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Messaggi del 06/04/2024

Si, viaggiare.

Post n°3113 pubblicato il 06 Aprile 2024 da fedechiara
 

06 aprile 2019
Viagiar descanta. 'Ma', aggiungeva Corto (Maltese), 'se uno parte mona torna mona.'
E, stamattina, grazie alle diciotto ore di odissea transoceanica e le 12 di prigionia aeroportuale dovuta alle coincidenze che saltano anch'io ho l'impressione di essere un po' 'mona'.
Nel senso del rintronato da fuso orario e la sensazione che perdura di distacco e lontananza per il mio essermi perso nell'aldilà oceanico e dei popoli e le culture aliene - e il non avere ancora metabolizzato, dopo un sonno disturbato, il mio essere e agire nell'aldiqua della primavera nuova che, fuori delle finestre, mostra l'incanto dei suoi fiori e gli alberi tornati vivi e coloratissimi.
E del viaggiare e del suo inevitabile ( e salutare) sperdimento ti resta appiccicata addosso, nei vestiti e nei pensieri, la sensazione di essere sporco. E, a ben vedere, la sporcizia è nelle cose, tutto permea e ti avvolge, ed è la qualità del mondo vario e diverso in cui ti sei immerso, ed è la Storia e la sua polvere e i suoi cadaveri e la sua merda. Che perfino gli eroi immortali sepolti nel cimitero storico della Recoleta: i generali e i presidenti emeriti delle indipendenze e delle battaglie sbagliate e di quelle giuste (ce ne sono?) se ne stanno a marcire nei sarcofaghi delle cappelle mortuarie ricoperti di ragnatele e foglie morte sotto ai monumenti che li celebrano - e le porte di quelle loro case mortuarie sono aperte e i vetri sono rotti e i muri sbrecciati, a dire l'effimero delle loro e nostre vite e 'polvere alla polvere'.
Gli eroi immortali sono tutti morti, già. E anche noi vivi dubitiamo della nostra 'esistenza in vita', a ben vedere.
E i milioni di persone che si inoltravano nei tunnel e si imbarcavano sugli aerei (ancora li diciamo 'imbarchi', fermi mentalmente come siamo all'elemento liquido del viaggiare di Odisseo ed Enea) per le destinazioni più varie si rotolavano per terra nelle immense sale aeroportuali in attesa dell'evento sempre ritardato, e si sedevano sulle sedie dove si erano seduti altri prima di loro e altri ancora si sarebbero seduti dopo la loro partenza - e mi viene in mente quell'equipe di ricercatori americana che hanno spedito i loro studenti a strusciare i cotton fiok della ricerca scientifica sui sedili delle metropolitane e dei treni e degli aerei e delle navi e, in laboratorio, hanno trovato, vispi e arzilli, tutti i bacilli e i virus e i microbi e gli altri microrganismi assassini che insidiano la nostra salute – compreso il 'bacillus pestis' delle grandi epidemie del passato che dimezzavano i vivi delle città, e i sopravvissuti erigevano i santuari e ringraziavano i santi e le madonne per 'grazia ricevuta'.
Viagiar descanta, già. Ma se uno parte mona torna mona - e, tutti quei ditini degli adolescenti e degli adulti che strusciano sugli schermi degli smartphones che li fanno viaggiare nell'asfittico oltremondo dei messaggini e delle altre applicazioni non ti fanno vedere i colori straordinari delle albe e dei tramonti che trascorrono dietro i vetri degli oblò, né i visi e i tic delle persone che ti siedono accanto – ed è un diverso viaggiare il loro, è vero, ma resta il dubbio se non sia meglio ascoltare il canto delle sirene di Odisseo legati all'albero maestro della nave e straziati da quel canto misterioso piuttosto che ficcare la testa come struzzi dentro quei microschermi e i loro videogames.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Le urne dei forti versus la I.A.

