L'Angolo di Nimriel®

Oi dialogoi

Blocco dello scrittore.

- Non sarà esagerato definirlo così? – interviene quella gran stronza della mia vocina interiore.
- Mbè? Fatti gli affari tuoi, tu. Non sarò una scrittrice vera e propria ma in che altro modo vorresti definirlo?
- Mancanza di tempo? Voglia? Idee?- sento l’accenno di un sorriso (maligno) nella sua voce.

Seee la fa facile, lei. Mica scrive, lei. Si limita a criticare.  Tutto e comunque, per giunta.
Di professione, scassamarroni impenitente.

- Ma tu che vuoi da me? Piuttosto, dammi qualche idea, dai. Per una volta, renditi utile.
- Potresti scrivere di me. Oppure, di noi.

Ecco. Pure egotista e vanesia. Ci mancava anche questa.

- Ah però. Gran bella ideona mi dai. E pensi che sarebbe interessante parlare di te? Di noi?
- Uffaaaa. Prima mi chiedi un’idea e poi come te la dico, parti sparata a criticare.- risponde petulante.
- Che petuli? Guarda che faccio esattamente come fai, sempre, tu. Dovresti esserne lusingata: imparo e ti imito. Piacevole, nevvero? – ghigno soddisfatta, di rimando.
- Sarà. Ma, secondo me, sei stronza di tuo. Anche senza tanto bisogno di imitarmi.

Se potessi vederla, direi che in questo momento mi volge le spalle, sdegnosa, col naso per aria.

- Dai, scema, falla poco lunga e dimmi secondo te cosa c’è di così degno di nota da dire su di te.

Silenzio. Uno di quei silenzi che attendono solo di essere interrotti con preghiere e complimenti e lusinghe.

Ah, santa pupattola. Ma da dove la prenderò tutta questa pazienza? Perché in realtà io non sono paziente. Sono una finta paziente. Mi sforzo di esserlo ma in realtà sbuffo contro chi non ha reazioni pronte come le mie. Eh lo so. Mica ha tutti i torti la cara vocina. In effetti sono un po’ stronza. E presuntuosa, lo ammetto. Ma mi pento, quasi sempre.

- Allora? Vogliamo parlare sì o no? Anche perché sennò mi metto a leggere. E dopo ciao, lo sai che non c’è storia, per nessuno, per un bel po’. Nemmeno per te, cara la mia protagonistella buffalmacca. Hihi.
- Ti odio.
- Non è vero e lo sai. Tu mi vuoi bene. Ma d’altronde, anche io ne voglio a te, cara ciccina. È indubbio che sarebbe tutto molto più noioso se non ci fossi tu.
- Dici? Lo pensi davvero? – la sento che scodinzola affettuosa come un Labrador.

Puah. Melensa. Da stroncare sul nascere.

- ‘gnamoooo. Lo sai che è così. Io senza te e tu senza me non sarebbe cosa. Ti ci vedi tu a chiacchierare nella testa di qualcun’altra? Con la voce, che so, della Bellucci? Anzi, peggio: con la voce e nel cervello della Bellucci?
- Oddioooo!!!!! Mamma mia, no! Anche se la Bellucci… è davvero bellissima. E lei, lei, non ha la cellulite. Tiè. – sghignazza sgangherata, compiaciuta nella sua malignità come il gatto del Chesire.
- Bastarda. Te e lei. Allora smamma, cretinetta. Vatti a cercare una bella senz’anima. Sgomma a fare la particella Lete nel cranio di qualche bonona botulinica che parla come se c’avesse un uovo in bocca, poi mi dici se non era meglio sollazzarti nel mio, d'encefalo. Pussa via, che c’ho da fare.
- E poi, sarei io, la permalosa eh?
- Abbellaaaaaa. Ahooooo, cerchi rissa??? Dai, dai, fatti sotto.

Ecco. Posso andare avanti così per ore.

E voi pensavate che adesso che sono a lavorare in uno studio di rispettabili commercialisti, avessi messo la testa a posto, eh?!?

Ma per pensare no, tranquilli. E chi può zittirle queste cazzo di vocine?!?