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Messaggi di Maggio 2020

Fior da fiore e mele marce

Post n°1247 pubblicato il 21 Maggio 2020 da fedechiara
 

 

 

Fior da fiore e mele marce. Errata corrige.

Non credo negli esseri umani. Detto così suona malissimo, considerato anche il battage radiofonico e televisivo che ha avuto questo inno parecchio intimista e l'uso spudorato e dilatato che ne hanno fatto le diverse parti politiche (ricordo una lontana, non troppo memorabile, 'Tutta la città ne parla' su radio 3 dedicata ai migranti, sempre loro, il nostro cruccio e il nostro affanno epocale).
E l'uso, altrettanto e forse più spudorato, che ne fa la Wind per dirci che siamo 'più vicini' e più umani se usiamo dei loro costosi servizi in esclusiva. Per vostra informazione: la Iliad costa meno a parità di prestazioni, ne sono testimone diretto e non pubblicitario. E fa uso di una pubblicità meno fragorosa e più arguta e intelligente.

Il fatto è che quando una canzone si trasforma in un inno nascono i guai, diventa uno slogan apodittico e non dimostrabile. E si attira le critiche e le idiosincrasie relative. 
Domanda-trappola di impianto socratico: E' poi vero che tutti gli esseri umani sono umani? E cosa è umano per l'esattezza? Un giudice che ti condanna dopo un penoso dibattimento viziato dagli artifici di un bravo avvocato-leguleio di controparte vi appare umano? E quel tal leader politico che voi avversate e che vi sta tanto sul c.... perché ha fatto approvare i decreti-sicurezza che voi buonisti vedete come il fumo negli occhi è forse un 'essere umano che ha il coraggio di essere umano'?

Vedete bene come tutto ruota intorno alla definizione apodittica del glorioso ritornello dello stolido inno e non è esplicitata nei suoi correlati. Spiegare 'umano' please. Limiti, ambiti, pertinenze, essenza dell'umano secondo voi (e non secondo Umberto Eco o Einstein o Ghandi o Osho o chi diavolo vi piace perché è autorevole e ve ne fate belli sul profilo).

E' come se volessimo credere all'attualità delle parole strane e contorte del nostro inno nazionale, nato in contesto ottocentesco e relativo alle peripezie patrie e ai confusi protagonisti di allora.
Siamo davvero 'pronti alla morte'? La recente pandemia e le clausure domiciliari di tanta gente impaurita sembrano escluderlo. Forse un po' di attualità potremo riconoscerla allo 'stringersi a coorte' all'ora dell'aperitivo o della movida serale, ma basterà un picco di nuovi contagi e si torna ai domiciliari di cui sopra per sfuggire alla morte che ci sovrasta e ci comprende.

Insomma, gli esseri umani sono quello che sono: a volte umani, a volte cretini emeriti, a volte gaglioffi o serial killer maledetti o figli di buonissima donna dai cattivissimi comportamenti sociali e/o privati. Perciò piantatela di propinarci quell'inno stolido. Credo che ci siano alcuni esseri umani davvero 'umani' nel senso della pietas e della dedizione ma non sono convinto che siano la maggioranza del mio prossimo. 
Fior da fiore e togliere dal cesto le mele marce. E chiediamo in coro a Mengoni di farne una errata corrige per la sua prossima canzone.

https://www.google.com/search…

 

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le fake news e il sogno di Utopia

Post n°1246 pubblicato il 20 Maggio 2020 da fedechiara
 

Le fake news e il sogno di Utopia

Il mondo felice è il sogno di Utopia. Un luogo che non esiste, come ben sapete, ma anche un luogo buono e bello quale solo nei sogni riusciamo a immaginare. E nell'isola di Utopia esiste anche una stampa e una televisione vocate a dire il vero e a perseguire i giusti obbiettivi di corretta informazione e conoscenza che dovrebbero essere il 'giuramento di Ippocrate' dei liberi giornalisti di una libera stampa all over the world. 
Così non è, ahinoi, e il giornalismo - nostrano ed estero – è, invece, schieramento di fazioni l'una contro l'altra armata di 'fake news' sparate in prima pagina per ottenere i cattivi scopi di ogni fazione politico-giornalistica incurante del verbo e delle pratiche democratiche.
E la campagna di stampa contro il presidente eletto Donald Trump da parte della fazione 'democrats' che ha perso le elezioni e non riesce a farsene una ragione e ad elaborare il lutto e passar oltre conosce oggi il suo diapason di notizie farlocche e 'rumors' ridicoli e battute da bar sport rubate alla campagna elettorale più avvelenata della storia americana per le quali – a sentire i giornalisti del Washington Post e i loro confratelli miserabili e diffamatori da un tanto al chilo - si sente aria di 'impeachment'.

