Creato da fedechiara il 14/11/2014
l'indistinto e il distinto nel suo farsi
|
Cerca in questo Blog
Ultimi commenti
Chi può scrivere sul blog
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Messaggi di Maggio 2020
Fior da fiore e mele marce. Errata corrige. Non credo negli esseri umani. Detto così suona malissimo, considerato anche il battage radiofonico e televisivo che ha avuto questo inno parecchio intimista e l'uso spudorato e dilatato che ne hanno fatto le diverse parti politiche (ricordo una lontana, non troppo memorabile, 'Tutta la città ne parla' su radio 3 dedicata ai migranti, sempre loro, il nostro cruccio e il nostro affanno epocale). Il fatto è che quando una canzone si trasforma in un inno nascono i guai, diventa uno slogan apodittico e non dimostrabile. E si attira le critiche e le idiosincrasie relative. Vedete bene come tutto ruota intorno alla definizione apodittica del glorioso ritornello dello stolido inno e non è esplicitata nei suoi correlati. Spiegare 'umano' please. Limiti, ambiti, pertinenze, essenza dell'umano secondo voi (e non secondo Umberto Eco o Einstein o Ghandi o Osho o chi diavolo vi piace perché è autorevole e ve ne fate belli sul profilo). E' come se volessimo credere all'attualità delle parole strane e contorte del nostro inno nazionale, nato in contesto ottocentesco e relativo alle peripezie patrie e ai confusi protagonisti di allora. Insomma, gli esseri umani sono quello che sono: a volte umani, a volte cretini emeriti, a volte gaglioffi o serial killer maledetti o figli di buonissima donna dai cattivissimi comportamenti sociali e/o privati. Perciò piantatela di propinarci quell'inno stolido. Credo che ci siano alcuni esseri umani davvero 'umani' nel senso della pietas e della dedizione ma non sono convinto che siano la maggioranza del mio prossimo. https://www.google.com/search…
|
Le fake news e il sogno di Utopia Il mondo felice è il sogno di Utopia. Un luogo che non esiste, come ben sapete, ma anche un luogo buono e bello quale solo nei sogni riusciamo a immaginare. E nell'isola di Utopia esiste anche una stampa e una televisione vocate a dire il vero e a perseguire i giusti obbiettivi di corretta informazione e conoscenza che dovrebbero essere il 'giuramento di Ippocrate' dei liberi giornalisti di una libera stampa all over the world. E la sola e vera buona notizia di queste campagne diffamatorie dei democrats di ogni risma e veleno e rigurgito esofageo è che – a forza di rifilarci le notizie farlocche e i 'rumors' ridicoli e le battute da bar del senatore repubblicano in vena di facezie, usato sui loro fogli quale 'utile idiota' – ci stanno educando a riconoscere 'a naso' le cretinerie giornalistiche di coloro che imbastiscono campagne di stampa a fini anti democratici e per rovesciare l'esito delle elezioni ultime scorse, così che spegniamo radio e televisioni embedded e insopportabilmente faziose e passiamo oltre - e issiamo le vele della nave Speranza verso l'isola di Utopia di una buona ed equilibrata stampa futura capace di guarire dagli acidi rigurgiti di fazione e di mostrarci gli articoli di quel buon giornalismo che, sempre più di rado, emerge dalle nebbie del mare di questo nostro tempo infelicissimo e bugiardo. |
Che la festa cominci. “ Sembra che i dirigenti della Biennale abbiano battezzato un nuovo tempo verbale: l'auspicativo. E non vi è dubbio che i tempi nostri, di noi post moderni abitatori del pianeta Terra, sono tempi interessanti e densi di eventi caotici i cui sviluppi ancora fatichiamo a comprendere. E abbiamo fatto un lungo tratto di strada prima di ipotizzare la nostra estinzione di 'umani' e consegnare l'idea di 'eterno' alle macchine figlie nostre che, di certo, ne faranno buon uso – e chissà se anch'esse/i sapranno produrre, prima o poi, un Rinascimento come quello che abbiamo alle spalle e se nascerà tra loro un Leonardo e/o un Michelangelo che ne uguagli i fasti e la bellezza delle opere. Ma, per l'intanto, ci accontentiamo di affrontare, piuttosto affannosamente in verità, il globalismo imperfetto dei dazi usati come clave tra nazioni tornate nemiche e le migrazioni massive che producono conflitti quotidiani e vittime innocenti e, di conseguenza i 'sovranismi'. Di tutto questo non parlano, è vero, gli artisti invitati alla Biennale, ma troverete, in giro per i vari padiglioni, frequenti accenni ai 'barconi', da parte di artisti tanto sensibili e buoni, forse per l'omaggio dovuto al barcone esibito all'Arsenale del naufragio di 700 vittime degli scafisti e del criminale commercio di vite umane incentivato dal pd di s-governo fino a un anno fa e oggi, finalmente messo sotto stretto controllo e ostacolato dal nostro ministro dell'Interno, - che le urne del 26 maggio ce lo premino (auspicativo presente) e gli consentano di meglio operare contro quegli infami assassini. Tempi interessanti, i nostri, sicuramente, ma ne verranno di migliori, se i sovranismi prenderanno piede e potranno mostrare 'di che pasta son fatti'. Ad maiora.
