Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
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Messaggi del 11/03/2021
La rima 'fiore' e 'amore'. Scrivete, scrivete, scrivete, mi sento di raccomandarvi. A ognuno e tutti perché scrivere è attività riflessiva e obbliga a 'misurare le parole' – non solo nel senso di moderare i propri sdegni per non incorrere in querele, bensì per pesarle, misurarne il senso e la cogenza, assaporarne il gusto (pensate al verso dantesco: 's'io m'intuassi come tu t'inmii') e bearsi del suono che ne scaturisce e, buon ultimo, come col tango applicato al parkinson, se ne giova lo sviluppo armonioso delle sinapsi neuronali perché obbligano a ginnastica i pochi neuroni attivi che ci sono rimasti nella capa. Scrivete per esprimere sdegno o ammirazione, scrivete lettere di fuoco ai potenti della terra, come faceva Caterina, poi detta Santa, malgrado quella sua frenetica e compulsiva attività di contestatrice d'antan, scrivete lettere d'amore – anche se siete vecchi; sopratutto se siete vecchi e gli amplessi amorosi si disegnano in aeree volute solo nei sogni, ma sono più intensi di quelli che si consumano nelle alcove del grande fratello televisivo tra palestrati e formosissime oche giulive. Scrivete per ricordarvi che siete vivi e vegeti e che là fuori c'è il sole che 'splende limpido et iocundo', scrivete per dirvi a favore o contrari ai vaccini con efficacia al 30/50 per cento che ci vogliono rifilare perchè ci sono ritardi in produzione o perché la Russia deve essere castigata dall'Unione europea per supposte colpe e maledette dittature. Insomma scrivete. Magari una poesia primaverile con dentro la parola 'rosa' - che rima con sposa e iosa, ma anche con rancorosa e miracolosa. O cercate la rima 'fiore' e 'amore' la più antica, difficile del mondo. E lasciate un commento, se vi va, così che non si dica che non sono democratico e non mi frega niente di alcuno. In realtà 'Vi amo' e 'siete un pubblico meraviglioso', questo lo sapete, lo dice da tempo il grande Woody nelle gags dei suoi films e ve lo dico anch'io che l'amore lo porto in palmo di mano da lunga pezza e, vi assicuro, è cosa leggera, aerea, ma capace di farvi involare, di quando in quando. |
Ad maiora 11 marzo 2020 Quel quadrilatero di km 6 in aperta campagna bordeggiato di poche case coloniche che ho scelto per le mie scarse attività motorie al sole (consentite dal decreto di clausura e nessun essere umano per strada in ore postprandiali), termina in un supermercato. Temo, però, che il suo lato più lungo sia tangente (e, forse, appartenente a) la provincia di Venezia, il che mi esporrebbe a sanzione severa se chi di dovere incaricato di vigilanza fosse in numero tale da coprire anche le stradine di campagna. La buona notizia è che, da queste parti, il divieto di movimento e #restateacasa diffuso dai tanti zelanti su Facebook che ci tengono a scampare al corona virus sembra essere rispettato con grande rigore e perfino in religioso silenzio – tant'è che si ode netto il canto melodioso del merlo sui rami e il tubare ventriloquo della tortora e il latrato di qualche cane annoiato in lontananza. E la primavera avanza ogni giorno di un po' e l'albero che ieri era spoglio e triste oggi mostra in tralice le sue gemme puntate di bianco e pallido rosa e il giallo dei narcisi orna i fossi ancora umidi della pioggia recente e tutto in natura sembra affermare la prevalenza del vivere sul morire; perciò 'in alto i cuori' e rivolgeteli alla Natura che ci è madre (talora matrigna, è vero) perché è dalla possanza primaverile delle radici di ogni albero ed arbusto in fiore che verrà la risposta più sicura contro il picco del morbo che ci affanna. Abbiamo futuro. Siamo figli della Fenice (che non si sa perché alcuni vogliono 'araba') e anche 'delle stelle' – lo dice la nota canzone; stelle che, presto o tardi, raggiungeremo. Ad maiora. |
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