E la sola e vera buona notizia di queste campagne diffamatorie dei democrats di ogni risma e veleno e rigurgito esofageo è che – a forza di rifilarci le notizie farlocche e i 'rumors' ridicoli e le battute da bar del senatore repubblicano in vena di facezie, usato sui loro fogli quale 'utile idiota' – ci stanno educando a riconoscere 'a naso' le cretinerie giornalistiche di coloro che imbastiscono campagne di stampa a fini anti democratici e per rovesciare l'esito delle elezioni ultime scorse, così che spegniamo radio e televisioni embedded e insopportabilmente faziose e passiamo oltre - e issiamo le vele della nave Speranza verso l'isola di Utopia di una buona ed equilibrata stampa futura capace di guarire dagli acidi rigurgiti di fazione e di mostrarci gli articoli di quel buon giornalismo che, sempre più di rado, emerge dalle nebbie del mare di questo nostro tempo infelicissimo e bugiardo.

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Che la festa cominci

Post n°1245 pubblicato il 18 Maggio 2020 da fedechiara
 

 

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Che la festa cominci.


World history is not the ground of happiness. The periods of happiness are empty pages in her.[5] (La storia del mondo non ha una base di felicità. In essa le pagine di felicità sono pagine vuote.)

— Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Sembra che i dirigenti della Biennale abbiano battezzato un nuovo tempo verbale: l'auspicativo.
May you live in interisting times, infatti, può essere tradotta come: 'Possiate vivere in tempi interessanti', oppure, come sopra riportato, essere la notazione ironica, risalente a tempi lontani, in cui si chiosava che : 'E' meglio essere cani in tempi di pace piuttosto che uomini in tempi caotici.'

E non vi è dubbio che i tempi nostri, di noi post moderni abitatori del pianeta Terra, sono tempi interessanti e densi di eventi caotici i cui sviluppi ancora fatichiamo a comprendere. 
E stiamo tenendo a battesimo l'Intelligenza Artificiale, nientemeno – che un poco ci inquieta perché non ci piace l'idea che delle macchine figlie nostre possano 'animarsi' ed entrare in gioco di umanità relativa e competizione virtuosa con noi e magari sostituirci, in amore e in guerra, le due cose che meglio ci riescono. 
E ci intuiamo, in questi nostri tempi interessanti, parecchio fragili, con addosso questo involucro tenerello di carne ed ossa e nervi e tendini soggetti ad usura dopo solo settant'anni di vita e chissà di cosa saranno capaci le macchine che costruiranno altre, più sofisticate, macchine - e Blade Runner è l'orizzonte di riferimento, ma saremo noi a dire, sopraffatti dalle macchine figlie nostre, la famosa frase delle 'navi da combattimento in fiamme sui bastioni di Orione' e 'ho visto cose che voi mutanti neanche immaginate'.

E abbiamo fatto un lungo tratto di strada prima di ipotizzare la nostra estinzione di 'umani' e consegnare l'idea di 'eterno' alle macchine figlie nostre che, di certo, ne faranno buon uso – e chissà se anch'esse/i sapranno produrre, prima o poi, un Rinascimento come quello che abbiamo alle spalle e se nascerà tra loro un Leonardo e/o un Michelangelo che ne uguagli i fasti e la bellezza delle opere.

