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Messaggi del 25/08/2021

L'Occidente nella polvere.

Post n°1732 pubblicato il 25 Agosto 2021 da fedechiara
 

Salvate il soldato Muhammad.
La guerra afgana è una guerra perduta. Non la si doveva fare, come altre guerre in Asia recenti e/o lontane nel tempo, ma la si è fatta e la si è perduta – e la cosa che più dovrebbe premere ai giornalisti degni di questo nome è l'analisi dei perché siamo andati laggiù (al seguito di chi, per garantire cosa, per esportare quali pretesi valori democratici) e quale immenso fallimento dobbiamo dichiarare di fronte a un nemico storico che non abbiamo debellato ed è entrato in armi nella capitale e si appresta a governare lo stato secondo secolare fede e religiosa dottrina.
E la capitolazione vergognosa di un moderno esercito afgano super armato e addestrato da noi occidentali la dice lunghissima sulla nessuna presa dei valori occidentali in quelle terre che per vent'anni sono state magnificate dalla libera (sic) stampa quali avamposti democratici in cui si sono costruite scuole e ospedali e le donne si mostravano libere dagli odiati veli della storica sudditanza di una sharia declinata la maschile.
Ma nulla di tutto questo appare nei fogli di stampa e sui video televisivi, bensì il suo rovescio: il racconto di una fuga disordinata e di un esodo dei civili compromessi con il nouveau règime con il corollario dei casi pietosi dei sopravvissuti alla calca fuori dall'aeroporto della vergogna che occupa per intero i palinsesti e le prime sei pagine recto e verso dei giornali.
E 'la Repubblica', avamposto pd del modo nuovo di fare giornalismo al rovescio, arriva al punto da consegnare una intera pagina delle sei dedicate alla fuga e alla calca a un tale che afferma perentorio che 'negare accoglienza alle migliaia di afgani in fuga è 'antipatriottico'. La qual cosa ci costringe a chiederci quali siano i moderni requisiti e i valori che formano il pacchetto 'patriottismo' secondo quel tale e i suoi clamanti sodali di partito e come si definisca il sostantivo 'patria' nei vocabolari di ultima stesura.
Ecco quanto appare ne il Treccani on line:
pàtria s. f. [dal lat. patria, propr. femm. sostantivato (sottint. terra) dell’agg. patrius «paterno»: v. patrio]. – 1. a. Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni: il suolo, i confini della p.; Non è questa [l’Italia] la p. in ch’io mi fido, Madre benigna e pia, Che copre l’un e l’altro mio parente? (Petrarca); la partenza dalla p., di chi emigra; essere esule dalla p.; il ritorno in p.; avere nostalgia della p. lontana;
E il dubbio è se non sia anti patriottico anche l'affermare, come abbiamo fatto fin qui fieri delle nostre buone ragioni, che la lucrosissima lotteria del mare e l'organizzazione degli arrembaggi di migliaia di clandestini sulle nostre coste da parte degli scafisti assassini libici e/o tunisini è attività criminale da perseguire giudiziariamente piuttosto che un preteso 'dovere morale' - come pretendono i buoni, buonissimi buonisti delle o.n.g. dedicate che ne sbarcano centinaia e migliaia nei nostri porti un giorno si e l'altro pure.
E, se è vero che il dramma umanitario degli afgani è relativo alla guerra perduta con ignominia e ai valori democratici nella polvere e al fallimento del 'modello occidentale' di esportazione pure un basso profilo giornalistico su questa tragedia indotta da errori politici marchiani sarebbe apprezzabile – invece di spacciarlo come l'ennesimo 'salvataggio' da includere nella mitica accoglienza italica.
Afghanistan: una sconfitta annunciata
MICROMEGA.NET
Afghanistan: una sconfitta annunciata
  • Afghanistan: la guerra perduta - Geopolitica.info
    GEOPOLITICA.INFO
    Afghanistan: la guerra perduta - Geopolitica.info
Afghanistan, allarme dell’intelligence Usa: “Attacco Isis imminente all’aeroporto di Kabul”
LASTAMPA.IT
Afghanistan, allarme dell’intelligence Usa: “Attacco Isis imminente all’aeroporto di Kabul”

 
 
 

Modesta proposta per rinvigorire l'informazione pubblica.

Post n°1731 pubblicato il 25 Agosto 2021 da fedechiara
 


Mezze vigogne e vecchi merletti
Data la vistosa asfissia di temi e argomenti e l'affanno redazionale dei nostri giornalisti televisivi che continuano a propinarci 'focus' e approfondimenti sul virus dormiente, ma che si risveglierà in autunno (tanto che perfino un tale a Hong Kong, udite, udite! si dice sia stato colpito una seconda volta dal virus, aita, aita!) mi permetto modestamente di suggerire alcuni altri temi di grande interesse su cui esercitare il nobile mestiere di informatori infodemici.
a) C'è vita nel cosmo? Con il corollario di interviste a cosmologi valenti e scienziati (i virologi no, per favore!!) che rispondano da par loro all'annoso quesito e spieghino, con dovizia di particolari, il perché i nostri coinquilini vicini e lontani si tengono ben discosti dal pianeta Terra. Che sia a causa del Corona virus e giornalisti associati?
b) Quale sviluppo economico è possibile per i paesi della fascia subsahariana che consenta a quegli indigeni di abitare felici la loro meravigliosa patria e contribuire in loco alla sua futura crescita economica – evitando, conseguentemente, di intasare i mitici 'lager libici' col fine di partecipare alla lotteria del naufragio organizzato e infelicissimo approdo in Europa, grazie ai molti taxi del mare sempre disponibili al largo.
c) Il ritorno degli alpeggi di alta quota nelle Dolomiti orientali e la strana commistione di specie autoctone commiste a vigogne, lama sputacchianti e alpaca. Quale futuro per la lana che se ne ricava e quanto confortevoli sono le giacche da mezzo pomeriggio filate in mezza-vigogna.
E, in chiusura, un servizio dedicato al merletto – arte negletta e dimenticata, ma che ha alcune, importanti nicchie di sopravvivenza – con primissimi piani dedicati ai disegni e alle meravigliose trame e alle dita delle lavoranti che creano quelle umane tele di ragno che, presto, torneranno a decorare i nostri mobili tirati a lustro e i quadri alle pareti.
Nella viva speranza di poter ancora aprire la tivù la mattina e ascoltare gli echi del vasto mondo piuttosto che la trista geremiade coronavirica che ci ha frullato gli zebedei da molti mesi ormai – che perfino una canzone di Renato Zero o di Gigi d'Alessio ci sembra più interessante e miglior colonna sonora dei nostri mattini d'estate.

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