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Leggere, Anima Mundi

Post n°26 pubblicato il 02 Gennaio 2014 da Herebus
 
Foto di Herebus

 

Perchè ci ostiniamo a leggere ? I libri costano sempre di più, gli autori in gamba sono merce sempre più rara, i problemi che ci affliggono nella nostra vita quotidiana sono diventati così tanti che abbiamo smesso di contarli eppure una parte di noi esseri umani, una parte di noi Uomini e Donne continua, ostinatamente e contro tutte le previsioni a leggere. Ma perchè, perchè lo fanno ?

In una società post industriale che ha smarrito sempre più la reminiscenza del luogo dal quale proviene e certamente non ha ben chiaro il traguardo che vuole raggiungere l'immediatezza di un'immagine o di un film, di una clip o di un semplice video fatto con lo smartphone di turno sembrano aver preso il sopravvento sulla parola scritta per rappresentare il nostro mondo : in fondo guardare un'immagine è sicuramente più facile e meno faticoso che leggere uno scritto, di qualunque scritto si tratti. In un'età che ci concede sempre meno tempo per fare qualunque cosa, compreso pensare, siamo finiti a considerare preferibile subire le immagini, rapidamente ed in modo necessariamente acritico, piuttosto che perdere tempo prezioso a comprendere il senso del pensiero che qualcun'altro ha scritto per noi. Ma poi è successo un fatto curioso, è successo che l'offerta di immagini e storie pre-digerite e pre-confezionate è passata dall'essere molteplice all'essere multicanale, multimediale, ripetitiva, ossessiva, ripetuta, ubiqua. Internet, la banda larga, lo streaming, i social networks, la mobile internet sono diventati talmente importanti ed onnipresenti da smettere di essere mezzi per diventare a loro volta fini, traguardi da conquistare e, soprattutto, mondi alternativi a quello reale dove vivere facendo sempre di più, sempre più velocemente e seguendo regole che altri hanno stabilito per noi, rendendoci di fatto utilizzatori maniacali ma passivi di un mezzo che ha preso più importanza del fine per il quale era stato creato. Vale la pena di ricordare la storica battuta raccontata da Corrado Guzzanti ad un convegno dell'allora TIN-Telecom Italia Network che ironizzava sullo sviluppo della Grande Rete e che, pressappoco, faceva così :

"Ora abbiamo questo sistema meraviglioso per cui mi basta spingere un tasto per collegarmi coll'aborigeno dall'altra parte del Mondo. Ma adesso la questione è : aborigeno ! Ma io e te ma che cazzo se dovemo dì ?!?!"

In meno di tre righe Guzzanti riuscì, nel lontano 1998, a sintetizzare il cuore del problema : noi oggi disponiamo di tecnologie inimmaginabili ma tutta la loro capacità di trasporto di informazioni è saturata, principalmente, da informazioni e dati marginali, di scarsa o nessuna importanza che sovraccaricano il nostro cervello di input e stimoli realizzando il paradosso di Luddllum : "Troppa informazione equivale a nessuna informazione." Quello che invece ci permette di fare un libro è di aprirlo quando ne abbiamo voglia e chiuderlo quando questa voglia ci è passata e se lo chiudiamo esso, il libro, rimane chiuso ed inerte, non trilla o squittisce o lampeggia continuamente perchè vuole essere letto, siamo noi a decidere se leggerlo o no. Inoltre la parola scritta ha una caratteristica copiativa che nessun altro mezzo ha, perlomeno al suo livello, la parola scritta diventa la carta carbone dello stato d'animo dell'autore e chi la legge riesce a coglierne il pensiero, il sentimento e le emozioni e farle sue, inserirle nella propria memoria come se quella situazione, quel pezzo di vita altrui l'avesse vissuto in prima persona. Un libro ha bisogno di un lettore per esistere, un immagine od un pacchetto di dati esistono autonomamente, di per se stessi sia che qualcuno li guardi sia che no. Inoltre le parole hanno un potere di eccitazione dei famosi neuroni-specchio che non solo non ha nulla da invidiare a quello delle immagini ma che necessariamente stimola anche la fantasia e la creatività del lettore per fargli costruire l'immagine mentale di quanto sta leggendo. A riprova di questo sfido chiunque a leggersi "La città della Gioia." di Dominique Lapierre senza doversi fermare più di una volta nella lettura perchè le immagini evocate dalle parole di Lapierre sono così emotivamente coinvolgenti da risultare spesso troppo impegnative da sopportarle tutte d'un fiato, senza una pausa. E questo succede per gli autori ed i lettori di qualunque latitudine e di qualunque lingua o cultura e ci porta a poter affermare che la lettura di un libro, di qualunque genere esso tratti, che sia un romanzo, una favola, una raccolta di poesie o semplici pensieri in libertà rappresenta di per se stessa una particella elementare di quell'immensa Anima Mundi che è costituita dalle vite di ciascuno di noi, dalle nostre esperienze, passioni, amori, sofferenze, vittorie, dalle nostre esistenze. Più si legge, più leggiamo e più di quest'anima entra a far parte di noi, del nostro spirito, del nostro essere umani e cittadini della Terra. Più si legge, più leggiamo e più il nostro spirito potrà trasmettere l'Anima del nostro Mondo a coloro che ci circondano e rendere questo pianeta un posto migliore per vivere. Ecco quindi spiegata la strana ostinazione che alcuni di noi hanno di continuare a leggere parole su carta. In formato tascabile.

