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Messaggi del 16/05/2021

Statue di sale

Post n°1623 pubblicato il 16 Maggio 2021 da fedechiara
 

  • Statue di sale.
    E' curioso che la furia iconoclasta dei nuovi evangelizzatori del terzo millennio che buttano giù o imbrattano le statue dei colonizzatori e/o dei vecchi fascisti (ultima quella del Vate nostro nazionale) e denunciano con alti lai ai giornalisti dei tiggi amici tutto quanto non è riconducibile alla loro personale visione del 'politicamente corretto' e invocano le severissime sanzioni del 'ddl Zan' contro chi si azzarderà in futuro a profferir verbo contrario, è curioso, dicevo, che non abbiano denunciato con altrettanta e maggior furia quel testo omofobo che è la Bibbia.
    Sarà perché vi è ancora una larga fetta di popolazione che lo considera un testo sacro - e una battaglia di opinione contro i biblisti e i molti fedeli di quel Verbo sarebbe persa in partenza? Guai a mobilitare il popolo dei 'fedeli'. Non ci sarebbe partita tra i queruli seguaci della moderna Sodoma e i sostenitori delle vetuste dottrine religiose che conseguono a quel testo – tuttora il più letto nel mondo.
    Che perfino gli eroi cinematografici di Tarantino citano i versetti biblici prima di ammazzare a man bassa con tanto sangue in evidenza splatter e pulp.
    Fatto sta che la storia di Lot e la di lui moglie, curiosa del fuoco che ardeva alto e bruciava per intero la città del peccato (e perciò mutata in una statua di sale), è davvero straordinaria e la dice lunga sulle usanze barbare di quel popolo orientale scomparso nel rogo purificatore.
    Dice che a Lot apparvero due angeli in veste umana e che subito uno stuolo di peccatori bussarono alla porta di Lot e gli intimarono di consegnarli alle loro brame di peccato. E il povero Lot, non sapendo che pesci pigliare, offrì in cambio il sacrificio delle figlie, rispettoso, si dice, si racconta, dell'obbligo di salvaguardare gli ospiti in un tempo in cui l'ospitalità era sacra.
    Che, a una rilettura post moderna di quel testo, ci sembra davvero una bestemmia il sacrificio sessuale delle poverette a favore dei due angeli che, per certo, avrebbero saputo cavarsela da par loro e punire adeguatamente i peccatori per le loro maledette brame.
    Ma tant'è. Sodoma è oggi popolare e impone al post moderno legislatore il suo verbo permissivo - e perfino il custode massimo di un Verbo biblico lontano nel tempo ha abdicato e si è chiesto pubblicamente: 'Chi sono io per giudicare?'
    Perciò non ci resta altro che aggregarci nella fuga con Lot e famiglia – e non ci volteremo indietro a guardare che succede nelle moderne metropoli peccaminose e quale sorte verrà loro riservata da Chi di dovere.
    Perché proprio non ci va giù di venir mutati a nostra volta in statue di sale, mannaggia.

    Lot - Wikipedia
    IT.WIKIPEDIA.ORG
    Lot - Wikipedia
    Lot - Wikipedia

 
 
 

Viaggi di prossimità

Post n°1622 pubblicato il 16 Maggio 2021 da fedechiara
 

 Marsiglia - 16 maggio 2015
 
E l'azzardo più grosso è proprio quel titolo di una prossima mostra dedicata ai politeismi del bacino mediterraneo che campeggia sulla vetrina del Mucem prossimo alla spiaggia: 'Migrazioni divine'. Che se campeggiasse su una qualche spiaggia di Pozzallo o di Lampedusa farebbe rizzare i capelli in testa e sembrerebbe l'opera stralunata e demente di un artista in cerca di facile e dubbia fama – come quella di un tale del Padiglione dell'Islanda alla Biennale che ha consegnato chiavi in mano agli islamici veneziani una moschea dentro una chiesa cattolica tuttora consacrata e quelli si fregano le mani e sono felicissimi di tutta quella inattesa pubblicità data al loro caso pietoso di vecchi esodati tuttora privi di un luogo di culto.
E cosa abbiano di divino le odierne migrazioni dei presenti 'popoli del mare' - che quelle mitiche degli storici che ci narrano del collasso di antichissime civiltà a causa di quelle sembrano acqua fresca al confronto con quanto accadrà in Europa nei prossimi anni – non è dato di sapere se non visitando la mostra che aprirà il 24 di giugno, ma già quel che si vedeva ieri in città, per le strade e le piazze, racconta del miracolo di un integrazione urbana possibile, se i numeri non esploderanno e ne seguiranno i conflitti assassini.
E camminando di buon mattino per le vie fresche e assolate che menano in collina noti giardini e parchi in fiore di respiro mediterraneo (le jardin de la colline Puget) che ti aprono il cuore e ascolti il respiro sonnacchioso di una piazza stanca della movida serale in cui campeggia la statua dedicata al mito dell'uomo forte, fortissimo: Milone il Crotonese, - un uomo capace di sollevare un toro e ucciderlo con un colpo alla nuca e lottatore formidabile vincitore di gare olimpiche e condottiero vittorioso nella guerra tra Sibari e Crotone.
Ma è la terrazza di una piccola casa che dialoga col cielo azzurro che più ci incanta e manca il levarsi in sottofondo della colonna sonora di una vecchia canzone francese 'de ma jeunesse' che mette le ali ai piedi e dice 'tutta mia la città', in quest'ora in cui molti ancora dormono o s'aggirano per casa mezzo assonnati in attesa che esca il caffè dalla caffettiera e il forno riscaldi le brioches del giorno prima.



 



 Marsiglia - 13 maggio 2015

E sarà per quella sua luminosità di città esposta ai venti e al mare e quelle sue navi bianche e azzurre che parlano di partenze e di ritorni e dell'Africa lontana - che già ha in casa e in qualche modo ha ben elaborato ed esemplarmente metabolizzata - che Marsiglia ci appare una città davvero 'niente male' e vivibilissima e niente affatto da 'prendersi colle pinze' – con le guide turistiche che ti raccomandano di fare attenzione nelle viuzze del 'vieux port', ma è pura paranoia di visitatori, come giustamente correggeva la receptionist dell'albergo intitolato alle genti del mare.
E tutto quel sole e il color crema che disegna l'intera città ti guida, nel fresco della luminosissima mattina, su per la collina che ospita un santuario mariano e lo sguardo è tutto sugli orizzonti lontani del cielo e del mare - e la città è acquattata e rilassata, con la sua cattedrale magnifica al centro che ti pare la traduzione architettonica del distico di Baudelaire. '...calme, luxe e voluptè.'.
E, certo, la pensava così anche quel gran pittore di luce e colori forti e corpi e vele che ti navigano dentro all'anima che è il Lombard della mostra ospitata nel museo dei 'deux regards' - che non è chiaro quale sia il secondo sguardo, ma il primo è sicuramente rivolto al mare dei commerci e delle conquiste della passata 'grandeur'.
E ci dispiace di non aver avuto il tempo di visitare il museo che raccontava di 'luoghi santi condivisi' coll'islam dei presenti conflitti e del futuro 'apaisement' (si spera) perché di quel genere di dialogo tra culture diverse e opposte c'è un gran bisogno e il futuro di una umanità ancora capace di 'magnifiche sorti e progressive' passerà di là e dirà l'Europa capace di interagire e connettersi a quelle genti e integrarle davvero e convincerle al rispetto della nostra storia o saranno guai seri e guerre intestine e 'foreign fighters' jiahdisti di ritorno che riempiranno le cronache. Chi vivrà vedrà.

 
 
 
 
 

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