Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi del 12/04/2024

I meravigliosi domani degli scimmioni tristi.

Post n°3129 pubblicato il 12 Aprile 2024 da fedechiara
 

Scimmioni tristi e meravigliosi domani. - 12 aprile 2016

E se la primavera è, da sempre, motivo di gioia per la rinascita del verde e il tripudio di fiori nei giardini e le selve, Joseph Klibansky (chi era costui? Mille nuovi artisti crescono, mille arti fioriscono.) si incarica di dirci, nella sua mostra primaverile a palazzo Cavalli-Franchetti (24 marzo -01 maggio), che il futuro è 'beautiful', nientemeno! quale allegria o quale sonora presa per i fondelli, giudicate voi.
Che già lo scimmione dall'espressione seccata che figura sul manifesto e ha in bocca una carnascialesca trompette d'oro, e gli hanno piazzato in testa il cono delle esibizioni dei clowns nei circhi, dovrebbe farci propendere per la seconda – e se andate a rivederlo nella sala centrale dell'esposizione, circondato da funebri palloncini color antracite, vi gela il sangue con quella scritta antistante che dice: 'Benvenuti nel mondo della realtà. Non c'è ascolto. Niente da applaudire, da ammirare. Nessuno che ti si fila, capito?' Firmato: D. H. Wallace (chi era costui?).
Ma all'ingresso è una festa di riproduzioni di vita nelle principali città del mondo ricche di colori e uccellini e farfalle svolazzanti, che sembra che 'tutto va ben, madama la marchesa', basta trascurare i pensieri dei morti ammazzati di Parigi e Bruxelles e gli affanni del lavoro che non c'è, - ed è vero che il caotico mondo delle metropoli, fin dall'Ottocento della joie de vivre, mostra aspetti gioiosi e miseriosi, (passatemi il neologismo, che già la Crusca ha assolto il 'petaloso') e mostra vita e morte coniugate in un inestricabile groviglio di esistenze diversissime tra loro: dal miliardario felix all'ultimo figlio delle 'banlieues' parigine che si 'radicalizza sul web', tu vedi se era il caso di tirarseli in casa a milioni, maledizione.
E nella penultima sala, J. Klibansky ci mostra l'origine e la fine nostri sospesi in una nicchia e opposti tra loro, feti d'oro e teschi di uguale colore sospesi nel vuoto della sala e ammirati da quegli stessi che vi si riconoscono perplessi per quel monito di brevità e 'cenere alla cenere'.
Ma il guizzo finale di due tartarughe che si accoppiano nella penombra di un ambiente tropicale, animali longevi assai, torna a mostrare il ghigno beffardo dell'artista e il suo dirci che il domani è 'beautiful'. Si vabbè, l'abbiamo capito che la realtà dei giorni è quella che abbiamo sotto gli occhi e ci attrista per la somma di orrori contrapposta alle poche (ma vivide!) gioie.

 
 
 

Mafalda for president.

Post n°3128 pubblicato il 12 Aprile 2024 da fedechiara
 

Buenos Aires 21 marzo 2019

E a tutte le ore del giorno, in questo quartiere della popolarità esibita, rivendicata fieramente, un logo, un marchio di fabbriche che non ci sono, bensì l'artigianato creativo della 'lucha' quotidiana, del tirare a campare con quel che passa il convento ogni dì: la creatività di ognuno e tutti, stupisce la coda che si forma dinanzi a un monumento piccolo piccolo e ti sbarra la strada- e solo quando ci arrivi davanti capisci che è la statua di una piccoletta dai capelli ricci e neri, la temibile Mafalda delle considerazioni acri e acutissime sulla vita quotidiana e sui massimi sistemi.
Lei che, nella versione italiana, ci augurava il 'Buongiorno, mondo!' più spettinata del solito e si domandava: 'E' caduto, Monti? Berlusconi è stato condannato e si ricandida?', sottintendendo che quei fatti e non altri erano il vero buongiorno che ci auguravamo. E la fila di singoli e le mamme con i bambini si siedono accanto alla pericolosa sovversiva e si fanno fotografare con lei a futura memoria, segno di una stima universale che supera perfino quella di Bergoglio – non foss'altro che per l'acutezza dei messaggi che non sono mai 'urbi et orbi', bensì mirati e cogenti, e i dubbi malandrini che insinua e l'intelligenza aperta del suo disincanto.
E della birbante filosofa si fa un gran commercio nelle 'tiendas' e nelle librerie, sopratutto, perché è l'intelligenza e il sarcasmo e la battuta liberatoria che 'appartiene al popolo' più e meglio di altri profeti politicamente schierati, id est quel Guevara che: 'E' nato a Rosario.' mi dice il libraio.
Come a significare che Buenos Aires tiene a battesimo e celebra una Mafalda, ma il 'Che' lo sogguarda di striscio con il necessario disincanto ex rivoluzionario, appunto.
E mi fermo a guardare la piccoletta dalle guance gonfie in espressione di amarezza che, smaltata in bianco su lastre di metallo, infila perle su perle di saggezza, come questa: 'Hoy he aprendido que la verdad desilusiona a la gente.' Già. La verità non appassiona, bensì 'desilusiona': origine e causa di ogni nostro dramma privato e pubblico.
E per me, da affiggere in casa, compro un'altra sua considerazione triste che dice: 'Porque justo a mi tenia que tocarme ser yo?', che fa aggio sulla quella domanda inevasa di un nostro poeta amatissimo che si chiedeva desolato: 'Ma perché dare al sole, perché reggere in vita chi poi di quella consolar convenga?'.
Già, perché? Una domanda che ti porti dietro fino ai deserti e aridi lidi del finis vitae.
Mafalda for president.

