Post n°85 pubblicato il 23 Luglio 2013 da fortebracciodamonton
Dietro la coltre di pixel e byte si intrecciano storie e racconti di vita, in una sorta di Glory Hole dei sentimenti in cui riesci ad entrare in contatto con la parte piu' intima e vera delle persone, sempre che siano disposte a mettersi a nudo senza ipocrisie. Succede perchè a volte è piu' facile aprirsi con un perfetto sconosciuto, piuttosto che con un amico di lunga data. Fu così che Lutzja ed io iniziammo a passare ore a raccontarci, diventando intimi e stupendoci di come tra noi era facile la condivisione e la comprensione reciproca, le nostre rispettive vite minuziosamente digitate sulla tastiera al punto che dopo alcuni mesi maturammo l'intento condiviso di incontrarci per conoscerci di persona. Arrivai puntuale nel tuo modesto appartamento e fui subito colpito dal tuo metro e ottanta di bionda avvenenza polacca, un largo sorriso che sottolineava la felicità di avermi accanto. Ridemmo delle nostre titubanze e rimandi di quel primo momento e poi, guardandomi fisso negli occhi mi dicesti che non volevi perdere tutto questo per una notte di sesso, che ti piacevo e avresti voluto che quello fosse un punto di partenza e non di arrivo. Ti rassicurai che quella era una sera tra cari amici e che mi sarei tenuto addosso i pantaloni qualsiasi cosa fosse successa. Il tuo viso si illumino' in un sorriso, ridemmo forte delle mie parole, e ogni imbarazzo si sciolse, così come iniziasti a cercare il contatto fisico. Ti avvicinasti a me seduto sul divano, ti sedesti tra le mie gambe e avvolgesti le mie braccia attorno a te senza dire una parola. Rimanemmo a lungo così, in silenzio, come se quello stupido film in televisione ci interessasse veramente, io presi a stringerti sempre piu' forte e tu a muoverti come se la nostra pelle al contatto bruciasse. E' bastato ruotare il tuo bel viso per trovare il contatto con le tue labbra, labbra che pareva conoscessi da una vita, dolci come un frutto maturo, scendesti su collo e sul mio petto, mentre quasi senza accorgermi stavo stringendoti il seno, smettesti di baciarmi mentre presi a leccarti il collo , la nuca succhiandoti i lobi. Il tuo respiro si fece profondo, le nostre gote avvamparono e in un attimo ti sollevai ponendoti a cavallo delle mie gambe, occhi negli occhi, i nostri corpi bruciavano separati da due sottili strisce di tessuto. E continuarono a bruciare per tutta la sera, nonostante il fatto che per tenere fede alla promessa rimanemmo vestiti, anche se a dire il vero quella forzata castità non ci dispiaque affatto, anzi a dire il vero portò l'eros ad un altro livello, elevandolo a pathos. |
Post n°84 pubblicato il 22 Luglio 2013 da fortebracciodamonton
Esco presto, il sole è appena sorto, occhieggia tiepido dalle prime colline che mi separano dal mare, anche se non lo vedo so che c'è, perchè ne avverto l'odore sapido e fresco. A cavallo del vecchio ferro mi godo l'aria frizzante che solleva la maglietta sulla schiena e mi fa rabbrividire, oggi giro lungo sulle colline tra sterminati girasoli e stoppie , ulivi, viti e campi di sorgo a perdita docchio, mi inebrio di profumi mentre il motore ronfa sommessamente. Sono in trance, come in una esperienza extracorporea sento il mio spirito elevarsi, il mio corpo ed il mezzo meccanico sono una cosa sola, come in una entità che non mi appartiene, autonoma, segue la strada deserta, ma non sono io che guido, perso nelle mille sensazioni che hanno trasportato in un altra dimensione. Ad un tratto sento le tue mani sfiorarmi le cosce, come sei solita fare per stuzzicarmi, so che è solo frutto della mia mente, eppure ne avverto il calore, così come i margini taglienti delle tue unghie sulla pelle.....pelle d'oca. Mi sembra di sentire i tuoi seni premere sulla schiena, mentre ti abbandoni dolcemente, e mi sembra di scorgere il tuo volto, gli occhi socchiusi, la testa abbandonata sulla mia spalla, ma nello specchietto solo la strada che sfila sotto le ruote. Sei a centinaia di chilometri da quì eppure sei così "vicina" che posso avvertire il tuo profumo, quel profumo di sesso che emani quando i tuoi occhi si fanno liquidi e le tue gote si infiammano, poi mi baci ad occhi chiusi, mostrandomi il bianco dalle fessure semichiuse e mordendomi le labbra. Fu proprio in un campo di erba medica come questo, sotto un miliardo di stelle, che il tuo profumo rimase per sempre dentro di me, ed ora che ho lo stomaco serrato dal desiderio di Te, guardando verso nord, posso finalmente urlare nel casco il mio: "BUONGIORNO AMORE!!"
