono i rinnegati assassini stipati nelle banlieues della disoccupazione cronica e della guerra civile sognata dall'islam radicale contro noi infedeli di un Europa lassa e trista. Ottomila sono i sorvegliati speciali, i soldati della jiahd terroristica globale, nella regione dove è stato ammazzato anche il giornalista italiano innamorato di questa Europa delle banlieues-enclave (sic). Fonte rainews24 nel giorno della mattanza, non mitologica 'fakenew', cari i nostri 'antifa' cronici e recidivi e anime belle e pie.

E la mitologia e le geremiadi conseguenti di cui si nutrono i pretesi 'antifascisti' - e le rilanciano nelle loro conventicole quale pietosa rassicurazione di (r)esistere nella trincea del venti per cento (inclusi ciò che resta di Leu e +Europa) e di poter un giorno 'tornare a vincere' – non riesce a contrastare l'avanzata democratica di noi 'populisti' nell'Europa del nostro scontento. E di certo non giovano le impuntature dei burocrati e dei 'commissari' sullo zero virgola della manovra del popolo - e siamo curiosi di vedere come andrà a finire quella partita a poker che si gioca sulle nostre spalle a Bruxelles con le Opposizioni Riunite che berciano le loro stupidaggini anti governative sui tiggi (anch'essi Riuniti nella lotta mortale dichiarata contro il governo giallo-verde) ogni giorno che Dio manda in terra.

Della serie: 'Libera nos a malo.' Amen.

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