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Messaggi del 10/09/2023

Dell'amore e della gentilezza.

Post n°2772 pubblicato il 10 Settembre 2023 da fedechiara
 

Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio. – Nelson Mandela
(...) Eppure lo sappiamo:
anche l'odio contro la bassezza
stravolge il viso.
Anche l'ira per l'ingiustizia
fa roca la voce. Oh, noi
che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
noi non si potè essere gentili.
Bertolt Brecht
In queste due frasi si condensa l'attuale diatriba sull'odio 'social' che si vorrebbe eliminare manu militari e/o censurare. Meglio la prima. Eliminare l'odio insegnando l'amore, ma solo dopo aver costruito le condizioni perché l'amore possa affermarsi – come è stato il caso e l'avventura politica di Nelson Mandela.
Mission compiuta, la sua, con il fattivo e provvidenziale concorso degli uomini di buona volontà che circondarono F. de Klerk, (Nobel per la pace), il presidente del Sud Africa prima di Mandela.
Diverso è il contesto dei distici di Bertolt Brecht, grande drammaturgo del 'secolo breve'.
E la gentilezza che dissoderebbe il terreno, a suo dire, non ha avuto modo di dispiegare il suo potenziale perché in ballo, nel suo caso e contesto storico, era il fronteggiamento epocale delle rivoluzioni socialiste e comuniste vs il maledetto capitalismo imbellettato di 'liberalismo'.
E la battaglia si è conclusa con la disfatta di quelle (le rivoluzioni) e il trionfo del 'mercato' – con tutto ciò di feroce che mena seco il tritasassi del capitale nel suo evolvere e imporre le sue condizioni.
Tutto ciò sintetizzo per dire che 'imparare ad amare' è cosa buona e giusta, ma si dovrebbe 'apprestare il terreno alla gentilezza' perché l'amore si affermi e sia duraturo il suo impero terrestre.
E, sulla questione tanto dibattuta e che ci affanna della 'gentilezza' e dell'amore che dovremmo mostrare verso i migranti – tutti, i passati, i presenti e i futuri, non importa il loro numero strabocchevole e che piega il nostro welfare e accende gli animi per le conseguenze di degrado sociale e la criminalità diffusa che reca seco – dovrebbe dimostrarsi una volta per tutte che l'apologia della 'via dei barconi' che fa Matteo Garrone nel suo film 'Io capitano' (da non confondersi con 'scafista', i due termini rischiano di apparirci sinonimi), la sua apologia, dicevo, è la 'giusta via' delle migrazioni tollerabili e governabili e governate comme il faut. Lo è?
Confrontate i numeri fuori controllo e il costo economico ed umano della pretesa e trista 'accoglienza' che condanna quei dessi ad intanarsi nelle banlieues e nelle periferie urbane delle rivolte annunciate.
E dovrebbe dimostrarsi che non sia una cosa folle tutto l'ambaradan di questa tragedia quotidiana che troppi ne affoga mensilmente nelle acque blu del Mediterraneo e dell'Egeo - di naufragi organizzati dai trafficanti di morte e dagli scafisti con il concorso e la complicità fattiva degli stessi naufraghi (già tali prima dell'imbarco). Migliaia di euro a testa pagati ai pretesi aguzzini per partecipare alla lotteria del mare.
E' un film 'giusto' e giustamente pietoso e amorevole, quello di Garrone, o è, al contrario una apologia di reato: il reato gravissimo di mettere volontariamente a rischio le proprie e le altrui vite con l'azzardo folle dei naufragi organizzati?
Giro la domanda ai giurati del premio in palio all'ottantesima Mostra del Cinema testé conclusasi. Vedi mai che si ravvedano e 'apprestino il terreno alla gentilezza' futura di noi feroci 'leoni da tastiera'.
📷
I sogni... https://www.msn.com/.../io-capitano-trailer.../vi-AA1bWnEBIo capitano (trailer ufficiale HD)Io capitano (trailer ufficiale HD)MSN.COMIo capitano (trailer ufficiale HD)

 
 
 

L'arte che unisce.