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Post n°83 pubblicato il 16 Luglio 2013 da fortebracciodamonton
IN QUEGLI ANNI TANTI TROPPI GRANDI SAGGICI HANNO LASCIATO PER MORTE NATURALE, MA SOPRATTUTTO PER MANO DI CHI NON LA PENSAVA COME LORO, O PIU' SEMPLICEMENTE PER IMPEDIRCI DI PENSARE A NOSTRA VOLTA, PERCHE' SI SA CHE IL PENSIERO E' EVERSIONE.
Pieta’ per la nazione i cui uomini sono pecore
PIER PAOLO PASOLINI |
Post n°82 pubblicato il 07 Luglio 2013 da fortebracciodamonton
....è perche la vita ti fa incontrare persone meravigliose, che ti regalano un sorriso, una parola di conforto quando sei a terra, o flirtano con Te facendoti sentire un gran figo, e facendoti ricredere sul genere umano. Due ragazze fantastiche mi regalano momenti di pura poesia e a LORO vorrei dire:
"Le anime se ne fregano e vanno agli appuntamenti con o senza il nostro consenso. Fanno l'amore prima dei corpi, ecco perchè poi i corpi si incontrano." Massimo Bisotti * Il viaggio è nella testa.
A Angelo e Dea |
Athanase Seromba è un presbitero ruandese appartenente alla Chiesa cattolica condannato da un tribunale internazionale con l'accusa di essere coinvolto nel massacro di duemila Tutsi perpetrato in Ruanda nel 1994 (nel periodo del genocidio ruandese). In quel periodo, Seromba era sacerdote di una parrocchia cattolica nella regione di Kibuye, nel Ruanda occidentale. Secondo quanto stabilito dalla condanna, fra il 6 aprile e il 20 aprile 1994 Seromba avrebbe fatto abbattere la propria chiesa per scacciare circa 2000 Tutsi che vi avevano cercato rifugio attirati dallo stesso sacerdote, partecipando anche attivamente al successivo massacro dei rifugiati. Fuggito dapprima nella Repubblica Democratica del Congo e poi in Toscana, dove si era presentato sotto il falso nome di Anastasio Sumba Bura, venendo destinato alla parrocchia dell'Immacolata e S. Martino in Montughi di Firenze. Sotto la pressione di Carla Del Ponte, attualmente incaricata delle Nazioni Unite per la persecuzione dei crimini di guerra, il 6 febbraio 2002 Seromba si consegnò al International Criminal Tribunal for Rwanda (Tribunale Criminale Internazionale per il Ruanda, ICTR) ad Arusha (Tanzania), dove fu processato per genocidio e crimini contro l'umanità. Il 13 dicembre 2006 fu giudicato colpevole e condannato a 15 anni di carcere, ricevendo anche l'estradizione dall'Italia. Nel marzo 2008, il processo di appello ha condannato Seromba all'ergastolo, affermando che ha partecipato attivamente ai massacri e non ha dimostrato alcun segno di pentimento.[1] Il 27 giugno 2009 è stato trasferito nella prigione di Akpro-Missérété a Port-Novo, in Benin. |
Inviato da: Fenice_A_ngela
il 28/03/2014 alle 11:12
Inviato da: Fenice_A_ngela
il 16/12/2013 alle 16:38
Inviato da: Fenice_A_ngela
il 16/10/2013 alle 10:21
Inviato da: Fenice_A_ngela
il 13/09/2013 alle 15:48
Inviato da: misteropagano2
il 11/08/2013 alle 20:23