Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2023 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

QuartoProvvisorionewspaper_articles1ARCAN020fedechiaraorat6Ri.emersaArianna1921capuzzomyassignmentservicesVIOLA_DIMARZOfalco1941nondefinito0francesco61dgl2surfinia60aracnoid.999
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 18/04/2023

Tutti al fronte e le caldaie spente.

Post n°2538 pubblicato il 18 Aprile 2023 da fedechiara
 

Gli storici valori e la truppa schierata. 18 aprile 2022

Interventismo. E' la parola principe dell'ultimo settennio. Dobbiamo essere soldati di ogni battaglia, offrire il petto per ogni causa. Vietato defezionare, disertori alla gogna.
Siamo scesi in piazza, chi di persona, molti virtualmente, nel 2015: contro le stragi dei 'radicalizzati su web' di seconda e terza generazione di immigrati, le serpi in seno a cui avevamo offerto generosa e stolida cittadinanza, ma che impugnavano il kalashnikov e/o salivano sui tir che conducevano a velocità massima contro le persone sulle 'promenades' di Nizza e durante i mercatini di Natale a Berlino. Ed eravamo tutti inermi 'Charlie' quando una intera redazione di un giornale satirico veniva immolata a Parigi sull'altare barbaro delle 'fatwe' di pretoni islamici dagli occhi strabuzzati dall'ira e sdegno contro la libertà di espressione dell'Occidente accogliente per definizione e per il lassismo-Schengen dei suoi imbelli s-governanti.
Poi venne 'il Bataclan': il nostro spaventoso 11 settembre europeo delle twin towers.
E siamo stati soldati muti e spaventati chiusi nelle trincee delle nostre case nel fatale e funesto 20-20 del nemico invisibile che aleggiava fuori dalle finestre, un gas nervino 'cinese' di una malattia nuova batteriologica: il Covid19, che lancia le sue silenziose granate dentro i nostri polmoni - e una intera generazione di valenti settantenni e 'ragazzi del 49' ha già 'dato la vita' e altri offerto il braccio nudo ai 'generali che si fregiarono delle battaglie / con cimiteri di croci sul petto' – e non sappiamo se l'hanno poi vinta quella battaglia e se il rincalzo delle artiglierie delle quarte e quinte dosi basterà ad attestarci sulla 'linea del Piave' della riscossa sanitaria promessa.
E, grande finale! eccoci pronti ad offrire il petto – e le caldaie a gas mute e spenti i condizionatori nel grande caldo assassino – per la causa della luminosa democrazia ucraina, da difendere con le unghie e con i denti e le baionette innestate e l'inflazione alle stelle e le economie europee nuovamente in ginocchio. E con gli occhi rivolti al cielo e le orecchie in allarme per il sibilo fatale delle atomiche che si minaccia di far esplodere da un lato e dall'altro degli schieramenti della guerra fredda dei fatali Cinquanta. Ma 'chi per la patria muor', sia essa la patria nuova dell'Ucraina invasa o lo schieramento filo Nato dei gloriosi Cinquanta da ricompattare poco importa; chi per la patria muor, dicevo, 'vissuto è assai', perciò, miei soldati, siate pronti al sacrificio estremo, ne va degli storici valori da trasmettere ai posteri (ce ne saranno?).
Alt, abbiamo scritto 'valori'. Caporale, ricordi alla truppa schierata quali sono – che mi sono perso la cartina sulla quale li avevo trascritti.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone e attività all'aperto
  • Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Sogni digitali.

Post n°2537 pubblicato il 18 Aprile 2023 da fedechiara
 

I miei sogni-incubi in digitale.