 
 
 

Gli azzardi di Francesco.

Post n°3127 pubblicato il 12 Aprile 2024 da fedechiara
 

Di cammelli, lupi e proprietà condivise. 12 aprile 2021

Francesco ama gli azzardi. Dopo il 'pugno' che, a suo dire, sarebbe giustificato contro gli irriverenti disegnatori di Charlie Hebdo che 'offendono la madre' di tutte le religioni e si attirano le ire armate dei terroristi islamici, eccolo misurarsi con la 'condivisione' – che non è comunione dei beni' come titola il Resto del Carlino, perché quella è relativa al matrimonio tra coniugi, già una forma azzardata di comunismo 'in una sola cucina' e camera da letto, a ben vedere.
E bisognerebbe estorcergli, a Francesco, a suon di domande insistite e incalzanti, una precisatio petita su cosa dovremmo tutti condividere – a parte gli innocui post su Facebook – delle nostre proprietà di maledetti capitalisti di piccolo e medio cabotaggio: se parte dell'abitazione, in caso si superassero i cinquanta metri quadrati a coppia, o parte (o l'intero gruzzolo) dei nostri sudati risparmi collezionati con anni di duro lavoro e personali fatiche.
E mi sovviene quella sequenza del film del 'Dottor Zivago' in cui il valente e generoso medico torna a casa e trova la casa invasa da una folla di 'profughi' sotto proletari con i capintesta del 'comitato di condominio' che gli contestano e alla sua famiglia di privilegiati e maledetti ricchi gli eccessivi metri quadrati dell'abitazione degli avi. Roba da cammelli che non passano per la cruna di un ago, mannaggia.
E se Francesco fosse vissuto in Russia al tempo di quei comitati, di certo sarebbe stato tra quei capintesta sovversivi e rivoluzionari che smembravano le proprietà terriere e il latifondo per darle in affido ai braccianti agricoli dei kolchoz, pur precisando nelle infuocate riunioni che il comunismo non centra una fava in questo genere di questioni, bensì è il cristianesimo il faro che illumina - e ha torto Lenin e ragione Francesco, il santo, che si spogliò dei suoi abiti lussuosi in presenza del padre affranto e vestì il saio e prese a parlare agli uccelli e ai lupi, che cose leggendarie!
Nessuna descrizione della foto disponibile.
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A-moralità di ieri e di oggi.

Post n°3126 pubblicato il 12 Aprile 2024 da fedechiara
 

12 aprile 2014

Gli uomini 'di potere' sono a-morali? Esenti, per il carico di decisioni controverse e difficili che devono assumere, da un 'giudizio di Dio' che atterrisce, invece, noi comuni mortali?
Il comandamento 'Non uccidere!', - che se toccasse a noi di stendere qualcuno in un incidente stradale ci perderemmo il sonno e la salute – non vale per i leaders politici e di governo che mandano in guerra e a morire i loro soldati e comandano bombardamenti sulle città e i villaggi e/o di sparare ad alzo zero sulle folle dei manifestati inferociti?
Una stralunata Margaret Tatcher ha ri-preso vita, ierisera, sugli schermi televisivi e la mostravano, giunta al tramonto della sua vita, in preda alla follia dei suoi molti fantasmi e piena di sensi di colpa per le molte decisioni dure e orribili che assunse nei lunghi anni del suo comando. Ed ha cambiato la storia del suo paese e condizionato lo sviluppo degli eventi dei paesi confinanti e d'oltre Atlantico come, forse, nessun'altro leader occidentale prima e dopo di lei, Churchill e Roosevelt a parte.
E chissà come sarebbe la storia economica della Gran Bretagna se non avesse schiacciato la rivolta dei minatori come fastidiosi scarafaggi e comandato la linea durissima contro gli indipendentisti irlandesi e l'I.r.a. e comandato ai capi del suo esercito di armare la flotta contro gli argentini, che rivendicavano la storica appartenenza delle isole Malvinas, oggi Falklands.
E tutto quel po' po' di 'esame di coscienza' che faceva la Tatcher-Meryll Streep sullo schermo, - scarmigliata e terrorizzata da quella folla di fantasmi e di morti ammazzati e di lavoratori intimiditi e senza più lavoro - somiglia vagamente alle trame e ai finali delle tragedie scespiriane: di re inglesi che uccisero i padri e/o i fratelli e ne occuparono il trono o mandarono a morte e al taglio della testa le cugine e assunsero il comando perfino della chiesa protestante che si affermò sulla cattolica e mandò a picco perfino l'armata 'invincibile' di quel fanatico di Filippo II.
E, forse, c'è un giudice a Berlino e a Giosafatte che sottoporrà a severo giudizio perfino quei pazzi criminali e macellai della Storia che sono i nazifascisti del caporale-imbianchino Hitler e non li dirà assolti dei loro spaventosi crimini, bensì ne farà straziare le carni e i corpi con sofisticatissime torture nell'Inferno dantesco – come mostrano i geniali fratelli Chapmann nella loro installazione 'Fucking Hell' – che stupì e affascinò i visitatori della Fondazione Pinault a Venezia.

 
 
 
 
 

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