Post n°2771 pubblicato il 10 Settembre 2023 da fedechiara
 

Gely e Viktor uniti nella lotta 10 settembre 2019

E, se volete costruirvi un percorso di visita tematico, andate a palazzo Rota Ivancich – che anche nel nome del secondo proprietario richiama i tempi grami dell'occupazione dell'Istria e della Dalmazia e della sua 'liberazione' per mano dell'esercito partigiano titino - di cui alle rinomate 'foibe' piene di cadaveri uno sull'altra che hanno agitato i nostri dibattiti recenti.
E vi espone Nadia Prlja, artista designata dalla Macedonia per il suo padiglione, con scritte che sembrano state prese dai muri dei 'writers' all over the world prima e dopo la caduta del muro.
Ma non è celebrazione o, di contro, vituperio delle note vicende del socialismo/comunismo che ha agito nei nostri sogni ed incubi per oltre cinquant'anni – prima di cadere esausto su se stesso per l'immane compito che si era dato di liberare l'umanità dalle sue catene – bensì è 'destrutturazione', nelle intenzioni dell'artista.
Che è come scomporre i pezzi di una macchina per capirne gli interni meccanismi di funzionamento o dissezionare un cadavere per scoprire di cosa è morto veramente e quali malattie interne covava.
E si viene avvolti dal rosso, naturalmente, colore-simbolo e tormentone dei nostri Sessanta – come quell'inno stolido di 'Bandiera rossa la trionferà...' (oggi 'Bella ciao') che ci propinava alle 12 in punto Radiocapodistria, insieme alle dediche e agli auguri dei radio-ascoltatori del nord-est.
Ma se, invece, volete 'rifarvi la bocca' e gli occhi e tornare agli echi del socialismo reale dissequestrato e finalmente sdoganato dallo zdanovismo delle origini e curato con bravura e attenzioni massime alla Storia e ai suoi echi nella storia dell'arte russa, da parte dei professori di Ca' Foscari, sezione lingue slave, andate a vedere la mostra dedicata a un mostro sacro della pittura Gely Korzhev, il cui genio è capace di ri-proporci i nudi della classicità, ma con addosso gli stivali di una contadina tornata dal duro lavoro dei campi. Una Venere tizianesca polpacciuta e potente come nessun'altra nella storia della classicità. E vi sono, naturalmente, gli echi della guerra e le bandiere rosse al vento o a terra, secondo che si narri di sconfitte o di vittorie, ma è il trionfo e il fascino del pittore della tradizione che vi si evidenzia, il pittore di tele – che torna a Venezia 57 anni dopo la sua partecipazione alla XXXI Biennale nel mitico padiglione dell'U.r.s.s.
Un altro grande pittore russo, un'altra splendida mostra cafoscarina, dopo quella che ci propose i quadri mirabili di Viktor Popov, - che tanto ci piacque e ci convinse della bontà delle scelte di quella storica sede espositiva. Chapeau.
(Ca' Foscari Esposizioni 03/05 – 03/11/2019)

 
 
 

Procurate emergenze.

Post n°2770 pubblicato il 10 Settembre 2023 da fedechiara
 

Annose geremiadi organizzate 10 settembre 2020

Ascoltavo le geremiadi di una tale, ieri al tiggi, che impetrava agli stati europei impietosi (a sentir lei) un secondo accoglimento dei tredicimila - forse più - che il giorno prima erano 'fuggiti' dal campo profughi di Lesbo dopo che qualcuno di loro gli aveva dato fuoco.
Una 'emergenza procurata' scientemente, pari, per qualità organizzativa, a quella dei 'naufragi organizzati' che l'Europa non vuole combattere e fermare sulle rive africane manu militari.
E che la cosa sia stata studiata a tavolino, magari con l'aiuto e la supervisione di qualche volontario 'antifa' delle valenti ed operosissime o.n.g. , non sembrerebbe dubbio malandrino ad un investigatore indipendente che si chiedesse come hanno fatto tredicimila persone a sfollare diligentemente e senza panico dal campo incendiato - e dirigersi a Mitilene, la cittadina capitale, quasi in paziente attesa e sicura di un 'chiamata' pietosa da parte degli stati europei - fino ad oggi ciechi e sordi alle grida di dolore delle centinaia di migliaia di richiedenti asilo della 'via balcanica'.
Perchè, vedete, quella di creare ad arte una emergenza e poi pietire un intervento risolutore da parte dei governi dei paesi, -costretti, obtorto collo, alle pelose accoglienze dall'attesa imperiosa fuori dai porti delle navi o.n.g. colme di naufraghi organizzati e muscolosi e lo studiato battage di malintesa pietas di stampa e televisioni amiche -, è cosa che noi italiani conosciamo bene.
E qui da noi si sfora quota ventimila, quest'anno, - cifre in salita da qui all'autunno e all'inverno del maltempo in mare - e le onde alte che invochiamo come la pioggia in periodi di siccità perchè sono la sola dissuasione possibile e argine alle partenze dei barconi, stante lo s-governo pd-m5s in proposito.
Stelle che 'stanno a guardare' senza far nulla rispetto a questa emergenza che seppero, invece ben fronteggiare (confrontate i numeri degli ingressi illegali nel periodo dei giallo-verdi) quando al posto della molle Lamorgese delle navi da crociera che ci costano un patrimonio ci stava 'il Capitano' - che Dio ce lo preservi e ce lo rimetta al posto che gli spetta di diritto sovrano (del popolo sovrano).
Ed è una fortuna che il giornalista embedded di rainews24, stamattina, non abbia nominato l'Italia tra gli stati che dovrebbero, bontà loro, accogliere i profughi dell'emergenza organizzata ad arte di Lesbo perchè 'abbiamo già dato' ad abundantiam.
Ma la risposta di Francia e Germania alla chiamata siamo certi che non verrà, nei numeri e nelle attese messianiche degli 'antifa' di Lesbo perchè gli elettori avversi alle invasioni organizzate sono nell'ombra in agguato dietro le urne e i partiti di riferimento traccheggiano, fanno dichiarazioni e intrecciano i pollici, quando basterebbe chiamare un esperto australiano in teleconferenza e farsi spiegare come hanno loro a rimpatriare d'emblè i non aventi diritto (praticamente l'ottanta per cento del totale dei richiedenti) e dissuadere i loro parenti e amici dal mettersi in mare.

 
 
 
 
 

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