 

 
 
 
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Un blog di: Herebus
Data di creazione: 13/06/2013
 

 

"MORTE DI UN BRAVO RAGAZZO. L'INCREDIBILE STORIA DI MARIO BIONDO."

La Repubblica - Palermo, 13 Novembre 2018


La morte di Biondo un giallo lungo cinque anni na «storia incredibile» di misteri e di archiviazioni, indagata in un libro-dossier che prova a ricostruire, tra memorie private, perizie mediche e documenti d'archivio, il caso di Mario Biondo, il cameramen palermitano trovato morto cinque anni fa a Madrid. È una favola nera raccontata con la precisione di un cronista, il libro di Paolo Gentili, "Morte di un bravo ragazzo" (Sovera Edizioni): un contributo a una verità mancata a cui l'autore, con il contributo della madre della vittima, Santina Biondo, tenta di avvicinarsi, ricostruendo la vita privata del giovane con la moglie giornalista Raquel, più volte interrogata sui fatti, e le incongruenze di quattro armi di indagini, tra sms e dati estratti dal computer del giovane, poi compendiate in un atto scritto dai magistrati inquirenti, dove la vicenda Biondo resta ancora una storia irrisolta. Serve, allora, alla memoria capace di farsi domanda, anche la più semplice operazione letteraria su un giallo di cronaca. Perché di morte di può morire due volte, la seconda è quando si viene dimenticati.


 

 

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ULTIMO LIBRO PUBBLICATO DA PAOLO GENTILI

SOL INVICTUS : Una nuova alba.

 

Pensiamo veramente che ciò che finora abbiamo dato per scontato sia la realtà ? Siamo pronti a scommettere che la Storia che stiamo vivendo sia proprio quello che Dio abbia pensato e desiderato per noi ? L'Uomo moderno è così sicuro di se e del suo potere tecnologico da non riuscire a vedere la verità che gli sta davanti, dietro lo schermo del suo egoismo. Questo romanzo è il primo di una trilogia. Correndo lungo le tortuose strade della Storia dell'Uomo, prende spunto dalle Profezie sugli Ultimi Tempi, proprie di tutte le grandi Religioni della Terra e ci porta d'un balzo a vivere in prima persona il disegno che Dio ha pensato duemila anni fa, per mostrare all'Uomo il Suo vero volto. In una narrazione avvincente e ricca di colpi di scena, che nel primo volume prende le mosse dal 1976, scopriremo come l'Uomo da secoli si sia attrezzato per ostacolare il disegno divino. Ai nostri giorni utilizza l'Associazione maggiormente ramificata, pericolosa e segreta, nata nel cuore della più potente Nazione della Terra, con tentacoli nel nostro Paese ed in altre nazioni occidentali.

 

www.soveraedizioni.it

www.ibs.it


 

HANNO DETTO DI : "SOL INVICTUS : UNA NUOVA ALBA"

" Sol Invictus è un romanzo colto e ben scritto che ripropone tematiche non certo inedite ma comunque stimolanti per chi ama i thriller fantapolitici venati di misticismo millenaristico. "


" Nel tempo dell'inganno chi dice la verità è un rivoluzionario. " Questo il leit motiv del libro, mutuato dal pensiero di George Orwell in 1984. Un testo che posso considerare un saggio camuffato da romanzo.

 

Da Roma a Yale nel Connecticut, dagli archivi segreti del Vaticano alle stanze asettiche della Cia, dalla Buenos Aires della "sporca guerra" dei desaparecidos alla quiete irreale di Salò sul Garda e di Sherbrook nel Quebec, dalle birrerie di Monaco di Baviera ai monasteri benedettini di Subiaco a Roma. Attraverso i dialoghi incalzanti fra chi complotta per imporre sull'intera umanità il dominio satanico della Confraternita della Morte (che ha come motto "Guerra, Sangue e Miseria") e chi invece, nel nome dell'umanesimo di matrice cristiana, tenta di opporsi a questa infernale macchinazione, si snoda l'ingranaggio narrativo costruito da Paolo Gentili, che, mediante una prosa di forte impatto giornalistico, tesse la sua ragnatela di cospirazioni ad alto livello.

 
 

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