19 gennaio 2016
E' ben vero che facebook è il luogo dei 'pensieri corti' e un filo asfittici, ma meno di twitter – che obbliga ai 140 caratteri: elogio della massima brevità e dell'assioma apodittico dei politici di professione con quei loro 'hashtag' cretini da tre palle un soldo (ma sarebbero più adatti i cachi molto maturi).
E, tra i 'pensieri corti' e asfittici presi a prestito da qualcuno più bravo di noi a costruire immagini e didascalie e a pubblicarle per averne i 'mi piace' a milioni, noto un vecchio bianco per antico pelo che ponza una sua riflessione zen da mente profonda e dice: 'Non sempre chi tace acconsente. Talvolta è che non ho voglia di discutere con degli idioti.'
Proposito lodevolissimo e condivisibile, che ci suscita la curiosità di sapere chi sono gli idioti in questione e per quali ragioni occulte e messaggi trasversali quel link appaia su profili dove non si legge uno straccio di dibattito o di polemica civile o di opposti pareri politici e/o sociali, bensì le ridevoli e giocose cose di buontemponi/e allegroni/e il cui cervello è 'in tutt'altre faccende affaccendato' - come scriveva il Giusti - 'e a queste cose morto e sotterrato'.
Ma, si sa, una battuta ad effetto e un'invettiva urbi et orbi e malandrina non si nega a nessuno e, se tanto basta a metter quei dessi in pace con la loro fragile e piccolissima coscienza civile: 'Chi sono io per giudicare?' - come si interrogava sui gay l'ottimo Francesco-santo subito prima che i suoi vescovi gli giocassero il tiro mancino di plaudire al 'Family day' contro la legge-Cirinna. Trullalà.
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