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Messaggi del 07/04/2023

Vite da cachi.

Post n°2522 pubblicato il 07 Aprile 2023 da fedechiara
 

Vite da cachi. 06 aprile 2021
I cachi fuori dalla mia finestra sono trascorsi dal bianco floreale della mini estate della settimana scorsa al verde chiaro delle foglioline neonate - ignare di come sarà la loro vita in quest'altr'anno pandemico e se le radici, nel buio imo terrestre, troveranno acqua sufficiente a sostentarne la crescita e far esplodere i frutti zuccherini nel tardo autunno.
E quei cachi mi sono specchio di incertezza per tutto quanto avverrà di me nel breve correre dei mesi prossimi venturi – e sono fortunato a non incorrere in attacchi di panico notturni all'idea di intraprendere da qui a breve lo strano viaggio che è il viaggio verso il nulla delle origini.
Perché mancano i punti di riferimento, ne converrete. Si parte senza bagagli al seguito – e questo è un bene, basterà lavarsi più spesso – ma manca, anche e sopratutto una prefigurazione del paesaggio: i cieli fitti di cirri e/o di cumulo-nembi, le vaste praterie popolate di cavalieri mongoli che si appaiano al galoppo al treno sferragliante nel vuoto e sembrano gridarti frasi incomprensibili, la Gran Muraglia con gli arcieri sulla sommità che presidiano l'Aldilà e ti precludono la visione di un oceano-mare lontano. Il liquido abisso dove tutto oblia.
E tutto è davvero precario, a ben pensarci, Quei cachi potrebbero essere tagliati all'improvviso per l'irrompere delle ruspe che si insedieranno sul campo per costruire un maledetto condominio nuovo e la mia vita potrebbe trovare rapida fine con l'iniezione di un vaccino fatale che mi consegnerà nel limbo (ma sono molti di più i benefici) di quello zero virgola zero zero sei dei defunti per un maledetto ricorrere di trombosi venose profonde o per chissà quale altro evento fatale relativo ai nostri corpi fragili. Corpi di immortali, in gioventù, ansiosi di battaglie e amplessi furiosi, ma che non sono progettati per valicare indenni i centenari e si accartocciano, già dopo i settanta, come le foglie d'autunno dopo una commovente, ultima esplosione di colore.
E mai come quest'anno ultimo scorso abbiamo celebrato in tivù e sui giornali i commiati e gli addii con la generazione ultima con la compunzione di quel papa dalla voce strascicata che ognora ci ricorda la stranezza del nostro fragile viaggiare lungo la vita impervia e verso gli imperscrutabili paesaggi della morte con solo il conforto di una (improbabile) resurrezione in quel di Giosafatte - che speriamo sia valle sufficientemente ampia per contenerci tutti quanti abbiamo calpestato il pianeta Terra lungo i millenni e ci ritroveremo, anime e corpi ringiovaniti davanti al Supremo Giudice.
Esistono altre figurazioni, nell'immaginario religioso di altre fedi e dottrine, capaci di diversamente rassicurarci sul buon esito del viaggio estremo? Chiediamo aiuto alla I. A. (l'intelligenza artificiale)?
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

La prevalenza del cretino.

Post n°2521 pubblicato il 07 Aprile 2023 da fedechiara
 

La prevalenza del cretino.

La specie umana, da poco (in termini geologici) scesa dagli alberi, cominciò ad espandersi nel pianeta da non oltre 75000 anni fa. Fu detta Sapiens, a un certo punto del suo mutare, per via del pollice retroverso e poco più che gli consentiva di impugnare la tibia micidiale di cui alle locandine del film '2001 Odissea nello spazio'. 
Non è chiaro cosa e quale evento particolare alimentò quella loro spinta antropologica fatale.
Ed oggi la specie dei Sapiens annovera la bellezza di otto miliardi (in crescita esponenziale proprio nella culla africana) di individui che sgomitano di nazione in nazione e premono alle frontiere est e arrembano con barchini e barconi sulle coste di Europa, incuranti dei danni sociali, economici e politici che comportano queste loro 'migrazioni' incontrollate e, a tutt'oggi, apparentemente incontrollabili (sola eccezione l'Australia).
Uno scrittore e ricercatore, su radio3scienza di oggi, ci informava del fatto che il peso delle plastiche (nostre filiazioni tecnologiche) è pari o superiore al peso di tutte le altre specie viventi sul pianeta.
Molte delle specie marine ancora in vita avranno destino di morte per asfissia dei fondali marini e di stomaci riempiti di plastiche, scambiate per cibo succulento.
Chiunque si azzardi a dirci che le migrazioni sono il nostro destino ineluttabile di mescolanze globali presenti e future dovrebbe riflettere più a lungo su questi aspetti della catastrofe di specie annunciata che va sotto il nome di 'spinta antropica' - uscendo dal recinto cretino delle bandierine politiche sinistre poste su ogni 'salvataggio in mare' e l'auspicio demente di nuove partenze e arrivi sotto egida 'no borders'.

https://twitter.com/i/status/1130138542749900800AFP News Agency on TwitterTWITTER.COMAFP News Agency on Twitter

 
 
 
 
 

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