Post n°3112 pubblicato il 06 Aprile 2024 da fedechiara
 

Le urne dei forti e la I.A. - 06 aprile 2018

Ascoltavo con attenzione le frasi di circostanza e quelle rituali del prete dall'altare, stamattina, nel corso di un funerale, - l'ennesimo che colpisce la 'gente del tango', così come tutte le altre 'erbe del prato' pareggiate dalla parca assassina incaricata di dare spazio alle generazioni nuove e vigorosa ricrescita al prato dell'umanità futura.
Non c'è migliore rituale di quello cattolico romano, rodato da millenni e celebrato all'interno delle meravigliose chiese, per dare conforto e consolazione ai funerali – recita una felice battuta di una protagonista delle 'Desperate housewiwes' - ed è davvero così perché il costante riferimento ad altro paesaggio 'aldilà' dove ritrovarsi e sorridersi di bel nuovo dopo la morte e la bontà del Dio di riferimento e la sua attitudine al perdono generalizzato dei peccatori e alla misericordia 'erga omnes' leniscono efficacemente il dolore del commiato.
E tuttavia mi stupisco ogni volta per la vetustà del rito e per il suo ancoraggio nel passato millenario del messaggio cristiano quando, in realtà, tutto, davanti a noi, è mutato e muta con una rapidità che ci sconcerta e ci predice che quel messaggio scomparirà del pari – pensate alla mutazione epocale della curva demografica di una Europa che proietta i nostri ospiti islamici in testa alle classifiche da qui a un trentennio; e sarà la ritualità della loro religione a rendere obsoleta e presto dimenticata la nostra, riti di consolazione inclusi.
E la tecnologia ci insidia dappresso del pari e : 'L'intelligenza si sta separando dalla coscienza, avvertono alcuni degli analisti del futuro post-umano come Harari; e, una volta liberata dalla coscienza, l'intelligenza sviluppa una velocità vertiginosa. Quella dei post-umani immaginati nei templi dello 'human+' come Google e dei suoi sacerdoti come Ray Kurwell.' (l'Espresso del 1 aprile 2018 – 'Se l'uomo si fa Dio').
E, con grande ritardo culturale, arriviamo a renderci conto finalmente che : (…) 'Solo un dio ci può salvare' (M.Heidegger) E forse nemmeno di quel dio c'è più la necessità, dato che saremo noi stessi come specie, o una parte di noi, potenziati da dispositivi frutto della santa alleanza tra bioingegneria e informatica, a trasformarci in 'Homo Deus', come ha suggerito lo storico del futuro Yuval Noah Harari (articolo citato).'
Ed è dibattito e 'avviso ai naviganti' che correva tra le righe di libri e riviste specializzate da decenni – e io stesso ne ho dato conto, negli anni scorsi, citando ripetutamente, nei miei articoli, il bel libro 'La fisica dell'immortalità' di F.J. Tipler, che proietta i miti delle religioni nell'unica sfera possibile (e credibile) futura della scienza umana, ma oggi è una corsa contro il tempo.
Il tempo fisico delle nuove scoperte scientifiche e le conseguenti applicazioni tecnologiche e la lentezza da bradipo della coscienza e intelligenza umana destinata alla rottamazione e sostituzione con una sempre più inquietante I.A. - l'intelligenza artificiale applicata alla computeristica e alla robotica.
'Ma forse è inutile preoccuparsi di un futuro post-umano alla Onfray, se dovesse realizzarsi la situazione in cui, per la parola 'umano', non ci sarebbe semplicemente più posto, con o senza prefisso. Lo ipotizza il filosofo N. Bostrom (fautore del potenziamento umano e studioso dell'intelligenza artificiale tra i più accreditati) nel suo ultimo saggio 'Superintelligenza': '(…) quando la I.A. supererà quella umana potrebbe sterminare l'umanità intera.' (articolo citato)
I riti arcaici dei funerali come disperato ancoraggio e anticamera di quella cancellazione e totale oblio? E si insegnerà ancora nelle scuole il bel distico funerario del Foscolo: 'A egregie cose il forte animo accendono le urne dei forti, oh Pindemonte?' Ai posteri l'ardua sentenza.
Centro Economia Digitale: Intelligenza artificiale è progresso
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