Ma, per l'intanto, ci accontentiamo di affrontare, piuttosto affannosamente in verità, il globalismo imperfetto dei dazi usati come clave tra nazioni tornate nemiche e le migrazioni massive che producono conflitti quotidiani e vittime innocenti e, di conseguenza i 'sovranismi'. 
Sovranismi e populismi che tanto dispiacciono ai sedicenti anti fascisti e ai buonisti anime belle che chissà che idea di mondo futuro hanno in testa e, per il momento, si limitano a cantare 'Bella Ciao' al passaggio di Salvini - fermi come sono a quegli altri tempi, certo più interessanti, della seconda guerra mondiale dei milioni di morti ammazzati e di una Resistenza tardiva e controversa che non ci risparmiò l'onta della firma di Alcide De Gasperi su di un trattato che ci privava degli storici territori.

Di tutto questo non parlano, è vero, gli artisti invitati alla Biennale, ma troverete, in giro per i vari padiglioni, frequenti accenni ai 'barconi', da parte di artisti tanto sensibili e buoni, forse per l'omaggio dovuto al barcone esibito all'Arsenale del naufragio di 700 vittime degli scafisti e del criminale commercio di vite umane incentivato dal pd di s-governo fino a un anno fa e oggi, finalmente messo sotto stretto controllo e ostacolato dal nostro ministro dell'Interno, - che le urne del 26 maggio ce lo premino (auspicativo presente) e gli consentano di meglio operare contro quegli infami assassini.

Tempi interessanti, i nostri, sicuramente, ma ne verranno di migliori, se i sovranismi prenderanno piede e potranno mostrare 'di che pasta son fatti'. Ad maiora.

  •  "May you live in interesting times" is an English expression purported to be a translation of a traditional Chinese curse. While seemingly a blessing, the expression is normally used ironically, with the clear implication that "uninteresting times" of peace and tranquillity are more life-enhancing than interesting ones, which, from a historical perspective, usually include disorder and conflict. 
    The nearest related Chinese expression is 寧為太平犬,莫做亂離人; nìng wéi tàipíng quǎn, mò zuò luàn lí rén; which is usually translated as "Better to be a dog in a peaceful time, than to be a human in a chaotic (warring) period."[3] The expression originates from Volume 3 of the 1627 short story collection by Feng Menglong, Stories to Awaken the World.[4]
    The basic premise of the curse may also be found in a quote by the German philosopher Hegel

 
 
 

Vasti programmi post pandemici

Post n°1244 pubblicato il 17 Maggio 2020 da fedechiara
 

Vasti programmi. (La ripartenza, sai, è come il vento.)

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, scriveva Pavese e non riuscivo (allora, io diciottenne) a capire di chi fossero quegli occhi che ti fissa(va)no con insistenza poetica, d'accordo, e tuttavia inquietante e da toccarsi di sotto.

Ed oggi (io settantenne) capisco che, prossimi all'ennesima 'ripartenza', la morte è una pandemia 20-20 che, miracolosamente, ti risparmia e 'sarà per un'altra volta', ti dici, fissando quegli occhi un po' meno poetici e mostrandole il dito medio in erezione. E il solo fastidio che provo per quegli appuntamenti in cui sora nostra morte corporale 'mi ha dato buca' è il non aver ancora risolto la storica querelle sull'aldilà che somiglia (o non somiglia affatto) all'aldiqua.

Perché di tutte le leggende religiose che hanno ipotizzato le risorgenze corporali e/o gli incontri di qua e di là del Lete non una mi convince di avere le carte in regola per una verosimiglianza consolatoria. No, neanche la reincarnazione, amici buddisti - sarà per questo che mi infastidisce la mascherina?😷

E tocca guardare quegli occhi della mia gioventù ormai lontana con il fastidio e il cruccio per l'ennesimo appuntamento poetico mancato, sia pure di poco, e non sarebbe male se la smettessimo di darceli e iterarli, questi vani e stupidi appuntamenti (Samarcanda docet) – e, quando si deciderà finalmente a venire, sarà alle spalle, snobbata, e non avrò più 'gli occhi per piangere' e 'chi s'è visto s'è visto' e l'unica certezza è quella dei proverbi fatali che: 'chi muore tace e chi vive si dà pace'. Que reste-t-il de nos amours / que reste- t- il de ces beaux jours...'

