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Messaggi del 05/09/2019

Le macerie costituzionali e l'auspicata ricostruzione

Post n°972 pubblicato il 05 Settembre 2019 da fedechiara
 

 

 

Le macerie costituzionali e le auspicate ricostruzioni

La conclusione della crisi di governo ci permette di meglio osservare, novelli archeologi del post moderno, le macerie politiche conseguite alla scossa di terremoto di magnitudo Salvini che le ha prodotte. 
E il cumulo di macerie più alto è quello della cattedrale che sorgeva magnifica e bizantino-barocca al centro di piazza Italia intitolata alla Sacra Costituzione. 
E i Padri Costituzionali, come gli Eroi Immortali, sono tutti morti e i loro partiti di riferimento morti e sepolti da tempo nei cimiteri della prima e della seconda e terza repubblica – in primis quel Partito Comunista coperto per intero dalle macerie del muro di Berlino e la tomba della Democrazia Cristiana, uccisa nel corso degli eventi calamitosi post Mani Pulite, negletta e da nessuno più coperta di fiori – che perfino l'odierno Vaticano delle misericordie globaliste si vergogna della croce che aveva concesso a quel partito sullo scudo elettorale e intima al Salvini comiziante di non baciare il rosario e di non usare i simboli religiosi, loro appannaggio esclusivo, seppure non curati da tempo dai post moderni fedeli delle chiese vuote e fortissima crisi delle vocazioni.

E le macerie della cattedrale delle Sacra Costituzione mostrano la sabbia secca di cui erano impastate le sue fondamenta: nel punto in cui si definisce la nostra una 'repubblica parlamentare' – con gli annessi e i connessi dei vergognosi s-governi che si formano in parlamento in barba al sentire popolare; con le elezioni europee che ci hanno mostrato come la maggioranza del paese è altra e altrove, e contraria al programma di s-governo su cui hanno raggiunto l'accordo maledetto i partiti trombati dalle elezioni ultime scorse.

E il Capo del Stato ha un bel dire e ridire che tutto si è fatto secondo verbo costituzionale (lui ne è il garante), ma il popolo sovrano (e sovranista) mal sopporta i riti e i miti della prima e seconda e terza repubblica degli accordicchi e degli inciuci e dei volta gabbana incollati alle poltrone e chiede a gran voce una riforma costituzionale che meglio rispecchi lo spirito del tempo e il sentire del popolo.

Gli auspici sono per una rapida caduta di questo governo in Senato, dove ha maggioranza risicata, e per un rapido ritorno alle urne. E sappiamo che le macerie della cattedrale bizantino-barocca della Sacra Costituzione di piazza Italia resteranno tali a lungo – tanto quanto quelle dei paesi del terremoto nelle Marche, i cui abitanti reclamano vanamente la ricostruzione.

L'immagine può contenere: cielo, spazio all'aperto e natura

 

 
 
 

Viaggi di notte

Post n°971 pubblicato il 05 Settembre 2019 da fedechiara
 

Quel viaggio al termine della notte dell'islam

Venezia, pur se estenuata pel troppo caldo di quest'estate segnata dal troppo di tutto: uccelli, cani, turisti, migranti - e le polemiche conseguenti sulla misericordia, dovuta secondo alcuni, ma quasi tutte fuori bersaglio -, Venezia, dicevo, sa riservare le sorprese che incantano all'ora del crepuscolo che raduna il 'troppo' della truppa intorno alle mense imbandite e libera finalmente le calli e le fondamenta e le regala agli sguardi attenti dell'osservatore curioso.

E, ieri sera, la facciata dell'antico 'mulino Stucky', oggi hotel Hilton, era avvolta da una nebbia di luce azzurrina e scritte luminose vaganti sulla facciata disegnavano misteriosi messaggi cripto artistici e una folla di partecipanti all'evento si muoveva sulla fondamenta antistante anch'essa avvolta di luce - e la cuspide della torre quei giochi di luce riprendeva in chiaro e li proiettava sullo specchio del cielo crepuscolare nero di nubi.

E, ai piedi del ponte che interseca il canale di san Trovaso, un vecchio inglese stava in piedi sopra una cassetta di birra rovesciata e recitava un suo poema con enfasi di consumato attore rivolto verso l'isola della Giudecca. Oppure lanciava invettive contro chi sa chi e cosa, o pronunciava un j'accuse politico - come fanno quelli che salgono sul piedistallo dello 'speakers corner' a Londra e danno fiato alla lingua per troppo tempo repressa. O, forse, quello strano vecchio - che aveva alle spalle due testimoni muti e attenti e rispettosi dell'ode di quell'attore improvvisato (e, a suo modo, poetico) - alla fine della recitazione avrebbe tirato fuori da una sua borsa la cassetta delle ceneri della moglie o del padre e le avrebbe sparse al vento e sulle acque del canale, ma non ho assistito alla fine e mi sono allontanato da quel gruppo di 'strani' su muta istanza della giovane che si girava a guardarmi e sembrava impetrare discrezione e rispetto. Misteri di Venezia e delle sue storie 'strane'.

E, tornando verso casa, all'incrocio di un campiello, nella vetrina di una libreria, figurava in bella evidenza il titolo di un libro di autore arabo o mediorientale: 'Viaggio al termine dell'Islam'. Parafrasi di quel magistrale 'Viaggio al termine della notte' di Celine, libro di culto di molte generazioni di lettori. E mi veniva in mente il calembour 'La notte dell'islam', ma non il possibile, auspicato, termine di quest'infinito viaggio che viviamo in cronaca: di milioni di siriani in marcia e un intero paese cancellato dalla Storia e un califfato in rapida crescita ed espansione e un terrorismo islamico dilagante per ogni dove e che riempirà di morti ammazzati il nostro futuro prossimo di europei e occidentali. Non, certo, un bel viaggio. 
E l'utopia che il maledetto islam degli assassini terroristi volga finalmente al termine, come auspica il titolo di quel libro, è generosa, ma, come per tutti i medioevi di ritorno, è un viaggio che comprenderà molte, troppe generazioni e spargerà i suoi veleni e scatenerà le sue guerre e i suoi pogroms. Chi vivrà vedrà.

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