Probabilmente una coda di altro sogno nascosto.
Una casa di periferia urbana, ma ancora a mezza campagna e le case nuove che insorgono come funghi tutto intorno.
Mi sveglio all'improvviso per un rumore fortissimo e mi guardo intorno.
E' buio, ma una sensazione come di un talco che scende dal soffitto e crea una nebbia in sospensione nella stanza mi convince a scendere dal letto. Inciampo in una 'cosa' che alza il pavimento di oltre mezzo metro. Corro alla finestra, la apro con difficoltà perché l'oscuro è dissestato e mi appare la visione di una stanza terremotata con due punti del pavimento spezzato che mostrano le travature sottostanti e detriti e polvere sul letto e dovunque.
Scena seconda. 
Un giovane architetto si aggira con aria studiata nel portico e nell'aia. Guarda la casa dal sotto in su e ne studia le ferite e le slabbrature dei muri causate dal terremoto.
Abita poco distante e lo conosco per fama. Gli chiedo di venire a visionare l'interno e mi segue. La sentenza è senza appello.
Ci vorranno non meno di 37 milioni (delle vecchie lire) per il restauro dell'edificio e la sua messa a norma anti sismica. Dice che redigerà un rapporto destinato agli uffici comunali competenti per gli eventuali aiuti di stato, ma ci vorranno i canonici anni, forse decenni.
Apro le braccia in un gesto di desolazione.

Cambio di scena. Piazza di città. Esterno giorno.

Sono un turista nella mia città. La città la conosco, ma è come se la rivisitassi in un salto temporale. E' una città di alieni, una Blade Runner distopica dipinta di colori chiari, pastello.
Una città compiutamente 'extra comunitaria', come è Mestre, ma la sua piazza è amplissima e si disegna alta sulle pendici di una collina e io scatto fotografie su fotografie.
Le architetture della piazza, i particolari delle finestre da cui affacciano i volti alieni dei nostri ospiti immigrati. Escono dagli scantinati con rotoli di stoffe sulle spalle e si recano alla festa di una sorta di mercato rionale.
Mi accorgo di avere finito il rullino e non ne ho una riserva nella borsa. Una tenda di cinesi fitta degli oggetti più vari si incarica di fornirmi il rullino vergine. Improvvisano, trovano una vecchia pellicola e la inseriscono all'interno, ma dico loro, in un soprassalto di coscienza post moderna, che la macchina è digitale, ma, quando glielo faccio presente è già in altre mani dietro la tenda volata ad altri lidi, destinata al commercio del rubato.
Alzo la voce e minaccio ed esigo la restituzione, mi rispondono che è stata venduta ad un americano in visita, un fotografo professionista e un ragazzetto, pietoso, mi indica il luogo dove trovarlo.
Mi avvio a passi rabbiosi e mi chiedo che se ne faccia della mia macchina digitale un professionista che dovrebbe avere ben altra attrezzatura all'altezza della sua fama. Lo trovo seduto al centro di un suo set fotografico. E' basso di statura e altezzoso. 
Alle mie rimostranze risponde di averla acquistata e pagata una fortuna perché anche la sua attrezzatura fotografica gli era stata rubata in precedenza. Non mi importa della sua storia, insisto che la macchina che sta usando è la mia e ne esigo la restituzione o finirà con una denuncia alle autorità.
Approfittando di una sua distrazione e di una sfuriata rivolta contro gli aiutanti sul set stacco la macchina dal supporto e me la svigno in preda ad una gioia che mi gonfia il respiro nella fuga.
Nessuno mi insegue. Una volta a casa inserisco la scheda digitale nel computer e registro che, insieme alle mie foto ce ne sono moltissime, straordinariamente belle e patinate del fotografo americano. Decido di tenerle in memoria, pur conscio che si tratta di un furto che fa seguito ad un furto precedente, ma torno sui miei passi e trovo il modo di lasciare la scheda sul tavolo di lavoro del fotografo, in quel momento assente.

Risveglio. Il digitale è entrato nei miei sogni, aiuto!!

p.s. Ieri ho passato l'intera giornata a sgarbugliare gli immensi garbugli del digitale delle Posteid+ Spid e finale appello vocale (due ore di attesa al call center Genertel) per finalizzare un pagamento. Che il diavolo se lo porti questo mondo nuovo di stra maledette complicazioni 'digitali'!
Si stava meglio quando si stava peggio e le aziende avevano i loro sportelli in città per i chiarimenti necessari agli utenti.


Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Stridenti inni alla gioia.

Post n°2536 pubblicato il 18 Aprile 2023 da fedechiara
 

18 aprile 2014
E' di stridente contraddizione ricordare che l'Europa – forse in un soprassalto di speranza di un futuro migliore – si è data come suo inno 'L'inno alla Gioia', l'ode di Schiller divinamente musicata da Ludwig van, il semidio del pentagramma.
E, invece, ci apprestiamo ad andare alle urne come a una 'Marcia Funebre', pieni di rancori, noi cittadini del Sud mediterraneo incapaci di rigore e di 'fare i compiti a casa' e garantire il pareggio di bilancio che abbiamo scritto perfino in Costituzione, ma col bizantinismo di dirlo 'equilibrio di Bilancio' - giusto per non smentire le storiche nostre origini e 'una faccia, una razza' di quando eravamo tutti sudditi di Bisanzio e già disputavamo, manu militari, coi Celti e gli Alemanni e i Longobardi – i Barbari, li dicevamo.
E ci sono tutti i segni e i segnali di un'Europa che gira il viso non più gioioso, ahinoi, verso il suo passato di stati nazionali riottosi e alcuni desiderosi di sbarazzarsi al più presto dell'Euro e della magnifica idea di un'Europa 'Tochter aus Elysium' - figlia dell'Eliso, nientemeno! e qui tocca notare l'ironia di quei Campi Elisi dove i morti gioivano la realizzazione dei loro desideri e passioni da vivi.
I morti e i vivi dell'Europa, già. E chi voterà contro l'Europa dirà di sé e dei suoi che siamo 'più morti che vivi' proprio a causa dell'Euro e del rigore degli Alemanni e illuderà i riottosi e gli indignati che fuori dall'Euro avremo vita più facile e migliore e stamperemo moneta e svaluteremo e l'economia nostra ripartirà a razzo – che, detto così, suona un po' come una presa per i fondelli, un sogno lungo un mese, il mese di maggio, mese di elezioni europee, - che se non darete uno scossone potente ai 'grigi burocrati' che ci hanno governato fin qua, ci toccherà imparare a nuotare a gattino cieco, secondo il noto imperativo che 'quando l'acqua arriva al collo....'
Chi vivrà vedrà, cari lettori. Intanto godetevi l'Inno, che è davvero molto bello, al di là delle naufragate speranze e le lontane ambizioni.
L'INNO ALLA GIOIA
Friedrich von Schiller
Gioia, figlia dell'Eliso,
Fiamma d'oro giù dal ciel,
Noi veniamo, ardenti in viso,
Diva eccelsa, al tuo sacel.
Il tuo fascino affraterna
Ciò che il mondo separò,
Frantellanza impera eterna
Dove l'ala tua posò.
Chi al supremo ben pervenne
D'un amico al fido cuor
Chi soave sposa ottenne
Sia con noi nel gaudio d'or.
Sì, chi anche un cuore solo
Sua nel mondo può chiamar ;
Chi nol può trascini in duolo
Via di qui suo triste andar.
Gioia al sen dell'Universo
Posson tutti i vivi aver,
Vanno il buono ed il perverso
Pel fiorito suo sentier.
Ebbe ognun fino alla morte
Vino, amore e un fido cuor ;
Voluttà fu al verme in sorte,
L'angel gode in te, Signor.
Van gioiosi nella gloria
Mondi, luce e vita a dar,
Ite, figli ad esultar
Come prodi in gran vittoria !
Siate avvinti, o milioni,
Nella gran fraternità !
Figli ! Sommo un padre sta
Sopra gli astri e sopra i tuoni.
Vi prostrate, milioni ?
Senti Iddio, mondo, tu ?
Volgi il guardo sopra gli astri,
Sopra gli astri sue regioni.

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963