|
Vasti programmi. (La ripartenza, sai, è come il vento.) Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, scriveva Pavese e non riuscivo (allora, io diciottenne) a capire di chi fossero quegli occhi che ti fissa(va)no con insistenza poetica, d'accordo, e tuttavia inquietante e da toccarsi di sotto. Ed oggi (io settantenne) capisco che, prossimi all'ennesima 'ripartenza', la morte è una pandemia 20-20 che, miracolosamente, ti risparmia e 'sarà per un'altra volta', ti dici, fissando quegli occhi un po' meno poetici e mostrandole il dito medio in erezione. E il solo fastidio che provo per quegli appuntamenti in cui sora nostra morte corporale 'mi ha dato buca' è il non aver ancora risolto la storica querelle sull'aldilà che somiglia (o non somiglia affatto) all'aldiqua. Perché di tutte le leggende religiose che hanno ipotizzato le risorgenze corporali e/o gli incontri di qua e di là del Lete non una mi convince di avere le carte in regola per una verosimiglianza consolatoria. No, neanche la reincarnazione, amici buddisti - sarà per questo che mi infastidisce la mascherina?😷 E tocca guardare quegli occhi della mia gioventù ormai lontana con il fastidio e il cruccio per l'ennesimo appuntamento poetico mancato, sia pure di poco, e non sarebbe male se la smettessimo di darceli e iterarli, questi vani e stupidi appuntamenti (Samarcanda docet) – e, quando si deciderà finalmente a venire, sarà alle spalle, snobbata, e non avrò più 'gli occhi per piangere' e 'chi s'è visto s'è visto' e l'unica certezza è quella dei proverbi fatali che: 'chi muore tace e chi vive si dà pace'. Que reste-t-il de nos amours / que reste- t- il de ces beaux jours...' Amen e così sia. Buona ripartenza a tutti. Tenete memoria di questi nostri 'ultimi giorni' 20-20 perché il rischio di dimenticarli e tornare a quelli che eravamo prima è alto e c'è chi dice (su Facebook) che non è un bene e che dovremo guardare la morte (scampata) negli occhi e attuare una rivoluzione nelle nostre anime. Vaste programme. La rivoluzione può attendere (come il paradiso del film). Ripartiamo come possiamo un po' 'alla Brancaleone', con l'inevitabile confusione e le polemiche.
|
'S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; Mi è capitato, in questi due mesi e passa di prigionia domiciliare, di immaginarmi alla testa della nazione (altissimo salario e gratificazioni di potere personale annessi) e di apparire in televisione un giorno si e l'altro pure a raccomandare con la dovuta compunzione agli italiani/e la necessità del 'distanziamento sociale' e l'uso delle mascherine - l'orrendo stato della disgrazia massima del terzo millennio - e, ca va sans dire, di lavarsi spesso le mani e tutto il resto, ascelle comprese. E, nelle mie fantasie, correggetemi se sbaglio, mi capitava di pensare che avrei agito con un di più di creatività e di efficacia pratica – avendo a mente un principio-guida: che se ti chiudi da notte e spegni del tutto i motori dell'economia nazionale la pena che pagheremo, una volta 'ripartiti', sarà maggiore della disgrazia che abbiamo vissuto. Un diverso bilanciamento dal nostro di 'prezzi da pagare' alla pandemia, d'altronde, è operazione che è stata vaglio sofferto dei governanti di altri paesi (la Svezia in testa per il suo ardire) e solo i posteri potranno pronunciare 'l'ardua sentenza' su chi ha avuto ragione e chi torto. Perché, giova ripeterlo, si muore anche di economie asfittiche e per il nessun orizzonte di futuro per le intraprese economiche di ogni genere e tipo; ri-vedetevi i telegiornali di ieri e di oggi fitti di geremiadi e lamentazioni da dar invidia al Geremia biblico. E la cosa più tragica di tutte è che è morta la politica. Per saperne di più: LETTERITALIANA.WEEBLY.COM È il testo più famoso di Cecco, in cui l'autore sfoga il suo malanimo contro il mondo augurandosi di poter seminare distruzione e coinvolgendo nella sua… È il testo più famoso di Cecco, in cui l'autore sfoga il suo malanimo contro il mondo augurandosi di poter seminare distruzione e coinvolgendo nella sua "furia" anche i genitori, rei di non dargli...
|
Inviato da: Anthony101990Jones
il 26/04/2024 alle 10:55
Inviato da: aracnoid.999
il 11/04/2024 alle 16:31
Inviato da: animasug
il 29/03/2024 alle 15:03
Inviato da: fedechiara
il 27/03/2024 alle 14:40
Inviato da: maresogno67
il 27/03/2024 alle 08:31