Amen e così sia. Buona ripartenza a tutti. Tenete memoria di questi nostri 'ultimi giorni' 20-20 perché il rischio di dimenticarli e tornare a quelli che eravamo prima è alto e c'è chi dice (su Facebook) che non è un bene e che dovremo guardare la morte (scampata) negli occhi e attuare una rivoluzione nelle nostre anime. Vaste programme. La rivoluzione può attendere (come il paradiso del film). Ripartiamo come possiamo un po' 'alla Brancaleone', con l'inevitabile confusione e le polemiche. 
Poi ce la racconteremo, l'importante è esserci, ancora per un poco, e testimoniare quel che ci accade. La vita è testimonianza. Come il matrimonio - dice Susan Sarandon all'investigatore in 'Shall we dance?'. A proposito: quando ripartiamo con le milonghe?

https://it.wikipedia.org/wiki/Lete_(fiume_dell%27oblio)

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Il fuoco che arde in me

Post n°1243 pubblicato il 16 Maggio 2020 da fedechiara
 

'S’i’ fosse foco, arderei ’l mondo; 
s’i’ fosse vento, lo tempesterei; (…) C. Angiolieri

Mi è capitato, in questi due mesi e passa di prigionia domiciliare, di immaginarmi alla testa della nazione (altissimo salario e gratificazioni di potere personale annessi) e di apparire in televisione un giorno si e l'altro pure a raccomandare con la dovuta compunzione agli italiani/e la necessità del 'distanziamento sociale' e l'uso delle mascherine - l'orrendo stato della disgrazia massima del terzo millennio - e, ca va sans dire, di lavarsi spesso le mani e tutto il resto, ascelle comprese.

E, nelle mie fantasie, correggetemi se sbaglio, mi capitava di pensare che avrei agito con un di più di creatività e di efficacia pratica – avendo a mente un principio-guida: che se ti chiudi da notte e spegni del tutto i motori dell'economia nazionale la pena che pagheremo, una volta 'ripartiti', sarà maggiore della disgrazia che abbiamo vissuto. 
E il mio 'must' (dolorosissimo, ne convengo) sarebbe stato quello di meglio bilanciare i morti per pandemia e la precaria esistenza in vita di quei 'morituri' impietriti davanti ai video dei tiggi: con gli annunci maledetti di chiusure progressive e maggiori dei d.p.c.m. di Conte, e con le imprese che andavano fallite a migliaia ad ogni nuovo giorno e i lavoratori al palo della disoccupazione/cassa integrazione dilaganti.

Un diverso bilanciamento dal nostro di 'prezzi da pagare' alla pandemia, d'altronde, è operazione che è stata vaglio sofferto dei governanti di altri paesi (la Svezia in testa per il suo ardire) e solo i posteri potranno pronunciare 'l'ardua sentenza' su chi ha avuto ragione e chi torto. Perché, giova ripeterlo, si muore anche di economie asfittiche e per il nessun orizzonte di futuro per le intraprese economiche di ogni genere e tipo; ri-vedetevi i telegiornali di ieri e di oggi fitti di geremiadi e lamentazioni da dar invidia al Geremia biblico.

E la cosa più tragica di tutte è che è morta la politica. 
Che già boccheggiava e annaspava prima della pandemia e oggi annega nel mar morto dell'economia che non riparte – con la spada di Damocle di un nuovo 'confinamento' che non si sa se lo accetteremo perché non ci stiamo già più con la testa - e 'si salvi chi può' se Conte dovesse apparire nuovamente in video con la sua 'task force' di virologi e altro (che cosa fa esattamente Colao, il grande manager, e quanto ci costa?) e un nuovo d.p.c.m. che ri-annuncia agli italiani/e #iorestoacasa , con l'intendenza televisiva dei Fiorello&friends che lo spalleggiano ammiccanti nel dirci quanto è bello galleggiare sui divani e davanti alle tivù.

Per saperne di più:

LETTERITALIANA.WEEBLY.COM
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È il testo più famoso di Cecco, in cui l'autore sfoga il suo malanimo contro il mondo augurandosi di poter seminare distruzione e coinvolgendo nella sua "furia" anche i genitori, rei di non dargli...

 
 
 
 
 

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